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Autore: martysoriano    27/06/2013    0 recensioni
Emily, una ragazza introversa e piena di problemi familiari. Ad aiutarla è il suo amico immaginario poichè è sempre presente. La sua vita verra sconvolta con l'incontro di un altro Ben, che realmente esiste, e le farà conoscere la vera 'felicità'
"Non ti abbandonerò mai, qualunque cosa accada!" Una delle frasi che Emily ha detto al suo amico immaginario e ripeterà a Ben.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Emily era introversa.
Emily si trovava sul parquet della sua cameretta, seduta sulle sue gambe magroline e con davanti un gioco di società, quelli come il gioco dell'oca. Ogni volta dopo pranzo correva nella sua camera e si distendeva a terra per leggere o per guardare il soffitto bianco sporco, nè bianco nè panna, ma bianco sporco e poi chiudeva gli occhi e si addormentava nel calore della stanza. Il padre era alcolizzato da molti anni. Tutti i fine settimana andava in alcuni locali della città più vicina a loro e tornava a casa verso le 2:00-3:00 di notte ubriaco fradicio dove trovava la madre che si occupava di portarlo a letto. Anche la mamma non era affidabile: faceva uso di droghe abbastanza pesanti da qualche anno. Aveva deciso di smettere ma non per il bene della famiglia e di Emily, no, per cercare lavoro e lasciare Emily sola durante il giorno. Non degnava Emily di attenzioni e lei era costretta a scappare nella sua camera, chiudersi a chiave e confidarsi al suo Ben, una persona non appartenente al suo mondo o come meglio definito, il suo amico immaginario. Poteva parlare di tutto, lei si sentiva protetta. Era sempre felice di tornare dalla scuola, ma non per i genitori che l'avrebbero accolta a braccia aperte, ma per il suo Ben perchè sapeva che non poteva abbandonarla. A scuola non ne ha mai parlato con nessuno perchè credeva di essere giudicata: 'hai 13 anni e giochi ancora con un amico immaginario?'. E sono cresciute come bambine orripilanti pieni di blush sulle guance e con tacchi alti più di 3 metri. Emily non aveva amici, o almeno li aveva ma non si trovavano nè a scuola, nè in città, nè in tutto l'universo. Si trovavano nella sua camera ed erano raggruppati tutti in Ben. Il nome non lo aveva scelto lei, o almeno così faceva capire. Diceva di aver sentito delle urla quel giorno che chiamavano questo Ben e poi quest'ombra di fianco a lei. Non aveva le allucinazioni, aveva davvero visto un'ombra, ma forse era soltanto il ramo dell'albero fuori la grande finestra della sua stanza che si proiettava sul muro. Comunque sia, da lì capii di non essere sola. Anche Ben aveva una propria vita, infatti se ne andava dalle 18 alle 21 di sera, forse per stare con la sua famiglia, e quindi in quell'arco di tempo Emily doveva starsene accovacciata sul parquet a sentire buona musica e per essa si intendevano i Guns 'n' roses, i Beatles, i Rolling Stones e gli AC/DC. Andava pazza per gli artisti rock ma anche metal e questo era uno dei tanti motivi per cui si sentiva diversa, oltre ad avere Ben. Tutti i giorni, eccetto il Sabato e la Domenica, doveva cenare con i suoi genitori poichè Ben non c'era. I suoi genitori non sapevano nulla del suo amico e comunque se Emily avesse fatto parola con i suoi loro non le avrebbero dato la men che minima attenzione. Era un vero strazio passare del tempo con i suoi genitori. Il padre beveva sempre vino nell'arco della giornata e la mamma mangiava poco per poi uscire e stare fuori anche 5-6 ore, a seconda del giorno e delle condizioni fisiche perchè diciamoci la verità: è più arzillo un vecchio che una persona che si droga. Appena finito di mangiare, Emily ritornava nel suo rifugio, apriva la finestra e attendeva con ansia il suo Ben e con lui si affacciava fuori a respirare aria fresca. Era un quartiere abbastanza tranquillo quello di Emily. Ogni tanto durante la notte passavano due o tre ragazzi maggiorenni che urlavano a squarciagola cantando (di solito) le note di 'volare'. Forse erano appena tornati da quei locali scuri in cui veniva pompata musica house e si beveva fino all'uscire di senno. Poi arrivava il momento di andare a letto e, rimboccate le coperte e data la buonanotte a Ben, Emily cadeva in un sonno profondo mentre dalla finestra entravano folate di vento che giocavano ad acchiapparella rendendo la stanza quasi fredda.
  
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