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Autore: Kiki BSK    29/06/2013    2 recensioni
Bhè...qualcuno si è chiesto cos'è successo alla fine della prima serie dove Castle deve parlare del caso della madre di Beckett a ...Beckett???io si e me lo sono inventato...buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Litigata a fin di bene

 

Sono con Castle all'ospedale e lui mi sta parlando del caso di mia madre quando io non voglio sentire.

Vado a salutare Will per poi uscire andare a casa sua.

-Perchè mi stai riaccompagnando a casa?-mi chiede.

Fuori piove a dirotto.

-Castle hai mai provato a pensare che io non volessi scoprire niente e che volevo solo dimenticare tutto per paura di-vengo fermata.

-Per paura che saresti potuta ricadere di nuovo nel caso e non uscirne più?si ci ho pensato-mi risponde mentre lo accompagno nel suo appartamento.

Siamo in ascensore ma lui schiaccia per sbaglio il tasto del terrazzo sopra al palazzo.

-Ed ora perché schiacci il pulsante sbagliato?-gli chiedo.

-Perchè voglio chiarire questa storia una volta per tutte-mi risponde.

Litighiamo ancora finchè non usciamo dall'ascensore e ci rifugiamo sotto un tendone che si trovava sul terrazzo,sotto di esso c'erano un tavolo e due sedie.

-E comunque c'è mia figlia e mia madre in casa-continua lui.

Punto a suo favore o quasi.

-Comunque si sapevo che saresti potuta ricaderci e non uscirne più,mi sembrava giusto che te lo dovessi dire-mi dice.

-Ma perché hai indagato?-gli chiedo.

-Perchè lo faccio solo con le-si blocca.

-Lascia stare-conclude lui.

-No,dimmelo ora.Non puoi lasciare una frase a metà,sei uno scrittore-gli dico.

-Lo faccio solo con le persone a cui tengo-mi dice.

-Senti non fare il sentimentale con me ok?Tu non sapevi neanche chi ero,e dire che mi hai vista una volta-gli dico uscendo dall'ombrellone e cammino sotto la pioggia.

-Cosa vuoi dire?-mi chiede.

-Davvero non ricordi?-chiedo scuotendo la testa perché non voglio credere che tutto questo sta succedendo.

-No,mi dispiace-mi dice.

Dopo queste parole sento il mio cuore che si crepa e provo dolore,così porto la mano sul petto.

-Una volta ho fatto più di un'ora sotto la pioggia per vederti solo qualche secondo,e il bello è che quando hai fatto una pausa mi hai lasciato il tuo ombrello,dato che passeggiavi dal ritorno della tua pausa.Conservo ancora quell'ombrello e ricordo benissimo le parole che mi hai detto,"prendilo tu,in questo momento ne hai più bisogno tu,non vedo ora che arrivi il tuo turno" e poi te ne sei andato sotto la pioggia al banco degli autografi-gli dico con tutta la rabbia mentre una lacrima scorrere lungo il mio viso,ma con l'acqua spero che non si noti,punto a mio favore…1 contro 1.

Mi stavo bagnando proprio come quella volta.

-Scusami,non ricordavo quel momento finchè non me lo hai raccontato-mi dice uscendo dall'ombrellone.

Ora non riuscivo più a controllare le lacrime,scendevano ma non singhiozzavo.

-Sono uno stupido ed hai ragione,non dovevo indagare sul caso di tua madre.Sono felice di averti incontrata senza sapendo chi eri e averti aiutata-dice avvicinandosi.

Il mio cuore perde un battito,non pensavo che fosse arrivato a darsi dello stupido e non pensavo fosse così…così…così premuroso.

-Bhè,questo immagino sia un'addio-mi dice guardandomi negli occhi per poi andarsene.

Non so perché,forse istinto,ma lo prendo per un polso e lo abbraccio da dietro.

-Non andartene,dopo tutto ti sono debitrice-gli dico.

-Perché?-mi chiede lui.

-Perché mi hai aiutata a superare l'omicidio di mia madre attraverso i tuoi libri-gli dico lasciandolo andare.

A quel punto lui si gira e mi tira a se,io rimango incantata dai suoi occhi blu cielo.

-Non me lo hai mai detto-mi dice lui.

Nei suoi occhi riuscivo a vedere il riflesso dei miei.

-Ora tocca a me dirti una cosa-mi dice.

-Cosa?-gli chiedo.

-Ti son debitore per il semplice fatto che mi hai permesso di conoscerti-mi dice sussurrandomi all'orecchio.

Io rimango paralizzata dal suono della sua voce e dal suo respiro tra i miei capelli,un brivido mi attraversa le vene.

Poco dopo mi bacia.

Perché non mi sono tirata in dietro come la prima volta che mi ha dato un bacio sulla guancia?

Semplicemente perché lo amavo e volevo dirglielo ma vengo anticipata da lui.

Poco dopo glie lo dico io.

-Andiamo ad asciugarci?-mi dice prendendomi per mano.

-Si-gli rispondo.

Abbiamo mantenuto le distanze per quattro anni perché non credevamo che fossimo ancora pronti…poi il bacio al terzo anno ci ha fatto ricordare quello del primo e in fine ci siamo messi insieme ed ora abbiamo una figlia di nome Johanna e una di nome Alexis,ed io ho pure una suocera magnifica,e lui un suocero mica male.

  
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