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Autore: f9v5    28/06/2013    2 recensioni
Sonic e co. si ritroveranno, ancora una volta, ad affrontare Eggman; il folle scienziato mira, per l'ennesima volta a conquistare il mondo, ma stavolta può contare sull'aiuto di qualcuno di inaspettato. E possono sempre esserci altri nemici che tramano nell'ombra.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dunque, è dal 28 Aprile che non aggiorno…bé dai, ho fatto assenze anche più lunghe di questa (credo).
Come voi lettori ricorderete, abbiamo lasciato i Titans in quell’immenso luogo di divertimento e peccato che è Casinò Park, tutto questo per riuscire a trovare il secondo Chaos Emerald prima di Sonic e company…solo che i nostri giovani eroi ancora non sospettano che ci possa essere anche qualcun altro che gli creerà problemi, ma avranno modo di scoprirlo presto.
Allora, rinnovo i miei ringraziamenti a Claireroxy e Vicarious10, aggiungendo anche quelli a Mixxo98, per aver inserito la storia tra le seguite.
Molto bene, vi lascio al capitolo, arrivederci.
 
 
 
Tiro a segno, Chaos Emerald in palio.
(cda: Omega svetta sulla cima di un mucchio di rottami, tutti robot da lui distrutti, col pugno alzato a simboleggiare la sua  vittoria.)
 
Casinò Park - Giorno 2, ore 20:30
 
 
In tutta onestà, continuava ancora a chiedersi per quale ragione si trovasse ancora lì.
Era sempre stata una ragazza seria e composta, non andava mai in cerca di guai e cercava di mantenere rapporti, se non di amicizia, quantomeno cordiali, con i suoi “colleghi”.
Visti i suoi passati trascorsi, avrebbe potuto dire di non sentirsi bene e che sarebbe stato meglio se fosse rimasta la base per non essere d’impiccio e nessuno avrebbe sospettato che si trattasse di una balla bella e buona.
Con uno sbuffo contrariato, Corvina si appuntò mentalmente di conservarsi quella scusa per la successiva volta in cui le sarebbe capitato di ritrovarsi in un posto che, dal suo punto di vista, aveva del vergognoso.
Il luogo in cui si trovava era la perfetta antitesi della sobrietà e dell’ordine: un inferno in Terra.
Qualcuno avrebbe potuto dirle di avere una mentalità troppo pessimistica nei confronti del prossimo, inteso come l’umanità in generale, ma la visuale di fronte a lei non faceva nulla per sminuire il suo disgusto, seppur malcelato dalla sua maschera di indifferenza.
La ragazza lanciò un ennesimo sospiro, mentre camminava nella calca di gente che era Casinò Park.
Aveva modo di osservare le persone che le passavano accanto, la maggior parte di essi aveva uno sguardo strano.
Lei lo avrebbe definito alienato.
Non si trattava di entrare nella prima sala a tiro, fare una partitina ad un gioco a caso, magari bere un bicchierino e poi andarsene, no.
Nei loro sguardi lei riusciva a comprenderlo: schiavitù.
E’ così che lei riteneva il gioco d’azzardo, una macchina per schiavizzare la gente, un metodo per creare dipendenza e mandare in rovina tutte quelle persone erano schiave.
Chissà, magari una volta erano persone normali che conducevano una vita normale, salvo poi incappare in quel luogo di vizi e tentazioni e finire, inesorabilmente, attirati dentro l’abisso, senza più possibilità di scampo.
Sospirò nuovamente ed entrò in un vicolo, aveva bisogno di staccarsi dalla massa.
Luoghi del genere non facevano proprio per un lupo solitario come lei.
Camminando camminando, andò a ritrovarsi in un vicolo cieco; poco male, avrebbe sempre potuto prendere il volo e passare oltre, non c’era nessuno che potesse vederla.
-Ehy bellezza, te ne vai in giro tutta sola?- una voce rauca e strascicata giunse alle sue spalle.
Cresta verde sparata all’aria, occhi castani con un forte arrossamento e piercing sul labbro inferiore, era l’aspetto di colui che aveva parlato.
Quel tizio poteva avere tra i venti e i venticinque anni, indossava dei jeans e giubbotto di pelle sopra una maglietta banca; in mano teneva una bottiglia mezza vuota.
Aveva un andamento barcollante, chiara prova che fosse ubriaco.
Corvina manteneva un’espressione indifferente, sostenendo senza minimo tentennamento lo sguardo del ragazzo.
Questi allungò all’istante una mano, che prontamente venne allontanata da uno schiaffo della viola.
Se avesse cercato un’altra volta di allungare le mani, non avrebbe dato nessuna garanzia per la sua incolumità.
-Dai, non fare la difficile, scommetto che muori dalla voglia di cavalcare un vero stallone.- l’allusione era piuttosto ovvia e non mancò certo di coglierla.
-Togliti di mezzo!-
Ma quando cercò di passargli accanto questi le bloccò la strada col braccio.
-Non lo ripeterò una seconda ed ultima volta: togliti di mezzo!-
-Oh, la signorina cerca di fare la dura. Non hai motivo di rifiutarti, ti assicuro che godrai come mai in vita tua.-
Immediatamente l’importunatore si ritrovò sollevato per aria ad alcuni metri d’altezza, all’apparenza senza alcuna spiegazione; dopo cominciò velocemente a roteare come una trottola.
Non capiva cosa stesse succedendo, anche perché troppo sballato dall’alcol, si limitava ad urlare in preda allo spavento.
Il giro finì dopo due minuti parsigli un’eternità e, successivamente si ritrovò con la testa infilata in un bidone dell’immondizia.
Corvina a quel punto potè uscire indisturbata dal vicolo.
L’idea di mettersi a volare preferì accantonarla, aveva avuto modo di scoprire che in quel luogo non si riusciva mai a stare soli, meglio non rischiare.
-Tsk, che razza di posto.-
 
 
Se da un lato c’era chi pensava che posti del genere fossero la vergogna del genere umano, dall’altro c’erano alcuni che veneravano tali posti come luoghi di svago e spensieratezza.
Era il caso di BB e, in misura minore, Cyborg.
Giusto in quel momento, il verde e il robot, eccezionalmente camuffato grazie alla sua invenzione, giravano allegri per le bancarelle del posto, gustando dello zucchero filato.
Solo perché erano in missione, non significava che non potessero cercare un po’ di svago anche, magari girando avrebbero anche trovato degli indizi, se non, addirittura, il Chaos Emerald.
I due stavano ringraziando mentalmente di essere capitati in squadra, così da poter dare sfogo alla propria libidine.
Del resto conoscevano bene Robin, lui non avrebbe certo gradito di vederli lì a spassarsela, secondo il suo ragionamento ciò avrebbe significato che i due stavano battendo la fiacca e ignorando la situazione.
Troppo serio.
BB ebbe addirittura un fremito di paura quando misero in campo la possibilità di finire in squadra con Corvina: il mutaforma sapeva bene che finire in gruppo con lei avrebbe significato tirate d’orecchi e sberloni per ogni cosa fatta o detta.
-Questo posto è un paradiso, amico mio, com’è che non ci siamo mai venuti prima?- chiese il verde, ingoiando un boccone.
-Sinceramente non lo so, ma quando questa storia sarà finita, sarà il primo posto in cui andremo.-
-A proposito, Cyborg, pensi che incontreremo ancora Sonic e la sua banda?-
-Hm…sono pronto a scommetterci quello che vuoi, certa gente è disposta a tutto per raggiungere i propri scopi, motivo in più per fermarli.-
Malgrado tutto, Cyborg non era pienamente convinto delle sue parole, ancora rimembrava quando, il giorno prima, quell’echidna rosso di nome Knuckles gli aveva salvato la vita.
Perché l’aveva fatto, erano nemici no? Possibile che tutto fosse stato solo uno scherzo del destino che, tessendo il suo perverso scorrere, aveva messo due gruppi di eroi gli uni contro gli altri? Impossibile, il dottor Eggman gli aveva spiegato come stavano le cose, e aveva spiegato che quei mobiano erano dei bravi attori, esperti nel recitare la parte degli ignari benefattori per poi pugnalare alle spalle.
Ma la domanda non trovava comunque risposta, perché salvarlo? Si sarebbero tolti di mezzo un nemico, un problema in meno.
Continuava a non comprendere.
-Ehy, Cyborg, ci sei? Terra chiama Cyborg, rispondere prego.-
Il ragazzo di colore si riscosse e la prima cosa che vide fu la mano verde che l’amico gli sventolava davanti al volto.
-Eh?! Oh, scusami, ero con la testa altrove.-
-Amico mio, non devi permettere che i tuoi pensieri ti facciano uscire di testa…è compito mio quello!-
I due amici si lasciarono andare ad una grassa risata, per poi rimettersi in camminata, ignorando gli sguardi delle persone che li guardavano come se venissero da un altro pianeta; non se ne curavano.
Cyborg, comunque, si appuntò mentalmente di indagare sulla questione; la volta successiva che avrebbe rincontrato quel Knuckles ci avrebbe parlato.
Ad un tratto l’attenzione dei due venne catturata da un enorme folla, accalcatasi tutta vicino ad un’unica bancarella.
Chissà che aveva quella bancarella di speciale da attirare così tante persone?
I due si lanciarono uno sguardo perplesso e andarono a controllare.
Sgranarono gli occhi quando scoprirono la soluzione; stava lì, sul bancone dei premi, poggiata sul gradino più alto, una brillante gemma che scintillava di luce bianca.
I due si lanciarono un altro sguardo.
-Cyborg…è quello che penso che sia, vero? Non sono affetto da allucinazioni?-
-Se lo fossi allora saremmo in due.-
Rapidamente i due presero a farsi spazio e ad avanzare, scusandosi ogni tanto per uno spintone o un piede pestato accidentalmente.
Una volta arrivati al bancone, poterono vedere che si trattava del tiro a segno: tre bersagli posti ad una distanza ragguardevole e una pistola giocattolo con cui sparare.
Il proprietario, un uomo grasso, basso e calvo, vestito in modo trasandato, si leccava i baffi.
Grazie a quel gioiello avrebbe fatto affari d’oro, le persone avrebbero fatto la fila per vincere quell’ambito premio e i soldi sarebbero affluiti nelle sue tasche in gran quantità.
-Ehm, mi scusi signore, posso sapere dove ha trovato quel girello?- chiese Cyborg.
-Oh, quello dici? Quella che si dice fortuna, ragazzo, l’ho trovato per puro caso in un vicolo non lontano da qui, ovviamente ne ho subito approfittato e l’ho preso. Ora è il primo premio al mio gioco.-
-Non è che potrebbe darcelo, sa, si tratta di una questione importante.- chiese BB con una faccia supplichevole.
-Scordatelo, poppante, se lo volete dovete riuscire a colpire il centro esatto per cinque volte e vale per tutti e tre i bersagli.- fu la rapida risposta del giostraio, ed era ovvio che non ammetteva repliche.
Non potevano certo dirgli le cose come stavano.
Insomma, vai da uno e gli dici –Eh, amico, potresti darmi quella gemma, è un artefatto potentissimo che potrebbe scatenare il caos sulla Terra se finisse nelle man sbagliate, ovvero quelle di un riccio blu che cammina sulle zampe posteriori e che vuole rubarlo, insieme ai suoi amici, per sterminarci tutti.- come minimo ti riderebbero in faccia.
-Ok, BB, con la diplomazia non si risolve niente, ma di certo non possiamo costringerlo a darcelo con la forza. L’unico modo è partecipare e vincere.-
Ma una persona fu più rapida di loro: era una figura bassa, nascosta in un mantello, l’unica cosa che si vedeva erano le mani guantate che poggiavano una banconota sul bancone e afferravano la pistola giocattolo per puntarla verso il bersaglio di destra.
Uno, due, tre, quattro, cinque centri.
Bersaglio al centro.
Uno, due, tre, quattro, cinque centri.
Bersaglio di sinistra.
Uno, due, tre, quattro…cinque.
A quel punto bisognava solo capire chi aveva la bocca più spalancata: Cyborg e BB da un lato o il giostraio dall’altro.
Non poteva crederci, quel diamante avrebbe dovuto fargli fare affari d’oro, invece gli era stato vinto al primo colpo, da una figura incappucciata?!
Seppur con molti ripensamenti e rimpianti, l’uomo dovette cedere il gioiello alla misteriosa figura senza fare storie.
Quest’ultima, intascato il premio vinto cominciò ad allontanarsi.
Cyborg e BB non ebbero nemmeno il bisogno di dirselo per capire quale sarebbe stata la loro prossima mossa.
Partirono subito all’inseguimento della persona incappucciata.
Era una cosa da evitare: quella persona, chiunque egli fosse, non poteva avere idea di che cosa stringesse tra le mani; quello che, all’apparenza, poteva sembrare solo un fantastico diamante per collezionisti era in realtà una delle armi più potenti che si fossero mai viste sulla faccia della Terra.
Vitale era dunque l’importanza di recuperarlo, ad ogni costo.
La misteriosa figura entrò in un vicolo, il ragazzo verde e il robot entrarono subito dopo, ma rimasero ancora a bocca aperta quando videro che davanti a loro non c’era più nessuno.
-Caspita, per essere bassa, quella persona è davvero veloce, chissà cosa mangia la mattina?- chiese BB, che non riuscì a trattenersi dallo scherzarci su.
 
 
Proprio sulle teste dei due membri dei Titans, sul tetto di un edificio, stava la massiccia figura di E-123 Omega.
Il robot della serie E stava scannerizzando i due soggetti che stavano sotto di lui, ma solo il ragazzo di colore aveva suscitato in lui un vago interesse: non era un essere umano comune.
All’apparenza era così, ma Omega disponeva di sensori troppo avanzati per non notare che quel tizio possedeva componenti robotiche alquanto simili alle sue, nascoste dietro ad un banale congegno che fisicamente lo faceva sembrare un comune umano.
Gli erano davvero sciocchi, bastava poco per ingannarli, ma lui non era umano, lo aveva notato subito…e, a dirla tutta, gli sembrava alquanto familiare la tecnologia di cui era disposto quel ragazzo, simile alla sua, di conseguenza simile a quella di…
Ben presto, la figura incappucciata che, solo pochi minuti prima, aveva lasciato BB e Cyborg con un palmo di naso, atterrò elegantemente dietro di lui.
Scostò il mantello, rivelando l’agile figura di Rouge the bat che stringeva in mano il Chaos Emerald bianco.
-Ehilà, robottino, come vedi sono già di ritorno e con un bel bottino al seguito.- si vantò la ragazza, fissando con bramosia il gioiello che splendeva nella sua mano.
Peccato che Omega non la stesse minimamente ascoltando.
Stava solo pensando al passato.
 
 
Giorni, anzi, settimane di duro lavoro, sudore e fatica(da parte di Decoe e Bocoe), ma alla fine lo aveva completato, aveva completato quello che poteva essere definito, a tutti gli effetti, il fiore all’occhiello della serie E.
Ne era convinto, Sonic non sarebbe riuscito a reggere il confronto con la sua ultima creazione, anche lui sarebbe stato spazzato via, insieme alla sua combriccola di bestie pulciose.
-Dottor Eggman, ma siamo sicuri che non finirà come tutte le altre volte…un totale fiasco?- chiese Bokkun, solo per ritrovarsi un cacciavite lanciato in testa.
-Taci idiota, certo che funzionerà, dopo tutto lo costruito io!-
-Ehm, non per sembrare scortesi, ma l’abbiamo montato noi.- protestarono ad un’unica voce i due robot, sdraiati sul pavimento a riprendere fiato, ammesso che ai robot il fiato serva.
-Dettagli ragazzi, dettagli.-
Solo che Eggman non avrebbe mai immaginato che, di lì a qualche giorno, avrebbe ritrovato le informazioni governative a proposito del “Progetto Shadow” creato da suo nonno.
In un attimo, da fiore all’occhiello, quell’imponente robot cromato era diventato uno scarto da discarica e finì per ritrovarsi rinchiuso in una stanza e dimenticato.
Un’atra cosa che Eggman non poteva sapere era che quel robot, nato per mano sua, aveva giurato vendetta per l’affronto dell’abbandono.
Quel robot aveva giurato, non avrebbe dato pace al suo creatore fino a quando quest’ultimo non sarebbe stato distrutto, lui e tutte le altre opere create dalla sua mano.
 
 
-Omega?! Mi stai ascoltando?!-
Stava completamente ignorante la ragazza pipistrello accanto a lui, ora c’era solo una cosa che importava fare.
Attivò di colpo i reattori sulla sua schiena e scattò a tutta velocità verso il suo obbiettivo.
Cyborg e BB in quel momento si trovavano ancora nel vicolo.
-Senti Cyborg, ora che ci inventiamo come scusa? Robin non sarà contento di sapere ciò che è accaduto.-
-Tutto quello che possiamo fare è dirgli la verità e cercare di…aspetta, lo senti questo rumore?-
-Eh?! Quale?-
Tese bene le orecchie, in effetti c’era un rumore…e sembrava anche in rapido avvicinamento; non prometteva nulla di buono.
Quando compresero che veniva da sopra loro, i due si gettarono all’istante fuori dal vicolo, giusto poco prima che una sagoma non ben identificata si schiantasse al suolo alzando un polverone e scatenando un botto che portò il panico anche tra le persone.
 
 
Rouge fissava stupita e seccata quella scena.
Che diavolo gli era preso a quell’ammasso di bulloni?! Non poteva tornare indietro senza di lui, avrebbe fatto meglio ad aspettare che finisse ciò che doveva fare, di qualunque cosa si trattasse.
-Mi auguro per lui che ci sia un buon motivo, o giuro che vado lì e lo smonto con le mie mani.-
 
 
Il rimbombo dell’esplosione si era fatto sentire anche a lunghe distanze, arrivando alle orecchie di Corvina.
In quel momento la ragazza percepì un incremento di energia nel luogo in cui vi era stata l’esplosione, si trovava la vicino.
Sembrava che ci fossero tre forze spirituali in quella zona, ma prestando ben attenzione, ne notò una guarda leggermente distante; sembrava intenzionata a restarlo.
Evidentemente uno degli altri due gruppi aveva scoperto qualcosa di importante, meglio andare a controllare.
 
 
BB e Cyborg non sapevano cosa aspettarsi.
Chi li aveva attaccati, che fosse di nuovo Sonic? Si, chi altri poteva essere se non lui?
Dovettero ricredersi un attimo dopo, all’interno della nube li videro: un paio di occhi rossi si illuminarono minacciosi.
Cyborg sentì un brivido corrergli lungo la schiena quando questi si puntarono su di lui.
-Tutti i robot di Eggman devono essere annientati!-
  
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