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Autore: I love Finchel    01/07/2013    3 recensioni
Questa è una storia vera, la mia.
«Lo riconosco, non abbiamo mai avuto rapporti, non c’era mai stato un saluto, un’occhiata, niente di niente. Quel poco che so è per le voci che circolano in giro. So che viene da un altro paese, ha un cugino niente male, studia elettronica e fino a Capodanno stava con una ragazza.»
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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«The first time ever I saw your face 
I thought the sun rose in your eyes 
and the moon and the stars were the gifts you gave 
to the dark and endless skies, my love 
to the dark and empty skies»


E’ quasi ora e ancora non trova quegli stupidi collant che tanto le servono per essere perfetta, per quanto possa essere perfetta una ragazza così disordinata sia fuori che dentro.  Non ha nulla di ordinale e si odia per questo,  ma con il tempo si è abituata  a fare a meno della perfezione perché sa bene che non esiste.  Andrà a ballare questa sera, una festa d’istituto con presenti tutti i ragazzi delle varie scuole della sua città, ma alla fine non si aspetta niente di che.  Non va più alle feste per qualche ragazzo da un bel po’ visto che quello che le piace vive a tre ore, ventitré minuti e qualche secondo lontano da lei. Stasera andrà per divertirsi con i suoi amici e sa che ne varrà la pena perché quando è con loro è normale che sia così. Passa quel poco di fondotinta per coprire le imperfezioni e pensa che è un peccato che non esista un fondotinta che copra anche quelle più nascoste, quelle che lei ha dentro, proprio sul cuore.  Mette il rossetto per risaltare le labbra, forse l’unica cosa che trova bella di se stessa. Sono rosse, carnose e sempre rivolte all’insù, le piace sorridere. Sorridere tanto da non sentire più la mascella e il dolore che la circonda. Sorride perché ha ancora una speranza, sorride quando guarda il cielo, perché vuol dire che crede ancora in qualcosa. Arriva alla festa con ben dieci minuti di anticipo. E’ stano come riesce sempre ad arrivare così presto alle feste e altrettanto tardi la mattina a scuola. 

25 Gennaio 2013

«perché non facciamo finta ci sia caldo?» sorride, Fred è sempre stato così. Fuori è così bello, muscoloso, un uomo ormai ma dentro è rimasto il bambino che si è seduto accanto a me il primo giorno di scuola elementare allineando perfettamente sul banco le sue figurine dei calciatori. Sbottono il giubbotto e fingo, come gli altri, ci sia davvero caldo ed è strano perché tremo di meno rispetto a quando il giubbotto era ben abbottonato. E’ così, quando uno finge con convinzione finisce per crederci davvero, un po’ come faccio io quando affermo di stare bene.

La serata sta andando bene, eccome. Sto ballando ascoltando solo la musica che, grazie al cielo, questa sera sta riuscendo a coprire il suono dei miei pensieri. Benny ha alzato un po’ il gomito e mi fa tenerezza vedere la solita ragazza forte e determinata  un po’ goffa che ride e palpeggia sua cugina ridendo. Non mi sono mai ubriacata davvero in vita mia. La gente per cosa lo fa esattamente? Per divertirsi? Riesco a farlo benissimo anche senza prendere le sembianze di una povera pazza cubista. Per sentirsi più grande? Mi vanno bene i miei quindici anni, so che sono quelli che passeranno in fretta e non riavrò più indietro quindi vale la pena viverli, avrò l’età per sentirmi più grande. Per dimenticare? I ricordi, quelli brutti che spererò di cancellare via con l’alcol, torneranno il giorno dopo, insieme ad un trapanante mal di testa e un forte senso di nausea. Quindi credo sia meglio avere solo ricordi dolorosi che quelli insieme a tutto il resto.

Mi sento prendere per i fianchi e girare. Lo riconosco, non abbiamo mai avuto rapporti, non c’era mai stato un saluto, un’occhiata, niente di niente. Quel poco che so è per le voci che circolano in giro. So che viene da un altro paese, ha un cugino niente male, studia elettronica e fino a Capodanno stava con una ragazza. Iniziamo a ballare e non mi mostro sostenuta. Mi piace essere solare con le persone e comunque so per certo che non è una persona con idee perverse in testa, credo. E’ un po’ brillo e ha voglia di scherzare, è normale anche per una come me. Inizia ad avvicinarsi ed io giro la testa facendo finta di niente cantando la canzone che continua a rimbombare nella sala. So bene le sue intenzioni, si capiscono ma non me la sento di baciare uno sconosciuto, nonostante il sesso che ispira. Continuiamo a ballare per un po’ e dopo mi porta per mano fino a Lennie , un mio amico di vecchia data e mi lascia lì con lui. Sa che ha una cotta per me da anni ormai, lo sanno tutti e dopo averci ballato un po’, per cortesia, torno dalle mie amiche. La serata passa in fretta, tra un bacio insignificante con Lennie, gente ubriaca persa che sbatte la testa sul tavolo e Benny che ci prova con un ragazzo inglese niente male sulle note di “Turn me on”. Inizio a incolpare un po’ me stessa per aver baciato Lennie e non Jack, esatto si chiama così.

Tornando a casa Jennifer continua a ripetermi di essere stata una totale cretina ma liquido subito l’argomento vista la presenza in macchina di mia madre, che per una sera, ha deciso di fare la madre e venirmi a prendere non facendomi riportare a casa da Fred. Appena lasciamo Jenny a casa, luogo dimenticato completamente da Dio, inizia uno scambio di messaggi che riguardano il mio orgoglio di merda:

“Jenny sono una cretina! Anche se era ubriaco che me ne fregava? AAAAAAAAH”
Non so perché quel cambio di idea improvvisa, solo che Jack mi aveva colpita. Ho sempre pensato fosse un bel ragazzo, certo, ma non avevo mai avuto quella voglia di andargli dietro o sbavare ogni minuto sul suo profilo face book, questo lo lasciavo fare a quelle bimbette del primo che si bagnavano ogni qual volta lo vedessero girare con il cugino nei corridoi della scuola.
“Ma infatti Kimberlee! Quello che ho detto io HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA bhe dai, ci sarà una prossima volta lol”
Si certo, come no.  Solo da ubriaca un ragazzo come lui, avrebbe potuto notare una ragazza come me. Le leggi sono queste, i belli con i belli, i brutti con i brutti.  Non mi va di fare la pessimista e rovinarmi la serata, quindi rispondo positivamente.
“A Carnevale mi ubriaco pure io così tutte le minchiate che faccio sono giustificare! Che cazzo, era pure da stupro.”
Da lì a poco, ci sarà la festa di Carnevale e sono più che certa che parteciperà  anche a quella festa, con il suo gruppo di amici. Non mi ubriacherò davvero, ho già spiegato prima i vari motivi, ma magari fingendo posso concluderci comunque qualcosa. No, non ne avrei il coraggio, mi conosco troppo bene.
“Minchia veramente, ora che si è pure lasciato con Haley poi mlmlml”
basta, parlare con Jenny non mi aiuta ad alleviare i miei sensi di colpa. Da brava amica dovrebbe dirmi che ho fatto non bene, di più! Spengo il telefono e salgo in camera mia addormentandomi.  









ANGOLO AUTRICE:

Ciao a tutti, volevo solo dirvi che questa è la prima storia che pubblico e che è molto importante per me soprattutto perchè parla di me, della mia storia, di quello che sto vivendo in questo momento. E' una sorta di diario ecco, un modo per sfogarmi e, perchè no, anche per avere consigli. Non ho molto da dire, solo grazie a chi ha letto il primo capitolo e continuerà a seguirmi. Mi farebbe piacere qualche recensione e, se ne avete, anche qualche consiglio per renderla migliore. Un bacio belli, al prossimo capitolo! :)
  
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