Anime & Manga > Host club
Ricorda la storia  |      
Autore: Nivees    29/06/2013    6 recensioni
[ Kaoru's centric | Hikaru; Kaoru; Tamaki; Haruhi ]
«Haruhi».
«Sì, Tamaki-senpai?».
«Cosa pensi di Hikaru e Kaoru?».
«A cosa devo questa domanda così improvvisa?».
«Non è garbato rispondere ad una domanda con un'altra domanda. Pura e semplice curiosità, comunque. Mi chiedevo appunto cosa pensassi di loro, sinceramente».
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haruhi Fujioka, Hikaru Hitachiin, Kaoru Hitachiin, Tamaki Suoh
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Secrets ~ Quel che Kaoru non disse ad Hikaru
 

«Haruhi».
«Sì, Tamaki-senpai?».
«Cosa pensi di Hikaru e Kaoru?».
«A cosa devo questa domanda così improvvisa?».
«Non è garbato rispondere ad una domanda con un'altra domanda. Pura e semplice curiosità, comunque. Mi chiedevo appunto cosa pensassi di loro, sinceramente».
«Penso che siano due persone fantastiche. Il loro rapporto è più unico che raro, uno si basa sempre sull'altro e così si danno forza a vicenda, sempre. Ma sono anche pericolosi, dopotutto».
«Oh, è così dunque? Interessante. Ma devi sapere, Haruhi, che per loro non è sempre stato così. Ci sono cose che Kaoru non ha mai detto ad Hikaru. Vuoi sapere cosa?».
«Non mi interessa poi così tanto, Tamaki-senpai...».

 

If you call 'Bloody Mary' in front of a mirror for three times, she will appear behind you and you can see her through the mirror.

Kaoru non aveva chiuso occhio, quella notte. Si rigirò nel letto più volte, sforzandosi con tutto se stesso di riuscire ad addormentarsi una volta per tutte – passare una notte insonne, dopotutto, non era affatto nei suoi piani. Si guardò attorno, non vedendo altro che ombre scure attorno a lui e una piccola figura dormiente riposare tranquilla al suo fianco.
«Guardalo lui, come dorme» borbottò, sospirando e accarezzando lievemente i capelli del gemello, «Adesso dovrebbe restare sveglio anche lui come me, invece che ronfare come un ghiro».
Kaoru non era arrabbiato – non c'era un valido motivo per esserlo; la priorità di scaldarsi per delle stupidaggini era di Hikaru infondo –, solo un po' scocciato e insonnolito. Si tolse le coperte di dosso, mettendosi poco stabilmente in piedi per raggiungere il bagno, rabbrividendo a causa del pavimento freddo che sentiva attraverso i piedini nudi. Sbadigliò sonoramente e fece per accendere la luce, ma ad un tratto si fermò con le dita che premevano appena sull'interruttore, completamente al buio.
«Cos'era che diceva Hikaru, stamattina?» si chiese, indugiando sulla soglia, «Voleva fare un gioco davanti allo specchio... Che gioco era?».
Ricordò appena le sue parole di quella stessa mattina, esaltato perché si era fatto raccontare delle storie dalla nuova domestica straniera che avevano assunto da poco. ʻQuella donna mi ha detto qualcosa di estremamente interessante, Kao-chan! Ha detto che un gioco tipico che fanno i comuni bambini in America si chiama 'Bloody Mary'. Consiste nel chiamare questa Mary per tre volte al buio davanti ad uno specchio e si dice che lei apparirà dietro di te, e potrai vederla attraverso lo specchio quando accenderai la luce! Kao-chan, proviamo?ʼ.
Continuò ad tentennare, indeciso se attivare l'interruttore o no. Non sapeva se classificare quel presunto gioco come divertente e se doveva essere sincero con se stesso nemmeno gli ispirava più di tanto, ma era difficile distogliere Hikaru da un obbiettivo quando se l'era prefissato, soprattutto se si trattava comunque di un gioco.
Kaoru era un bambino che non credeva a quelle cose – tipo fantasmi e cose del genere –, ma al solo pensarci... beh, lo inquietava alquanto.
«Non ci voglio giocare da solo» concluse, «Ci giocherò con Hika-chan quando si sveglierà».
Non che avesse paura, affatto! Lui era un bambino coraggioso, aveva scelto di aspettare solo per poter giocare insieme al fratellone, tutto qui. Non c'era niente di sbagliato in questo, e soprattutto non era affatto una scusa.
Fu così che Kaoru non accese la luce – così non avrebbe visto chi c'era nello specchio! – e camminò a tentoni in bagno finché non trovò l'oggetto dei suoi desideri e non si liberò la vescica.

One, Two: Freddy’s coming for you; Three, Four: Better lock your door; Five, Six: Grab your crucifix; Seven, Eight: Gonna stay up late; Nine, Ten: Never sleep again!

Una volta finito i suoi bisogni – restando nel buio più completo per tutto il tempo, ovviamente – Kaoru si avviò leggermente più tranquillo verso il gran lettone matrimoniale che divideva con il gemello. Poco gli importava di quello che aveva combinato in bagno, a quello ci avrebbe pensato poi la domestica la mattina dopo; e guardando l'ora illuminata dell'orologio digitale notò che doveva passare ancora un bel po' di tempo, prima che il sole sarebbe sorto.
Non appena arrivò circa ad un metro di distanza dal letto, Kaoru si fermò. Si guardò attorno e tese le orecchie, non vedendo niente al di fuori delle ombre scure che provenivano dalla finestra e sentendo solo il rumore dei rami dell'albero graffiare contro il vetro. Inquietante, ma... era veramente quello il rumore che sentiva? Non era altro, vero?
Kaoru ripensò di nuovo alle parole di Hikaru, le stesse che gli aveva detto quella mattina. Gli aveva raccontato qualcos'altro oltre a quello stupido gioco che l'aveva condizionato un po' troppo.
«Uhm... Cos'era?», ci rifletté su per un paio di secondi, «Non mi pare fosse un altro gioco, ma...». Kaoru storse le labbra, continuando mentalmente quella frase: ma mi inquieta lo stesso.
Non era un gioco. Era una leggenda? Una fiaba? Un racconto dell'orrore? Probabile. Iniziò a ricordare appena le parole di Hikaru, che lo aveva abbracciato da dietro e gli aveva gridato tutto contento quella novità interessante – a suo parere – che aveva scoperto. ʻSai anche cos'altro mi ha raccontato, quella donna? Mi ha raccontato di un uomo tutto vestito di nero che si nasconde nei posti più bui delle stanze dei bambini e, durante la notte, se li vede girovagare per casa da soli li rapisce, portandoli lontano lontano da casa sua. Non so se è vero, ma viene spesso detto ai bambini capricciosi che non vogliono andare a letto presto di stare attenti a lui. Che dici, Kao-chan, controlliamo insieme se c'è questo uomo nero sotto il nostro letto?ʼ.
Il piccolo fece una smorfia, non muovendosi di un centimetro da dov'era. Non voleva rischiare di rovinare il divertimento di Hikaru nello scoprire insieme a lui chi o cosa si nascondesse sotto il loro letto – ecco, non era la paura di trovarci qualcuno che lo fermava in piedi lì, proprio no! Piuttosto era qualcosa che voleva fare con il suo fratellone e non da solo, tutto qui –, quindi doveva trovare un modo per salire sul letto senza che ci fosse qualche strana cosa ad afferrarlo per una gamba. Rabbrividì a quel pensiero, riflettendo a lungo in piedi ancora di fronte alla porta del bagno.
Poi fece un bel respiro, prese la rincorsa e, con un salto, atterrò preciso sul letto, al suo posto, svegliando irrimediabilmente anche il fratello.
«Kao-chan?». La voce del fratello era appena udibile, assonnata e ovattata dalle coperte.
Per poco Kaoru non scoppiò a ridere; meglio non dirgli niente delle sue avventure notturne. «Sono andato in bagno, scusa se ti ho svegliato, Hika-chan», lo abbracciò e gli disse di riaddormentarsi presto, perché era ancora notte inoltrata.
Promise di non svegliarsi mai più da solo nel cuore della notte, o almeno non senza Hikaru. E non voleva nemmeno dirgli niente, perché altrimenti si sarebbe sentito in colpa per aver quasi sperimentato qualcosa di interessante senza di lui.
Non era affatto una scusa perché aveva paura, no! Non voleva rovinare il loro divertimento insieme, che fosse chiaro!

«Tamaki-sempai?».
«Sì, Haruhi?».
«Ma tu come fai a sapere questo segreto dei gemelli?».
«... Diciamo che Hikaru me l'ha confessato, un po' di tempo fa».
«Ma Hikaru non dovrebbe sapere niente, o sbaglio?».
«Non dovrebbe, cara Haruhi. Ma sono gemelli, e ricorda: non c'è niente, niente, che Hikaru non sappia di Kaoru, e viceversa. Anche se ci provano, non riescono a tenersi segreti tra loro».
«Ed è una cosa davvero bella questa, Tamaki-senpai».
«Oh sì, direi proprio di sì, Haruhi».


 


Buonsalve, popolo di Host Club.
Finalmente, erano secoli che desideravo scrivere qualcosa su questo fandom, e grazie a
questo contest l'opportunità mi è stata servita sul piatto d'argento. Aww. 
Comunque, veniamo a noi. Non è niente di speciale, ma devo dire che la storia mi soddisfa. Le frasi in grassetto e in inglese sono, ovviamente, quelle leggende che ormai sono diventate famosissime grazie ad internet e film connessi: la prima frase - fatta da me in inglese, se è sbagliata fatemelo notare che è parecchio probabile - spiega appunto quella leggenda della Bloody Mary (chi non ne ha sentito parlare, andiamo~); la seconda frase, chi ha visto il film 'Nightmare' credo la possa riconoscere all'istante (l'accenno a Freddy non è casualeCOUGH) e niente, quella è una filastrocca. La canticchio da una vita~
Btw, spero tanto sia piaciuta anche solo un po'! Ogni commento è graditissimo, e ringrazio in anticipo chi metterà la storia tra le preferite/ricordate.
Ja ne~
Niv.
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Host club / Vai alla pagina dell'autore: Nivees