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Autore: LittleLazyHobbit    28/06/2013    1 recensioni
Quando ci rassegniamo ai nostri demoni, essi preferiscono abbandonare il nostro corpo, mentre noi ci lasciamo andare via lentamente.
Piccola os su Blaine Anderson e sul suo io.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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°Consiglio di leggere la os con la canzone Blackout dei Muse http://www.youtube.com/watch?v=2bEVzEHWEGo Buona lettura e ci vediamo sotto per le note°


Blaine aprì l'acqua della vasca e la lasciò scorrere per diversi minuti, osservando i piccoli movimenti che l'acqua creava.

Ormai non pensava neanche... agiva, osservava, ma non pensava a quello che succedeva intorno a se' o a quello a cui le sue azioni avrebbero portato. Non se ne curava più; non ne sentiva il bisogno.

Riempita la vasca, si diresse verso la porta del bagno e la chiuse a chiave per essere sicuro; non voleva essere interrotto. Ci aveva messo molto tempo per prendere coraggio e non voleva fallire anche la seconda volta.

Dopo il primo tentativo tutto era peggiorato. Nessuno gli rivolgeva la parola a scuola, per la sua famiglia era diventato un fantasma e anche le uniche cose a cui si era aggrappato erano svanite nel nulla.

Si guardò allo specchio un'ultima volta; gli occhi ormai avevano perso la loro lucentezza e la loro allegria... erano spenti e trasmettevano la sua rassegnazione a chiunque avesse avuto il coraggio di guardarli, il volto era pallido e segnato dai graffi che si procurava la notte a causa degli incubi e del sorriso che aveva sempre stampato in volto non c'era che il ricordo.

Aprì il mobiletto sottostante al lavello e ne estrasse una lametta e qualche pillola di antidolorifico, dopodiché si tolse la maglietta ed entrò nella vasca con ancora i pantaloni addosso.

Era finalmente pronto a compiere questo passo, i suoi problemi gli sarebbero scivolati via proprio come avrebbe fatto il suo sangue di lì a poco.

Per qualche minuto si mise a fissare il soffitto. Era di un bianco accecante, molto probabilmente lo stesso bianco che lo avrebbe accolto dopo.

Fece un respiro profondo, prese coraggio e avvicinò la lametta al suo polso sinistro, ma si fermò prima di intaccare quella pelle permanentemente.

Accarezzò la morbida superficie e ci fece passare la lametta molto delicatamente, in modo da potersi compiacere dei giochi di luce e della danza quasi proibita che creava. Era folle tutto ciò, ma tenere la lama in mano e avere il potere di togliersi la vita lo inebriava... era quasi consolatorio il fatto che stava per mettere fine a tutto il dolore che lo attanagliava e che lo stava facendo lui.

Non un suo compagno di scuola, non uno sconosciuto, ma lui.

Dopo qualche altro secondo che si era preso per deliziarsi della carezza pericolosa che gli offriva quell'oggetto metallico, si decise e l'affondò nella carne.

Fece più e più tagli, finché il sangue non cominciò a scorrere copiosamente sulla sua mano per poi cadere a grandi gocce nell'acqua, che a poco a poco diventava ambrata per poi assumere un colore rosso vivo. Una vita che passava da un corpo vuoto all'acqua.

Ripeté lo stesso gesto anche al polso destro, scavando un po' più in profondità, per poi lasciar cadere la lametta sul tappeto adiacente alla vasca, che si macchiò anch'esso di rosso.

Si sentiva leggero, come se avesse aperto i cancelli ai suoi spiriti tormentatori e li avesse lasciati liberi di andarsene via, di fluire via dalle sue vene, come se loro avessero colto l'occasione di andarsene da quel corpo ormai arreso alla sua malinconia e alla sua tristezza.

Le voci nella sua testa che gli gridavano quanto fosse debole erano svanite, si erano dissolte ed avevano lasciato posto al vuoto... un vuoto che però era familiare e a tratti confortante, un silenzio assordante accompagnava quel vuoto ed entrambi cullavano l'inconscio Blaine verso l'oblio.
Un punto da dove non sarebbe ritornato; dove lo avrebbero lasciato finalmente in pace, dove nessuno avrebbe preteso qualcosa da quel povero ragazzino. Sarebbe potuto essere finalmente solo e felice.

Si lasciò scivolare nell'acqua, pur tenendo la testa al di fuori, e alzò gli occhi verso la finestra che si trovava sopra la vasca.

Era calata la notte, poteva capirlo dalla luna alta e splendente nel cielo e dall'oscurità che la circondava.

Si chiese come la luna riuscisse a splendere in mezzo a tutto quel nero, a tutto quel male che la circondava... si chiese come la luna riuscisse a sormontare le tenebre che l'attanagliavano... come riuscisse semplicemente a resistere e a non lasciarsi abbandonare alla marea nera.

Era curioso come un punto di luce così piccolo riuscisse a spiccare in mezzo all'ignoto.

Blaine continuò a pensare a quanto potesse essere bella la luna, a quanto potesse essere potente e diversa da lui. La guardò ammaliato per qualche altro secondo prima che nella sua mente si creasse un blackout finale.

°Bene, adesso potete picchiarmi per quello che ho fatto a Blaine. Comunque volevo scusarmi se ci sono errori di grammatica o di ortografia, ma non sono brava a scrivere, ci provo solamente.
Spero di non avervi annoiato, ci vediamo alla prossima ^-^ °

 

   
 
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