Capitolo UNO
Londra, 6:30.
Se mi avessero detto che mi sarei dovuta alzare così presto sarei andata a dormire prima.
No, non è vero, non mi sarebbe importato.
No, non è vero, non mi sarebbe importato.
Mi alzai dal mio bellissimo letto e mi preparai.
Nuova vita.
Nuovo giorno.
Nuova Lola.
Nuova scuola.
Nuovi amici.
Passai davnti allo specchio e mi osservai.
I capelli rossi e morbidi mi ricadevano sulle spalle, le occhiaie marcate sotto gli occhi e il sorriso spento sul viso.
Spostai lo sguardo dallo specchio per soffermarlo sul telefono.
Camminai, con molta attenzione, fino all'altra parte della stanza.
Presi il telefono, nuovo messaggio.
Presi il telefono, nuovo messaggio.
Da; Ruth.
Ciao piscia, ti do la buona fortuna per il tuo primo giorno di scuola.
Ci vediamo. Ai lov iu.
Sorrisi. Oggi avrei visto, dopo anni a parlarci tramite un computer, la mia amica a distanza. Ruth
Conobbi Ruth tramite fake.
Eravamo molto unite ma, per colpa della distanza, non abbiamo mai avuto la possibilità di vederci.
Decisi che non avrei risposto, l'avrei vista poi a scuola.
Scuola.
Il nervoso prese possesso di me.
Avrei visto anche altre tre persone, conosciute sul fake.
La voce di mia madre mi richiamò dicendomi, con la sua solita dolcezza, che dovevo muovere il culo.
Corsi in bagno, mi lavai e truccai.
Quando tornai in camerai trovai mia madre che mi guardava.
Gli rivolsi uno sguardo per chiedergli cosa avesse da guardare.
-Lola, stai bene?- mi disse, dopo l'ultimo episodio lei ha pensato bene che, partire, sarebbe stata la cosa migliore.
Abbassai lo sguardo per poi rialzarlo: -Si mamma.- la mia voce fredda gli fece intendere che non volevo parlarne.
Delusa e amareggiata, uscii dallacamera.
Guardai l'orologio appeso il muro, 6:50, ero in ritardo.
Corsi verso il mio armadio e tirai fuori la prima cosa che capita.
Mi guardai allo specchio esaminando ogni parte di me.
Non ero come le altre, mi sono sempre vista diversa.
I capelli rossi, tinti, mi facevano sempre distinguere dalla massa, i miei occhi neri, le mie labbra carnose e le guance paffutelle mi rendevano ciò che ho sempre odiato.
I capelli rossi, tinti, mi facevano sempre distinguere dalla massa, i miei occhi neri, le mie labbra carnose e le guance paffutelle mi rendevano ciò che ho sempre odiato.
-Lola, vieni a mangiare.- la voce di mia madre risuonò in tutta la casa.
Sorrisi a me stessa, ero cambiata.
Mi guardai un ultima volta e corsi giù a fare colazione.
-Sei pronta? Fai attenzione e, per qualsiasi problema, parlane con le insegnanti.-
il suo tono preoccupato mi fece intendere che non voleva più rivivere il passato.
-Tranquilla mamma, ho degli amici e,cosa più importante, sono cambiata-
risposi con il moo tono calmo e rassicurante.
Dopo aver finito la mia colazione mi alzai, con la delicatezza di un elefante, e mi avviai verso la porta.
-Lola?- mi richiamò mia madre.
Mi girai e la guardai. -Non dimentichi niente?-. Ci pensai su e mi schiaffeggiai mentalmente da sola. Corsi in camera e presi la cartella.
-A dopo, mamma.-risposi prima di uscire.
Chiusi la porta alle mie spalle, feci un bel respiro, e iniziai a camminare.
HOLA!
E' molto corto. lo so.
Il prossimo sarà più lungo, promesso.
HOLA!
E' molto corto. lo so.
Il prossimo sarà più lungo, promesso.