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Autore: redeagle86    15/01/2008    2 recensioni
Quando ti costringono a prendere una decisione che non vorresti mai...gli European dream alle prese con imprevisti e amori...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andrew McGregor, Gianni, Nuovo personaggio, Oliver, Ralph Jurges
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IO SCELGO TE…

 

Non sempre ogni scelta rimane entro la nostra giurisdizione…

E, quando non è così, sono guai seri.

 

 

Avete presente quelle noiose riunioni di famiglia in cui siete costretti a sorridere a parenti che decisamente non potete soffrire?

Ecco, è in questi momenti di vita traumatica che nascono le ff più strane.

E, se si parla di famiglie un po’ invadenti, chi meglio degli European Dream può essere esperto in questo campo?

I blader più snob e titolati di “Beyblade” alle prese con le decisioni dei loro genitori…

 

 

Cap. I°

La cospirazione

 

 

Parigi.

Palais Boringer  era un tripudio di luci e musica.

L’immenso parco che lo circondava, con le sue siepi e le sue fontane, vibrava dei riflessi che provenivano dalle finestre della villa in puro stile barocco, mentre sul retro decine di lussuose automobili facevano bella mostra di sé, quasi fosse la vetrina di un prestigioso salone dell’auto.

Le feste dei Boringer erano sempre la gioia delle riviste di cronaca mondana, che si dilungavano in melensi elogi all’organizzazione, alla casa, agli ospiti e, ovviamente, all’eleganza dei padroni di casa. I coniugi Boringer sorridevano con grazia ed ospitalità a marchesi e principesse, senza dare il benché minimo segno di preferire questo o quell’ospite.

E, quella sera, erano presenti i più illustri nomi dell’alta società parigina e non solo, in un tripudio di colori, stoffe pregiate e gioielli inestimabili.

Seduto, anzi, sprofondato in una poltrona di broccato bordeaux leggermente in disparte, un ragazzo sorseggiava champagne osservando l’andamento della festa. Gli occhi cerulei, velati a tratti da alcune ciocche ribelli di color verde brillante, si spostavano con aria vagamente annoiata sulla prospettiva della sala: Lady Blanchè stava, come suo solito, civettando con ogni esemplare maschile fosse in grado di respirare; Madame Voutu spettegolava con il suo gruppetto di vipere; il barone Von Straken stava raccontando per l’ennesima volta delle sue battaglie…

Il giovane non riuscì a reprimere uno sbadiglio, abilmente celato da una mano, ma evidente indice di quanto quel ricevimento lo annoiasse. Chissà dove i suoi genitori avevano trovato la voglia di organizzare una simile parata di pomposi aristocratici: non c’erano ricorrenze da festeggiare…

E oltretutto, mancavano nomi solitamente al primo posto nelle agende dei suoi: ora che ci rifletteva, tutti gli invitati erano in qualche modo imparentati o in rapporti con la sua famiglia.

Per questo non c’era traccia dei suoi amici, Ralph Jurgens e Andrew McGregor.

L’unico membro degli European Dream presente, oltre a lui, era suo cugino Gianni Tornatore, circondato dal suo ventaglio di belle ragazze.

Che diavolo significava?

Un chiacchiericcio femminile distolse l’attenzione di Olivier Boringer, che sorrise alla figura che gli si avvicinava.

 

Louise Rochard prese radiosa la mano del cavaliere che l’aveva invitata a ballare. Peccato fosse solo un sorriso di facciata: i pensieri che le si agitavano in mente erano altri e ben lontani dal ballo.

Immaginava o era quasi certa che lui non sapesse il motivo di quella festa.

Lei lo aveva intuito…non che i suoi genitori ne facessero un mistero: che il loro più grande desiderio fosse vederla sposata a Olivier era una cosa che perfino i muri avevano capito. E quel ricevimento era una festa di fidanzamento in cui sarebbe stata annunciata la loro unione.

Un’unione che era solo nelle loro teste, dato che né Louise né Olivier erano d’accordo. Non che non si volessero bene: si conoscevano dalla nascita praticamente ed erano inseparabili, perché erano l’uno il migliore amico dell’altra. Il loro non era un affetto da cui potessero sfociare delle nozze. Era una forte amicizia…non un amore.

Anche perché il cuore della francese apparteneva già ad un’altra persona, sebbene questa fosse del tutto ignara di questo possesso. Una persona che era esattamente l’ultimo ragazzo di cui si sarebbe dovuta innamorare.

Abbozzò un inchino al suo compagno di ballo e si allontanò dal centro della sala: gli occhi blu si spostavano nervosamente da un angolo all’altro, alla caccia del padroncino di casa. Dov’era finito? Possibile che l’ospite si fosse eclissato? Non era nello stile dei Boringer: no, doveva essere da qualche parte.

Doveva avvertirlo prima che fosse troppo tardi per intervenire: insieme avrebbero sicuramente trovato una soluzione. Almeno ci sperava.

Di colpo localizzò una chioma verde e vide Olivier parlare con un ragazzo biondo. Il cuore di lei mancò un battito: era stato invitato…

Bhe, era proprio la sua serata fortunata.

 

-Gran bella festa, vecchio mio. Ma…cosa si festeggia?

Olivier squadrò torvo il cugino, che si era seduto con nonchalance sul bracciolo della poltrona, lanciando sorrisi al mondo femminile presente in sala.

Era più forte di lui. Gianni Tornatore si considerava una specie di dono mandato sulla Terra per allietare e incantare le donne di tutto il mondo. Bastava dare un’occhiata al gruppo di ragazze che aveva perennemente intorno: erano in poche a resistere al suo indiscusso (Questo è tutto da vedere… NdA) fascino.

Ma, anche per gli incalliti playboy, arriva sempre il tramonto. E quello dell’italiano era a pochi passi di distanza.

-Vorrei tanto saperlo anch’io- rispose Olivier, catturando per un istante la sua attenzione.

-Bhe, se non lo sai nemmeno tu che sei il padrone di casa sto più tranquillo- continuò il biondino. –Credevo d’aver dimenticato il compleanno di qualcuno…

-Sai niente di Drew e Ralph?

-Sono arroccati nei loro castelli, come al solito- scherzò l’altro, afferrando un bicchiere dal vassoio di un cameriere di passaggio. –Francamente pensavo di incontrarli stasera.

-Questa festa è un vero mistero- commentò il francese, spostando poi lo sguardo su un punto alle spalle di Gianni e sorridendo. –Ciao, Louise.

Il cugino si volse e…

E la sua carriera di dongiovanni terminò. Nell’istante stesso in cui i suoi occhi si posarono sulla giovane, capì (Sempre che uno così possa capire… -__- NdA) (Hai tanto da offendere?! è.é NdGianni) che era lei la donna della sua vita e che tutte le altre svanivano, non erano più nulla.

Si perse ad ammirare i capelli rosso fuoco, raccolti in un’acconciatura complessa, scendendo poi agli occhi blu come la notte, al volto cesellato come la ceramica più pregiata, quasi fosse il viso di una bambola dipinta a mano, e al corpo perfetto, racchiuso in un abito verde brillante che accendeva il colore della sua chioma.

Non si accorse nemmeno che, nel frattempo, Olivier si era alzato per salutarla e si stava avvicinando per presentargliela.

-Louise, immagino tu non conosca mio cugino…- stava appunto dicendo il giovane. –Gianni Tornatore, campione italiano di beyblade. Gianni, ti…Gianni….Gianni!

Il ragazzo sbatté le palpebre, tornando sulla Terra.

-Gianni, ti presento Louise Rochard, figlia del duca Marcel Rochard e, per mia fortuna, la mia più cara amica.

La dolcezza con cui Olivier aveva pronunciato le ultime parole, contrasse lo stomaco di Gianni in una morsa, come se una mano gli stesse torcendo le budella. Una sensazione inspiegabile si era impossessata di lui, qualcosa che lo portava a guardare il cugino come…come un rivale.

Si stupì lui stesso di quel pensiero: da quando aveva dei rivali?

-Sono onorata- intervenne Louise, porgendogli la mano.

-Enchanté- replicò Gianni, prendendola e posandovi lievemente le labbra. Profumava di vaniglia, come il più dolce dei biscotti.

-Olivier, posso rubarti al tuo ospite per questo ballo?

-Volentieri, mi stavo giusto chiedendo se avresti trovato un posto per il tuo migliore amico.

-Per te c’è sempre un ballo riservato- precisò lei, allontanandosi con il parigino.

Se qualcuno avesse analizzato attentamente l’italiano, avrebbe notato il fumo che gli usciva dalle orecchie. Sembrava un toro in procinto di caricare il torero.

Quel comportamento lo lasciò spiazzato e, sprofondando nella poltrona occupata poco prima dall’amico, si passò una mano sul volto domandandosi cosa diavolo gli stesse succedendo.

 

-Allora, come stai?- chiese Olivier, stringendo a sé Louise.

-Bene. È da parecchio che non ci vediamo, Vier.

-Già, fra impegni e ricevimenti, non ho più tempo per divertirmi. Da una parte questa festa è una fortuna.

-È proprio di questo che volevo parlarti. I tuoi non te ne hanno spiegato il motivo, vero?

-No, ad essere sinceri no. Perché? C’è qualche problema?

Ma i loro genitori furono più rapidi della fanciulla.

-Fermate la musica!- esclamò il padrone di casa. –Dobbiamo fare un annuncio importante. In molti si sono interrogati sulle ragioni di questo ricevimento…ebbene, questa sera festeggiamo il fidanzamento tra mio figlio Olivier e Louise Rochard!

 

Gianni artigliò i braccioli della poltrona nell’udire quelle parole: Olivier avrebbe sposato Louise…

Quella notizia azzerò bruscamente i battiti del suo cuore…aveva appena conosciuto i palpiti dell’amore e già gli veniva strappato: esisteva forse ingiustizia peggiore? E non era un estraneo a portargliela via, ma suo cugino… Questo significava che sarebbe diventata sua parente!

Era un pensiero agghiacciante.

-COSA?!

La voce di Olivier lo costrinse ad abbandonare le sue nere riflessioni e a spostare lo sguardo sul compagno: era pallido come un fantasma e sembrava sul punto di scoppiare in una tremenda sfuriata.

Significava forse che non era d’accordo con la decisione dei suoi genitori?

Gli fu subito accanto per chetare i suoi bollenti spiriti: sapeva che quando il francese perdeva la pazienza si trasformava in una belva. Niente di meglio per le prime pagine dei giornali di cronaca mondana.

-Vier- gli sussurrò. –Ricordati dove sei.

Bastò questo perché il ragazzo dalla chioma verde si calmasse. Non poteva fare una scenata nel bel mezzo della festa. A passi decisi si diresse verso il balcone, deciso a sbollire la rabbia alla fresca brezza della sera.

Gianni lo osservò, avvertendo il gelo che era sceso sulla sala.

-Gli zii- si ritrovò a pensare. –Sono bravi anche a rovinare le feste che organizzano…

Udì Louise sospirare e poi raggiungere l’amico sulla terrazza. Al biondo non rimase che tornare alla postazione precedente, pieno di dubbi e di interrogativi. Alcune ragazze gli si fecero accanto, ma le allontanò bruscamente: non avevano più alcuna importanza per lui.

La sola cosa che gli interessasse era venire a capo di quella confusione.

 

-Vier…

Il francese era appoggiato alla ringhiera con un’espressione mista di tristezza e furia. Non sapeva se scaricare il suo furore verso i genitori o verso sé stesso: avrebbe dovuto accorgersi del complotto che si tramava alle sue spalle, invece era stato cieco a ogni indizio. E ora si trovava con quell’annuncio che non era certo di poter smentire.

-Tu lo sapevi?- domandò senza voltarsi.

-Lo immaginavo e in questi giorni ti ho cercato spesso per dirtelo- rispose Louise. –Ma non sono riuscita ad avvertirti.

-Sei d’accordo con loro?

-Perché?

Il giovane si passò una mano fra i capelli, spingendo lo sguardo lungo il giardino. Quante volte vi avevano giocato da bambini… Perché il tempo doveva incessantemente scorrere?

-Perché se tu volessi sposarmi, se fossi certo che lo desideri…allora acconsentirei alle nozze.

Ci fu un istante di silenzio, lungo interminabili secondi. Olivier aveva maturato quella decisione in un istante, senza fermarsi troppo a riflettere: non amava Louise, ma le voleva bene almeno quanto ne voleva a sua sorella Jessica. E, per renderla felice, avrebbe fatto qualsiasi cosa.

-No, Olivier- ribatté lei. –Io non sono innamorata di te e non voglio sposarti. Per questo volevo dirti tutto: speravo che insieme saremmo riusciti a fermarli.

Il sedicenne si voltò, sorridendole. Nei suoi occhi blu leggeva che quelle parole erano sincere e che il suo cuore già batteva per un altro. Con gesto fraterno le passò un braccio attorno alle spalle, attirandola a sé e facendole posare la testa nell’incavo del collo.

-Ci prenderanno per due piccioncini- commentò lei.

-Pensino ciò che vogliono: a me basta sapere che sei dalla mia parte.

-Come sempre.

-A proposito…perché non ti sei confidata con me? Mi ritengo offeso…

La fanciulla lo guardò perplessa.

-In merito a cosa?

-Ti sei innamorata di qualcuno…- fece il blader con una punta di malizia.

Il viso della coetanea assunse tutte le tonalità del rosso, sebbene cercasse di nasconderlo.

-Ma…cosa dici- balbettò imbarazzata. –Non è vero…

-Mi stai raccontando una bugia.

-Uffa…- si lamentò, arrendendosi. –E va bene, sì, mi sono innamorata.

-E di chi?

-Ma sei veramente impiccione!- esclamò, dandogli una spinta e separandosi da lui. Gli diede le spalle, muovendo alcuni passi verso la casa. Poi si volse e con uno sguardo scherzoso rivelò: -È Gianni. 

Olivier ricambiò il sorriso, seguendola con lo sguardo mentre rientrava. Non avrebbe mai creduto che la sua migliore amica, così riflessiva e assennata, potesse aver perso la testa per quello scavezzacollo di Gianni. Sperava solo che questo non la portasse a soffrire, o suo cugino avrebbe fatto i conti con lui.

Adesso non gli restava che tentare di far rinsavire i suoi.

Un compito per nulla facile.

 

  
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