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Autore: Muchlove9    30/06/2013    4 recensioni
Jason e Adja.
Verranno divisi dalle loro origini o riusciranno a scappare da tutto e vivere insieme fino alla fine?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Love has no color.

Ciao.

Io sono Adja, no, non è il nome di una malattia –anche se per alcuni potrebbe esserlo-, tranquilli è solo  il mio nome. Ho diciotto anni, sono ghanese, ma vivo in Irlanda con i miei genitori adottivi, da quando avevo tre anni.

Beh, non perdiamo tempo con le descrizioni. Questa sono io:

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Sono una persona molto solare, espansiva e caritatevole.

In questo periodo soprattutto, sono molto di buon umore.

Il mio buon umore è dovuto dal mio migliore amico, nonché unico amico “bianco” nella mia scuola- e nella mia vita-. I miei genitori essendo benestanti, hanno deciso di iscrivermi in una delle scuole migliori. In questa scuola però di colore saremo sì e no dieci e non tutti hanno la fortuna di essere ben voluti tra gli altri ragazzi. Comunque non mi faccio tanti problemi, anzi, sto bene così.

Dicevo: il mio migliore amico.

Ha un anno più di me, è la mia versione maschile, è tutto ciò di cui ho bisogno per sentirmi a casa, per sentirmi felice. È la prima persona che mi prende in giro appena faccio qualcosa di stupido, ma è comunque la prima a consolarmi o a consigliarmi. È ciò per cui i vivo, la mia linfa vitale, la mia energia. Il suo sorriso è il migliore del mondo. È come se fosse il mio fratello gemello. Per capirmi gli basta uno sguardo. È incredibile il fatto che mi basti un giorno lontana da lui per cadere nella depressione più totale. Lui è quello che viene a casa mia per guardare ‘Grey’s Anatomy’ ogni santo venerdì sera. È quello con cui ho pianto quando George –il mio preferito- è morto. Lui è la mia Meredith Grey ed io sono la sua Cristina Yang.

 Lui è la mia persona. Jason è la mia persona.

 Questa è la mia persona:

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 Non sono completamente sicura di poterlo definire ancora “migliore amico”.

Perché?

Beh, lasciate che vi racconti tutto fin dall’inizio.

Io ho una cotta per lui da sempre, anche se penso che dalla descrizione che vi ho fornito l’abbiate già capito.

Abbiamo passato, passiamo, e spero passeremo, la maggior parte del tempo insieme.

I miei genitori lo adorano, nel vero senso della parola. I suoi invece, non sapevano della mia esistenza.

O almeno non sapevano della mia esistenza fino a qualche giorno fa.

Jason si era inventato un migliore amico di nome Alan, venuto dalla California.

Tutto ciò perché i suoi genitori sono due cinquantenni molto “all’antica”. Capite cosa intendo?

Il fatto è che la parola “ razzista” è orribile, mi fa venire i brividi.

Comunque, un paio di giorni fa ha deciso di smettere con questa falsa.

Così, verso le undici di sera me lo sono trovato davanti casa ad implorarmi di seguirlo per conoscere i suoi genitori.

Io l’ho seguito. Non sapevo che i suoi fossero “razzisti”, pensavo fossero solo –come ho detto prima- un po’ all’antica. Invece mi sono ritrovata nel loro salotto sola come un cane ad ascoltare la litigata tra Jason ed i suoi genitori.

- Ci hai mentito!-

-Oh andiamo papà. Appena l’ho conosciuta mi hai detto di lasciar perdere tutti quelli di colore.-

-E allora perché diamine è nel mio salotto?-

-Caro, ti prego.-

-No! Nostro figlio frequenta una sporca negra!-

-Vaffanculo papà. Sei un fottuto razzista di merda!-

-Jason, non alzare la voce verso tuo padre.-

-Mi fate schifo!-

-No! Sei tu quello che fa schifo. Hai mentito a tua madre e tuo padre per una vita!-

-Ma lei è importante per me!-

-Ma non potevi trovarti qualcun’atro?-

-Perché scusa? Dov’è il problema?-

-Il problema è che è una negra!-

-Fottiti. Il problema sei tu! Il problema è nel tuo cervello di merda!-

Un rumore ed il silenzio, e poi ancora urla.

-Mi hai picchiato papà? Ora ti senti sollevato?- Jason aveva un tono sornione.

-Cacciala dal mio salotto e dalla tua vita e potrai ancora considerarti mio figlio.-

-No.-

-Come sarebbe a dire: no?-

-No. Di averti come padre non me ne frega un cazzo. Sei una merda come padre, lo sei sempre stato e sempre lo sarai.-

-Non parlarmi in questo modo.-

-Altrimenti? Che fai? Mi picchi ancora? Fallo! Così ho un pretesto per alzare le mani. Mi cacci di casa? Fallo. Così vivrò con lei.-

-Vattene.-

-Con piacere.-

Così tornò da me, con le guance arrossate e i pugni chiusi per la rabbia.

.-Vieni, ce ne andiamo.- Disse a denti stretti, passando per la sua camera, prendendo una valigia blu.

-Non sei più mio figlio!-

-Non desideravo altro.-

Uscimmo, avviandoci verso il suo SUV nero.

Non parlammo per la maggior parte del tempo.

-Scusa.-

-È okay.-

-No. Non lo è, per niente.- Disse, voltandosi verso di me con gli occhi lucidi. –Mi dispiace tanto.-

-Hey, non importa, davvero.- Lui si voltò a guardare la strada, senza rispondere, così decisi di cambiare argomento.

-Ma, dove andrai a vivere?-

-Non ne ho idea, troverò qualcosa tipo un motel o.. non ne ho idea.- Sbuffò.

-Vieni da me.-

-Ma i tuoi?-

-I miei ti adorano.-

-Sicura?-

-Ma ti pare? Avere un ragazzo che mi coccola 24h su 24? Per me va bene.- Dissi scoppiando a ridere.

-Okay, ma mi cerco un lavoro e appena ho abbastanza soldi mi prendo un appartamento.-

-Idiota.- Nel frattempo eravamo arrivati.

-I miei staranno dormendo, quindi fai silenzio.- Dissi aprendo la porta.

-E come gli chiediamo se posso stare qui?-

-Glielo chiederemo domani. Ora: dove dormi? Non ho un briciolo di posto e non voglio farti dormire sul divano.- Dissi incrociando le braccia.

-Io ho un’idea. Tu dormi sul divano e io in camere tua.- Disse abbracciandomi da dietro, appoggiando la testa sulla mia spalla. –Dormi con me.- Disse poi, abbassando la voce, rendendola sexy da morire.

-Okay ma…hai mal di gola?- Dissi scoppiando a ridere.

Lui sorrise stritolandomi.

-Sei così piccina.- Sussurrò schernendomi per la mia piccola corporatura.

-Dai muoviti che ho sonno.- Dissi prendendolo per mano e accompagnandolo in camera mia.

Lui afferrò la valigia e si apprestò a seguirmi.

Afferrai il primo paio di pantaloncini e la prima maglietta che mi capitarono e mi diressi verso la porta del bagno che avevo in camera.

-Tu cambiati pure qui.- Dissi sorridendo. Non feci in tempo a chiudermi la porta alle spalle che lo vidi sfilarsi la maglia con un gesto rapido, la vista di quei i muscoli ben scolpiti mi fecero sussultare.

Mi preparai in fretta ed uscii, lui era lì, con gli occhi serrati, sdraiato sul mio letto, occupandolo tutto.

-E scusa io dove dormo?-

Lui si scansò leggermente e senza parlare mi fece segno di stendermi accanto a lui.

M sbrigai stendendomi,  appoggiandomi al suo petto nudo mentre il suo braccio si appoggiava delicatamente sui miei fianchi. Rabbrividii a quel contatto.

-È da tanto che non dormiamo insieme, cucciola.-

-Mh.- Ero troppo impegnata a scrutare ogni suo lineamento per rispondere decentemente.

-Jason, perché l’hai fatto?-Dissi spostano il mio sguardo verso un punto imprecisato sul soffitto.

-Cosa? Litigare con i miei?-

-Eh.-

-È difficile da spiegare.-

-Tu provaci.-

-Adja..-

-Dimmi.- Dissi voltandomi verso di lui. Eravamo vicinissimi.

-Ho paura. Ho paura che se ti spiego il motivo di tutto questo ci allontaneremo.-

-Non succederà mai.-

In cuor mio speravo che mi dicesse quello che mi aspettavo. Quello che sognavo da sempre. Quello che io non ho mai avuto il coraggio di rivelare.

-Io… Io… Io t…-

-Tu cosa Jason?- Dissi, mettendomi a sedere, lui fece altrettanto.

-Fanculo alle parole.- Mi prese il viso tra le mani e mi baciò.

Un bacio vero. Somigliante  a quello dei film ma con molte più emozioni.

-Ti amo.- Mi sussurrò a fior di labbra.

Io non potei fare altro che saltargli addosso abbracciandolo.

-Scusa, non volevo dirtelo così. Ora i prego, promettimi che tra noi non cambierà nulla.-

-Non posso promettertelo. Sai anche tu che cambierà qualcosa.-

-Ecco, lo sapevo. Non dovevo dirti nulla.- Disse alzandosi e iniziando a riordinare le sue cose, come se fosse sul punto di partire per andare chissà dove.

-Cosa fai?-

-Me ne vado. Se non possiamo più essere amici come prima è inutile che io rimanga qui.-

-Ma chi diavolo ti ha detto che non saremo più amici? Chi ha detto che non ti parlerò più?-

-Beh…-

-No. Ascoltami. Ti ho per caso detto che per te non provo nulla? Non mi sembra di aver mai detto una cosa del genere.-

-Quindi tu…- Non lo lasciai finire, mi avventai su di lui, baciandolo appassionatamente.

-Ti amo anche io Jason.- Gli risposi a fior di labbra come aveva fatto lui poco prima.

Così ci siamo lasciati trasportare dai baci e dalle carezze fino al giorno dopo quando abbiamo raccontato tutto ai mie genitori.

Abbiamo vissuto felici e contenti per due anni in cui Jason ha vissuto a casa mia, dopo essersi trovato un lavoro.

Ora siamo in viaggio, in viaggio verso Las Vegas, nessuno lo sa, stiamo andando a sposarci, contro il volere di tutti, stiamo iniziando una vita insieme.

I miei genitori, per quanto lo adorino, erano contrari al nostro matrimoni per il semplice fatto che io ho diciotto anni e lui diciannove, siamo giovani.

Giovani innamorati.

Ora non sono più la sua Cristina Yang e lui la mia Meredith Grey, io sono più la sua Meredith Grey e lui è il mio Derek Shepherd.

Finalmente è il mio lieto fine, anzi, è l’inizio della mia favola.

E dire che non starei per sposare il mio migliore amico se i suoi genitori non mi avessero dato della ‘sporca negra’. Beh, fanculo. La sporca negra vivrà per sempre felice e contenta.

Ora scappo, tocca a noi.

Un bacio

 Adja.

 

 

Salvee :3

Premetto che non ho idea da dove mi sia venuta questa cosa.

Il fatto è che tutte le storie che leggo le protagoniste sono sempre “bianche” così mi è venuta questa malsana idea. Chiedo umilmente scusa per ogni possibile errore.

Spero vi sia piaciuta.

Un bacio

Muchlove9

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