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Autore: Macy McKee    28/06/2013    2 recensioni
Ambientata durante Star Trek: Into Darkness
Li aveva guardati morire senza fare nulla per impedirlo, anzi traendo appagamento dalla loro sofferenza. Oh, vendetta. La vendetta era un balsamo per la sua sofferenza, alleviava il dolore che Marcus gli aveva inferto strappando via dalla sua vita l’unica cosa che per lui contasse davvero: la sua famiglia. Una dolce vendetta, che aveva l’odore della carta carbonizzata e il sapore della cenere trasportata dall’aria che si posava sulle sue labbra.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Khan Noonien Singh
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Taste of Revenge

Khan vedeva le ceneri della Sezione 31 fluttuare davanti ai suoi occhi. Macerie, scaglie di intonaco trasportate dall’aria, brandelli di fogli ancora in fiamme che sfrigolavanono e si annerivano.
Thomas Harewood non avrebbe potuto portare a termine il suo compito più diligentemente. Ed era un bene per lui, considerando che svolgere questo incarico era stata la sua ultima azione: quantomeno, aveva svolto con efficienza e successo il suo ultimo compito da vivo. Non che questo avesse molto importanza, comunque, considerando che in quel momento di lui rimaneva soltanto un cumulo di ossa annerite dal fuoco. Khan non aveva mai avuto dubbi sulla riuscita del piano, considerando che era stato concepito e sviluppato dalla sua mente estremamente più brillante di qualunque mente ordinaria, ma era consapevole che la variabile umana può essere fastidiosamente cruciale nel determinare il successo o il fallimento del piano più geniale.
Khan  continuò ad osservare la meravigliosa distruzione provocata dal suo ordigno, compiacendosi dei muri crollati al suolo in un cumulo di detriti e dei cadaveri carbonizzati di quegli uomini che tante volte, nella Sezione 31, avevano incrociato il suo sguardo e non avevano fatto nulla per porre fine al crudele ricatto di cui lui era vittima. E ora, lui li aveva guardati morire senza fare nulla per impedirlo, anzi traendo appagamento dalla loro sofferenza. Oh, vendetta. La vendetta era un balsamo per la sua sofferenza, alleviava il dolore che Marcus gli aveva inferto strappando via dalla sua vita l’unica cosa che per lui contasse davvero: la sua famiglia. Una dolce vendetta, che aveva l’odore della carta carbonizzata e il sapore della cenere trasportata dall’aria che si posava sulle sue labbra.
E quello era soltanto l’inizio della sua vendetta: ci sarebbe stato di più, molto di più. Avrebbe assassinato Marcus e tutti coloro che lavoravano a stretto contatto con lui, che erano complici di quella Federazione corrotta e crudele che aveva mandato il suo equipaggio in esilio nel nulla gelido dello spazio senza battere ciglio e che, con il suo disinteresse, aveva permesso che Marcus uccidesse la sua famiglia. Se lo sviluppo della battaglia lo avesse permesso, avrebbe lasciato Marcus per ultimo: voleva vedere il terrore brillare nei suoi occhi insieme alla consapevolezza che la morte si sarebbe abbattuta su di lui per mano dell’uomo che aveva così imprudentemente svegliato dal suo sonno. Voleva che Marcus vivesse i suoi ultimi istanti di vita con la consapevolezza di avere causato la distruzione della Flotta Stellare, la morte di coloro che avevano fatto parte della sua vita e l’inevitabile annientamento della Federazione intera.
Oh, la sua vendetta avrebbe avuto il colore del sangue, il rumore delle macerie che franavano al suolo, il suono delle urla disperate di Marcus che implorava per la sua vita.
Un angolo della bocca di Khan si arricciò di soddisfazione al pensiero. L’ora della sua vendetta era vicina, magnificamente vicina, e nessuno l’avrebbe fermato. 
   
 
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