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Autore: ISI    10/01/2008    9 recensioni
"Avere una pistola puntata in mezzo agli occhi non deve essere affatto divertente.
No, non deve esserlo affatto.
Tuttavia, se avete qualche dubbio in proposito potete sempre chiedere a Greg Sanders.
Lui ne sa qualcosa di mirini premuti contro la pelle della fronte; ha visto la follia umana raggiungere l’apoteosi e ora ha la morte vicino, più vicino di quanto l’abbia mai avuta nel corso della sua intera e felice esistenza."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg Sanders
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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In morte Requiem

 

 

Avere una pistola puntata in mezzo agli occhi non deve essere affatto divertente.

No, non deve esserlo affatto.

Tuttavia, se avete qualche dubbio in proposito potete sempre chiedere a Greg Sanders.

Lui ne sa qualcosa di mirini premuti contro la pelle della fronte; ha visto la follia umana raggiungere l’apoteosi e ora ha la morte vicino, più vicino di quanto l’abbia mai avuta nel corso della sua intera e felice esistenza.

Nonostante ciò non si muove, non si agita impaurito, non trema terrorizzato.

Non fa una grinza.

Sa bene anche lui che il più piccolo movimento, lento o brusco che sia, potrebbe inevitabilmente, ma soprattutto, irreparabilmente peggiorare le cose, perché non ci vuole niente a dire addio a questo mondo crudele, specialmente se la persona che hai davanti, oltre ad essere affetta da una doppia personalità omicida, della quale, per altro, nessuno avrebbe mai sospettato l’esistenza, ha anche una pistola carica tra le mani.

Così il nostro giovane agente della scientifica non si muove, resta immobile, fa respiri lunghi e silenziosi, mentre sente che pian piano l’acciaio della tacca di mirino della pistola si fa sempre meno freddo, freddo come potrebbe diventare il suo corpo, la sua carne, se non fa le cose al meglio.

Indugia un attimo poi alza lo sguardo e lo centra in quello dell’uomo che gli sta innanzi.

-Ne vogliamo parlare?- gli chiede con voce estremamente calma, mentre tenta di far decelerare il proprio battito cardiaco. Non può fargli vedere che ha paura, sarebbe come autocondannarsi a morte, perché, Greg lo sa benissimo, lui ne approfitterebbe.

Deve fingere, recitare nella maniera più sfacciata, senza, però, farsi scoprire.

Più semplice a dirsi che a farsi...

L’altro, dal canto suo, non risponde subito, ma resta in silenzio ad osservarlo, lo squadra come se al posto delle pupille avesse dei avesse dei raggi x, lo fissa per un tempo indeterminato, ma soggettivamente lungo, come per capire se la disinvoltura dimostratagli dal ragazzo sia vera, autentica, poi, finalmente, parla.

-Dovremmo?- chiede a sua volta, senza, però, spostare la pistola di un centimetro; l’altro inarca le sopracciglia e assume un’espressione tra il dubbioso e l’incerto.

E’ o non è un bravo attore?

-Io penso proprio di sì...- dice con lo stesso tono di voce calmo e risoluto di prima, mentre prega, in tutte le lingue che conosce, vive e morte, che il suo autocontrollo non si esaurisca sul più bello, provocando così uno di quegli stupidi colpi di scena tipici dei film melodrammatici strappalacrime, in cui, alla fine, il protagonista, nel novantanove per cento delle volte, muore di una morte atroce e violenta...

Nel restante un per cento dei casi il protagonista non trapassa, ma resta in coma per anni ed anni e quando si risveglia tutte le persone che ama sono già belle che morte da un pezzo, così si ritrova solo al mondo ed il dramma rinizia da capo...Ma questo non centra niente con il nostro caro Greg, quindi torniamo lui...

-Sì, penso proprio che dovremmo parlarne...ne hai voglia?- domanda e l’altro alza le spalle come per dire “sai quanto me ne frega...” quindi Greg si sente libero di continuare, di porre un’altra, particolare domanda, quella domanda alla quale, tra tutte, non riesce assolutamente a dare una risposta sensata.

C’è davvero qualcosa di sensato in tutto quello che è accaduto e che sta accadendo?

Sì? Che strano...non l’avrei mai detto...

-Perché...perchè l’hai fatto?- chiede falsamente curioso indicando con lo sguardo e con un piccolo cenno del capo il cadavere della giovane donna riversa a terra,  sotto la quale si stava allargando rapidamente una grossa pozzanghera di liquido scuro, il cui forte odore ferrigno aveva impregnato, insozzandola, l’aria della stanza.

-Io...- l’uomo s’interrompe subito, ci pensa su qualche secondo, come se non si ricordasse il motivo effettivo che l’ha spinto a compiere quell’azione, in realtà vuole solo essere sicuro della risposta che sta per dare.

-Io volevo... volevo capire...- afferma infine, senza però chiarire i dubbi del ragazzo al quale, tutte le risposte che pian piano trova sembrano l’una sempre più assurda dell’altra.

-Capire?- ripete inarcando le sopracciglia -Ma capire cosa?- l’altro allora tenta di chiarirsi.

-Volevo capire cosa si prova, come ci si sente nel fare una cosa del genere...- spiega e la loro attenzione finisce di nuovo sulla donna morta e riversa scompostamente a terra.

-E’ stato divertente almeno? Hai sentito quel senso di onnipotenza che ti pervade quando premi il grilletto?- continua ad indagare il ragazzo, mentre si chiede se non stia impazzendo anche lui.

-Sì, all’inizio mi sono sentito davvero invincibile, ma alla fine non è stato poi tanto divertente...non come me lo ero immaginato io almeno...è stato...come dire...veloce...decisamente tutto troppo veloce. Come masturbarsi e venire subito... insomma non è divertente...non lo è affatto!-

Greg annuisce, meravigliato non poco da quella metafora così insolita che non ti saresti mai aspettato di sentirla uscire dalla sua bocca...

-Oh...mi dispiace...- recita fingendosi amareggiato a sua volta, perché ai matti, lo sanno anche i bambini, bisogna dar sempre ragione. L’altro alza le spalle e si lascia scappare un sospiro.

-Dispiace anche a me, ma che vuoi farci...orma quel che è fatto è fatto...insomma, non tutte le ciambelle possono riuscir con il buco, no?- ora anche Greg annuisce.

-Giusto...e, se non sono indiscreto, lei come l’ha presa?- chiedere sì, ma sempre con educazione e naturalezza. Difficile essere naturali quando pensi che ogni santissimo respiro che fai potrebbe essere anche l’ultimo...

-Non bene...tutt’altro...e dire che io volevo solo accontentarla...- pare giustificarsi, facendo passare la donna a terra per un’ ingrata più che giustamente punita.

-A...accontentarla?-balbetta impercettibilmente Greg, mentre sente lo stomaco trasformarsi in un puntaspilli. No, non può cedere adesso, non può permettersi un lusso simile, ne va della vita di tutti gli altri, della sua...

Resisti Greg, per l’amor del cielo, resisti!

-Si accontentarla...lei mi desiderava, ne sono certo ed io avevo deciso di prenderla...di farla felice, di accontentarla, per l’appunto...- spiega, poi s’interrompe e lo fissa incuriosito -Ti senti bene?- gli chiede, sinceramente preoccupato, poi ci arriva -ah, scusa, deve essere per questa!- dice riferendosi alla pistola che subito gli stacca dalla fronte, facendogli tirare un leggerissimo sospiro di sollievo.

-Avresti dovuto dirmelo che ti dava fastidio...l’avrei tolta prima...- e la rinfila nella fondina.

-Ma figurati...non volevo disturbarti...- gli risponde Greg, decisamente più calmo di prima.

-Nessun disturbo...- fa l’altro, mentre il ragazzo comprende che il suo interlocutore sta, molto, ma molto lentamente tornando in sé. In una mente in cui si alternano due personalità differenti, avverse e contrarie prima che una riesca a riprendere il controllo sull’altra, soggiogandola, possono passare pochi decimi di secondo, ma anche parecchie ore,tutto dipende dalla situazione.

-E comunque non ti avrei ucciso, non preoccuparti...- tenta addirittura di rassicurarlo -tu mi sei simpatico...e poi non urli come lei...è stato insopportabile...non appena le ho puntato addosso la pistola a cominciato a piagnucolare e a strillare come un’oca...mi ha veramente dato sui nervi...

-E’ comprensibile...- afferma il ragazzo, vorrebbe dirgli qualcos’altro, ma l’uomo lo interrompe.

-Ora non urlerà più, vero? Non farà tutto il chiasso che ah fatto prima, vero?- chiede e Greg riconosce nei suoi occhi il terrore di una risposta negativa.

-Non preoccuparti Gill, non preoccuparti, ora Sara non urlerà più, vedrai...- lo rassicura, ma Grissom, o almeno la personalità omicida che ha prevalso sul suo lato umano, non sembra esserne davvero molto convinta.

-Davvero? Come puoi esserne così sicuro?- Greg lo fissa per un attimo, consapevole che la sua maschera di finta calma s’è ormai infranta, distrutta. Poi il suo sguardo si posa sul cadavere inerme e, molto probabilmente già freddo di Sara, sente le lacrime salirgli agli occhi, ma con un ultimo immenso sforzo riesce a reprimerle, fa un piccolo segno a Katherine e a Nick, che si trovano fuori, all’esterno della breakroom, e infine si rivolge di nuovo a Grissom, rivolgendogli il sorriso più straordinariamente falso che riesce a fare.

-Non preoccuparti Gill, non preoccuparti...in morte requiem...-

 

Fine.

 

Eccomi a voi con un’altra delle mie solite storie senza capo né coda, dove scopriamo la doppia personalità di Grissom...lo so che una cosa del genere non ha alcun senso, ma vi sarei grata se lasciaste un commentino, tanto per sapere che effetto vi ha fatto...ciao dalla vostra Isi.

  
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