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Autore: Reo    01/07/2013    1 recensioni
Allen, costretto a scappare dalla sua vecchia vita e in cerca di risposte, si ritroverà a fare il maggiordomo nella villa del misterioso Conte del Millennio, e tutto per un solo obiettivo: scoprire il mistero legato alla sua nascita.
[Raiting sempre più rosso con il proseguimento della storia]
[LavixAllen, TykixLavi, Tykix?]
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Rabi/Allen
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dance in the alley of sin. 
Tutti i diritti sui personaggi a Katsura Hoshino,che ringrazio profondamente per aver creato uno dei manga più belli di questo decennio. 

Non ci posso credere! Sono già qui, ed ho appen pubblicato un nuovo capitolo! (E non è nemmeno già cambiata la stagione! ) Dovete ringraziare di ciò B rabbit   
, io scrivendo semplicemente per le persone e per farle diventire, sorprendere, e sognare, non credevo che a qualcuno importasse più di tanto della storia, però lei mi ha fatto capire che la storia le stava a cuore, eh beh, anche se c'è solo una persona a leggere la mia storia, io sono felice comunque. 
Come al solito ringrazio tutti quelli che recensiscono, mettono nelle seguite/preferite/ricordate, o semplicemente leggono questa mia ff. 
Alla prossima! 
P.s: Spero prestissimo! (ma non troppo!)



Allen si sentiva leggermente spaesato. No, non leggermente, si sentiva molto spaesato. 
Davanti a lui c'era una meravigliosa villa, enorme, alta tre piani. Prima di raggiungere l'ingresso c'era un giardino, le siepi erano ben colte, e c'erano anche tanti bellissimi e rarissimi fiori. La villa rispettava i gusti dell'epoca, dipinta quasi completamente di bianco, le finestre e le colonne erano di un pregiato marmo di colore nero. 
La carrozza si fermò vicino ad una fontana posta al centro dell'immenso giardino, sopra di essa c'era una venere che si copriva pudicamente l'intimità con un velo. 
- Cenerentola, è il momento di uscire dalla carrozza. - rise Tiky porgendo una mano ad Allen. 
Il ragazzo lo scostò e uscì portandosi dietro la pesante valigia. 
Ora poteva vedere anche meglio la villa, in confronto alla sua vecchia casa lui poteva considerarsi alla stregua di un uomo primitivo che vive in una grotta.
- Allora ragazzino, ti piace il tuo nuovo posto di lavoro? - Allen guardò sospettoso l'altro. 
- Beh, se vuoi vivere qua qualcosa devi fare. Tranquillo sarai trattato con i guanti e riceverai anche uno stipendio, oltre vitto e alloggio! Tutto quello che dovrai fare è il mio maggiordomo. - 
Allen sospirò, la proposta era allettante, vitto, alloggio, stipendio, e protezione. Cosa poteva desiderare di più? Beh, aveva come una strana sensazione, soprattutto perché non riusciva a trovare il motivo per cui quell'uomo l'aveva assunto senza nemmeno sapere bene chi fosse. 
- Accetto, ma ad una condizione.. niente più sarcasmo! - esclamò Allen. 
- Perfetto, ragazzino! Benvenuto allora, nella villa del conte del millennio. - disse Tyki conducendo l'altro all'interno dell'edificio. 
Subito due cameriere presero il cappotto e la valigia di Allen, Tyki le presentò al ragazzo, per poi lasciarlo lì con le due per andare nelle sue stanze. 
Allen sorrise gentilmente alle due giovani cameriere che arrossirono. 
Una delle due gli chiese il nome e l'età. 
- Il mio nome è Allen Walker, ed ho quindici anni. - 
- Solo quindici anni?! Ormai assumono solo quelli che hanno meno di vent'anni. - esclamò una cameriera con i capelli castani e occhiaie profonde. 
- Io invece sono Miranda Lotto, per mia sfortuna ho già ventisei anni, sono perseguitata dalla sfortuna! Sono sicura che mi licenzieranno, sono una maldestra, distratta, inutile, serva! - iniziò a piangere la stessa. 
- Avanti su signorina Miranda, a ventisei anni si è nel fiore della giovinezza, non si butti giù così, coraggio! - tentò di consolarla Allen. 
Miranda si asciugò le lacrime. 
- Lo pensi davvero? - un lieve sorriso venne accennato sul viso della cameriera. 
Allen le sorrise a sua volta, poi fece sbucare dal nulla una rosa, e con sorpresa della cameriera gliela sistemo tra i capelli. 
-  Quando sorride sembra molto più giovane e bella, lo sa? - disse innocentemente. 
Miranda rincuorata si pulì le ultime lacrime e ritrovata l'energia, accompagnò Allen nella sua nuova camera. 
- La mia camera è due porte più avanti, bussami se hai bisogno. - disse Miranda. 
- Lo farò senz'altro. - 
- La cena verrà servita alle sei e mezzo. Noi della servitù mangiamo quando i padroni hanno finito, dopodiché alle otto prepariamo il thè, poi visto che sei il maggiordomo del conte Mikk vai da lui a vedere di cosa ha bisogno, indossa la divisa, sii gentile e rispettoso, chiama tutti conte o contessa e rispondi con garbo alle loro richieste, altre domande? - 
- Siete stata cristallina, ora vado a preparami, ho avuto una lunga giornata. - 
- A dopo Allen, sii puntuale, alle cinque ti voglio in cucina. - disse infine la donna andando dall'altra parte della casa. 
Allen entrò nella sua stanza, era abbastanza piccola, ma accogliente, c'era un letto singolo con le lenzuola pulite, un armadio spazioso, una finestra che dava sul retro della casa, peccato che avrebbe dovuto condividere il bagno, però per il resto non poteva lamentarsi. 
Il ragazzo si gettò sul letto abbracciando il cuscino, insomma, meno di due giorni prima non avrebbe mai creduto che sarebbe stato assunto come maggiordomo in una villa del genere, forse la fortuna stava girando dalla sua parte? O forse il destino si stava prendendo di nuovo beffe di lui? 
 
Alle sei e mezzo la cena venne servita nella grande sala da pranzo, il menù a base di pesce venne servito su piatti di porcellana di manifattura cinese, richiesti dal conte stesso, la tavola decorata con i fiori del giardino aveva i colori del rosso e del bianco. 
Allen aiutò solo in cucina e a preparare la tavola, servire le pietanze era compito delle cameriere, ora doveva solo aiutare con il resto della cena e con il dolce, poi avrebbe potuto cenare anche lui. Era affamatissimo, avendo saltato il pranzo, e vedere tutte quelle delizie passargli davanti senza che lui potesse mangiarle, era una meravigliosa e crudele tortura. 
Finalmente mezz'ora dopo, quando anche l'ultimo piatto fu riportato in cucina, gli fu' concesso di mangiare. 
Tutti i servi mangiavano sullo stesso bancone, ad Allen sembrò un'unica grande famiglia, e divorò con gusto tutto quello che gli veniva messo davanti. 
- Prima sprecavamo sempre tantissimo cibo, anche se il Conte e il Signor. Mikk mangiano per venti uomini. - ridacchiò una cameriera provocando risate generali. 
- Beh ora che c'è Allen invece non c'è più problema! - aggiunse un cameriere. 
- Allen mangi un sacco e pure sei piccolissimo! Sei un tipo strano, anche i tuoi capelli sono un po' assurdi! - 
- Margot! Non essere maleducata con il nuovo arrivato. - la riproverò Miranda. 
Allen sorrise, si sentiva sereno in quel momento, niente a che vedere con l'ansia che aveva provato in quei giorni, ora sentiva quel classico calore che provoca l'essere circondato da persone gentili e affiatate. 
Una grande e felice famiglia, pensò Allen ridacchiando contento. 
- Oh cielo, è già il momento di preparare il thé. - disse Miranda guardando l'ororologio. 
- Allen, portalo al Signor.Mikk. - disse un'altra cameriera dai capelli biondi porgendo un vassoio al ragazzo. 
- Vado e torno. - acconsentì il ragazzo. 
Allen però si ricordò troppo tardi che non conosceva per niente la villa, per questo girò a vuoto per circa dieci minuti, poi trovò una stanza, e bussò con decisione. 
- Chi è?  - 
Il ragazzo riconobbe la voce del conte Mikk. 
- Sono venuto a portare il thé, signore. - 
- Entra pure. -
La stanza era illuminata da un paio di candele, ed ad occhio e croce assomigliava ad uno studio, Tyki era seduto su una poltrona che dava le spalle ad un'enorme finestra. 
- Ohi, ragazzino! La divisa ti sta a pennello! - disse Tyki alzando il pollice destro. 
la potrona che invece si trovava di fronte a quella del conte si girò di botto, rivelando un altro ospite. 
Allen perse due anni preziosi della sua vita e rischiò di far cadere il vassoio. 
- TU! - 
Indicò l'altro mentre ansimava per cercare di riprendersi dallo shock. 
L'ospite misterioso era nella sua stessa situazione, solo non ansimava come un cane. 
- Allen, ma tu cosa ci fai.. - il ragazzo bloccò la frase a metà, Allen gli mise una mano intorno al collo ed iniziò a stringere. 
- Tu, che lasci un povero ragazzo solo nel bel mezzo della notte dopo averlo scambiato per una prostituta e poi ti ripresenti qui vestito in questo modo, lurido bastardo guercio! - Allen disse tutto di un fiato fissando il povero Lavi che aveva cambiato in poco tempo colorito. 
Aveva abbandonato gli abiti da pezzente per un completo di alta sartoria, e la bandana era sparita, ora i capelli rossi erano lasciati sciolti e andavano a coprire l'occhio coperto dalla solita benda. 
- Lasciami spiegare.. - tentò di dire con il poco fiato che gli restava. 
. Ohi ragazzino, non ti conviene uccidere il mio caro fratellino, non pensi? - decise di intervenire Tyki. 
- Fra-fratellino? - ripetè Allen, lasciando semi cosciente Lavi. 
- Eh già, adottivo per la precisione. - disse Tyki sorseggiando il suo thè. 
Allen lanciò uno sguardo di fuoco a Lavi, il quale rispose con un sorriso incerto. 
- Mi sa che le presentazioni sono inutili, ma io le farò lo stesso. - esclamò poi il conte. 
- Questo è Lavi Junior Bookman, uno dei miei fratelli adottivi. - aggiunse indicando il rosso. 
- Invece questo è il mio nuovo maggiordomo, Allen Walker. - sta volta parlò indicando l'altro. 
- Non credevo tu riuscissi a passare da fuggiasco a maggiordomo. - sorrise malizioso Lavi. 
- Ed io non credevo che ad un conte piacesse andare a prostitute nel tempo libero. - rispose Allen più che mai infuriato. 
- Insomma le attività di mio fratello non sono così deprorevoli come sembrano, si diverte, è giovane, Allen non giudicarlo solo per questo! - disse Tyki ridendo tra una parola e l'altra. 
- Non lo trovo molto divertente. - esclamò Allen. 
- Beh, visto che dobbiamo vivere sotto lo stesso tetto, tanto vale andare d'accordo, neh Allen? - disse Lavi porgendo una mano al ragazzo. 
- Non mi sono mica scordato del bacio! - urlò Allen schiaffeggiando la mano. 
Lavi incrociò le braccia dietro la testa. 
- Ma dai! Mica sarà stato il tuo primo bacio! - esclamò poi. 
Silenzio tombale. 
- Riporto le tazze in cucina. - 
- Ma cosa?? Allen, era davvero il tuo primo bacio? - ripetè Lavi. 
- C'è altro signor Mikk? O posso andare? - 
- Cosa è davvero stato il tuo primo bacio? In quindici anni nemmeno un bacio così casto hai dato? - sta volta si unì anche Tyki alle domande di Lavi, e la cosa urtò i nervi di Allen. 
- Mentre gli adolescenti fanno pratica a scambiarsi saliva, io mi spaccavo la schiena ogni giorno per qualche misero spicciolo! - urlò Allen, al limite della pazienza. 
- Embè, perdonami, allora! Non lo sapevo! - tentò di scusarsi Lavi. 
- C'è altro Signor. Mikk? - 
- Nient'altro, puoi andare, ti chiamerò in caso di bisogno. - rispose Tyki. 
- Insomma Allen, rispondimi! - Lavi venne ampiamente ignorato dal ragazzo che uscì fuori dallo studio. 
Lavi lo seguì, e lo tenne fermo per un braccio. 
- Allen, ti ho chiesto scusa, quante altre volte te lo devo chiedere per farmi perdonare? - 
- Beh, diciamo finchè non ti sposi, avrai una figlia ed io la bacierò per vendetta. - rispose Allen per poi andarsene lasciando l'altro in mezzo al corridoio, ancora mezzo sconvolto. 
 
Lavi ritornò nello studio del fratello. 
- A quanto pare ti sei giocato l'albino. - rise Tyki. 
- Ma stai zitto. - disse gettandosi sulla poltrona. 
- E pensare che quando l'ho visto l'ho trovato così innocente, alla fine  davvero lo era. - continuò
-  Ehi, l'ho visto prima io! - 
- Sì, ma adesso lui ti odia.. - 
- Non è ancora detta l'ultima parola. - 
- Certo certo. - 
- Non mi credi? Beh allora, facciamo una scommessa, fratellone. - 
- E' passato il tempo in cui scommettevo sugli altri, fratellino. - 
- Cosa c'è hai paura di perdere? - 
- Io? Guarda che la tua misera esperienza non vale niente in confronto alla mia. - 
- Allora accetti? - sorrise malizioso Lavi. 
- Parlami della scommessa. - 
Lavi ghignò, era fatta. 
- Il primo che gli ruba la verginità vince. - 
- Mmh? eh cosa vince? - 
Lavi diede un piccolo bacio sulle labbra del più grande. 
- Lo scoprirai solo se vinci. - rise ad un soffio dalle sue labbra. 
Si avviò verso la porta e prima di chiuderla sentì un debole. 
- Accetto. - 
Chiuse la porta, e tutti e due i fratelli iniziarono a ghignare immaginando cosa sarebbe accaduto di lì in avanti, mentre Allen provava un bruttissimo presentimento.
Che le danze si aprono. 



N.d.A: Scusate se le mie descrizioni sulla villa sono un po' orrende, ma non ho un vocabolario vastissimo! In futuro le descrizioni saranno migliori ( Spero, credo)
   
 
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