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Autore: moonandreacre    27/06/2013    7 recensioni
Nuova Era
Queste sono le avventure di Merlin e Arthur post 5x13, ambientate ai giorni nostri e con vari flashback sul periodo che intercorre tra le due epoche. Inoltre non potrà mancare una buona dose di Merthur.
Farfalle Rosse è il primo capitolo.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Salve!

Questa è la mia prima fanfiction che pubblico, perciò siate clementi.
Perché la scrivo? Perché ho sempre shippato per merthur, ed il finale, davvero sembrava fatto apposta per scrivere una slash fanfiction.
Perché la scrivo solo adesso? Perché ho rimandato all'infinito la visione degli ultimi 5 episodi fino alla settimana scorsa quando mi sono deciso finalmente ad affrontare il finale della pia serie preferita in quanto a shipping.
Cosa dovete aspettarvi? La storia riprende il finale della serie, escluso la parte ambientata nel presente, per il solo fatto che ho voluto che Merlin fosse eternamente giovane nell'attesa del suo Re. Questa potrebbe essere la trama di un sequel di Merlin della BBC, ma rivolta ad un target differente. Mi riferisco quindi a Merthur che qui abbonderà anche se in questo primo capitolo non se ne vede molto. Inoltre non mancheranno flashback "alla Lost". Sarà scritta in terza persona e al passato remoto, con punto di vista che varia principalmente da Merlin ad Arthur. E sì, userò  i nomi in inglese.
Inserirò delle date approssimative, per i flashback ed altro, ma per farlo ho dovuto contestualizzare storicamente l'ambientazione della serie tv, dopo varie considerazioni sono giunto a collocare tutte le vicende viste nella serie nei primi decenni del 500 d.C.
Ho tratto ispirazione da varie immagini su deviantart, che posterò mano a mano con i dovuti crediti.
Come ho già detto questa è la mia prima scorribanda nel mondo delle fanfiction quindi auguratemi buona fortuna, e a voi auguro buona lettura!

Merlin
NEW AGE

Capitolo I
Red Butterflies

Londra, 17 Ottobre 2013, 7:30

L'autobus sussultò passando sul dosso artificiale. Emrys batté la testa sul finestrino a cui era appoggiato. Ma non se ne curò. Continuò a guardare fuori, attraverso i sottili rivoli che le gocce di quella flebile pioggia autunnale disegnava sul vetro. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, le immagini delle vie e delle piazze di Londra, dei giardini, dei palazzi e dei passanti sui marciapiedi che fremevano sotto gli ombrelli in quella fredda mattina si susseguivano tutte nella sua mente senza destare in lui alcuna reazione.
Il bus costeggiò in quel momento Stone Square, Emrys se ne era reso conto, ma non ebbe la forza di alzare lo sguardo su ciò che occupava il centro della piazza. Piuttosto rimase impassibile cercando di sgomberare la mente e concentrarsi sul vuoto che riempiva la sia vita. Evitare qualsiasi tipo di emozione o il minimo interesse per qualunque cosa lo circondasse che non fosse strettamente materiale. Questo era l'unico modo che aveva trovato per ingannare il mondo, che giorno dopo giorno cercava di vessarlo. Aveva tentato anche l'esatto opposto, trovare nuovi interessi, fare nuove esperienze, nuove amicizie, una nuova vita che non avesse nulla a che fare con il suo passato ma tutto quello a cui si affezionava era destinato a svanire, logorarsi morire. E lui ne aveva abbastanza. Ormai era  diventato un fantasma, non viveva più, non aveva nulla per cui vivere il presente, né aveva desiderio di trovarlo. Per lui contava solo il futuro, ma anch'esso gli faceva troppo male a pensarci, quasi quanto il rimembrare passato. Non gli restava che vivere giorno dopo giorno a vuoto.
Emrys si alzò e si avvicinò all'uscita mentre il double deker raggiungeva la fermata. Emrys scese sul marciapiede bagnato dalla leggere pioggia. Gli piaceva la pioggerella come quella, che gli bagnava il viso, fredda e delicata, ma non voleva minimamente provare ciò che essa gli faceva sentire o ricordare, perciò si tirò su meccanicamente il cappuccio della sua felpa viola e procedette a camminare sul marciapiede tra la folla di gente munita di ombrelli.
Era diretto verso l'ufficio dove lavorava, si trovava proprio dietro l'angolo. Attualmente Emrys faceva l'impiegato, erano cinque anni che lavorava in quell'ufficio, e prima di allora aveva lavorato per tre anni presso un altro ufficio. Non socializzava con i colleghi, ma svolgeva un lavoro impeccabile. Emrys non lavorava perché avesse bisogno di soldi o perché gli piacesse, in effetti di soldi ne aveva in abbondanza e quel lavoro una volta lo avrebbe odiato, ma perché finché si trovava davanti a quello schermo, a battere alla tastiera numeri su numeri e fare calcoli, riusciva a non pensare ad altro, e questo lo faceva stare bene. Stare bene? Emrys non sapeva più nemmeno cosa significava questa espressione, sarebbe quindi più giusto dire che non lo faceva stare male.
The Return Of The King | by ptelly Emrys aveva lo sguardo fisso davanti a se e procedeva con calma quando qualcosa di un rosso vivido entrò nel suo campo visivo e gli passo davanti alla faccia. Si bloccò.
Una farfalla rossa.
Emrys sentì il suo cuore creparsi e corrodergli il petto dall'interno. Erano ormai quasi 10 anni che non vedeva una farfalla come quella. Seguì con lo sguardo la creaturina che si alzava svolazzando in mezzo alla pioggia.
"Che cosa vuoi ora?"
Il ragazzo udì delle esclamazioni di gente vicino a lui, e li vide indicare in alto.
Emrys guardò in quella direzione, e vide ciò che mai si sarebbe aspettato.
Una nuvola rossa si librava sopra la via, un nugolo di farfalle rosse.
Il cuore gli si sciolse, e si sentì mancare il respiro.
"Arthur"
Attorno a lui sempre più gente alzava lo sguardo ed indicava le farfalle a bocca aperta.
Emrys rimase immobile. Un milione di pensieri e di emozioni esplose nella sua mente. Tutto quello che fino ad allora aveva respinto e rinchiuso nei meandri più profondi del suo essere, era tornato a galla ma questa volta vi era anche sincera felicità.
"Finalmente, che sia questo il giorno?"
Continuava a restare impassibile a guardare le farfalle. Quella che aveva visto per prima e che era rimasta a svolazzare sopra di lui gli si avvicinò. Allora Emrys tese il braccio ed essa gli si posò sulla mano. Emrys percepì un'energia che lo pervase e scosse la sua mente. Era magia, la assaporò tutta, ce n'era così poca di quei tempi. Poi un calore lo inebriò, era come quello di un abbraccio, quell'unico abbracciò che gli era stato ricambiato più e più volte in quei 1500 anni, e che ogni volta lo aveva riempito di vita.
Ora ne era certo, quello era il giorno. Il giorno in cui il suo Re sarebbe tornato.
Di colpo si sentì quindi rinsanito, e pervaso di vigore.
Sapeva quello che doveva fare.
La farfalla volò via e raggiunse le altre che intanto si stavano allontanando.
"Ci vediamo presto Arthur"
Emrys si mosse e si affrettò a fare cenno di fermarsi al primo taxi che vide ma quello si fermò, allora corse lungo il marciapiede e per chiamare i taxi che passavano alzò le braccia e fece cenni, in preda all'eccitazione del momento. Quel momento che aspettava da 1500 anni.
Finalmente un taxi accostò.
"Paddington Station, per favore"
"Arthur sto arrivando"


Riva del Lago di Avalon, 510 d.C.

Merlin piangeva. Piangeva più di quanto avesse mai fatto in vita sua. Le lacrime gli rigavano il volto disegnando sottili rivoli, e gli scivolavano sulle labbra. Ne percepiva il sapore salato. Come potevano essere salate quelle lacrime? Non c'era più niente di salato nella sua vita, nulla che avesse senso, per cui valesse vivere. Non aveva più futuro. C'era solo dolore ad attenderlo, solo l'amarezza della vita. Perché allora non lo erano anche quelle lacrime, amare?
Mentre la barca su cui Arthur intraprendeva il suo ultimo viaggio si allontanava sempre più da lui, Merlin la fissava ed esitava a portare a compimento il rituale sperando con tutto se stesso che non potesse finire così. Era vero quello che gli aveva detto il drago? Davvero avrebbe dovuto sperare che Arthur un giorno potesse risorgere? E anche se fosse stato? Di certo non avrebbe vissuto abbastanza per vederlo.
A ogni modo non c'era niente che potesse fare, se non onorare il suo Re con le antiche usanze.
Accese quindi il fuoco. Una fiamma cremisi divampò sull'imbarcazione. Merlin piombò sulle ginocchia in preda ad un pianto ancor più disperato e guardò le fiamme. Voleva esserci lui al posto di Arthur. Avrebbe volentieri sacrificato la sua vita per lui. Almeno Arthur avrebbe saputo che farci con la vita, avrebbe continuato a regnare e ad essere un sovrano giusto e magnanimo, ma lui proprio non sapeva cosa fare. Arthur era il suo destino ed ora il suo destino era morto.
La tristezza lo sopraffaceva, sentiva di non poter farcela, di non poter andare avanti. Merlin continuò a guardare il fuoco quando ecco che dalle fiamme si staccarono lingue di fuoco rosse che continuarono a salire, senza spegnersi. Se ne formavano sempre di più e sempre di più luminose, finché il fuoco sulla barca si dissolse. Le lingue di fuoco si libravano nell'aria e si muovevano. Si avvicinarono alla riva. Merlin confuso guardò la scena ed in lui si riaccese un barlume di speranza.
Quando furono abbastanza vicine Merlin realizzò che in realtà si trattava di farfalle. Avevano magnifiche ali rosse ed emanavano un bagliore dello stesso colore. Si facevano sempre più vicine finché una svolazzò davanti al volto in lacrime del ragazzo. Allora lui tese la mano e quella vi si posò.
Percepì una forte energia scorrergli per tutto il corpo e percepì anche qualcos'altro. Calore. Non tanto propriamente corporeo, quanto più una sensazione, era come venire abbracciati. Allora capì. Era Arthur. Parte di lui era in quelle farfalle, rosse come il colore che aveva portato tutta la vita. D'un tratto Merlin fu cosciente che quando ne avrebbe avuto più bisogno, quando avrebbe necessitato di una guida, o sarebbe stato sul punto di cedere e lasciarsi andare, Arthur sarebbe venuto da lui e gli avrebbe dato la forza per andare avanti.
Poi la farfalla si librò nuovamente nell'aria e si diresse verso l'alto insieme alle altre, sempre più in alto, finché non scomparvero tra le nubi.
Merlin rimase a guardare, lo sguardo fisso anche dopo che l'ultimo bagliore rosso fu  scomparso. Infine si scosse e si alzò in piedi. Scoprì che non stava più piangendo. Allora guardò verso il lago. La barca era scomparsa, probabilmente perché avvolta nella nebbiolina che alleggiava sulle acque scure.
Ma ora Merlin ne era certo. Per lui non era finita. Arthur sarebbe tornato in vita e lui sarebbe stato lì con il suo Re. Non gli importava quanto tempo avrebbe dovuto aspettare, quanto dolore avrebbe dovuto sopportare, lui avrebbe resistito, Merlin sarebbe stato di nuovo con Arthur, a qualunque costo.


Ecco finito il primo capitolo.
In realtà volevo farlo arrivare fino a quando Merlin e Arthur si rincontrano ma avevo fretta di pubblicarlo. Perciò ecco. Spero di non avervi annoiato. Se ci sono cose che al momento non sembrano avere molto senso, è perché verranno spiegate in seguito. Non ho messo nulla a caso.
Scusatemi per eventuali errori ortografici, saltuario uso della punteggiatura, o strafalcioni grammaticali, non sono uno sgrammaticato, ma il fatto è che ho scritto in preda all'impeto, e il taglia e cuci di alcune frasi può risultare incasinato, inoltre può essere che la rilettura sia stata affrettata.
Lasciatemi un mucchio di feedback e recensioni.
Grazie per la lettura!

  
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