Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: cup of tea    01/07/2013    1 recensioni
[Endgame!Klaine]
Blaine Devon Anderson, promettente neolaureato in medicina, ha di fronte a sé una brillante carriera ma si è sempre sentito una persona particolarmente sola. Dopo aver incontrato quello che sente essere l’amore della sua vita, scopre che strane circostanze e inquietanti personaggi armati di agende e cappelli eleganti tramano per tenerlo lontano da Kurt e impedire il loro rapporto.
Cosa devi fare quando il destino ti è contro?
FF liberamente tratta dal film "I Guardiani del Destino" (The Adjustment Bureau) basato a sua volta su un racconto di Philip K. Dick, "Squadra riparazioni".
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

IT’S A REVOLUTION, I SUPPOSE
Capitolo 11


 

Un calore dell’intensità di mille fuochi d’artificio esplose nel petto di Blaine, all’improvvisa consapevolezza che Kurt aveva acconsentito a seguirlo e aveva riposto la propria fiducia e la propria vita nelle sue mani.

Sentì la presa di due mani preoccupate stringersi intorno al suo braccio sinistro, mentre poggiava la destra sul pomello di quella che avrebbe dovuto essere l’ultima Porta. Dovevano raggiungere il Bureau, se volevano avere anche solo una possibilità di cambiare la sorte, e l’unica idea che gli era venuta era girare il pomello in senso antiorario. Quando aveva chiesto a Puck cosa sarebbe successo se lo avesse fatto, il Guardiano gli era parso fin troppo evasivo con il suo “Non funziona”.

Speriamo funzioni.

Avvolse le dita intorno al metallo e girò lentamente. Con suo enorme sollievo e con sorpresa di Kurt, la serratura scattò e la Porta si aprì su un corridoio dal pavimento di marmo grigio, illuminato da lampadari antichi appesi alle pareti chiare.

Si guardarono negli occhi prima di prendere un profondo respiro e lanciarsi all’interno dell’edificio, evitando di chiedersi se quel posto fosse reale o avessero preso una botta in testa e adesso si trovassero in un letto d’ospedale in coma farmacologico.

Corsero lungo tutto il disimpegno fino ad attraversare un ingresso di legno scuro che si apriva su un locale, decisamente simile a quelli delle vecchie biblioteche: lunghe file di tavoli e sedie e scaffali tutt’intorno, su cui erano disposti volumi neri. Probabilmente era lì che tenevano le Mappe, pensò Blaine.

Quando sentì che le gambe di Kurt stavano per cedere sotto tutto il peso della sua incredulità, si sforzò per non perdere il controllo anche lui.

Si sentirono in lontananza dei passi concitati ma regolari, come una marcia. Strinse la presa intorno al suo fianco e lo sorresse mentre ricominciavano a correre, per scappare dai Guardiani - che naturalmente li avevano trovati - e per raggiungere il Presidente, ammesso che ce ne fosse davvero uno e che fosse nell’edificio.

Corsero a perdifiato per il locale, rovesciando sedie dietro il loro cammino per rallentare i Guardiani, che stavano spuntando da ogni angolo. Trovarono delle scale e le salirono a tre gradini per volta – sembravano infinite ma a ogni passo il marmo risuonava nelle loro orecchie, fornendo il giusto ritmo e riferimento per coordinarsi. Kurt non sembrava più spaventato, eppure il suo fiato non era mai stato più corto.

Anche Blaine era stremato. Cercò di non pensare alla Sylvester e ai suoi scagnozzi che avevano raggiunto la base della rampa ed erano non lontani da loro, ma, quando finalmente trovò una porta in cima alle scale, la speranza di una via di salvezza gli diede la forza di fare gli ultimi gradini.

***

Merda Anderson!


Puck chiuse al volo la Mappa e prese a correre, senza avere la più pallida idea di cosa fare.

In un corridoio, incrociò tre Guardiani, perciò si nascose dietro a un angolo, per capire cosa avessero intenzione di fare.

“Bisogna consegnarlo al Presidente. Anderson ha superato ogni limite.” Era stata il braccio destro della Sylvester a parlare, e questo poteva solo significare guai per il suo protetto.

Decise di improvvisare, d’altra parte era uno dei pochi consigli efficaci che aveva dato ad Anderson. Sfoderò tutto il suo charme. “Becky! Ti vedo in forma oggi!”

“Che cosa vuoi Puckerman? Non dovresti essere a pulire l’archivio con tutti quelli della tua squadra di falliti?” Becky Jackson sapeva essere proprio una diva insopportabile. Un bullo, perfino.

“E’ così, infatti! Ma poi… sì, poi il Presidente ha chiesto che gli portassi quel documento, proprio quello che hai in mano.” Non sapeva che cosa ci fosse scritto, né cosa ne avrebbe fatto – bruciato? Strappato? Ingoiato? – ma il primo passo senza dubbio era impadronirsene.

Becky guardò gli altri due Guardiani, incerta. “Sicuro, e il Presidente avrebbe scelto proprio te? Si dice in giro che tu abbia spifferato qualcosa di troppo a qualcuno che non doveva neanche essere a conoscenza della nostra esistenza, sai?” Sorrise impertinente, con l’espressione di chi sa di avere la vittoria in pugno.

“Andiamo, biondina, quanto tempo è che facciamo questo lavoro? Sappiamo che il Presidente ha un Piano per tutti, no? E poi… vogliamo tutti la stessa cosa: tu hai ricevuto l’ordine di consegnarlo, il Presidente l’ha richiesto e io devo portarglielo. Tutto fila, non credi? Ora dammi quel documento, coraggio, così potrai tornare dalla tua adorata Sue.”

Becky ora era in evidente difficoltà. Puck ne approfittò.

“Non vorrai mettere in dubbio le mie intenzioni, spero. Se è così puoi anche tenerti quel documento, ma io poi sarei costretto ad andare dal Presidente a dirgli che Becky Jackson si è rifiutata di darmelo.”

Un lampo attraversò gli occhi della biondina.

“Facciamo così, Puckerman. Glielo portiamo tutti e quattro insieme.” Gli consegnò il pezzo di carta, ma Puck sentì anche la presa dei due Guardiani stringersi intorno alle sue spalle.

“Ma, biscottino, che spreco di energie!”

“Non mi incanti, testa vuota.”

A quel punto, Puck non vide alternativa. Si liberò dalla presa di quelle mani aggressive e diede uno spintone ai due Guardiani, non facendo lo stesso con Becky solo perché rappresentante del gentil sesso e perché sapeva che sarebbe riuscito a seminarla anche soltanto correndo.

Scappò lungo i corridoi del Bureau e, una volta aperto il documento, scoprì che era possibile rigiralo a favore di Anderson. Alla fine, pareva proprio che il Presidente lo avrebbe ricevuto, solo con qualche interpretazione Made in Puck.

***

Corridoi, uffici, porte di legno scuro, ma soprattutto: scale. Quanti gradini poteva contenere un solo edificio? Dopo essere arrivati in cima a quella prima rampa, si erano trovati di fronte lo stesso panorama di quando erano entrati. Marmo bianco, pareti chiare, lampadari appesi. Quel posto sembrava tutto uguale, qualsiasi angolo girassero. L’unica certezza che avevano di essere effettivamente saliti al piano superiore era la vista di New York sempre più lontana.

Blaine era esausto e Kurt sembrava continuare a muovere i piedi solo per inerzia.

Aprirono l’ennesima porta dopo aver scalato l’ennesima rampa, e ciò che si aprì alla loro vista li lasciò a pezzi e disperati.

Il tetto.

Nessun ufficio.

Nessun Presidente.

Nessuna via di fuga - un esercito di Guardiani pronti a resettarli a bloccargliela.

Preso dal panico e dalla certezza che non solo la loro storia d’amore stava per essere cancellata, ma anche le loro vite passate e perfino il ricordo di essersi quantomeno conosciuti, Blaine si girò verso Kurt, che doveva appena aver realizzato lo stesso pensiero.

Gli prese il viso tra le mani, sentendo quelle di lui aggrapparsi con disperazione ai suoi fianchi e stringerlo a sé. “Ti amo!” Lo sentì urlare con il poco fiato che gli era rimasto. Un sospiro roco uscì dalla bocca di Blaine, prima che baciasse Kurt con bisogno e affanno. “Ti amo”, riuscì a rispondergli senza staccarsi troppo da quelle labbra che si muovevano con le sue. Le loro lacrime si mescolarono, come anche il sudore che scendeva dalle loro tempie.

Il tempo di riprendere fiato e di perdersi per un momento ancora l’uno delle iridi dell’altro, che la Sylvester li aveva raggiunti e interrotti.

“Credevate davvero di trovare il Presidente?” disse, beffarda. “E cambiare così il destino? Riscriverlo?”

“Sue, dacci un taglio.” Puck era sbucato in quell’istante da dietro la porta. Blaine non sapeva se poteva permettere alla speranza di insinuarsi tra le dita sue e di Kurt, saldamente intrecciate. Sentì Kurt stringere la presa.

“Ho un messaggio per te.” Proseguì Puck, porgendo alla Sylvester quello che sembrava un documento. Lei lo lesse e, con sconcerto e una punta di delusione rispose: “Ho capito”, prima di lanciare un ultimo sguardo di sfida ai due innamorati e poi andare via.

Puck interpretò i visi dei due ragazzi, così cominciò a spiegare.

“Anche la Sylvester ha un capo.”

Blaine sgranò gli occhi, incredulo. “Tu sei il Presidente?!”

“Io?! No, non diciamo sciocchezze. Sono bello e intelligente, ma non onnipotente. Un giorno, magari…” Scherzò, ma poi si rifece serio.

“Comunque l’hai conosciuto. O conosciuta. Assume forme diverse, quindi accorgersene non è facile per nessuno.”

“Ok, cosa significa tutto questo?” Intervenne Kurt.

“Era una specie di prova?” lo affiancò Blaine, non senza una punta di rabbia.

“Direi che tutto è una prova. Per chiunque, anche per noi Guardiani del Destino. Blaine, tu hai rischiato tutto per Kurt. E Kurt, quando c’era da attraversare la Porta sotto la Statua della Libertà, anche tu lo hai fatto. Avete fatto tutto ciò che è contro le nostre regole e Sue voleva che le rispettaste, è il nostro lavoro. Ma mi avete ispirato e siete riusciti a ispirare anche il Presidente.”

Blaine osservò il foglio di carta che Puck aveva ancora in mano. “Quel messaggio parla di noi?”

“Sì.”

“Che cosa dice?” Chiese concitato Kurt.

“Dice che quello che c’è fra voi è una grave deviazione dal Piano. Così il Presidente l’ha riscritto.” Puck porse ai due ragazzi il foglio di carta, non senza lasciarsi sfuggire un sorriso.

Blaine guardò il contenuto: una Mappa delle Decisioni era stata appena disegnata e due percorsi viaggiavano parallelamente.

Un sospiro di sollievo svuotò i polmoni di Blaine che si sentì spuntare un sorriso dagli angoli della bocca – il primo sorriso vero da chissà quanto tempo. Gli occhi lottavano contro le lacrime e percepì lo stesso in Kurt.

“Ok” disse, dopo essere riuscito a ricomporsi. “Adesso cosa succede?”

“Adesso” rispose Puck riprendendosi il proprio cappello, “potete usare le scale.” Sorrise e li lasciò soli, ad abbracciarsi di fronte al tramonto di un magnifico sole che stava calando dietro i grattacieli di New York. Quello sarebbe stato il primo sole di una lunga serie, il primo tramonto che avrebbero osservato senza il timore di venire improvvisamente separati.

***

Molte persone vivono la loro vita seguendo il percorso che qualcun altro ha scritto per loro, perché troppo timorose per cercarne altri.
Poi ci sono persone che, per quanto si sforzino di cambiare le cose, non ne hanno né l’energia, né le capacità, e finiscono per credere che non ci sia alternativa.
Infine, esiste una particolare categoria di individui che superano gli ostacoli che sono messi sul loro cammino, persone che capiscono che il libero arbitrio è un dono difficile da utilizzare ma è importante lottare per esso.
E’ questo il vero piano del Presidente: un giorno, non saremo noi a scrivere il percorso, ma voi. 

 
 




 

 
*****
La tavola di cup of tea
Oh santa teiera! Siamo giunti alla fine! *si asciuga una lacrimuccia*
No, no, manca ancora l’epilogo… che fine fanno Kurt e Blaine? E Puck? E tutti gli altri?
A lunedì prossimo, con tanto di ringraziamenti vari e chiarimenti <3
Grazie <3
Ah, vi ricordo
la mia pagina Fb – lo so, lo so: sono pedante ;)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: cup of tea