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Autore: Keros_    30/06/2013    5 recensioni
Il preside successivo, Bruce Jackson teneva molto a quella cerimonia e pensava lui stesso a far sistemare il giardino, il rinfresco, a chiedere al prete di Westerville di predicare la messa e ai Warbler di fare una piccola esibizione sobria e delicata, degna di un evento così importante.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Questa Fanfiction è in risposta alla sfida lanciata da Medea00 sul gruppo Seblaine Events

"Vi sfido a scrivere una fanfiction comedy usando come propmt 'Angst'
"

 

(io ho fatto nonsense, perdonatemi)


 

Gentleman




Dalton Philip III era morto nel 2008 con un infarto quando deteneva ancora la carica di preside. Ogni anno, il 4 Novembre, veniva ricordata la sua morte con una piccola cerimonia nel cortile della Dalton Accademy, dove tutti si vestivano di scuro, tenevano un comportamento impeccabile e gli studenti potevano non indossare la divisa per mettere un vestito elegante.

Il preside successivo, Bruce Jackson teneva molto a quella cerimonia e pensava lui stesso a far sistemare il giardino, il rinfresco, a chiedere al prete di Westerville di predicare la messa e ai Warbler di fare una piccola esibizione sobria e delicata, degna di un evento così importante. 

In verità sapevano tutti che l’unico motivo per cui il preside teneva a quella cerimonia, era la tresca che aveva avuto col defunto quando ancora erano vicepreside e preside, oppure nessuno avrebbe potuto spiegarsi il motivo di tutta quella devozione per quell’avvenimento. 

Dalton Philip III era stato un preside severo, che non concedeva nessuno tipo di svago ai suoi studenti e troppo rigido con le regole e il coprifuoco. Nessuno poteva girare per la scuola superate le otto e trenta e tutte le luci dovevano essere spente per le nove e dieci. 

In quei due anni di carica, aveva trasformato la Dalton Accademy in una vera e propria prigione, spingendo molti studenti ad abbandonare la scuola per via delle troppe punizioni e i compiti insostenibili. 

Tra gli studenti che lasciarono la scuola, c’era Blaine Anderson; che nello stesso periodo aveva conosciuto Kurt Hummel. Così incoraggiato da un sacco di cose, aveva fatto la valigia ed era andato via, salutando i Warbler con calore, con la promessa di tornarli a trovare ogni qual volta che ne avrebbe avuto l’occasione. 

Tutti i suoi amici lo avevano supportato, tranne, ovviamente, Sebastian Smythe. Tutti si aspettavano la sua reazione, anche se nessuno voleva davvero ammetterlo. Sebastian e Blaine erano migliori amici, ma quando il moro lasciò la Dalton, per mesi Sebastian lo lasciò fuori dalla sua vita, accusandolo d’aver messo davanti a lui un ragazzo conosciuto da poco. E aveva ragione. 

Blaine non capì il motivo di tutta quella gelosia fin quando non ruppe con Kurt e Sebastian tornò da lui per consolarlo. Dopo quasi un anno, Sebastian gli confessò che era segretamente innamorato di lui da tanti anni e alla fine si misero insieme. 

Nonostante ciò, Blaine non volle comunque tornare alla Dalton per diversi motivi, tra i quali il divorzio tra i suoi genitori e che quindi non potevano permettersi di pagargli una retta così costosa. Quando lo spiegò ai suoi amici, questi smisero di assillarlo e lui iniziò ad avere il cuore più leggero ogni volta che andava a trovarli. 

Anche se da anni non frequentava più la scuola, ogni anno il moro riceveva l’invito alla cerimonia per ricordare la morte di Dalton Philip III, a cui partecipava sempre non capendo perché  tutti i suoi amici si lamentassero. 

“..Io non sono nemmeno credente, non capisco perché diamine debba assistere alla messa.” 

“Sebastian, nemmeno credo in dio, ma è una cosa che dobbiamo fare.” 

“Non siamo costretti.” Mentì Sebastian, circondando i fianchi del suo ragazzo con un braccio. “potremmo andarcene.”

“No, Sebastian, io non sono costretto, tu ti prenderesti una bella nota disciplinare.” Gli fece notare Blaine, allungando il passo per mettere della distanza tra i loro corpi e togliere ogni tipo di contatto. 

Percorse il giardino con passo deciso, sorridendo alle persone che già aveva salutato in precedenza. Percorse il corridoio creato dalle file di sedie rivolte verso un piccolo calco che era stato montato appositamente per l’occasione su cui vi era posto un piccolo leggio, un cartellone con la foto dell’ex preside e una collana di fiori. 

Continuò a camminare tra le persone che prendevano posto, fin quando non trovò una sedia libera nella settimana fila, proprio quella ad angolo, si sedette lì e subito dopo Sebastian lo raggiuse, alzando un sopracciglio. 

“Perché ti sei seduto?”

Blaine lo guardò sorpreso, poi si guardò in torno. “Si stanno sedendo tutti e tra poco inizia la celebrazione.”

“Si, ma perché qui?” Continuò il più altro, intrecciando le braccia al petto. 

“Sebastian ne abbiamo già parlato io vicino a te non mi ci siedo.” Rispose seco, con un tono che non ammetteva repliche. Blaine sapeva benissimo che se si fossero seduti vicini, Sebastian avrebbe passato un ora a stuzzicarlo, facendogli il piedino, palpandogli la gamba e altri parti del corpo; per quanto la cosa potesse sembrare eccitante, non gli sembrava il caso per una ricorrenza del genere. 

“Dai Blaine, il posto te l’ho fatto lasciare apposta,” tentò il suo ragazzo comunque, cercando di persuaderlo. Sebastian essendo il capitano dei Warbler, doveva sedersi insieme agli altri compagni nelle prime due file del lato sinistro, aspettando il loro turno per la loro esibizione. 

“Non sono più un Usignolo, Seb, lo sai che non posso sedermi con voi.”

“Fa come vuoi,” cedette in fine il più alto, sapendo benissimo che quella era una scusa colossale. Lo guardò con sufficienza e poi si girò dall’altra parte senza nemmeno accarezzargli la mano come tutte le volte che non potevano permettersi di darsi un bacio in pubblico.

Blaine lo vide allontanarsi e sospirò forte, ma aveva fatto la cosa giusta.

 

*

 

Forse una cosa tanto giusta non era, pensò il moro mentre ascoltava la messa, annoiato, guardando i capelli del suo ragazzo di tanto in tanto. 

Sapeva che si stava annoiando anche lui e lo poteva capire da come si muoveva ogni due secondi sulla sedia o parlottava a mezza voce con gli altri Warbler, cercando di non farsi scoprire. Erano soltanto a metà predicazione già si sentivano incatenati a quelle sedie come se non fosse stata una via di uscita. 

Blaine guardò accanto a sé, notando che la donna che sedeva alla sua destra, seguiva rapita le parole del prete, tenendo le mani giunte e guardandolo con occhi adoranti. Sorrise a quella visione e poi si girò di nuovo a guardare Sebastian, trovandolo a stringersi la mano con Jeff per un accordo; dopo, entrambi ghignarono. 

Blaine aguzzò la vista per cercare di capire cosa i due stavano dicendo, ma l’unica parola che riuscirono a capire fu “forza” da parte di Jeff. A quel punto intervenne Nick, seduto tra di loro, che disse qualcosa di sicuramente intelligente, perché i due lo mandarono a quel paese senza curarsi troppo si essere discreti. Il moro scosse la testa, alzando di poco le mani per non farsi notare, in segno di arresa; gli altri due fecero di si con la testa e poi Sebastian si girò per incontrare gli occhi di Blaine, gli sorrise e gli fece un cenno con la mano che significava “torno tra un attimo.”

Blaine annuì e Sebastian si alzò in piedi, piegandosi per non togliere la visuale di chi stava dietro, si allontanò; a distanza di un minuto, piano pieno e senza dare troppo nell’occhio, anche tutti gli altri Usignoli si allontanarono, lasciando le prime di file vuote, ma nessuno se ne accorse. 

Passarono altri cinque minuti in cui si sentivano alcuni borbottii arrivare da altre parti del giardino, ma nessuno si alzò a controllare, nonostante il preside Bruce diede più volte segno di essere infastidito da queste voci. 

“Adesso, alziamoci tutti insieme per il Padre Nostro,” disse il prete, alzando le braccia, rivolgendo i palmi verso l’alto e tutti i presenti si alzarono in piedi, seguendo il suo esempio.

Poi iniziò la preghiera. “Padre nostro, che sei nei cieli, sia santifica-“ Ad un certo punto la sua voce non si sentì più perché il microfono era stato staccato. 

Tutti si guardarono allarmati e poco dopo dalle casse uscì della musica e a Blaine ci vollero pochi secondi per riconoscere la canzone: Gentleman di Psy; il tormentone del momento. 

Subito dopo, dal dietro, salirono sul palco i Warbler tutti in abito scuro, cravatta e occhiali da sole, anche se quel giorno il sole non si era nemmeno visto; facendo perno sulle travi in ferro. Sebastian iniziò a cantare venendo in avanti sul palco, in testa al gruppo, mentre gli altri gli andavano dietro e il prete si faceva da parte, bianco in volto. 

Alagamun-lan, weh, wakun, heya, hanun, gon 
Alagamun-lan, weh, makun, heya, hanun, gon 
Alagamun-lan, ari, gari, hanon, kari, he 
Alagamun-lan, we-like, we like party, hey 

Tutti i Warblers si misero in fila, alzando le braccia per allinearle con le spalle; allargarono le gambe e iniziarono  a far ondeggiare i bacini in maniera ridicola. Poi si misero di nuovo composti misero le braccia disposta verso destra e cantando: 

 

Ichiba, varriya, is hara moru, mashi sondori, yama, varriya 
Yougun, pegi, tur, equa, machen, varriya 
Noga, onku, pega, haga, kunge, nande, varriya 

Damn girl, you're so freakin

Iniziarono a muovere le braccia in modo osceno e ridicolo e tenendosi in equilibrio su un piede, iniziarono a saltellare verso sinistra. 

Dopo quando ci fu soltanto la base musicale, i ragazzi iniziarono a saltare sul posto ventolando un pugno in aria e il parroco, che fino a quel momento era rimasto senza parole a fissarli stranito, prese a ballare pure lui, facendo svolazzare la tonaca. 

Ovviamente non conoscendo i passi, si limitò a fare quello che i ragazzi fecero precedentemente, così saltando su un piede, andò a sbattere contro Sebastian, che cadde giù dal palco, cadde a terra e per non fare brutta figura, si distese a terra su un fianco, tenendosi la testa con una mano e fece una posa sexy. 

Blaine scoppiò a ridere come un pazzo, mentre accanto a lui la signora lo guardava preoccupata. 

Fu allora che si guardò in torno e vide che anche gli altri presenti stavano ballando, cercando di imitare i Warblers in modo comico. C’era chi ormai era uscito pure fuori di testa e andava saltando a destra e a sinistra o chi sculettava senza pudore senza un vero e proprio perché. 

Sebastian si mise in piedi mentre nessuno lo cagava di striscio e si avvicinò sempre di più a Blaine che lo guardava senza riuscire a trattenere una risata, perché era tutto sporco di terra da un lato e il modo in cui camminava sculettando che si teneva poggiato l’indice sul mento mentre aveva l’altro braccio a sostenergli il gomito. 

Quando iniziò il ritornello gli era difronte a qualche centimetro di distanza e sempre tenendo le braccia in quel modo iniziò a strusciarsi su di lui mentre cantava.

 

I-I-I I'm a, I-I-I I'm a 
I-I-I I'm a, mother-father-gentleman 

La musica si staccò in quel momento, tutti si fermarono di botto e si girarono a guardare verso il palco. Tutti gli Usignoli erano fermi, terrorizzati, e vicino a una cassa c’era in piedi il preside Jackson con la spina dello stereo tra le mani, gli occhi ridotti a due fessure e rosso di rabbia. 

 

 

*

 

“Meritereste l’espulsione.” 

Nessuno dei ragazzi all’interno della stanza riuscì ad alzare lo sguardo dal pavimento a quelle parole; nemmeno Sebastian che solitamente era quello più strafottente del gruppo e Blaine gli strinse la mano. 

Erano nell’ufficio del preside da almeno dieci minuti, coinvolti in quell’interrogatorio senza uscita e a senso unico, perché nessuno dei ragazzi aveva ancora aperto bocca e Blaine lo sapeva, che nessuno di loro avrebbe parlato. 

“Allora, mi dite chi è stato a uscire questa idea?” 

Jeff si mordicchiò il labbro ma non disse nulla e Nick, accanto a lui si fece giusto un po’ più vicino per dargli sicurezza. Blaine fece scivolare gli occhi tra tutti i suoi amici, notando che erano tutti terrorizzati. 

“Benissimo, allora avrete tutti due mesi di punizioni e quest’anno non parteciperete a nessuna competizione canora.”

“Cosa?”

“Non può farlo.”

“Sta mentendo.”

Nell’ufficio si levò un mormorio generale e Blaine si sentiva sempre più in dovere di intervenire. I Warblers non potevano perdere l’occasione di poter partecipare alle Regionali per uno scherzo, nonostante fossero nei Glee Club avversari. 

“Sono stato-“

“Io.” Lo interruppe Sebastian, lasciando andare la sua mano per incrociare le braccia al petto. “E’ stata una mia idea.”

Ma non aveva senso, pensò Blaine, perché l’aveva-

“Il motivo?” Chiese con astio il preside, diventando sempre più rosso in viso. 

“Blaine si annoiava,” rispose lui con tono piatto, alzando le spalle. 

Blaine si girò a guardarlo stranito, sentendo un piacevole calore scaldargli il petto. Non disse niente e si limitò a stringergli la mano ancora di più; anche se non capiva ancora perché non gli avesse lasciato prendersi la colpa, che su di lui non avrebbe avuto nessuna ripercussione. 

“Bene,” disse il preside, voltandosi verso gli altri ragazzi, “voi potete andare, lasciatemi solo con Smythe e Anderson.”

Blaine si mosse nervoso sulla sedia, mentre Sebastian sfoggiò un ghigno. Gli altri Usignoli lasciarono la stanza lasciando uno sguardo preoccupato, ma Blaine gli sorrise per far capire loro che sarebbe andato tutto per il meglio.

“Per questo suo fantastico scherzetto, signorino Smythe,” iniziò il preside una volta rimasti da soli, “ ha perso la carica di Capitano degli Usignoli e come se non bastasse, non le concederò più il favore che ero disposto a farle.”

Sebastian si irrigidì e si chinò avanti sulla sedia, “la richiesta che le ho fatto è importante.”

“Anche la cerimonia di oggi che lei ha rovinato, lo era; e tuttavia non penso che il signor Anderson morirà nel dividere la stanza il signor Duval.”

Blaine strabuzzò gli occhi, “Stanza?”

Sebastian gli fece un cenno della mano per zittirlo e lui lo sguardò torvo.

“Si, per il trasferimento che suo padre ha chiesto ieri; non condividerete nessuna stanza con Sebastian. Queste sono le regole.”

“Bene,” intervenne acido Sebastian, mentre nella testa di Blaine il caos divagava, “ne parlerà direttamente con mio padre.” 

Detto questo si alzò in piedi, afferrò la mano di Blaine e senza fargli il tempo di aprire bocca o chiedere spiegazioni lo trascinò via con lui. Si fermarono soltanto davanti alla porta, Sebastian si fermò guardò il preside e poi disse “I'm a mother-father gentleman,” battendo il piede a terra.

“FUORI!”

 

 

*

 

 

“Ti sta bene la divisa, sai?” Gli chiese retoricamente Sebastian, pizzicandogli il sedere.

“Davvero? Non mi fa più.. basso?”

“Sei tu ad essere un hobbit, non dare colpe a chi non ne ha,” lo prese in giro il suo fidanzato, poggiandogli il braccio sulle spalle mentre si dirigevano in aula coro. 

Quello era il primo giorno alla Dalton di Blaine dopo tanto tempo e ancora non riusciva a credere che suo padre con gli ultimi soldi che aveva messi in banca gli aveva pagato la retta per fargli trascorrere l’ultimo anno di liceo nella scuola a cui apparteneva. 

Si fermarono davanti alla porta di legno scuro e Blaine sentì il cuore battere più forte nel petto. Era troppo nervoso, così alzò lo sguardo sul volto di Sebastian e chiese: “Secondo te sarò un bravo capitano?”

“Sarai perfetto.” Detto ciò, Sebastian gli baciò i riccioli liberi dal gel e lo accompagno dentro. 

 


 


 

Giuro che mi sento in colpa per questa porcata. 
Il video e la canzone la trovate qui. Anche se la conosciamo tutti. 
Mi scuso per gli eventuali errori, ma non è betata, penserò a sistemarla il prima possibile. 

Keros_
   
 
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