Love
has
no color.
Ciao.
Io
sono Adja, no, non è
il nome di una malattia –anche se per alcuni potrebbe
esserlo-, tranquilli è
solo il mio nome.
Ho diciotto anni, sono
ghanese, ma vivo in Irlanda con i miei genitori adottivi, da quando
avevo tre
anni.
Beh,
non perdiamo tempo
con le descrizioni. Questa sono io:
Sono
una persona molto
solare, espansiva e caritatevole.
In
questo periodo
soprattutto, sono molto di buon umore.
Il
mio buon umore è
dovuto dal mio migliore amico, nonché unico amico
“bianco” nella mia scuola- e
nella mia vita-. I miei genitori essendo benestanti, hanno deciso di
iscrivermi
in una delle scuole migliori. In questa scuola però di
colore saremo sì e no dieci
e non tutti hanno la fortuna di essere ben voluti tra gli altri
ragazzi.
Comunque non mi faccio tanti problemi, anzi, sto bene così.
Dicevo:
il mio migliore
amico.
Ha
un anno più di me, è
la mia versione maschile, è tutto ciò di cui ho
bisogno per sentirmi a casa,
per sentirmi felice. È la prima persona che mi prende in
giro appena faccio
qualcosa di stupido, ma è comunque la prima a consolarmi o a
consigliarmi. È ciò
per cui i vivo, la mia linfa vitale, la mia energia. Il suo sorriso
è il
migliore del mondo. È come se fosse il mio fratello gemello.
Per capirmi gli
basta uno sguardo. È incredibile il fatto che mi basti un
giorno lontana da lui
per cadere nella depressione più totale. Lui è
quello che viene a casa mia per
guardare ‘Grey’s Anatomy’ ogni santo
venerdì sera. È quello con cui ho pianto
quando George –il mio preferito- è morto. Lui
è la mia Meredith Grey ed io sono
la sua Cristina Yang.
Lui è la mia
persona. Jason è la mia persona.
Questa è la mia
persona:
Perché?
Beh,
lasciate che vi
racconti tutto fin dall’inizio.
Io
ho una cotta per lui
da sempre, anche se penso che dalla
descrizione che vi ho fornito l’abbiate già capito.
Abbiamo
passato,
passiamo, e spero passeremo, la maggior parte del tempo insieme.
I
miei genitori lo
adorano, nel vero senso della parola. I suoi invece, non sapevano della
mia
esistenza.
O
almeno non sapevano
della mia esistenza fino a qualche giorno fa.
Jason
si era inventato
un migliore amico di nome Alan, venuto dalla California.
Tutto
ciò perché i suoi
genitori sono due cinquantenni molto
“all’antica”. Capite cosa intendo?
Il
fatto è che la
parola “ razzista” è orribile, mi fa
venire i brividi.
Comunque,
un paio di
giorni fa ha deciso di smettere con questa falsa.
Così,
verso le undici
di sera me lo sono trovato davanti casa ad implorarmi di seguirlo per
conoscere
i suoi genitori.
Io
l’ho seguito. Non
sapevo che i suoi fossero “razzisti”, pensavo
fossero solo –come ho detto
prima- un po’ all’antica. Invece mi sono ritrovata
nel loro salotto sola come
un cane ad ascoltare la litigata tra Jason ed i suoi genitori.
-
Ci hai mentito!-
-Oh
andiamo papà. Appena l’ho conosciuta mi hai
detto di lasciar perdere tutti quelli di colore.-
-E
allora perché diamine è nel mio salotto?-
-Caro,
ti prego.-
-No!
Nostro figlio frequenta una sporca negra!-
-Vaffanculo
papà. Sei un fottuto razzista di merda!-
-Jason,
non alzare la voce verso tuo padre.-
-Mi
fate schifo!-
-No!
Sei tu quello che fa schifo. Hai mentito a tua
madre e tuo padre per una vita!-
-Ma
lei è importante per me!-
-Ma
non potevi trovarti qualcun’atro?-
-Perché
scusa? Dov’è il problema?-
-Il
problema è che è una negra!-
-Fottiti.
Il problema sei tu! Il problema è nel tuo
cervello di merda!-
Un
rumore ed il
silenzio, e poi ancora urla.
-Mi
hai picchiato papà? Ora ti senti sollevato?-
Jason aveva un tono sornione.
-Cacciala
dal mio salotto e dalla tua vita e potrai
ancora considerarti mio figlio.-
-No.-
-Come
sarebbe a dire: no?-
-No.
Di averti come padre non me ne frega un cazzo.
Sei una merda come padre, lo sei sempre stato e sempre lo sarai.-
-Non
parlarmi in questo modo.-
-Altrimenti?
Che fai? Mi picchi ancora? Fallo! Così
ho un pretesto per alzare le mani. Mi cacci di casa? Fallo.
Così vivrò con
lei.-
-Vattene.-
-Con
piacere.-
Così
tornò da me, con
le guance arrossate e i pugni chiusi per la rabbia.
.-Vieni,
ce ne andiamo.-
Disse a denti stretti, passando per la sua camera,
prendendo una valigia blu.
-Non
sei più mio figlio!-
-Non
desideravo altro.-
Uscimmo,
avviandoci
verso il suo SUV nero.
Non
parlammo per la
maggior parte del tempo.
-Scusa.-
-È
okay.-
-No.
Non lo è, per niente.-
Disse, voltandosi verso di me con gli occhi lucidi.
–Mi dispiace tanto.-
-Hey,
non importa, davvero.-
Lui si voltò a guardare la strada, senza
rispondere, così decisi di cambiare argomento.
-Ma,
dove andrai a vivere?-
-Non
ne ho idea, troverò qualcosa tipo un motel o..
non ne ho idea.- Sbuffò.
-Vieni
da me.-
-Ma
i tuoi?-
-I
miei ti adorano.-
-Sicura?-
-Ma
ti pare? Avere un ragazzo che mi coccola 24h su
24? Per me va bene.-
Dissi
scoppiando a ridere.
-Okay,
ma mi cerco un lavoro e appena ho abbastanza
soldi mi prendo un appartamento.-
-Idiota.-
Nel frattempo eravamo arrivati.
-I
miei staranno dormendo, quindi fai silenzio.-
Dissi aprendo la porta.
-E
come gli chiediamo se posso stare qui?-
-Glielo
chiederemo domani. Ora: dove dormi? Non ho
un briciolo di posto e non voglio farti dormire sul divano.-
Dissi incrociando le braccia.
-Io
ho un’idea. Tu dormi sul divano e io in camere
tua.-
Disse abbracciandomi
da dietro, appoggiando la testa sulla mia spalla. –Dormi
con me.- Disse poi, abbassando la voce, rendendola sexy da
morire.
-Okay
ma…hai mal di gola?-
Dissi scoppiando a ridere.
Lui
sorrise
stritolandomi.
-Sei
così piccina.-
Sussurrò schernendomi per la mia piccola corporatura.
-Dai
muoviti che ho sonno.-
Dissi prendendolo per mano e accompagnandolo in
camera mia.
Lui
afferrò la valigia
e si apprestò a seguirmi.
Afferrai
il primo paio
di pantaloncini e la prima maglietta che mi capitarono e mi diressi
verso la
porta del bagno che avevo in camera.
-Tu
cambiati pure qui.-
Dissi sorridendo. Non feci in tempo a chiudermi la
porta alle spalle che lo vidi sfilarsi la maglia con un gesto rapido,
la vista
di quei i muscoli ben scolpiti mi fecero sussultare.
Mi
preparai in fretta
ed uscii, lui era lì, con gli occhi serrati, sdraiato sul
mio letto,
occupandolo tutto.
-E
scusa io dove dormo?-
Lui
si scansò
leggermente e senza parlare mi fece segno di stendermi accanto a lui.
M
sbrigai
stendendomi, appoggiandomi
al suo petto
nudo mentre il suo braccio si appoggiava delicatamente sui miei
fianchi.
Rabbrividii a quel contatto.
-È
da tanto che non dormiamo insieme, cucciola.-
-Mh.-
Ero troppo impegnata a scrutare ogni suo lineamento per rispondere
decentemente.
-Jason,
perché l’hai fatto?-Dissi
spostano il mio sguardo verso un punto imprecisato
sul soffitto.
-Cosa?
Litigare con i miei?-
-Eh.-
-È
difficile da spiegare.-
-Tu
provaci.-
-Adja..-
-Dimmi.-
Dissi voltandomi verso di lui. Eravamo vicinissimi.
-Ho
paura. Ho paura che se ti spiego il motivo di
tutto questo ci allontaneremo.-
-Non
succederà mai.-
In
cuor mio speravo che
mi dicesse quello che mi aspettavo. Quello che sognavo da sempre.
Quello che io
non ho mai avuto il coraggio di rivelare.
-Io…
Io… Io t…-
-Tu
cosa Jason?-
Dissi, mettendomi a sedere, lui fece altrettanto.
-Fanculo
alle parole.-
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò.
Un
bacio vero.
Somigliante a
quello dei film ma con
molte più emozioni.
-Ti
amo.-
Mi sussurrò a fior di labbra.
Io
non potei fare altro
che saltargli addosso abbracciandolo.
-Scusa,
non volevo dirtelo così. Ora i prego,
promettimi che tra noi non cambierà nulla.-
-Non
posso promettertelo. Sai anche tu che cambierà
qualcosa.-
-Ecco,
lo sapevo. Non dovevo dirti nulla.- Disse
alzandosi e iniziando a riordinare le sue
cose, come se fosse sul punto di partire per andare chissà
dove.
-Cosa
fai?-
-Me
ne vado. Se non possiamo più essere amici come prima
è inutile che io rimanga qui.-
-Ma
chi diavolo ti ha detto che non saremo più
amici? Chi ha detto che non ti parlerò più?-
-Beh…-
-No.
Ascoltami. Ti ho per caso detto che per te non
provo nulla? Non mi sembra di aver mai detto una cosa del genere.-
-Quindi
tu…-
Non lo lasciai finire, mi avventai su di lui, baciandolo
appassionatamente.
-Ti amo anche io Jason.- Gli risposi a
fior di labbra come aveva
fatto lui poco prima.
…
Così
ci siamo lasciati
trasportare dai baci e dalle carezze fino al giorno dopo quando abbiamo
raccontato
tutto ai mie genitori.
Abbiamo
vissuto felici
e contenti per due anni in cui Jason ha vissuto a casa mia, dopo
essersi
trovato un lavoro.
Ora
siamo in viaggio, in viaggio verso Las Vegas, nessuno lo sa, stiamo
andando a
sposarci, contro il volere di tutti, stiamo iniziando una vita insieme.
I
miei genitori, per quanto lo adorino, erano contrari al nostro
matrimoni per il
semplice fatto che io ho diciotto anni e lui diciannove, siamo giovani.
Giovani
innamorati.
Ora
non sono più la sua Cristina Yang e lui la mia Meredith
Grey, io sono più la sua
Meredith Grey e lui è il mio Derek Shepherd.
Finalmente
è il mio lieto fine, anzi, è l’inizio
della mia favola.
E
dire che non starei per sposare il mio migliore amico se i suoi
genitori non mi
avessero dato della ‘sporca negra’. Beh, fanculo.
La sporca negra vivrà per
sempre felice e contenta.
Ora
scappo, tocca a noi.
Un
bacio
Salvee
:3
Premetto
che non ho idea da dove mi sia venuta questa cosa.
Il
fatto è che tutte le storie che leggo le protagoniste sono
sempre “bianche”
così mi è venuta questa malsana idea. Chiedo umilmente scusa per ogni possibile errore.
Spero
vi sia piaciuta.
Un
bacio
Muchlove9