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Autore: Iris_Blu    01/07/2013    4 recensioni
Volete sapere come festeggiano i Paesi appartenenti all'Unione Europea l'entrata di un nuovo membro?
Volete sapere dei gossip sui sentimenti che corrono fra le varie nazioni del nostro piccolo e rissoso continente?
Volete sapere qualcosa di più sugli Stati che in Hetalia non appaiono, ma hanno la loro storia e la loro importanza esattamente come tutti gli altri?
Volete sapere cosa spinge una Nazione ad entrare in un'organizzazione che più che un serioso congresso di politici impegnati a salvare l'umanità, l'economia e tutto il resto, ricorda uno zoo in libera uscita?
Allora questa FanFiction é quella giusta per voi.
Lacrime, risate, pensieri e rapimenti sono la spina dorsale di questa storia, un omaggio per dare il benvenuto ad una nuova Nazione, che proprio oggi, 1 Luglio 2013, entra a far parte dell'Unione Europea: CROAZIA!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Paesi Bassi, Un po' tutti, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le strade della città erano in festa.

Dappertutto si improvvisavano festeggiamenti e balli, in ogni via erano stati issati dei pennoni battenti bandiera europea, e tutto era percorso di un'euforia generale che da un paio di giorni a questa parte non accennava a scemare.

Majda Hòrvat sorrise felice quando una bimba, un angioletto dai boccoli biondi e le guance dipinte con la bandiera della Croazia e quella dell'Unione Europea, le offrì un Iris, suo fiore nazionale.

La rappresentante della Croazia non si sarebbe mai persa i festeggiamenti: se pensava a quanto aveva penato per farsi ammettere in quella grandissima e pazza organizzazione, il cuore le fremeva agitato nel petto, e si commuoveva.

Alzando lo sguardo al cielo, si ritrovò a ripercorrere il sentiero che l'aveva portata lì.

Si ricordava della dominazione veneziana, di cui subiva ancora fortissimo l'influsso, almeno sulla costa.

Le battaglie contro l'Ungheria, che aveva dovuto combattere nonostante Elizaveta fosse una delle sue più care amiche.

E ancora, la guerra, la fuga dei veneziani, la Jugoslavia e tutto ciò che ne era conseguito. Al pensiero degli anni Novanta rabbrividì, sebbene la temperatura fosse più che mite.

Chissà come sarebbe stato Slovenia. Non si erano più parlati molto, da quando lei aveva ottenuto l'indipendenza.

Un sibilo di disappunto uscì dalle labbra coralline della croata, mentre un alito di vento le scompigliava i capelli castani, facendoglieli andare negli occhi.

Continuò a passeggiare per le strade di Spalato, anzi, meglio, Split, mentre il sole iniziava a baciare l'orizzonte.

Si, lo sapeva.

Tecnicamente avrebbe dovuto essere a Zagabria, la sua capitale. Ma trovava che Spalato fosse un posto dove si riuscisse a festeggiare meglio, e poi in quei giorni la capitale del suo paese era invivibile a causa del caldo..

Doveva essere profondamente immersa nei suoi pensieri, altrimenti si sarebbe sicuramente accorta del fruscio dietro di lei.

Ma non ebbe nemmeno il tempo di mettersi in guardia, che un paio di mani possenti le tapparono la bocca, mentre la trascinavano in un vicolo.

Majda tentò di fare qualcosa, ma chiunque l'avesse presa aveva una stretta dannatamente forte, e non riuscì nemmeno a tirare fuori il pugnale che portava di solito appresso.

Vecchie abitudini, a quanto pare aveva fatto bene a non perderle.

Non che al momento la stessero aiutando molto, ma l'idea di avere uno stiletto nascosto nella scollatura le dava sicurezza.

La persona la trascinò a fatica per alcuni metri, bloccandosi quando vide due innamoratini intenti a camminare distrattamente nel vicolo.

La ragazza si sentì trascinare in un angolo buio, la propria schiena a forte contatto con il petto del suo rapitore; un uomo, poco ma sicuro. La presa sulle sue labbra si fece più forte, tanto che non sarebbe riuscita ad aprire la mandibola per morderlo nemmeno se ci si fosse messa d'impegno.

Tentò ancora di dimenarsi, ma l'uomo non intendeva lasciarla andare.


-Buona..- sussurrò semplicemente.


Quella voce.. Le era familiare, ma non riusciva a capire dove potesse averla sentita.

Quando finalmente la coppietta ebbe levato le tende, l'uomo uscì nuovamente allo scoperto, trascinandosi dietro la recalcitrante Republika Hrvatska.

Majda iniziò ad avere.. Bé, no, non aveva paura!

Diciamo un leggerissimo timore, ma una cosa da niente. Che diamine, era sopravvissuta per più di due millenni senza conseguenze serie, non poteva lasciare che le facessero la festa proprio il giorno in cui doveva entrare nell'Unione Europea!

Forte di questi argomenti (nessuno convinceva la Croazia meglio della Croazia) la balcanica riprese a dimenarsi più forte, sentendo il sangue ribollire nelle vene e una strana eccitazione pervaderla.

Il suo rapitore, comunque, non mollò la presa. Era evidentemente più ostinato di lei, e si che ce ne voleva!

Dopo un tempo che le parve brevissimo, la croata venne spinta dentro un edificio la cui porta era stata lasciata aperta.


“Oh, fantastico..” pensò lei.


Senza perdere tempo, si rimise in piedi, estraendo fulmineamente il suo fido pugnale.

Il tempo si fermò, mentre il suo cervello riprendeva a lavorare come quando faceva la spia durante la Guerra Fredda.


“Uomo, almeno venti centimetri più alto di me, a circa due metri, sta compiendo un passo, braccia aperte, torace e ventre scoperti. Colpire basso ventre, si abbasserà. Cercherà di afferrare il pugnale o/e le mie braccia. Con la mano libera colpire mascella. Approfittare della distrazione per colpire genitali. Si abbasserà ancora, prendere la testa e sbatterla contro ginocchio alzato.

In sintesi, allibito per almeno un quarto d'ora, ferita grave al ventre, deambulazione malferma, mal di testa e giramento per almeno mezz'ora.

Insomma, ho tutto il tempo per scappare.”


In tutto questo tempo, il rapitore non era riuscito nemmeno a compiere un passo.

La croata notò di aver impiegato più tempo del solito per il piano d'azione, ma rimediò subito slanciandosi all'attacco senza far rumore.

La concentrazione era al massimo. Stava per colpire, ecco, c'era..

Un altro paio di mani le afferrarono le braccia.

Majda lanciò subito due calci all'indietro, schiumando come un cane rabbioso.


-AAAAIIAAHHH! Majda! Ma é possibile che tu debba sempre fare così male?- esclamò una voce maschile dietro di lei.


Croazia ne riconobbe subito il chiassoso proprietario, seppur piuttosto falsata da.. Humm, cause impedienti.


-MATHIAS?- urlò, mentre una luce si accendeva per rivelare il rappresentante della Danimarca dolorante e lamentevole.


-Oioioi, povero me..-


-Accidenti, Dada, gliele hai proprio suonate, no?- chiese divertito il rapitore.


La ragazza si girò, mentre sentiva le guance andarle in fiamme.

Il fantomatico rapitore era nientemeno che Alexej, meglio conosciuto come Repubblica Ceca.


-Alexej?- mormorò con un filo di voce, abbassando lo sguardo per l'imbarazzo.


-Proprio noi. Ora, se vuoi stare un attimo ferma..- rispose semplicemente lui, avviandosi verso il lato opposto della stanza, dove c'era un'altra porta.


Con un gesto, la invitò ad aprire.

Titubante, Majda si avvicinò alla porta, aprendola.

 


-SORPRESAAAAAAA!- urlarono ventisette voci, mentre una cascata di coriandoli si riversava sulla ragazza.

Croazia ci mise qualche secondo per mettere a fuoco la situazione.

Vedeva Francia, Italia, Finlandia, Ungheria, Spagna, Germania.. Tutti, erano tutti lì per festeggiare, a giudicare dai cappellini da Capodanno, dalle trombette e dai rinfreschi posti su un tavolo d'angolo.

Due grossi striscioni, appesi da una parte all'altra del soffitto, recitavano:
 

 

ćemo pozdraviti Hrvatsku u Europskoj uniji!!!

 

We welcome Croatia in the European Union!

 

 

 

Majda rimase completamente senza parole, immobile come una statua di sale, mentre attorno a lei fioccavano i complimenti, gli auguri e le battute.


-Finalmente, eh Dada?-


-Non vedevo l'ora, sono così felice!!!!-


-Benvenuta, cara, benvenuta!-


-Eheh, questa non te l'aspettavi, vero, razza di cinica che non sei altro?-


-Veee, benvenuta! Ti piace lo striscione? Ho chiesto a dei miei amici di farlo solo per te!-


La ragazza si riscosse.


-Boga ti... Non so davvero che dire..- mormorò, mentre sentiva delle lacrime di commozione pizzicarle gli occhi.


-Dì che sei felice!- esclamò Elizaveta, correndo ad abbracciarla, presto imitata da Tino, Veneziano, Francis, Vlad e Antonio.


-Dai ragazzi, così la soffocate!- esclamò Repubblica Ceca, tentando di farsi spazio fra quell'ammasso di arti superiori.


Finalmente, le più “abbracciose” fra le nazioni lasciarono andare la povera croata, che si ritrovò faccia a faccia con l'olandese.


-Bé..- sussurrò lei.


Alexej aprì la bocca per parlare, mentre le altre nazioni ridacchiavano scambiandosi gomitate e occhiate eloquenti.

Il boemo tese la mano.


-Bé, Croazia, a nome mio e di tutti, benvenuta nell'Unione Europea.-


-SIIIIIII!- urlarono le nazioni lì presenti, facendo quasi tremare i muri.


La croata rimase un secondo zitta, poi disse:


-Grazie, ragazzi, davvero davvero grazie io.. Non so che dire, sono così felice!- esclamò, mentre una lacrima di felicità scendeva lungo la sua guancia.


-Ah bé, che credevi, che ti avremmo lasciato festeggiare DA SOLA???!!!- urlò Romania, mentre gli altri ridevano.


-Bé..- riprese lei. -Io, io non me lo aspettavo!- disse, sorridendo imbarazzata.


Poi si ricordò dei suoi rapitori.


-Ah, Saša, Mathias, tutto ok?- chiese, preoccupata.


-Tutto a posto.-


-HEY, CI VUOLE ALTRO PER METTERE FUORI GIOCO IL RE DEL NORD!- urlò Danimarca (e chi sennò?) scatenando di nuovo l'ilarità generale.


-Guarda, ti abbiamo organizzato un rinfresco con cibi da tutt'Europa!- disse Veneziano, indicando il tavolo dove era poggiato ogni ben di Dio: vino, birra, paella, pizze, crocchette di patate, paste, dolci, frutta..


-Tutto questo.. Per me?- domandò Majda, ancora incredula.


-Ma certo, tesoro!- disse Elizaveta, abbracciandola. -Non vedevo l'ora che la mia migliore amica entrasse nell'Unione Europea, era il minimo che potessimo fare!-


-Sottoscrivo, sei una persona fantastica, siamo davvero felici di averti qui!- aggiunse Tino, imitato da Veneziano, Mathias, Vlad, persino Ludwig e Roderich!


-Ecco, a questo proposito..- riprese Alexej, frugando in una delle tasche dei jeans, per tirarne fuori un pacchetto.


Tutti si ammassarono vicino ai due, mentre il ceco porgeva alla croata la scatolina, arrossendo fino alle orecchie.

La ragazza ringraziò, poi aprì il regalo.

Adagiato su un cuscinetto c'era un ciondolo rotondo, ritraente le dodici stelle dell'Unione Europea su sfondo blu.


-Giralo.- disse il ragazzo, mentre un lievissimo rossore gli imporporiva le guance .


lei ubbidì, trovando, sul lato posteriore, la bandiera della Croazia!


-é bellissimo..- mormorò.


Buttare le braccia al collo del boemo e schioccargli un bacio sulla guancia fu un tutt'uno.



-Graziegraziegraziegraziegraziegraziegrazie! Mi piace da matti, grazie mille sul serio!- esclamò, facendo diventare ancora più rosso il povero Repubblica Ceca, e scatenando il gossip fra le altre nazioni.


Sganciatasi dal giovane, la croata si girò verso gli altri.


-Scusate, qualcuno ha una sedia?- chiese, venendo accontentata in men che non si dica.


Croazia salì sulla sedia che Ludwig le porgeva, e guardò la platea sotto di se.


-Ragazzi! Non ho parole per ringraziarvi.. Sono davvero immensamente grata a tutti voi, che mi avete permesso di entrare nell'Unione, e voglio che sappiate che vi considero tutti miei amici, e che se mai mi chiederete aiuto, accorrerò! Grazie davvero.- si fermò un attimo per riprendere fiato.


Guardò i ventisette Paesi lì riuniti.


-Amo l'Europa!- disse, ottenendo un boato da parte di tutti.


-Sul serio, amo la nostra cultura così diversificata, le nostre tradizioni, la nostra storia condivisa, le nostre lingue astruse.. Amo tutti voi, ognuno per una ragione diversa. So che questo non é un periodo facile, so che non siamo tutti amici per la pelle, so che a volte non ci capiamo.. Ma questa é la nostra forza. Dunque, ora che sono davvero europea anch'io posso dirlo..-


Alzò il pugno al cielo, e urlò:


-Ujedinjeni u različitosti!!-


In un attimo, ognuno urlava il motto dell'Unione Europea nella propria lingua madre.


-Forenet i mangfoldighed!-


-Moninaisuudessaan yhtenäinen!-


-Unis dans la diversité!-


-Unita nella diversità!-


-Verenigd in verscheidenheid!-


-United in diversity!-


Croazia scese dalla sedia.

Si sentiva felice come non mai.

Pazza, paradossale, inconcludente, poco seria. Tutto, si poteva dire.

Ma ora, questa era la SUA pazza, paradossale, inconcludente, poco seria, importantissima, bellissima..

Unione Europea.

 

 

 

 

Angolo Autrice:

Alllllllora! Bentrovati cari miei! Vi prego, non menatemi, questa storia non é un granché, ne sono consapevole, ma l'ho scritta alla velocità del fulmine un attimo prima di partire per la Croazia (appunto).. Sorry :( Non so se si nota, comunque, ma questa fanfiction é dedicata all'ingresso della Croazia nell'unione Europea.

Insomma, oggi ho guardato su EFP ma.. Niente! Potevo sopportarlo? No di sicuro, dunque ecco qui la mia versione della storia! 
Ah, a proposito, "Boga tì" é un'esclamazione in croato, significa "Oh, Cielo!"

Spero che vi sia piaciuta, e ricordate che una recensione può salvare un'autrice! Abbiate pietà, lasciate una recensione! É per il bene vostro e di chi vi sta intorno.

Un saluto

Iris

  
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