Will you marry me?
<<
Nicholas, ti
prego. >>
Lo supplicai
ancora una volta, trattenendolo mentre
apriva la portiera della macchina. Lui si voltò verso di me,
scrutandomi con i
suoi occhi meravigliosi, facendo una piccola risatina. Sì,
mi stavo comportando
da bambina capricciosa, e sì, era assurdo non voler
incontrare la famiglia di
Nicholas, ma non potevo farci nulla. Avevo timore della loro reazione,
di cosa
pensassero di me: insomma, se non gli fossi piaciuta? Era un grosso
esame da
superare e non mi sentivo pronta, anche dopo sei mesi di relazione.
Posò la
mano sul mio ginocchio e avvicinò il suo viso al mio, prima
di sussurrarmi
delle dolci parole.
<<
Amore, non ti devi preoccupare. È solo
la mia famiglia. Ti ameranno, vedrai, proprio come me. E, se
così non fosse –
cosa molto improbabile – non importa. Non ho certo bisogno
del loro consenso
per stare con te. So che sei tu la donna che amo. Però
dovranno pur
conoscerti, prima o poi, non credi? >> Disse, con una
punta di ironia
sulla frase finale. Lo guardai ancora un po’, poi presi un
lungo respiro e gli
risposi.
<<
Hai ragione. >> Gli dissi. Lui mi sorrise. Si sporse un
po’, per
lasciarmi un dolce bacio sulle labbra, prima di aprire definitivamente
la
portiera e uscire dalla Mustang. Fece il giro e, - come aveva sempre
fatto da
quando ci eravamo conosciuti – mi tese la mano per aiutarmi
ad uscire, che io
strinsi facendo intrecciare le nostre dita. In poco tempo percorremmo
il
vialetto di casa Jonas, arrivando alla candida porta
d’ingresso. Ad aprirci,
pochi minuti dopo, fu una solare quanto ingombrante Danielle, che
tentò di
abbracciare me e Nick nonostante il voluminoso pancione.
<<
Oh, menomale che siete arrivati! Kevin e
Denise non mi permettono di far nulla, per colpa di questo piccolo
Jonas!
Almeno adesso sarò in compagnia. >> Disse,
scatenando le nostre risa. Ci
scortò poi al giardino, mentre io, ancora con la mano
saldamente ancorata a
quella di Nicholas, guardavo stupefatta l’ampia piscina poco
distante dalle porte
scorrevoli del balcone. Notai vicino ad essa delle sedie e un
divanetto, con un
tavolino basso al centro. Una vera e propria sala relax. Più
in là, contornato
da bouganvillee, era posto un gazebo, interamente fatto in legno, con
delle
ampie panche e delle magnifiche lucine a neon tutt’intorno il
corrimano.
Spostai lo sguardo sulla tavola, imbandita con la massima cura, e vidi
gli
altri componenti della famiglia. Nicholas mi precedette,
accompagnandomi a
salutare i fratelli, Blanda e il signor Jonas.
<<
Finalmente ti conosciamo, Jane.
>> Disse Kevin Paul Senior stringendomi la mano.
<<
Sono lusingata di poter dire lo stesso,
signor Jonas. >> Risposi.
<<
Puoi anche darmi del tu, d’ora in poi.
>> Disse, sorridendomi.
Ricambiai,
sorridendo a Nicholas e posando la borsa su
una delle sedie adiacenti al tavolo. In pochi minuti sentii una voce
melodiosa
chiamare a gran voce il mio ragazzo. Mi voltai e notai che Denise Jonas
stava
dolcemente abbracciando suo figlio minore, che ricambiava la stretta
sfoggiando
il migliore dei sorrisi. Quando vidi gli occhi di Denise diventare
lucidi mi
sentii davvero in colpa, perché infondo era anche
colpa mia se non si
vedevano da così tanto tempo. Nicholas sciolse
l’abbraccio e tese una mano
verso di me, che afferrai prontamente, sorridendo incerta.
<<
Mamma, lei è Jane, la mia ragazza.
>> Sorrisi, cercando di essere più convincente
di prima.
<<
È un piacere per me conoscerla, signora
Jonas. >> Sentenziai, mentre il cuore andava a mille
battiti al secondo.
Denise si portò entrambe le mani sul cuore, con gli occhi
che le brillavano,
poi spalancò le braccia e mi accolse nel migliore degli
abbracci. Potevo
sentire il sorriso di Nicholas accanto a me, accompagnato dalla sua
soddisfazione e dal suo orgoglio mentre la madre mi stringeva a
sé
come una figlia. Sciolse l’abbraccio, sfiorandomi il viso con
le sue morbide
mani.
<<
Sei così dolce, e così bella. >>
Parlò,
quasi in un sussurro.
<<
Sono grata che mio figlio ti abbia
incontrata, Jane. Da quando è con te è tornato a
sorridere. >> Disse,
prendendo le mie mani e stringendole tra le sue.
<<
Sono io grata di aver incontrato una persona
tanto speciale e magnifica come Nicholas, e di aver conosciuto anche la
sua
meravigliosa famiglia. Vi ringrazio per avermi accolta nella vostra
casa,
signora Jonas.>> Dissi, ormai al limite delle lacrime
anch’io, passando
lo sguardo da Nicholas alla madre.
<<
Oh no tesoro, chiamami Denise. Ora sei parte
della nostra famiglia. Sai, ho sentito tanto parlare di te!
>>
Esclamò la donna di fronte a me, lasciando una carezza sulla
guancia del
figlio.
Raggiungemmo gli
altri componenti della famiglia,
sedendoci a tavola per gustare il delizioso pranzo preparato da Denise.
Fu dopo
il dolce che notai uno strano luccichio negli occhi di Nick. Aiutammo a
sparecchiare tutti insieme, poi mentre gli uomini discutevano di
affari, e le
donne parlavano di pappe
e pannolini, Nicholas mi
prese la mano e mi portò un
po’ più in disparte. Mi guidò fino a un
pianoforte a coda, bianco, situato
vicino la piscina.
<<
Lo so che è un po’ preso, ma muoio dalla
voglia di chiedertelo, perciò ascoltami, ok?
>> Annuii, confusa,
guardandolo prendere posto sul seggiolino del pianoforte.
Rimasi
lì, in piedi, con i capelli e il vestito mossi
lievemente dal venticello che tirava.
Entered
with a broken wing,
When
you showed up at my door.
Now
I’m falling more in love,
Than I ever was before.
And
if you must know the truth,
I
knew that it was you,
So
when you will,
And
when you won’t
I Do.
D’un
tratto, lì, a quelle due semplici paroline,
capii.
E un nodo si fermò alla gola, mentre le mani sudavano
e il cuore batteva a mille.
I know that an Endless Love isn’t something you can teach.
With
you, there’s not a star in the sky that I can’t
reach.
So,
when you must know the truth,
I
knew that it was you,
So
when you will, and when you won’t, I Do.
Le prime lacrime
iniziarono a scorrermi lungo le
guance, copiose, come ero sicura fossero anche quelle di Denise, di
Danielle, e
forse anche di Blanda, dietro di me.
Portai le mani
alla bocca e le lasciai scivolare via,
indisturbate, accogliendo quella gioia e serenità che
sentivo, in quel preciso
attimo.
So
when you will, and when you won’t,
You
can trust that I will.
When
we won’t and when we will, oh, I Do.
Si
alzò, e non posso descrivervi com’era bello con
quel sorriso stampato sul viso. Si inginocchio ai miei piedi e prese un
piccolo
cofanetto dalla tasca.
<<
So che regalarti un diamante sarebbe stato
inutile, perché tu sei la mia stella e non
c’è bisogno di un pezzetto di vetro
che luccica per provarlo. >> Lo guardai, mentre prendeva
fiato. <<
Quindi, ho pensato che questo – disse aprendo il cofanetto
– sarebbe stato perfetto
per te. >> Osservai l’anello al suo interno,
una piccola rosellina bianca
con due foglioline accanto, la cosa più bella che avessi
mani visto.
<<
Dunque, Jane, vuoi sposarmi? >> Disse,
guardandomi ancora una volta negli occhi. Annuii con veemenza,
per poi
rispondere un Sì commosso, mentre lui
sorridente come non mai e mi
abbracciò e mi baciò le labbra. La famiglia
applaudiva alle nostre spalle e lui
fece incontrare i nostri volti.
<<
Ti amo, Nicholas. >>
<< Ti amo anch’io, Jane. >>
Ehi!
Eccomi qui, all'attacco, la Blueballoon di sempre!
Spero che questa OS vi piaccia. Io ADORO i Jonas, e amo particolarmente Nicholas, così...
La canzone citata è I Do, scritta proprio da Nicholas, ma per il matrimonio di Kevin e Danielle. Vi lascio il link.
http://www.youtube.com/watch?v=hPSK3jeIK2M
E poi, da appassionata di moda, vi lascio anche l'abbigliamento di Jane, la mia protagonista.
Oh, e, per finire - come se non vi avessi lasciato già abbastanza link - vi lascio la mia nuova storia.
Vi avviso, è sugli One Direction.
Complicated.
Bene, aspetto i vostri commenti in proposito ;)
Vi lascio, un bacio.