Si voltò verso di lei, di
scatto.
-Sono follemente innamorato di
te.-
Yuffie mollò la presa sul suo
polso, sorpresa. Non se l’aspettava.
Non si aspettava che Vincent
Valentine potesse essere tanto scocciato quando confessava a qualcuno il
proprio amore. Lo immaginava più romantico, mieloso.
Si era immaginata una scenetta
in pieno stile manga, con lo sfondo con le rose, lui in ginocchio che in versi
alessandrini le declamava il proprio amore...
No, quel sono follemente
innamorato di te pronunciato con quel tono scocciato (seppur terribilmente
sexy) non se l’aspettava proprio.
Era insperato.
Le aveva evitato di ucciderlo
dopo il secondo distico.
Gli riafferrò di nuovo il
polso. Il sinistro. Quanto diamine era sottile, senza il guanto d’ottone sopra?
Sembrava quello di una geisha... Ma almeno, era un uomo?
Scosse la testa. Certo che era
un uomo, che domande...
-E di grazia, ora dove
andresti? A fumarti la sigaretta di rito?- sibilò la donna.
Ovviamente quella era una
domanda retorica, visto che si era completamente rivestito. Se ne stava
andando. Stava scappando.
Entro cinque secondi avrebbe
ricominciato con la storia completa dei suoi sensi di colpa, che ancora lo
tormentavano e non gli davano tregua.
-Io devo ancora...- iniziò.
Gli tappò la bocca con una
mano, arrabbiata. –Vincent, continua la frase e ti faccio un mi naturale nelle
orecchie.- lo minacciò.
-Ma... Yuffie...- tentò di
parlare l’ex Turk.
Si coprì con il lenzuolo,
legandolo a lato ed uscì in giardino, scocciata.
Prima le diceva di amarla,
seppur in un tono poco amichevole, poi se ne andava. Anzi, prima se ne andava,
poi lei lo bloccava per sapere perché scappasse e lui le rispondeva che l’amava
in tono molto poco amichevole!
-Yu... Yuffie!- ripeté l’uomo,
arrossendo vistosamente e cercando qualcosa per coprire la ninja. –Se tuo padre
ti vedesse ora...-
-Se scoprisse che giro nuda per
Wutai perché da circa un anno mi fai qualche visita notturna e che la mia
illibatezza non è garantita?- tagliò corto Yuffie, voltandosi verso il moro ed
incrociando le braccia al petto.
Tecnicamente avrebbe potuto
garantirla, ma provarla sarebbe un altro paio di maniche...
-Potresti avere dei
problemi...- ribatté Vincent.
-Oh no, TU avresti dei seri
problemi. O meglio, li avrebbe una parte delicata della tua anatomia. Tu non
hai la più pallida idea di cosa potrebbe farti mio padre, una volta scoperto
che tu sei la ragione per la quale non potrò mai sposarmi...- sibilò la donna,
con un sorriso.
Vincent deglutì rumorosamente e
tentò di ricomporre la sua espressione impassibile.
Dal canto suo, lei era
pienamente soddisfatta dalla sensazione di potere che percepiva in quel
momento.
-Yuffie.-
-Perché te ne vai?- chiese la
ragazza, rapidamente, scandendo a malapena le parole.
L’ex Turk guardò a destra;
guardò a sinistra; guardò in alto; aprì leggermente la bocca per pronunciare
una frase, una risposta, forse, ma la richiuse immediatamente.
Poi alzò la testa e chiuse gli
occhi. L’abbassò e sospirò.
-Perché sono innamorato di te.-
-Perché te ne vai?-
-Ho paura.- sussurrò, riaprendo
gli occhi e fissando i suoi.
Yuffie gli lasciò il polso,
allontanandosi di un passo. Accarezzò il tronco di un albero, sovrappensiero.
Era l’alba. L’alba era
bellissima, vista dal proprio giardino. Il sole illuminava la pagoda, piano dopo
piano, con lentezza, quasi con pigrizia.
Probabilmente anche lui aveva
avuto una notte movimentata.
L’alba era l’inizio.
Mai la fine.
-Ti ricordi il giorno del
nostro matrimonio, quello che ci siamo promessi?- sussurrò, appoggiandosi alla
pianta e sospirando in modo esagerato, teatrale.
-Yuffie... Io... Ma noi non
siamo ancora sposati!- esclamò Vincent, nel panico.
Osservando il suo viso
scandalizzato, scoppiò a ridere. Era così carino...
E poi, aveva detto quella
parolina magica. Ancora.
-Lo so... Ma mi piace misurare
il tuo livello di scemenza.-
-Hai ragione, sono uno
stupido.-
-No, sei uno scemo.- sussurrò
la ninja, trotterellando fino all’uomo. –Se hai intenzione di sposarmi, perché
te ne vai?-
-Non ho detto...-
-Hai detto che “non siamo ancora
sposati”.- lo interruppe.
Alzò il braccio e le tolse con
estrema delicatezza una ciocca ribelle da davanti agli occhi. Quella stette a
posto per cinque secondi, per poi tornare alla luogo originario.
-Sono incinta.-
Un secondo dopo, Yuffie si
pentì amaramente di quello scherzetto innocente.
Vide l’uomo barcollare e
sedersi pesantemente a terra, tenendosi il petto. Per un attimo credette che
stesse per avere un infarto.
-Yuffie?-
-Ehy, perché dici Yuffie quando
dovresti dire qualcos altro? In questo caso, “veramente”?-
-Yuffie!-
-No, non sono incinta.-
La guardò con espressione
indecifrabile.
-Idro.-
-Leviathan!- sbraitò la ninja,
completamente fradicia e tremando per il freddo.
-Pessima battuta, Yuffie.-
-Cosa dovrei dire? Tu vuoi
andartene dopo avermi confessato di amarmi! Ti sembra normale?- gli chiese,
strizzando il lenzuolo e pregando di non prendersi una bronchite. –Non ti
sembra invece ovvio che mi senta un pò usata?-
-Perdonami.-
-Ascolta, capisco che tu sia
spaventato dall’idea d’iniziare una nuova relazione... o meglio, dall’idea
d’innamorarti di qualcuno... Oh! Dannazione, stiamo insieme da quasi due anni!
Che cos’è che non và?- sbottò Yuffie, esasperata. Crollò sulle ginocchia e
nascose il volto tra le mani, singhiozzando.
Sentì la sua mano posarsi sulla
propria spalla. Era calda, morbida. La tipica mano di chi non ha mai combattuto
a mani nude in vita sua.
-Non piangere...- la pregò,
inginocchiandolesi accanto e cingendola con un braccio.
-Resterai con me?- chiese la
ninja, nascosta dietro le mani.
-Ma certo, amore, scusami...-
mormorò l’uomo, con voce rassicurante.
La principessa si alzò di
scatto.
-Tadadadattattattataaa!- cantò
a squarciagola, saltellando. –I won!-
“Amore senza confini” versione
Yuffentine. Ovvero, la scena in cui le confessa il suo amore e se ne và rifatta
secondo i miei gusti personali.
Questa caratterizzazione di
Yuffie è la mia preferita... E’ molto simile a Mirandolina, la protagonista
della Locandiera... Un pò manipolatrice, ma, al contrario della seconda, la
principessina è innamorata di Vinnie!
Il MI naturale è quello che fa
spaccare i vetri, per intenderci...