Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: boobsrauhl    29/06/2013    4 recensioni
"Lo odiavo, lo odiavo terribilmente. Continuavo a chiedermi perché fosse così terribilmente bello.''
\"Mi aspetterai per davvero?'' "Per davvero, Justin.''
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Justin Bieber lei è accusato di omicidio volontario per la morte di Bridgit Bieber.’’

Quelle parole continuavano a vivere con un gran rimorso dentro me, passavo le giornate chiuso dietro a delle sbarre, le mie mani erano sempre sporche e sudicie e i miei capelli erano lasciati liberi. Ogni giorno mi svegliavo con l’immagine di mia madre accanto a me, dei suoi capelli castani, del suo sorriso –seppur spento da sin troppo tempo-, delle sue rughe che iniziavano a farsi notare sul viso. Ero stato accusato di omicidio contro mia madre, ma io giuravo di essere innocente. Non avevo mai osato toccare mia madre, non lo avrei mai fatto. Ero circondato da quattro mura sporche e grigie, tutto era grigio. Persino la mia felpa lo era, la mia felpa preferita che indossavo quasi sempre. Faceva freddo, mi rannicchiavo sul materasso della cella come se fossi stato colpevole per davvero, non avevo più sogni, non avevo più speranze, la mia vita era rimasta ferma a due anni fa. Leggermente chiusi le palpebre cercando di trovare una posizione adatta per sopportare il freddo di Stratford e un dolce sonno mi prese.

“Sveglia!’’ Mugugnai qualcosa di strano per poi alzarmi facendo scroccare le dita di entrambe le mie mani. Che volevano? Era notte fonda, che motivo c’era di svegliarmi?
“Sei libero, ragazzino.’’ Una voce più forte e roca di quella di prima si avvicinò alle mie orecchie, spalancai la bocca stupito. “C-cosa?’’
“Sono l’avvocato Adams, il tuo avvocato. Dopo varie prove che io stesso porterò in tribunale l’indomani, sei stato giudicato innocente.’’
Innocente? Mi sembrava un sogno, da quando avevo un avvocato? Chi lo aveva pagato per quelle prove? Avevo così tante domande da porre a questo tizio, ma non avevo tempo né mi capacitavo di essere libero per davvero. Ma…ero pronto? Ero pronto alle persone che mi ritenevano un assassino? Tutte quelle persone che credevano di conoscermi per davvero, che credevano fossi davvero l’artefice dell’omicidio di mia madre, erano pronte per vedermi finalmente libero? Ero entrato in quest’incubo a soli diciassette anni e adesso ne avevo diciannove e nulla in me era cambiato tranne per il fatto che mi ritrovavo senza una madre. Avevo terrore a rientrare in quella casa dopo due anni di dura assenza, sentivo ancora le lacrime di mia madre scendere dal suo viso, vedevo ancora il tappeto della cucina ripieno del suo sangue e ricordo ancora quando –per sbaglio- presi il coltello con la quale l’avevano accoltellata e mi ritennero colpevole. Socchiusi gli occhi, dovevo essere pronto per questo nuovo mondo.
 
Tra tutti gli oggetti che portai in carcere, ritrovai le mie felpe e le mie vans che stranamente ancora mi andavano. Mi incappucciai bene per rendere irriconoscibile il viso, mi acconsentirono una doccia veloce e fredda -perché non avrebbero di certo consumato l’acqua calda per un “criminale’’ come me-, indossai di corsa il primo paio di vans che presi da un grande sacco e sospirai. Ero libero. Quello strano signore che si definiva il mio avvocato mi accompagnò fuori, non mi rivolse parola fino a quando non fummo definitivamente fuori da quell’incubo durato sin troppo.
“Sei innocente, non è così?’’ Che razza di domanda era mai quella? Perché, altrimenti, mi avrebbero liberato?
“Non ho mai ucciso nessuno.’’ Ringhiai, tenendo lo sguardo cupo e cercando nel sacco che mi avevano dato poco prima il mio beanie nero, il mio preferito. Lo indossai e mi liberai del cappuccio della felpa. Respirai in pieno l’aria fredda e poco accogliente di Stratford in piena notte. Guardai la luna per la prima volta dopo due anni e mi era sembrata un’eternità dall’ultima volta che la vidi. Avanzai di poco e sentii scricchiolare sotto i miei piedi le foglie cadute da un albero lì vicino e mi sentii a casa per davvero.
“Dove andrò, adesso?’’ Chiesi all’avvocato Adams, era pur sempre qualcuno che mi aveva aiutato e fino a prova contraria ero sotto la sua guardia.
“Verrai a stare da me, ho una camera libera in casa. Ci starai fino a quando non ti troveremo una vera e propria sistemazione.’’ Detto questo mi accarezzò la nuca ed io mi ritrassi subito dopo. Chi si credeva di essere? Certo, avrei dovuto baciargli i piedi per tutto quello che stava facendo per me, ma neppure mi conosceva.

Il tragitto in auto fu lento e silenzioso, appena arrivammo mi meravigliai di tutta quella bellezza, della casa così grande che era, però, isolata dal resto del paese. Entrai dopo l’avvocato Adams, poggiai lentamente il mio sacco all’entrata poiché non sapevo dove andare.
“Sali sopra e vai sempre dritto: l’ultima stanza è la tua. Dormi bene, ragazzo.’’ Ringraziai con un sorriso e mi avviai al piano di sopra, la casa era enorme eppure a quanto avevo capito ci viveva solo il signor Adams, ammirai ogni decorazione, ogni quadro, ogni ritratto e finalmente giunsi all’ultima stanza. Non esitai ad aprirla e ritrovai un comodo letto contornato da poster raffiguranti scene di wrestling ed altro. Sorrisi, anch’io avevo una camera simile.
Mi liberai della felpa e delle scarpe e mi gettai a peso morto sul letto. Da quanto tempo non mi stendevo su uno simile? Proprio quando stavo per addormentarmi e tutto sembrava andare per il verso giusto, sentii dei strani rumori provenire dalla finestra e qualcuno stava cercando di entrare in camera. Mi alzai immediatamente ed aspettai: era una ragazza. Si spaventò a guardarmi e lo stesso feci anch'io.
“Chi cazzo sei?’’ Dissi, serrando la mascella.
“Chi cazzo sei tu?’’ Sorrisi di poco, capii che doveva essere la figlia dell’avvocato che cercava di rientrare dopo una serata in discoteca o con amici: tipico dei figli di papà.
 
Spazio d'autrice.
Hola! Ieri ho avuto l'ispirazione per scrivere questa storia, quindi eccomi qui! Preciso che non è la prima, non ne ho mai finita una storia per davvero, ma con questa ho intenzione di continuarla. Solitamente mi stanco dopo pochi capitoli e spero di non fare la stessa fine. 
Mi fate sapere se vi piace con una recensione?
Se volete seguirmi su twitter sono @cheskates :)
  
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