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Autore: daylighter    26/06/2013    5 recensioni
- Prima li sentivo parlare di una strana storia, sugli dei che si erano trasferiti da Atene a Roma e da Roma a New York. Portando con sei tutto il mondo greco originario. – rispose Izzy. – Che emerita cazzata.
Le tre ragazze risero. Avevano appena incontrato due semidei e un satiro, direttamente da New York, forse non era quello il momento di farsi troppe domande.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Maia Roberts, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando gli ShadowHunters incontrano Percy Jackson.

Clary Fray, piccola statura, capelli rossi e ultimo ma non meno importante, cacciatrice ShadowHunter, si affrettava a camminare per le strade di New York, diretta ad uno dei tanti bar nel quale il suo migliore amico Simon e la sua band teneva uno dei loro concerti. Era talmente in ritardo che perfino il cane da passeggio del proprietario del negozio si stava preoccupando per lei.
Jace, che la aspettava seduto ad un tavolino, si stava mangiando le unghie. C’era la possibilità che Clary avesse incontrato un demone per la strada?
- Izzy sono preoccupato per Clary, doveva essere qui mezz’ora fa - disse Jace, guardando costantemente verso la porta. – E se le fosse successo qualcosa? -
Isabelle, che aveva piena fiducia in Clary, alzò gli occhi al cielo, stando ben attenta a farsi vedere dal fratello. – Smettila, sarà per strada. –
Il problema principale però non era affatto un demone, a meno che due ragazzi con spade e pugnali e un ragazzo mezzo capra potessero essere definiti “normali”. Sapeva di essere in ritardo, eppure moriva dalla voglia di scoprire chi erano quei tre e dove andavano così di fretta.
- Ehi, voi. - li fermò Clary, sentendosi parecchio ridicola in quel momento.
I tre ragazzi si fermarono a guardarla, la prima cosa che notarono fu il piccolo pugnale che portava alla cintura, invisibile ai mondani.
- Si? – disse la ragazza del gruppo, capelli biondi e occhi grigi che parevano fulminarti. – Hai bisogno di qualcosa? –
Clary imbarazzata indicò il ragazzo mezzo capra. – Cosa siete voi? Non ho mai sentito parlare di mezzi uomini e mezzi ovini qui a New York. –
Il ragazzo impallidì, ignaro di come avesse fatto a vedere oltre la foschia e soprattutto oltre ai Jeans che coprivano le sue gambe. – Come? –
Il terzo membro del gruppo, che non aveva ancora parlato, si fece avanti. – Sono Percy, piacere. –
Clary lo osservò, capelli neri e occhi verdi, indossava una maglietta arancione, con una grande felpa sopra, normali jeans e un paio di Converse. – Clary. –
- Possibile che sia come Rachel? – disse Percy alla ragazza bionda.
- Non credo, c’è qualcosa di strano in lei. Possibile che sia un mostro? –  ribattè, osservando Clary con aria di chi se ne intendeva. – Comunque sono Annabeth. –
- Voi siete cacciatori di mostri? – chiese poi Clary, sentendosi sempre più stupida nel fare quelle domande. Non poteva certo andare in giro a chiedere a tutti se fossero cacciatori o meno. Ma quei tre, le ispiravano fiducia, come se fossero vecchi amici.
- Cacciatori? – il ragazzo-capra fece una smorfia interrogativa. – Tu vedi cosa sono, ragazzina. Mi chiamo Grover. –
- Vedo il tuo pelo, ma non so a che razza appartieni. –
Grover sembrò rimanerci male e si chiese se avesse mai studiato la mitologia greca nella sua vita. Clary avrebbe sicuramente risposto che tra i due, era Jace quello che sapeva tutto. – Sono un satiro. Metà uomo e metà capra. – concluse Grover.
- E voi? - chiese Clary, rivolgendosi a Percy e Annabeth.
Annabeth esitò, non capiva in che situazione si erano cacciati. – E tu, cosa sei? Come fai a vederci? Perché la foschia non ti oscura la vista? –
- Venite con me, vi va? - propose Clary, se c’era qualcuno che avrebbe potuto capire meglio chi fossero quei ragazzi, quel qualcuno era Jace.
I tre annuirono, pronti a difendersi in caso di attacco. Percy aveva la sua spada, Annabeth il suo pugnale e Grover, beh, lui usava i piedi. O gli zoccoli.
Giunti al locale (che non sembrava così lontano come pensava Clary), Jace scattò all’entrata, raggiungendo la ragazza. – Clary! E’ quasi un’ora che ti aspettiamo. – disse, notando i tre soltanto dopo. – E loro chi sono? – chiese.
- Annabeth, Percy e Grover. - fece Clary, indicandoli e presentandoli al suo ragazzo. – Li ho incontrati per strada. -
Jace non fece nemmeno più caso a quello che stava dicendo Clary e rimase a fissare Grover. – Tu sei un satiro! – disse affascinato.
Grover sentendosi preso in causa, annuì leggermente. – In persona! – disse. – E voi? Ci volete dire chi siete o questo giochetto funziona solo per noi? –
Annabeth però, osservava Jace con ammirazione. – Sono ShadoHunters, non è vero? Riesco a vedere le Rune. – Jace annuì semplicemente.
- Io sono Annabeth, semidea, figlia di Atena. – disse presentandosi, senza più alcun timore. Conosceva il genere dei Nephilim e sapeva che non c’era niente da preoccuparsi a meno che non fossi un demone.
- Ho sentito parlare di te, dicono che hai partecipato alla battaglia contro Crono, e tu – disse Jace indicando Percy. – devi essere il figlio di Poseidone! Colui che l’ha sconfitto. –
- Come fai a conoscere tutte queste cose Jace? – disse Clary, infiltrandosi nella conversazione.
- Le voci girano. Come va la ricostruzione dell’Olimpo? Ho sentito che ti stai dando un bel da fare, è vero che si trova sull’Empire State Building? – chiese ancora Jace ad Annabeth. – Lì c’è il nostro tavolo. –
Clary era stupita, Jace non era il tipo da amicizie sul momento, eppure con quei tre perfetti sconosciuti parlava senza problemi di qualsiasi cosa passasse lui per la testa. Perfino Isabelle stava conversando con Percy, che era più attento ad ammirarla piuttosto che a parlare con lei.
Simon, che da dietro il sipario, stava osservando la scena, lanciò uno sguardo interrogativo a Clary, che scosse la testa esasperata. Il suo udito da vampiro gli permetteva di sentire la conversazione anche da lontano, ma c’erano troppe voci nel locale per distinguerle tutte.
Eric, che si stava preparando per andare in scena, diede a Simon il segnale per abbassare il sipario. Nel locale non c’era molta gente, ma era più di quanta se ne aspettassero. Senza nessun rancore, ma la loro band faceva schifo anche ai membri stretti. Da quando Kyle, o Jordan, si era preso il ruolo di cantante al posto di Kirk, i fans erano aumentati. Clary aveva dedotto che le fans ormai li seguissero solo più per Jordan e i suoi capelli ricci scompigliati.Purtoppo per loro, il fascino vampiresco di Simon non funzionava anche per la musica.
- Clary, come hai fatto a trovare questi tre? – le chiese Isabelle, una volta che si erano appartate in un altro tavolino, accanto a Maia. – Sono strani e usano una spada che non trafigge. -
La ragazza lupo, ascoltando quella conversazione insensata non potè fare a meno che chiedere cosa stesse succedendo.
Clary raccontò ad entrambe come aveva incontrato quei tre e del ragazzo-capra.
- E’ un satiro? – disse Maia sbalordita. – Ma pensavo fosse solo una leggenda, un mito. -
Isabelle, che non potè fare a meno di sentirsi presa in causa, pronunciò la frase. Quella frase che donava un certo effetto a tutte le conversazioni. – Tutte le storie sono vere, Maia. –
- Okay, d’accordo, se anche fosse vero, che ci fanno qui? -
Clary si distrasse un momento, vedere Jace parlare così ANIMATAMENTE con quella sconosciuta le faceva fremere dentro una gelosia mai provata.
- Prima li sentivo parlare di una strana storia, sugli dei che si erano trasferiti da Atene a Roma e da Roma a New York. Portando con sei tutto il mondo greco originario. – rispose Izzy. – Che emerita cazzata.
Le tre ragazze risero. Avevano appena incontrato due semidei e un satiro, direttamente da New York, forse non era quello il momento di farsi troppe domande.


Angolo Autrice. 
Scritta e pubblicata yo. 
Volevo farlo, scusate AHAHAHAHA
- Rebecca.

  
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