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Autore: CUCCIOLA_83    13/01/2008    6 recensioni
SPOILER SU CSI LAS VEGAS!!! [...]Warrick Brown fece il suo ingresso nella sala dove si erano sistemanti gli agenti della BAU, con i risultati del DNA effettuati sul capello ritrovato sul corpo della vittima e dei frammenti di pelle trovati sotto le sue unghie.[... ] Vi siete sempre chiesti cosa potrebbero combinare gli agenti di Criminal Mind e quelli di CSI Las Vegas? Allora questa è la ff che fa per voi, o almeno me lo auguro ;)
Genere: Romantico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Rieccomi qui con una nuova ff sulla squadra della BAU(The Behavioral Analysis Unit's).

questa volta in ostri eroi saranno affiancati da un'altra celebre squadra investigativa, quella di Gill Grissom che però è momentaneamente assente.(spolier!!!)

Naturalmente non mancherà una nota romantica, con la coppia Reid/Lizzy ;)

buona lettura a dopo ;)





Le giornate a Washington si facevano sempre più calde, e più passava il tempo, più Lizzy si rendeva conto di amare quella città, nonostante quello che era successo tre mesi prima.

La brutta esperienza che l’aveva vista protagonista, ormai, era quasi acqua passata, grazie alla terapia di supporto a cui si stava sottoponendo, ma in particolare grazie all’aiuto di Spencer. Lo stesso Spencer che con la sua tenera goffaggine e dolce premura si era fatto largo ne suo cuore, non più solo come amico.

Come spesso succedeva, Lizzy, si recò a Quantico per pranzare con Spencer. Una volta entrata alla sede della BAU si diresse con passo sicuro verso la scrivania di Reid, il quale era intento a sfidare se stesso a scacchi. Era talmente concentrato che non si accorse di lei, intimando a Emily e Derek di non dire niente, mise le mani sugli occhi di Spencer,

«Dr. Spencer Reid, preferisci gli scacchi, a me?» gli sussurrò in un orecchio,

«no! Certo che no!» si affrettò a dire spostando le mani della ragazza per poi alzarsi, «è che ti aspettavo tra mezz’ora» si giustificò, mettendo via i pezzi degli scacchi,

«la dottoressa ha dovuto finire prima la mia seduta perché aveva un seminario. Così eccomi qua, spero che non sia un problema» disse,

«no, nessun problema, avverto Hotch, poi possiamo andare» così dicendo si diresse verso l’ufficio di Hotchner. Morgan non si fece sfuggire l’occasione di trovarla da sola, e si avvicinò,

«dicci, Elizabeth, come va tra voi?» chiese,

«non sono autorizzata a rilasciare dichiarazioni in merito. Oggi, come tutte le altre volte che me lo hai chiesto» rispose tranquillamente Lizzy,

«Morgan, rassegnati. Non ti diranno mai niente» lo prese in giro Emily,

«basta, ci rinuncio. Reid, voi due vi siete proprio trovati» disse, al ragazzo tornando alla sua scrivania, tra le risate generali.

Usciti da Quantico, si diressero nel loro ristorante preferito dove consumarono un veloce pranzo per poi andare a godersi la bella giornata nel parco di fronte. Seduti all’ombra di alcuni alberi, mangiando un gelato, chiacchierarono del più e del meno, improvvisamente Lizzy scoppiò a ridere,

«cosa c’è?» chiese disorientato,

«niente, è solo che sei un maestro nello sporcarti la faccia di gelato» disse avvicinandosi,

«oh no ancora!» si lamentò lui, ma la lamentela si bloccò rapidamente, appena le labbra di Lizzy si posarono sulle sue.

Quando si allontanarono sorrise,

«non era vero. Mi serviva solo un pretesto per baciarti» disse tranquillamente la ragazza, lasciandolo spiazzato per qualche istante,

«non… non ti servono pretesti» disse,

«davvero?» chiese, lui annuì, «nemmeno a te servono» continuò, guardandolo con una nota di malizia nello sguardo, titubante, Spencer, si avvicinò, per poi riposare le labbra su quelle di Lizzy. Appena la sfiorò, sentì la familiare scossa elettrica percorrergli la schiena, da semplice e casto bacio si trasformò rapidamente in qualcosa di più profondo. D’un tratto si ritrovarono sdraiati a terra, le mani cominciarono, timidamente, ad esplorare i loro corpi, senza mai interrompere il contatto delle loro bocche.

Erano talmente rapiti l’uno dall’altra che a malapena sentirono suonare i rispettivi cellulari, controvoglia, si separarono, ma prima di rispondere aspettarono qualche secondo per riprendersi,

«pronto? JJ, dimmi tutto. Ok, arrivo» disse Spencer, poi guardò in direzione di Lizzy che, invece, era ancora al telefono,

«ma come.. ok, va bene. Se non ci sono altre soluzioni…spero di trovare un volo entro sera, altrimenti domani mattina. Ok ci vediamo domani. Ciao» disse chiudendo la comunicazione, e ributtandosi a terra,

«brutte notizie?chiese Spencer,

«devo tornare a Las Vegas per un paio di giorni. Un grosso cliente ci vuole tutti a disposizione per gli ultimi dettagli» disse sbuffando, «e a te?» chiese a sua volta,

«riunione urgente. Mi dispiace devo andare» si scusò,

«non ti preoccupare. Spero solo di poter continuare “l’interessante discorso” di poco fa, al più presto» disse alzandosi e ripulendosi dall’erba rimasta sui suoi vestiti,

«sinceramente? Anche io» disse alzandosi anche lui, «ti chiamo più tardi, ciao» disse ancora baciandola per poi incamminarsi,

«Spencer!» lo chiamò, «hai del rossetto su una guancia, se vuoi evitare i commenti di Derek è meglio che prima passi in bagno per darti una risistemata» disse Lizzy ridendo.

*****

arrivato in ufficio trovò gli altri già in sala riunione,

«scusate il ritardo» si affrettò a dire per poi sedersi anche lui al tavolo,

«non ti preoccupare. Siamo stati contattati dalla squadra omicidi di Las Vegas» cominciò a dire Hotch,

«Las Vegas?» chiese stupito per l’incredibile coincidenza, Spencer,

«proprio così. Ci hanno contattati per una serie di morti sospette a danno di ricchi e facoltosi uomini d’affari» continuò cominciando a distribuire delle foto delle vittime,

«non ci sono segni evidenti di ferite, e dagli esami non ci sono tracce di veleno. Niente fa pensare a degli omicidi» disse Reid, leggendo i rapporti dei medici legali,

«stiamo ancora aspettando i fascicoli delle ultime due vittime, ma una è stata trovata nuda nella piscina della sua villa, mentre la seconda nel salotto di casa sua con diverse bottiglie di alcolici tutte in torno, solo che la vittima era astemia da più di dieci anni, e vicino ad ogni cadavere è stata trovata la scritta, “Ishtar” » disse JJ,

«Ishtar? Nome interessante. E’ sumero, Ishtar, dea dell’amore e della guerra, dall’aspetto sia di dea benefica e amorevole, che di demone terrificante. Nell’epopea di Gilgamesh viene descritta come una che s’innamorava facilmente e con un caratterino niente male. S’intratteneva spesso con diversi uomini, di varia estrazione sociale, e animali, che poi puntualmente uccideva», disse Reid,

«abbastanza inquietante…» commentò JJ,

«ok, si va a Las Vegas» disse Gideon,

«ma non per i casinò. Hey Reid, come farai nei prossimi giorni senza la tua dolce Elizabeth?» chiese Morgan,

«sai è qui la cosa divertente. Prima, a pranzo, l’hanno chiamata dall’ufficio di Las Vegas, deve rientrare per un paio di giorni. Quando ci siamo lasciati stava cercando un volo» rispose Reid,

«se non l’ha ancora trovato può venire con noi» disse Hotch,

«dici davvero?chiese stupito Reid,

«certo prova a chiamarla, partiamo tra un’ora. Ci vediamo sull’aereo» rispose per poi uscire dall’ufficio.

*****

Arrivato a casa, Spencer, trovò Lizzy ancora al telefono,

«nessun posto sui voli di oggi? E per domani? Va bene, grazie. Salve» disse chiudendo la comunicazione,

«sembra che tutti debbano andare a Las Vegas in questi giorni. E’ incredibile!» disse abbandonandosi contro lo schienale del divano,

«io avrei una soluzione. Anche noi andiamo a Las Vegas, puoi venire con noi» disse Spencer,

«cosa? Dubito che Gideon o Hotchner sarebbero d’accordo. Ma grazie lo stesso» disse Lizzy,

«veramente è stato Hotch a proporlo. Ma dobbiamo essere in aeroporto tra mezz’ora» controllò l’orologio,

«e non potevi dirmelo subito??»disse alzandosi e correndo in camera per preparare una valigia.

Nel giro di venti minuti erano già in aeroporto pronti a partire,

«e così questo è il vostro leggendario Jet privato?» chiese Lizzy,

«sì, piccolo veloce e funzionale» disse Hotchner avvicinandosi,

«grazie per “il passaggio” sembra che tutto il mondo si stia riversando a Las Vegas. Non vi disturberò » promise Lizzy,

«non ci sono problemi. Andiamo tutti dalla stessa parte» rispose l’uomo.

Il viaggio fino a Las Vegas si rivelò lungo. I membri della squadra discussero per alcune ore del caso poi decisero di riposare per il resto del viaggio, visto che, probabilmente, nei giorni successivi, non avrebbero avuto il tempo. Lizzy passò il suo tempo leggendo un libro e ascoltando musica con l’Ipod, non voleva intromettersi nei loro discorsi, vedendola da sola, Spencer le si avvicinò togliendole le cuffie dalle orecchie,

«hey, avete finito?» chiese la ragazza,

«sì, è tardi, perché non provi a dormire?» chiese a sua volta Spencer, sedendosi vicino a lei,

«volevo finire questo capitolo» disse chiudendo il libro e sistemandosi meglio nel sedile, appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo.

Atterrarono all’aeroporto Mc Harran di Las Vegas di prima mattina,

«a che ore devi essere in ufficio?» le chiese Reid aiutandola con le sue cose,

«la riunione è alle dieci, quindi, credo che passerò da casa a cambiarmi. Ah tieni, nel caso volessi passare nelle prossime ore» disse dandogli una chiave,

«hem, grazie» rispose infilandola rapidamente nella borsa,

«grazie di tutto, mi avete salvato il posto di lavoro» disse a tutti i presenti,

«se riesco a liberarmi nel pomeriggio passo in centrale, tanto la strada la so a memoria. Vi potrei portare anche dei rifornimenti, vi assicuro che lì il caffè è il peggiore in assoluto. Ciao a dopo» disse prima di dare un bacio a Reid, il quale divenne immediatamente rosso in viso, per poi allontanarsi per chiamare un taxi. Tutti presenti rimasero sconcertati dalle parole della ragazza,

«Reid c’è qualcosa su di lei che non ci hai detto?» chiese Morgan,

«non è un assassina se è quello che vuoi sapere. Lei in quel distretto ci è cresciuta perché la sua famiglia è da anni in polizia, e prima di tornare in Italia suo padre lavorava per la scientifica di qui. In oltre suo zio, che poi non è proprio suo zio ma lei lo chiama così da una vita, è il capo della squadra notturna della scientifica. Quindi è più che logico che conosca bene il distretto e chi ci lavora» spiegò,

«bene, cominciavo a preoccuparmi. Quindi non hai seguito il mio consiglio» constatò Derek,

«quale consiglio?» chiese stupito,

«mai stare con una donna con la pistola» rispose,

«ma lei non ha la pistola» disse con decisione,

«lei, No. Ma tutta la sua famiglia sì. Credo che sia ancora peggio» lo prese in giro,

«ora andiamo, ci staranno aspettando» disse Gideon, salendo in macchina, «e lasciate in pace il nostro giovane Romeo» aggiunse ridendo.



Cosa ne dite di questo primo capitolo? spero che vi sia piaciuto.

me lo lasciate un commentino?

Cercherò di aggiornare presto sempre nella speranza che continuerete a seguire questa storia.

Tao tao

   
 
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