Bambino Prodigio 2 - La vendetta

                                                  



“Ehi Castle…” La detective Beckett chiamò l’uomo che stava cercando di dar da mangiare al piccolo Nico.
Si voltò a guardarla facendole capire che aveva la sua attenzione.
“Senti…Visto che fra un paio di settimane dovrò tornare in servizio, avevo pensato di passare un po’ di giorni alla baita in montagna di mio padre…” Disse timidamente.
“Oh…” Rispose voltandosi di nuovo verso il bambino che adesso aveva trovato una delle sue manine più gustose della frutta grattugiata.
Il pensiero di non poterlo vedere anche solo per  qualche giorno lo intristiva.
Sapeva però che quel momento sarebbe arrivato: lui non era ancora pronto e non poteva costringere lei a rimanere in città o fare qualcos’altro perché  questo non gli avrebbe permesso di vedere suo figlio ogni giorno.
“Certo..” Rispose allora. “Mi sembra un’ottima idea…A Nico farà bene respirare un po’ d’aria fresca di montagna.” Sorrise tristemente, cercando di non dare a vedere quanto in realtà gli dispiacesse non poter avere la possibilità di stare con lui per quei giorni.
Kate l’aveva immaginato, infatti…
“Si, sono d’accordo però…Avevo pensato che, se ti va ovviamente, potresti venire con noi…Voglio dire non ci sarebbe nessun problema…” La proposta fu espressa molto timidamente, non era da lei invitare un uomo, non l’aveva mai fatto anche perché, in teoria, non ‘spettava’ a lei fare una cosa del genere, ma con Castle era diverso…Inoltre neanche lei era pronta a non vederlo per qualche giorno…Non il bambino…Castle!
Si era così abituata a passare le giornate con lui che adesso il solo pensiero di non poterlo vedere anche solo per qualche ora le metteva ansia.
Castle la guardò allibito. Stava ancora cercando di capire se veramente Kate l’avesse invitato o fosse stata solo la sua immaginazione. Ma il suono della voce della donna, interruppe i suoi pensieri e fu certo che la sua immaginazione non gli aveva giocato un brutto scherzo.
“ Se ti può creare problemi il fatto di….poter dormire insieme, non preoccuparti…C’è la camera di mio padre…” Tentò ancora sperando che si convincesse.
“ Io…Ecco…Si…Si mi piacerebbe molto venire con voi!” Affermò impacciato.
Il sorriso che si aprì sul volto della detective fu qualcosa di meraviglioso.
“B-bene, ok…” Gli rispose incapace di dire altro per l’emozione.
“Gagaaaagaaaa..” Il sillabare di Nico li distolse dal fissarsi insistentemente negli occhi, evitando di dar vita all’ennesima pubblicità di profumi.
“Che c’è piccolo? Hai fame?” Gli chiese Castle prendendo un cucchiaino di frutta.
“Gaaaggaaaa.”
“Ok, pronti? Vola vooola voooolaaaaa, arriva l’aereoooo.” Con un gesto teatrale portò il cucchiaino indietro prima di avvicinarlo al bambino con un movimento che doveva sembrare quello di un aeroplano.
L’imboccò tutto soddisfatto per la sua tecnica di ‘convincimento’ nei confronti del bambino che spesso aveva rifiutato di mangiare quella specie di frullato dal sapore nuovo e per questo poco gradevole…Almeno per lui.
“Hai visto? Con me la frutta la mangia!!” Le disse tutto fiero sapendo che lei, invece, aveva avuto parecchi problemi nel riuscirci.
Kate alzò gli occhi al cielo irritata dallo sfoggiare le sue ‘doti’ di padre perfetto e….come aveva detto? Ah si, affascinante...
Egocentrico!
Beh…Sull’affascinante non avrebbe molto da ridire anzi! Sorrise maliziosa… Tornò subito seria: questo lui non deve saperlo!
Un rumore strano la fece tornare alla realtà.
Si voltò verso l’affascinate padre e il loro bellissimo bambino trovandosi a ridere a crepapelle, addirittura costretta a piegarsi in due, per la scena che le si presentò davanti:
Nico aveva ben pensato di rendere chiaro, una volta per tutte, che quella frutta frullata non era di suo gradimento sputando il boccone dritto dritto nell’occhio dello scrittore il quale era rimasto un attimo stordito dalla situazione.
“Gagagaaaaaaaaaaaaaaaa” Aveva concluso deciso, agitando la manine e sbattendole poi sul piano del seggiolone su cui era seduto. Il tutto sotto lo sguardo ormai appannato dalle lacrime della donna che non poteva smettere di ridere.
Dopo qualche attimo lo scrittore si riprese, toccandosi l’occhio ‘coinvolto’.
“Ma che?” Chiese stupito guardando il bambino che adesso sorrideva contagiato dal suono delle risate della madre.
Castle si voltò verso Kate e rendendosi conto solo in quel momento di quello che era appena successo…
“ Kaaaateeee..” Le si rivolse offeso.
“ Perfetto, Castle…Sei perfetto…Come bersaglio!” Gli disse riprendendo a ridere senza freni.