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Autore: xingchan    28/06/2013    3 recensioni
"Agli occhi di Winry, tutto ciò sfuggì. Perchè in quel preciso istante non aveva paura per i suoi genitori, né era assillata da brutti pensieri che riguardassero loro o la loro incolumità.
Il suo timore era per se stessa che si era resa conto, nella sua fragile innocenza e infantile egoismo, di non poter vivere un solo giorno senza di loro. La nonna Pinako non era in grado di sostituire la sua mamma ed il suo papà con i loro abbracci, i loro sorrisi, le loro attenzioni che erano rivolte quasi esclusivamente a lei, la loro unica bambina."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pinako Rockbell, Winry Rockbell
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'Only Humans'
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Nessuna menzogna




Quella notte la piccola Winry non era riuscita a dormire. I suoi amati genitori erano già partiti per Ishval, e lei, rimasta a Resembool con nonna Pinako, non aveva alcun potere se non quello di seguire i suggerimenti del padre.

"Fa la brava, Winry, e aiuta la nonna."

Ma lei era troppo triste e frastornata per il veloce corso degli eventi affinchè riuscisse a smettere di piangere.

L'anziana nonna si era preoccupata molto per le sue condizioni morali, provando a calmarla con alcune tisane che si rivelarono tuttavia inutili. Sperando che si sarebbe infine addormentata per la stanchezza, l'aveva messa a letto promettendole di portarla a fare un giro al paese principale appena i clienti dell'officina di automail sarebbero stati sbrigati.

Ma nemmeno lei ebbe la fortuna di chiudere occhio.

Ancora sentiva nella sua testa quel piccolo discorso fra Winry e Sarah, fatto la sera prima di partire, prima che quei militari grandi e grossi li avrebbero condotti nell'Inferno chiamato Ishval.


"Perchè tu e papà dovete andare via?" chiese lei stringendosi al petto della madre. La sua vocina vibrante aveva scosso Pinako molto più profondamente del solito, perchè in quel preciso momento la bimba non si stava lamentando per una fetta di torta rubata dai quei due fratelli combinaguai o per un ginocchio sbucciato a causa di una brutta caduta.

"Per curare le altre persone, Winry..." le aveva risposto dolcemente, accarezzandole i capelli biondi che Winry all'epoca soleva portare a caschetto.


"E quando avrete salvato le altre persone, tornerete?" disse oramai con gli occhi lucidi.

"Certo, piccola mia. E perchè non dovremmo?". La donna aveva utilizzato tutta la sua serenità d'animo per tranquillizzare la figlia, ignorando quell'orrendo presentimento che si presentò qualche istante prima e che aveva raccontato a Pinako, come una visione di morte.

"Non so cosa sia di preciso." disse la giovane donna dai capelli biondi "So soltanto che loro hanno bisogno di noi e che questo ricadrà anche su me e su mio marito".

Non era semplice tensione che si prova normalmente sapendo di doversi recare in un luogo dilaniato dalla guerra civile, le disse qualche ora prima. Era una consapevolezza, seppur remota, di avere una sorte simile a quegli stessi Ishvalan trucidati sotto l'assordante rumore di bombe e il ripetitivo fracasso dei fucili automatici.

L'uomo intanto osservava la scena fra madre e figlia che stava avendo luogo davanti a lui. Le chiare e folte sopracciglia aggrottate e la linea delle sue labbra dritta con una leggera incurvatura verso il basso erano le uniche tracce di espressione che lasciava involontariamente trasparire.

Come Pinako, anche lui sapeva ormai già da qualche anno che prima o poi li avrebbero mandati laggiù per svolgere il loro lavoro di medici per ordine dell'esercito, ed anche se non erano loro a dover combattere, i coniugi Rockbell erano pervasi da un senso di inquietudine che non condivisero mai con il proprio consorte.

La moglie non si azzardava mai a parlare di quella sibillina sensazione con il marito ma, come tutti sanno, bastano gli occhi per aprire l'anima di qualcuno senza il suo permesso. Basta una semplice espressione turbata a tirare fuori tutto il proprio disagio.

Agli occhi di Winry, tutto ciò sfuggì. Perchè in quel preciso istante non aveva paura per i suoi genitori, né era assillata da brutti pensieri che riguardassero loro o la loro incolumità.

Il suo timore era per se stessa che si era resa conto, nella sua fragile innocenza e infantile egoismo, di non poter vivere un solo giorno senza di loro. La nonna Pinako non era in grado di sostituire la sua mamma ed il suo papà con i loro abbracci, i loro sorrisi, le loro attenzioni che erano rivolte quasi esclusivamente a lei, la loro unica bambina.

Tentò ugualmente di farle capire che per ora doveva accontentarsi della sola compagnia della nonna e del suo cagnolino Den. E provò in tutti i modi di tranquillizzare anche i suoi figli, angosciati all'idea di dover andarsene per non tornare mai più.

Una volta accompagnata nella sua stanzetta, la piccola Rockbell rimase per diverso tempo a guardare fuori dalla finestra, contro le insistenze della nonna di chiuderla per il freddo pungente che stava letteralmente congelando la sua stanza.

"Dici che torneranno?" le chiese per l'ennesima volta, mentre dai suoi occhioni blu sembrava pretendesse una risposta rassicurante, sebbene fosse con tutta probabilità menzognera.

"Non lo so, Winry..."

Cosa c'era di meglio che sbattere in faccia la cruda verità? Che fosse ad un bambino o ad un adulto, poco importava. Ciò che era essenziale fare con un essere umano di tenera età era non mentire, soprattutto per situazione spinose come quella. Non lasciarli crogiolare nella sicurezza dei loro sogni senza però permettere loro di abbandonarsi al più nero e completo dolore immotivato.

"Ma lo spero tanto...".

Dalle poche notizie che giungevano in quello sperduto paesino di campagna, a quanto pareva Ishval stava diventando di giorno in giorno una compo di battaglia sempre più sanguinoso. Pregare una qualsiasi divinità per farli uscire dalla guerra sani e salvi lo considerava più che superfluo.

Forse una di quelle sere lo avrebbe fatto, spinta da un'irrefrenabile ricerca di un qualsiasi appiglio a cui aggrapparsi e sul quale contare.

Ma illudere la bambina era la cosa peggiore che in quel momento Pinako potesse fare.










NDA

Doveva essere una one-shot molto più lunga e meno insensata, ma a parte descrivere l'Inferno che imperversava intorno ai coniugi Rockbell, cosa che non mi andava oltre che essere argomento di un'altra ff, ho voluto soffermarmi sui sentimenti di una Pinako drastica, cruda. Anche contrastante con se stessa, ma appena un pizzico per non guastare. Tanto da ricorrere ad un metodo netto. Sa che potrebbe impensierire ancora di più Winry, ma non esita un attimo a dirle che no, non sa se torneranno da loro o meno.

Come sempre, era una delle cosucce che abbozzo in un primo momento, che abbandono e che poi ripesco grazie anche al minimo straccio di ispirazione che mi viene. XD

   
 
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