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Autore: ContessaDeWinter    28/06/2013    3 recensioni
Merlin e Arthur sono ragazzi normali, con i loro sogni e le loro passioni. Non hanno nulla da condividere, nulla che li accomuni: sono diametralmente opposti in ogni aspetto della vita quotidiana.
E, forse, è proprio quello che li avvicinerà.
Raccolta di flash-fic e one-shot, partecipante al Challenge "Slice of Life" indetto da areon sul forum di EFP
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Prompt: libro
Titolo: Momenti di te e di me
Autore: ContessaDeWinter
Fandom: Merlin
Personaggi: Merlin, Arthur Pendragon
Genere: Romantico
Rating: Giallo
Avvertimenti: Slash,  AU
Lunghezza: 680 parole
Eventualinote dell’autore: Per la tristezza di non sapere come si sarebbero evolute le cose, dopo il finale della quinta stagione di Merlin, ho deciso di sperimentare io. Nel testo sottostante, ho citato un romanzo al quale sono molto legata, ovvero “Anna Karenina” di Tolstoj.
Questa raccolta (per il momento è solo una semi - flash fic, ma i prompt che dovrò sviluppare sono 20) sta partecipando al Challenge “Slice of Life” indetto da areon sul forum di EFP. Vi auguro buona lettura!
Baci,
_ContessaDeWinter


  

Momenti di te e di me

I.   Libro

Solitamente Merlin non è un tipo svampito, non ha la testa sulle nuvole, non sogna ad occhi aperti. Anzi, tenta di essere il più realistico e responsabile possibile, perché sa perfettamente che fantasticare su qualunque cosa lo circondi non lo agevolerà, nella vita.
Merlin, inoltre, è coerente con se stesso (la maggior parte delle volte), quindi s’impegna quanto più possibile nel non distrarsi durante le lezioni del Professor Corvinus, l’insegnante di francese, né, tantomeno, durante quelle di Mrs. Chatterly, la scorbutica docente di letteratura latina (corso facoltativo che, ingenuamente, Merlin aveva iniziato a seguire sin dal primo anno, senza sapere cosa aspettarsi). A dirla tutta, al moro era sempre interessata la letteratura, in generale, e forse era stato quello uno dei motivi per cui aveva aderito alle suddette lezioni.
Sin da bambino, aveva mostrato una passione smodata per i libri, di qualsiasi genere essi fossero. Per il giovane Merlin Emrys, nulla era così entusiasmante come perdersi per quei mondi immaginari ed antichi, fatti di leggende e segreti, di castelli e quadri sbiaditi dal tempo.
I libri racchiudevano un potere inimmaginabile al quale Merlin non si era mai sottratto: ne era stato totalmente travolto, affascinato, ammaliato ed estasiato. Il suo universo intero era racchiuso tra quelle pagine, leggermente giallognole (lui adorava acquistare o prendere in prestito dalla libreria comunale vecchie edizioni degli anni ’20 o ’50, sostenendo avessero ‘più carattere’) e delicate, data la rilegatura fragile.
Non lo aveva mai rivelato a nessuno, ma un giorno gli sarebbe piaciuto pubblicare un romanzo. Uno di quelli che fanno accapponare la pelle, per la loro trama avvincente e per il lessico elegante, forbito. Uno di quelli che raccontando di battaglie epiche, cavalieri invincibili ed amicizie indissolubili.
Un racconto di quelli che Merlin poteva solo sognare di poter vivere davvero.

Fu in una di quelle mattinate grigie e plumbee, in un giorno qualunque di fine novembre, che quel pensiero tornò a farsi vivo, impellente. Dovette interrompere la sua lettura di Anna Karenina (sperò che Tolstoj non si adirasse troppo con lui) per dar sfogo alla sua immaginazione.
Ok, - ammise con se stesso - sono più svampito di quanto credessi.’
Provò a concentrarsi nuovamente sul malinconico romanzo tolstojano, quando d’improvviso nel suo campo visivo comparve Arthur.
Si conoscevano di vista e non erano mai stati troppo amici, eppure Merlin aveva sviluppato per lui una certa ossessiva curiosità che, ovviamente, celava spudoratamente.
Non si era mai chiesto il perché del proprio interessamento verso il figlio di Uther Pendragon (uno dei dirigenti più importanti ed influenti della Football Association dell’intera Inghilterra) ma, in quel momento, qualcosa nella mente contorta di Merlin scattò, come una molla.
Lo osservò, senza mai sviare lo sguardo dalla sua figura, compostamente seduta al tavolo della mensa scolastica (non un tavolo comune, ovviamente, ma quello centrale, dedicato alle persone rispettate da tutto il corpo scolastico e docente della High School). Percorse il profilo tagliente del suo viso, la forma degli occhi azzurro cielo, il taglio a caschetto dei capelli color del grano, fino a tracciare la forma delle spalle e del petto scolpito (presunse fosse il risultato dei duri allenamenti di football perché, sì, Arthur faceva parte della squadra di football della scuola, giustamente).
Merlin arrossì leggermente al pensiero che Arthur rispecchiasse in toto i canoni di bellezza comunemente accettati: non era un’avvenenza mediocre né, tantomeno, volgare o eccessiva.
Per molti, troppi, versi era una bellezza regale, fine, aristocratica.
Splendida.
L’illuminazione giunse immediata, nella sua testa, come un fulmine a ciel sereno. Non si soffermò su dove, precisamente, stesse iniziando a scrivere ma tant’è che prese una penna dall’astuccio nello zaino ed incominciò ad appuntarsi la trama di quell’ipotetico romanzo (a cui, per lungo tempo, aveva aspirato a lavorare) sul retro della copertina di Anna Karenina.
Vergò la carta per qualche minuto, arrestandosi subito dopo e rileggendo quelle poche parole. Stranamente, aveva parlato unicamente del protagonista della storia, senza soffermarsi neppure sul contesto storico e culturale in cui avrebbe voluto ambientarla; ed ancor più inspiegabilmente, quell’unico personaggio da lui citato aveva le sembianze di Arthur Pendragon.

  
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