Novels to survive in the hell
Falsa
presentazione (da saltare, se volete):
Diventare
il Dio di un nuovo mondo... avete mai sentito parlare di Light Yagami?
Ecco,
lui è uno di quelli che non è
riuscito in questo
intento. Piuttosto diciamo che è deceduto provandoci.
Mai sentito nominare un certo L Lawliet, invece? Lui è stato
il primo, ma anche
il secondo e il terzo, miglior detective del mondo e con le sue teorie
bislacche è stato anche uno dei pochi che è
riuscito a capire la vera identità
di Kira, ossia il nostro Light sotto le mentite spoglie del
“killer degli
assassini”. Salvo poi che è schiattato prima di
poter rivelare ad anima viva la
sua grandiosa scoperta.
Questi
due erano stati grandi “amici” in passato,
nonostante il fatto che cercassero di uccidersi continuamente e non
avessero neanche
una cosa in comune. Basti guardare la differenza di altezza (o
portamento, se
preferite), il loro aspetto o anche solo il modo molto
diverso con
cui afferrano gli oggetti*.
Ma un fatto comune adesso finalmente ce l’hanno: sono
entrambi morti. E non
solo loro: pure l’adorabile Misa si è suicidata,
Watari ha seguito fedelmente L
nel suo viaggio nell’oltretomba, l’ispettore Yagami
è morto per mano del figlio
e anche Matsuda in qualche modo è finito in questa simpatica
compagnia di morti
ambulanti. Se poi non contiamo quei tre mattacchioni di Matt, Mello e
Near che sono
nei paraggi... in qualche modo sembra che tutti siano riusciti a
riunirsi di
nuovo e questa volta per sempre.
E ora voi vi starete chiedendo: che cavolo c’entra questo con
il titolo?
Calma gente, non vi ho ancora detto la parte più
interessante, ossia… dove si
trovano?
La risposta è semplice: all’inferno, in uno
qualsiasi dei gironi inventati da
Dante, ad aspettare di ricevere un giudizio che non verrà
mai. Che giudizio
dite? Quello della bilancia sacra, che praticavano le
divinità egizie Iside e
Osiride: se il tuo cuore è più leggero di una
piuma significa che non hai
commesso troppi peccati in vita e che quindi hai accesso al regno dei
cieli. Mi
dite di non prendervi in giro? Ma se avete iniziato voi con queste
domande!
Ora, qualcuno con un minimo di sale in zucca potrebbe pensare che
secondo
l’affermazione di Ryuk** il posto in cui si trovano non
è davvero l’inferno, ma
sembra che i nostri protagonisti abbiano perso totalmente ogni traccia
di
intelligenza passata, quindi accontentiamoci.
La risposta esatta dunque alla domanda “dove si
trovano?” è: nessuno lo sa.
Diciamo che è una specie di universo parallelo per le anime
morte che aspettano
pazientemente, anche se alcune neanche tanto, che inesistenti giudici
diano
loro l’ardua sentenza.
E secondo voi qual è il miglior modo per non annoiarsi in un
posto senza nome?
Esatto: raccontarsi novelle giorno per giorno con l'obbiettivo di
sopravvivere
senza motivo durante il resto dell'eternità.
Quindi, per tutti i coraggiosi che sono riusciti a leggere fin qui, vi
aspetta
un terribile quarto d’ora di follia e altre emozioni non
precisate. Ma non
disperate, nessuno di voi è costretto a continuare e chi
vuole può anche
decidere di scappare.
Per tutti quelli che rimangono: mi auguro che abbiate una piacevole
lettura e
che nessuno di voi finisca mai in un tugurio del genere.
Storia
vera (quella sui cui verte la trama):
-Sai
Ryuuzaki, non riesco a fare a meno di
chiedermi perché ci dobbiamo rincontrare proprio qui-
ringhia Light abbastanza
irritato, guardando di sbieco il ragazzo rannicchiato in posizione
fetale a
pochi metri da lui. È inconcepibile che lui, che ha
nettamente prevalso sul
detective in vita, sia costretto ad aspettare nello stesso misero posto
dell’altro. Ed è anche incredibile come
l’investigatore riesca a stare seduto
in quella posizione pure sopra una pietra.
-Neanch’io mi capacito ancora di questo, Kira-
fa L per tutta risposta,
pronunciando il nome come un insulto –Ma non penso sprecare
il mio elevato
quoziente intellettuale in una domanda del genere. Adesso che non siamo
più in
guerra tra di noi, che ne dici di diventare amici sul serio? -
Rivolge a Light un sorriso sghembo dopo la sua proposta e si porta alla
bocca
il pollice, come i bambini piccoli. Sa che è una delle tante
cose che Light
odia di lui.
Il ragazzo lo fulmina per pochi istanti con lo sguardo e poi decide che
non ne
vale la pena. Pare proprio che, dopotutto, non abbia perso tutto
l’autocontrollo e l’intelligenza che lo hanno
caratterizzato quando era ancora
in vita.
-Se avessi il quaderno con me ti assicuro che non mi farei poi tanti
problemi a
farti fuori una seconda volta. Tanto più che quella gnocca
dell’autrice mi ha
svelato qual è il tuo vero nome- a Misa si gonfia subito una
vena in fronte
sentendo la parola “gnocca”.
-Ah già, l’autrice. Semmai volevi dire
quella sciocca dell’autrice-
precisa L, annoiato.
-Io...-
-Light, smettila. Ti ricordo che se siamo qui è soprattutto
colpa tua…- lo
rimprovera l’ispettore Yagami duramente, ma L lo interrompe
prima che possa
terminare la frase.
-Ci ho ragionato un po’ e sono giunto ad una conclusione:
siamo all’inferno e
questo dev’essere il piano della superbia***. Tu lo incarni
perfettamente, Light Yagami-
-Ehm, ragazzi…- prova a intromettersi Misa, venendo
prontamente ignorata.
-Anch’io ci ho ragionato molto, ma sono giunto a
tutt’altra conclusione. Questo
è il piano della gola e sei tu che lo incarni alla
perfezione, L
Lawliet- gli risponde Light a tono, evidentemente furioso e
ancora più
irritato di prima.
Ma L non sembra gradire molto la risposta, anche se finge orecchie
sorde
–Scusa?-
-Guarda, adesso ti svelerò una verità che ti ho
tenuto nascosta per tutto
questo tempo: volevo farti un favore, uccidendoti- tutti lo guardano
smarriti o
arrabbiati, non capendo il suo ragionamento –Tanto prima o
poi ci avrebbero
pensato i trigliceridi a farti schiattare vista l’ingente
quantità di dolci che
ingerivi! -
-Bastardo- sussurra questa volta L tra i denti, alzandosi e parandosi
fiero di
fronte a Light.
-Ragazzi..?- prova di nuovo a chiamare Misa, ma Matsuda sfodera una
pistola
presa da non si sa bene dove e la punta contro i due sfidanti con aria
folle.
-Prima che la situazione degeneri ci tengo ad avvertirvi: almeno qui
voglio
stare in pace!- urla guardando tutti con aria omicida e sventolando la
pistola
ai quattro venti. Insomma, si fa per dire, dato che in quel posto non
c’è
nemmeno un alito d’aria e il paesaggio è tutto un
susseguirsi di rocce e
sabbia.
Sembra proprio che la poca sanità mentale del povero agente
di polizia sia
ormai andata a farsi benedire.
-Matsuda…-
-INSOMMA RAGAZZI! NON ERAVAMO D’ACCORDO CHE PER AMMAZZARE IL
TEMPO ED EVITARE
DISCUSSIONI DEL GENERE CI SAREMMO RACCONTATI A VICENDA DELLE
NOVELLE???!- sbotta
Misa all’improvviso, probabilmente stanca di essere ignorata
così
deliberatamente.
-In effetti c’è del vero in quello che dice-
conferma l’agente pazzo,
abbassando l’arma e calmandosi.
Watari annuisce e in questo modo anche lui ne dà la conferma.
-Allora atteniamoci a ciò che abbiamo deciso- proclama
l’ispettore Yagami
sistemandosi gli occhiali con autorità. Tutti prendono
quindi posto, chi su una
roccia, chi sulla sabbia e chi semplicemente rannicchiato su se stesso,
e rimangono
a fissarsi come dei pesci lessi per un tempo non ben precisato.
-Dunque… chi inizia? - domanda dopo un po' Watari,
asciugandosi le gocce di
sudore freddo. Non è mai stato particolarmente bravo a
inventare storie, men
che meno novelle.
-Prima però non sarebbe meglio invitare anche quelli? -
Matsuda si gira e indica
un punto appartato e non lontano da loro, in cui tre ragazzi stanno
facendo…
uhm, qualcosa.
-Mello, Matt, Near. Venite anche voi? - Misa si alza per farsi notare e
li
invita scuotendo amichevolmente la mano per aria, ma i tre scuotono il
capo,
affermando che sarebbero stati presenti la prossima volta. A tutti
sembra di
vedere anche un altro gingillo che si scuote
allegramente, ma non hanno
né tempo né voglia per accertarsene e
così i ragazzi riprendono la propria
attività.
-Verremo nel prossimo capitolo- promette Mello, baciando
appassionatamente Near
e privandolo della camicia –Ora siamo troppo impegnati in ben
altro- e mentre
pronuncia queste ultime parole Matt gli si è letteralmente
avvinghiato alla
cintura e rischia di mostrare dettagli poco graziosi.
-Ah, capisco… ben altro- mormora
Light schifato. Ma poi il suo
sguardo si posa su L e nella sua mente si accende una strana lampadina
–E se
provassimo anche noi due a fare dell’altro,
Ryuuzaki?-
-No- lo liquida il suddetto senza ulteriore interesse –E
comunque chi inizia e
qual è il tema?-
-Il tema è libero e lo racconta…- esordisce Misa
sorridente, ma si ritrova a
far fronte ai cenni contrariati dei suoi compagni.
–Oh, allora il tema verte sulle avventure a lieto fine e..-
si corregge, ma di
nuovo gli altri non si dimostrano d’accordo con lei.
-Questa è roba del passato. Abbiamo bisogno di qualcosa di
più innovativo, come
ad esempio qualcosa che riguardi il potere dell'ingegno o
dell'industria- la
contraddice Souchirou scuotendo il capo.
-Sì, bella idea! E il narratore della novella
sarà… Ryuuzaki! - esclama Misa
entusiasta, indicando il punto in cui prima si trovava il detective.
-Spiacente, credo che tu abbia sbagliato mira. Lì non
c’è nessuno- mormora
quest’ultimo, apparentemente sorpreso quanto lei.
-Guarda che ti ho visto mentre ti spostavi! - lo accusa Misa,
preparando il
pugno per colpirlo. Ryuuzaki la guarda un attimo interdetto, ma alla
fine
decide che non è il caso di rischiare anche la sua seconda
vita, non sa quante
ne ha ancora di riserva dopotutto.
Forse teme più il pugno della ragazza che il quaderno di
Light in fin dei
conti.
-E va bene. Allora tenetevi pronti- comincia.
Tutti gli si stringono attorno, ansiosi di udire “la
bellissima novella” e
carichi di aspettativa. Il ragazzo dai capelli corvini rimane un
po’ troppo tempo
a pensare però, con gran disappunto dei suoi compagni. E
finalmente, dopo che
uragani e tempeste hanno potuto abbattersi su di loro in tutta
tranquillità,
esordisce e alza lo sguardo verso quello che in teoria è il
cielo, ma che poi
risulta essere solo un ammasso arancione senza forma.
-C’era una volta un ragazzino di nome Ryuu che amava molto i
dolci e non poteva
concepire il fatto di vivere senza mangiarne almeno tre al giorno.
Amava
soprattutto le gomme da masticare, ma l’orfanotrofio in cui
viveva era
estremamente povero e a i suoi tempi quei dolci batuffoli che si
appiccicano
soavemente al palato costavano semplicemente troppo.
Il bambino provò a pensare ad una soluzione, si spremette le
meningi fino
all’inverosimile, ma non riuscì a trovare niente
che potesse risolvere il suo
problema. Dopo qualche tempo, quando ormai stava per cadere in
depressione a
causa dell’astinenza di dolci, lesse un annuncio in cui si
richiedeva la
presenza di un apprendista fabbricante di dolciumi di ogni genere. Non
era
necessario nessun requisito, a parte avere minimo quattordici anni.
In realtà lui ne aveva dodici, ma con un po’ di
astuzia riuscì a crearsi dei
falsi documenti e a farsi assumere. Da quel giorno lui poté
rubare tutti i dolci
che voleva al suo maestro e, grazie al Dio dei dolci, non fu mai
scoperto.
Fine-
Quando abbassa lo sguardo si trova di fronte i visi spiazzati dei suoi
compagni,
i quali non sanno se rimanere scioccati, prenderlo a calci o fare
entrambe le
cose.
-Che-che razza di storia sarebbe questa?- riesce a mormorare Misa con
un
notorio tic all’occhio sinistro, pronta a sferrare un attacco
al momento
debito.
-È la storia di un ragazzo che ha fatto dei dolci la ragione
della sua vita-
risponde Ryuuzaki con ovvietà, grattandosi la testa a
disagio.
-Ma comeeeeeeeeee??! - sbraita di nuovo la ragazza bionda, iniziando a
dare di
matto –E questo cos’ha a che vedere con le aziende
o con le industrie?? -
-Be’, lavorava in un’industria, no? -
Tutti rimangono di ghiaccio sentendo la sua risposta. Gli si raggela il
sangue
nelle vene e si sentono sconsolati. Sono tanti gli insulti che vogliono
urlargli
contro ma preferirono tacere, giusto per rispetto nei confronti di
colui che in
vita era stato “un grande ed arguto detective”.
-Ora più che mai il Death Note è indispensabile-
sussurra Light senza essere
udito e poi aggiunge a voce alta –Comunque Ryuuzaki, non
è che ci hai appena
raccontato la storia della tua vita per caso?-
-Può darsi- risponde l’altro, restando sul vago.
-Capisco-
A quel punto la giornata sta già volgendo al termine e
nessuno ha il coraggio
di chiedere ad un’altra persona di raccontare
un’altra novella. Sanno che il
risultato potrebbe essere qualcosa di ugualmente raccapricciante e
questa volta
temono di non riuscire a contenersi.
-Allora, vi avverto fin da subito: il prossimo tema sarà
incentrato sugli amori
infelici e guai a chi osa
presentarsi con un lavoro uguale al
suo, non m’importa a chi tocchi la prossima volta- li avverte
Matsuda
fulminando con un’occhiata omicida L, il quale lo ignora
beatamente.
–Buonanotte- mugugna poi, offeso dal comportamento della
persona che un tempo
ammirava tanto, e se ne va a dormire lì vicino.
-Buonanotte- mormorano gli altri e tutti si coricano su una frazione di
duro
suolo di pietra presente in mezzo a tanta sabbia.
Malgrado la scomodità, non ci mettono molto a prendere
sonno. Eccezion fatta
per Light, ovviamente. Lui non riesce a togliersi dalla testa una certa
curiosità: come sarebbe fare dell’altro con
Ryuuzaki?
Per qualche istante è tentato di andare a scoprirlo, a
discapito
dell’interessato, ma fortunatamente riesce a trattenersi. Si
gira di lato e si
asciuga un rivolo di saliva che minaccia di colare da un angolo della
bocca.
“Ci sarà
un’occasione…” si ripromette e con
questo si abbandona ad un sogno
disturbato da incubi, frutto del macabro racconto di L e dei gemiti per
niente
timidi che si odono in sottofondo.
Angolo
dell’autrice:
Spero
che questo capitolo non vi abbia scioccati, non troppo perlomeno.
Spero anche che là fuori ci sia qualche demente uguale a me
che possa
apprezzare questa storia e che quindi possa decidere di seguirla con la
promessa che ci saranno tonnellate di demenzialità a
volontà più avanti.
Confidando sul fatto che questo essere divino si faccia avanti, la
vostra
autrice vi saluta.
Note:
*Per chi non se lo ricordasse L ha uno strano modo di prendere gli
oggetti: li
stringe tra il pollice e l’indice con fare schifato
**Secondo Ryuk per quelli che hanno usato il Death Note non esiste
né il
Paradiso né l’Inferno. Tuttavia successivamente
nel manga si scopre che questi
due mondi non esistono neanche per tutti gli altri esseri umani,
abbiano essi o
meno il Death Note.
***Si fa chiaro riferimento ai sette vizi capitali, di cui fanno parte
anche la
superbia e la gola. Provate a immaginare perché Light e L li
incarnerebbero perfettamente…