Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: DeathOver    30/06/2013    2 recensioni
|| STORIA ATTUALMENTE IN STATO DI FERMO E REVISIONE.||
"Tornai alla stazione e salii sul treno che mi avrebbe riportata a casa.
Fu durante quel viaggio, che mi resi conto che la mia vita sarebbe disastrosamente cambiata."
Com'era il Team Galassia dal punto di vista dei suoi comandanti? Davvero la pensavano sempre e comunque allo stesso modo? Erano davvero come si facevano vedere in giro? Cosa si celava dietro al passato dei suoi componenti?
Questa storia parla di uno dei Team che preferisco, perciò perché non chiamarla proprio "Team Galassia"?
[OOC, Possibile innalzamento raiting, presenza di un OC]
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cyrus, Saturn, Team Galassia
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quella notte camminai molto. Non so per quanto tempo, non ricordo esattamente, ma so solo che quando mi fermai mi trovavo in un bosco, un grande e fitto bosco, e davanti ad una villa, sicuramente abbandonata. Non sapevo neanche dove mi trovavo, ma avevo passato una bella città, prima di arrivare qui, una città piena di fiori e bacche, tutte colorate. Come in tutte le altre città, nessuno mi fermò: se avevo capito bene, gli allenatori iniziavano a girare già a dieci, undici anni, quindi più o meno alla mia età. Solo una signora anziana, in una grande città chiamata Giubilopoli, mi fermo e mi chiese se stessi girando la regione con i miei pokemon per potenziare le mie capacità da allenatrice e io le risposi di sì, perché non sapevo bene cosa rispondere.
Adesso però iniziavo a preoccuparmi: ero da sola, in un bosco deserto davanti ad una casa che sembrava abbandonata! E per di più il sole stava battendo forte. Da quando ero partita, il sole era tramontato quattro volte, perciò dovevano essere passati quattro giorni…
Mi accorsi di un cartello rovinato dall’erba e dagli anni, ricoperto di edera, ma con le scritte ancora leggibili. Spostai la rampicante per leggerne il contenuto, due parole: Antico Chateau.
Il nome non era così male, quindi decisi di dare una sbirciata dentro l’abitazione.
Aprii il grande portone e mi affacciai -C’è nessuno?- chiesi, titubante.
Nessuna risposta…
Attesi ancora qualche secondo ed entrai.
Visto da fuori metteva i brividi, da dentro faceva addirittura paura!
Entrai nel grande salone d’ingresso, e appena arrivai al centro il portone si chiuse di botto, facendomi prendere un colpo.
Era una casa vuota, spoglia: nel salone in cui mi trovavo c’era solo una statua brillante di un pokemon, e due maestose rampe di scale circondavano l’entrata di un altra sala.
Decisi di esplorare il primo piano e di lasciare il pianterreno per ultimo.
Salì le scale alla sinistra della sala da pranzo ed entrai dentro la prima stanza.
Dall’aspetto doveva essere una biblioteca, con libri ancora integri, ma molto impolverati, come se non fossero stati sfiorati da nessuno per un lungo periodo.
Inizia a leggerne i titoli, e le date delle stampe, tutte date comprese tra il 1795 e il 2001.
Ad un certo punto notai un libro sotto la libreria: sembrava un diario.
Aprii una pagina a caso e inizia a leggere…
24 Ottobre 18xx
Elena, come stai? Io non molto bene: da quando ti hanno licenziata le mie condizioni di salute sono peggiorate. Mi manchi molto, e nessuna cameriera sarà mai come te, la mia cameriera!
Il dottore ha detto che rischio di peggiorare ancora…
Non riesco più a sognare, almeno prima a volte non sognavo, ora tutto ciò che si trova di notte nella mia testa sono incubi, orribili e freddi incubi. La signora Ofelia ha detto che c’è un rimedio, così hanno mandato Leon ha cercarlo, tuttavia non ha ancora fatto ritorno. È ormai un mese, che si è inoltrato dentro la radura.
Non leggerai mai questa lettera, Elena, perché nessuno vuole che io abbia più contatti con te. Ho deciso che non scriverò più a nessuno: conserverò le lettere che scrivo qui con me, in questo diario.
Ho saputo che ti trovi nella regione di Kanto, spero che tu stia bene, e che in un modo o nell’altro, tu possa capire il contenuto di questa lettera.
Tua, Emily.
 
Tutte le pagine erano scritte così, e alla fine la firma riportava sempre il nome di Emily, ma del cognome nessuna traccia.
Decisi di prendere questo libro con me, insieme ad altri due libri: Miti e Leggende del mondo e Fiabe e Favole di Sinnoh.
Continuai a leggere il “diario”, e scoprii che Kanto veniva citata molte volte nelle lettere. Fui presa dalla nostalgia di casa, e della mia regione natia, in cui volevo ritornare ad ogni costo.
Ritirai il diario e mi spostai in un’ altro corridoi della casa, che portava ad altre stanze. Le esplorai quasi tutte senza intoppi, ma arrivata alla penultima mi accorsi subito che qualcosa non andava: mi sentivo osservata…
Mentre cercavo il motivo di tanta angoscia, i miei occhi scarlatti ricaddero su un quadro appeso aduna parete. Riproduceva una bambina dagli occhi rossi e con i capelli marroni. Mi avvicinai al quadro per leggere la targhetta, e mi parve che gli occhi si fossero spostati dalla loro posizione originale, ma feci comunque finta di nulla.
Lessi il titolo ad alta voce. –Dedicato a Elena Granlotto.-  “Ecco qual’ era il suo cognome, Granlotto! Dove l’avrò già sentito…?”
Ci pensai su per qualche secondo, poi decisi di andarmene. Mi voltai e feci per uscire, fu allora che vidi una bambina attraversare il corridoio. Si fermò davanti alla stanza in cui mi trovavo, sulla soglia della porta.
Aveva un fiocco rosso e il vestitino giallo, pure le scarpe erano rosse. Si girò verso di me e mi sorrise raggiante. Aprì gli occhi scarlatti, e solo allora mi accorsi della sua somiglianza con il dipinto che stavo guardando poco prima.
-Ciao! Vuoi giocare con me?- mi chiese, ancora con il sorriso stampato in volto. Mi si avvicinò ad una velocità immonda, e si fermò a pochi centimetri da me, fluttuando per aria.
Stavo per urlare, ma mi tappò la bocca con una mano…
-Non farlo: sveglierai la mamma!- mi disse, spostandomi la mano dalle labbra.- Vieni, ti faccio vedere la sala da pranzo!-
Io non mi mossi, ma tutto il resto cambiò: mi ritrovai con la bambina in una sala  da pranzo, dove vi era anche un maggiordomo.
-Buongiorno, signorina Elena. Posso aiutarvi?-
Come avvenuto prima con Elena, anche lui si “teletrasportò” da una parte all’altra della sala.
-No, niente! Vieni, ti faccio vedere il resto della casa, Scarlet.-
Rabbrividì: come poteva conoscere il mio nome?
La casa cambiò di nuovo: ora era bella, luminosa, e piena di persone. Non vi era ne polvere, ne ragnatele, ne silenzio.
-Benvenuta a casa mia, Scarlet! Questa è la mia vera casa, e stanno festeggiando la mia guarigione dalla malattia degli incubi.
Mi guardai intorno, finché non svanì tutto, pure la bambina.
Era tutto nero e buio, e sentivo solo il ticchettare di un orologio.
Della bambina era rimasta solo la voce, ma raramente parlava. Poi vidi qualcosa di raccapricciante, che mi restò impresso nella mente: c’era sangue, tanto sangue e tante persone stese a terra, tra cui anche la bambina che mi aveva guidata fin lì, e che mi era appena ricomparsa affianco.
-È stata lei, a fare tutto questo.- indicò una bambina bionda, con i capelli lunghissimi. A vederla doveva avere su i nove anni, non di più.
-Ora sono sola, per colpa sua, però se tu restassi con me, non sarei più sola!- tirò fuori da non so dove un coltello, e mi prese in piena schiena.

-Sei felice, Scarlet? Ora rimarremo insieme a giocare per sempre.- pronunciò queste parole, prima che tutto svanisse nel nulla, una volta per tutte.
 
Mi risveglia in un letto bianco, e mi sentivo ancora intontita. Alzai la testa e mi guardai intorno: le pareti erano blu con dei puntini bianchi; come per ricordare il cielo e sulla parete davanti a me regnava una grande “G” gialla, il pavimento in ferro e una piccola finestra dava sul cielo celeste con sfumature rosee, segno che era sorto da poco il sole. Alla mia sinistra vi erano delle scale che portavano verso il basso.
La testa mi girava e pulsava, faceva male e quindi mi riappoggiai sul cuscino.
-Ma dove diamine sono finita?!- mi chiesi, con un fil di voce.
-A Evopoli.- le rispose una voce ghiacciata, che la fece rabbrividire.
Apparteneva ad una ragazza con i capelli azzurri tagliati a caschetto, vestita con quella che sembrava una tuta da astronauta.
-E tu ti trovi nella nostra base. Ti ha trovata il comandante nella villa qui vicino: ringrazialo, quando lo vedi, per aver avuto pietà di una marmocchia svenuta. Mi ha anche chiesto di dirti di stare alla larga da quel luogo: non è maledetto, come tutti dicono, ma vi è una perdita di gas allucinogeno. Se fossi rimasta lì dentro anche solo un quarto d’ora in più non saresti qui con noi, adesso.- fece una piccola pausa, come per pensare a cosa dire…
–So già chi sei: tutti i telegiornali parlano della marmocchia svanita nel nulla qualche giorno fa, che saresti tu. Ma attualmente non importa. Il comandante vuole parlarti di persona, sveglia, possibilmente. Non appena ti sarai ripresa del tutto ti accompagnerò a parlargli, tanto il sole è sorto da poco: Sicuramente starà ancora dormendo.- mi toccò la fronte con una mano. –la febbre non c’è più, ma riposati comunque.-
Mi dava già sui nervi, quella lì! Chi l’avrebbe mai detto, che nel giro di un mese sarebbe diventata una mia fedele assistente.


________________________________ Angolino Angoletto della Lady scarlatta.

Buongirno a tutti, cari lettori! Innanzi tutto, grazie per aver letto fin qui, vuol dire che avete tempo e pazienza da dedicare ad una criminale a tempo perso come me! *^* (XD) Con l'inizio del prossimo capitolo, terminerò con la saga "The scarlet Princess", e Scarlet sarà, finalmente, riconosciuta come dev'essere. Già dal prossimo capitolo, ci saranno moooooolti accenni alla Mars/Saturn e alla Saturn per tutti! XD Cioè, ora qualcuno mi spieghi chi non stravede per il nostro Saturno! Altro che pianeta, nella lezione di Astronomia alla domanda "Cos'è Saturno?" ho isposto sul serio " Il comandante strafigo del team Galassia, quel bel ragazzUolo!" ( faccia della prof: O.o)
Tornando a noi...come promesso, appena finiti gli esami ho aggiornato! ^-^
Il capitolo è ancora un po' cortino, perché finito l'esame sono entrata in modalità "crisi dello scrittore", e non avevo ispirazione, quindi non sono riuscita a scrivere molto. Gomen Nasai! T^T
Ah, giusto! Ringrazio tutti coloro che hanno letto e Euphemia per aver recensito lo scorso capitolo! *Infinitamente grata*
Vado a letto (cavolo, è già  così tardi?!) Good night at Also
Kiss!<3
Giu-chan.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: DeathOver