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Autore: koukla    29/06/2013    3 recensioni
La scoperta della penicillina, tra le più importanti del XX secolo, avvenne per caso.
Alexander Fleming era andato in vacanza e quando tornò nel suo laboratorio, BAM!, i batteri su cui stava lavorando non c'erano più. Scomparsi, distrutti, annientati.
E con essi migliaia di infezioni e malattie che affliggevano l'umanità
Ah, come sarebbe stato facile se, tornando da Boise, anche lei mentre apriva la porta di casa fosse guarita completamente.
Senza terapie, medicine o cicatrici. Per caso.
" [...] - Saremo felici.
E litigheremo. Non saremmo noi se non lo facessimo.
Però ritorneremo sempre l'uno dall'altra e sai perché? Perché noi siamo destinati a stare insieme.-
La voce dell'uomo, all'inizio carica di esaltazione e gaiezza, si era fatta via via più seria.
Non stava parlando sull'onda dell'entusiasmo per la recente riconciliazione; bensì pieno di fiducia e di speranza per quel futuro che avrebbero costruito insieme.
Il loro futuro."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lexie Grey, Mark Sloan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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It’s like you’re a disease


L'ottava stagione non doveva finire così. Di solito, odio quando i fan stravolgono la trama originale di libri o di telefilm nelle loro storie; però stavolta ho fatto un'eccezione, ho dovuto farla.

Sono morte o scomparse fin troppe persone in questo telefilm e passi per George, passi per Izzie, passi pure per Henry che, in fondo era un personaggio secondario ma che è stato la causa per cui Teddy è andata via; però loro due non dovevano finire così, in modo così straziante.

Da questa considerazione nasce questo umile tentativo che, spero, sarà di vostro gradimento.


" I love you. Oh God... Oh, my God, that just came flying out of my face. I love you. I just...I did it again. I love you. I do. I just, I love you. And I have been trying not to say it. I have been trying so hard to just mash it down and ignore it and not say it and… Jackson is a great guy. He is. He’s gorgeous and he’s younger than you, he doesn’t have any grandkids, or babies with his lesbian BFFs, and he’s an Avery, and he liked me, you know? He really liked me. But it was never gonna work out, because I love you. I am so in love with you. You’re in me. You’re like— it’s like you’re a disease. It’s like I am infected by Mark Sloan and I just can’t think about anything or anybody and I can’t sleep. I can’t breathe. I can’t eat. And I love you. I love you all the time. Every minute of every day. I love you. God, that feels good to just say that. I feel so much better. I love you."

Lexie Grey

 

 

Era notte inoltrata quando atterrarono a Boise, il volo era stato relativamente tranquillo se si escludevano le perturbazioni che avevano incontrato nei pressi di Portland.

A Lexie volare non era mai piaciuto: i vuoti d'aria, le orecchie otturate e le gambe pesanti. Erano tutte sensazioni che odiava.

Se poi, a queste, si aggiungevano i sintomi che la torturavano da giorni, la traversata non era certo stata tra le più piacevoli.

Ansia, nausea e difficoltà respiratorie; la diagnosi era una sola: Mark Sloan.

Era convinta che parlando con lui, mettendo completamente a nudo i propri sentimenti, le cose potessero migliorare.

E invece si ritrovava da sola, a rigirasi tra le lenzuola di un enorme letto in una stanza qualunque di un albergo qualunque in una qualunque cittadina americana a rimuginare ancora su di lui, sulle sue scelte e sui loro errori.

Come medico, e come persona razionale, sapeva che ora doveva solo aspettare, aveva fatto la sua parte, aveva messo le carte sul tavolo ed ora l'avversario doveva giocare il suo turno.

Eppure quell'attesa era sfibrante, come lo erano il suo silenzio e le sue frecciatine.

L'unica cosa che voleva in quel momento era guarire, ne aveva davvero bisogno, almeno quanto necessitava di una sana dormita.

Il giorno successivo avrebbe preso parte ad un intervento lungo e complesso, fondamentale per la sua carriera di chirurgo, e l'unica cosa a cui riusciva a pensare era Mark.

Ancora Mark. Solo Mark.

Buttò all'aria le coperte e si diresse verso il bagno per schiarirsi le idee.

L'acqua fresca lenì come un balsamo le sue angosce e, per un attimo, smise davvero di pensare.

Poi alzò gli occhi dal lavandino e, osservando il suo volto riflesso nello specchio, pensò di essere pazza.

Aveva immaginato tutto, ma non che, in una situazione del genere, le venisse in mente Alexander Fleming.

La scoperta della penicillina, tra le più importanti del XX secolo, avvenne per caso.

Alexander Fleming era andato in vacanza e quando tornò nel suo laboratorio, BAM!, i batteri su cui stava lavorando non c'erano più. Scomparsi, distrutti, annientati.

E con essi migliaia di infezioni e malattie che affliggevano l'umanità

Ah, come sarebbe stato facile se, tornando da Boise, anche lei mentre apriva la porta di casa fosse guarita completamente.

Senza terapie, medicine o cicatrici. Per caso.

Così come per caso, quattro anni prima si era ammalata, peggiorando senza possibilità di guarigione.

E come medico sapeva che quando anche i più potenti antibiotici fallivano rimaneva una sola cosa da fare: lasciare che la malattia facesse il suo corso, affidandosi al caso ancora una volta.

Ma chi aveva detto che al caso non si poteva dare una mano?

 

 

Lui non era un traditore.

Lui non era un traditore.

Lui non era più un traditore.

E allora perché diavolo doveva continuare a convincersi del contrario?

Perché si sentiva terribilmente colpevole?

Poteva prendere in giro Derek, poteva prendere in giro Julia e poteva prendere in giro perfino se stesso; ma non poteva prendere in giro lei.

Gli aveva appena confessato di amarlo, di un amore così viscerale e profondo da sembrare quasi malsano.

D'altra parte, lo aveva paragonato addirittura ad una malattia.

Ma aveva poi torto?

Non era forse affetto anche lui dalla stessa patologia?

Anni prima aveva scelto chirurgia plastica tra le tante branche della medicina perché era una disciplina pulita, logica e meticolosa. E nel grande caos che era stata la sua vita, aveva proprio bisogno di logica e di ordine.

Non era mai stato un tipo cerebrale, piuttosto che complicarsi la vita preferiva scappare e voltare pagina.

Almeno fino a quando non era arrivata lei.

Lei che all'inizio sembrava solo una sfida, un'altra medaglia da aggiungere alla sua particolare collezione.

Lei che era stata la sola a riportare l'ordine, a mettere insieme i pezzi che lui aveva tentato di assemblare tante volte inutilmente.

Lexie Grey si era insinuata dentro di lui, nel profondo di ogni sua cellula, e lo aveva contagiato.

Un sorriso sghembo si aprì sul suo viso quando pensò che, tutto sommato, si erano infettati a vicenda.

Immuni ad antibiotici e con anticorpi recidivi, sarebbero guariti solo se si fossero lasciati andare l'uno verso l'altra.

Anche se non era giusto. Anche se non era corretto.

Ma c'era poi qualcosa di corretto nella loro storia? Avevano forse mai seguito qualche regola?

Sembravano diversi, contrastanti, incompatibili.

Con Julia non era così.

Era facile: erano quasi coetanei, lei era una persona affidabile e sarebbe stata una moglie ed una madre perfetta.

Ed era pronta a mettere su famiglia con lui, subito.

La famiglia.

Erano diversi anche in quello.

Lui era cresciuto in una fin troppo benestante famiglia dell'Upper Side in cui l'unica cosa che non mancava erano i soldi. Però non aveva mai saputo cosa volesse dire essere amato, fino a quando non aveva incontrato gli Shepherd.

Con Sofia, e anche prima con l'arrivo inaspettato di Sloan, si era reso conto che era nato per fare il padre, per sopperire a tutto ciò che non aveva avuto nella sua infanzia.

Ma Lexie non era pronta.

O forse era lui che l'aveva lasciata indietro; era talmente entusiasta all'idea di poter costruire dal nulla una vera famiglia che aveva agito da solo, senza interpellarla.

Presto si era reso conto però che una famiglia senza Lexie non era la famiglia che voleva.

Non gli importava nulla se Julia fosse pronta, lì per lui.

Non gli importava se Avery sembrasse perfetto per lei, deciso a renderla felice.

Non gli importava nulla perché per quanto assurdi, imprevedibili e sbagliati potessero sembrare insieme, si amavano.

E nulla poteva cambiarlo.

   
 
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