Anime & Manga > Mahō shōjo Lyrical Nanoha
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Autore: Diavolo Bianco    02/07/2013    2 recensioni
Fate Testarossa non l’aveva uccisa e adesso stava pagando il prezzo della sua decisione. Se in quel momento stava soffrendo, era soltanto a causa di Nanoha Takamachi.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Fate T., Nanoha T.
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Felicità donata

Era passata qualche settimana da quando si erano incontrate per la prima volta, ma Nanoha pensava a lei costantemente. A quella ragazza dagli occhi tristi e meravigliosi. La sognava di notte e le sembrava di vederla anche a scuola. Fu proprio questo distacco dalla realtà che la portò a litigare con le sue due migliore amiche. Però non poteva fare altro che scusarsi a capo chino. Dopotutto sapeva che loro si stavano soltanto preoccupando per lei. Anche Yuuno stava cominciando a temere per Nanoha. Così aveva cercato di convincerla a dimenticare tutta quella storia della magia. Le disse che avrebbe continuato la ricerca dei Jewel Seeds da solo. Lei però si oppose e dichiarò che voleva continuare ad aiutarlo. Ma la verità era che Nanoha temeva che con la scomparsa di Yuuno avrebbe perso anche Fate. Fu proprio quando, all'alba, Yuuno le disse che aveva localizzato un Seme Gioiello che ebbe l’opportunità di rivedere quella ragazza che la incuriosiva tanto. Il luogo dove si trovava la reliquia era un parco vicino al mare. Quando vi giunsero, non c’era nemmeno l’ombra della sua enigmatica nemica. Così iniziò a combattere contro il mostro in cui era imprigionato il Jewel Seed. Il cristallo fu liberato e Nanoha si preparò a catturarlo, ma proprio in quel momento la maga nera apparve.
“Fate-chan!” La bionda la fissò con sufficienza.
“A quanto pare ci rivediamo.” Voce di ghiaccio. “Questa volta non ti lascerò scappare.”
“Io voglio solo parlare.” L’altra la fissò attentamente. “Capisco che tu non voglia, quindi ti faccio una proposta. Lottiamo e se io vinco tu mi racconterai la tua storia. Va bene?” La maga nera non le rispose, ma si scagliò all’attacco contro di lei. Nanoha si preparò al colpo, che però non arrivò mai. Tra loro due si trovava un ragazzo dai capelli neri e gli occhi grigi.
“Fermatevi! Combattere qui è pericoloso, ritirate i vostri dispositivi.” Fate non lo ascoltò e si lanciò verso il Jewel Seed. Il ragazzo misterioso le sparò contro delle sfere magiche. La colpì.
“Fate-chan!” La bionda precipitò verso il suolo, ma fortunatamente il suo famiglio, Alph, l'afferrò al volo. Il moro caricò un altro colpo nella loro direzione. “Fermo! Non sparare!” Gridò Nanoha mettendosi tra lui e la sua rivale. La situazione rimase in stallo. La maga nera sollevò lo sguardo e fissò confusa la maga bianca. “Fate-chan, vattene!” La bionda si avvicinò a lei con una certa incertezza.
“...Perché?” Chiese piano.
“Perché sei mia amica.” Rispose Nanoha guardandola da sopra le spalle.
“Sono un ufficiale governativo della Time-Space Administrative Bureau, Chrono Harlaown. Ti ordino di spostarti!” Disse il ragazzo, che rispondeva al nome di Chrono.
“No.” Prese Raising Heart con una mano sola e mise l’altra dietro la schiena. Alla ragazzina alle sue spalle, quel gesto sembrò una specie di richiamo a cui non seppe resistere. Infatti, anche se con titubanza, l’afferrò. Nanoha si sentì il cuore in gola per l’eccitazione quando percepì quella mano sulla sua. “Sono Nanoha Takamachi e questo è il mio dispositivo, Raising Heart.”
“Bene, Takamachi-san. Stiamo seguendo le vostre scorribande da un po’ e posso dirti che tu sei praticamente innocente. Ma la maga dietro di te, no.” La ramata strinse con forza la mano di Fate. “Se non ti sposti da lì, sarò costretto ad arrestare anche te per intralcio ad un agente.” Nanoha sussultò. Aveva degli amici e una famiglia, non potevano arrestarla. Oppure si? Non si mosse comunque.
“Fate-chan, devi andartene da qui.” Mormorò piano. Questa volta fu la bionda a stringere la sua mano.
“Ci rivedremo?” Chiese piano nel suo orecchio. L'altra rabbrividì.
“Farò in modo che accada.” La sua rivale sembrò soddisfatta. Con lentezza le loro mani iniziarono a separarsi. Quando anche le punte delle dita persero contatto Nanoha si sentì improvvisamente insicura, come se avesse perso qualcosa di veramente importante.
“Alph!” La lupa rossa si avvicinò a Fate, la quale ci salì rapidamente sopra. Qualche secondo dopo erano sparite. Nanoha sorrise, rientrò nei suoi soliti vestiti e si appese Raising Heart al collo.
“Quello che hai fatto è molto grave, Takamachi-san.” La informò Chrono, nella sua armatura nera.
“Nanoha non è cattiva, posso assicurartelo. Stava aiutando me a recuperare i Jewel Seeds.” Disse Yuuno uscendo da un cespuglio e mettendosi al fianco della ramata.
“Ne parleremo sull’Arthra.”

In seguito Nanoha, Yuuno e Chrono furono teletrasportati su un’astronave in orbita intorno alla Terra. Lì conobbero Lindy Harlaown. La madre del moro e Capitano dell'Arthra. Nanoha fu subito sottoposta ad un controllo e ad un interrogatorio. Le chiedevano soprattutto di Fate. Lei non rispondeva, non aveva nulla da dire. Lei e Yuuno alloggiarono sull'astronave per tre giorni e la mattina del quarto i radar localizzarono qualcosa. Una forte ondata di energia proveniente dal mare, non molto lontano da Uminari City. La città di Nanoha. I due furono chiamati sul ponte, dove gli schermi mostravano l’immagine di Fate intenta ad usare tutto il suo potere per sigillare sei Jewel Seeds.
“I suoi livelli vitali sono critici.” Dichiarò uno degli agenti addetti ai computer. “Sta usando troppa magia.” Nanoha tremò.
“Probabilmente morirà, ma è un cosa che non possiamo evitare. Attendete che la ragazza localizzi tutte le reliquie e poi sigillatele prima di lei.” Ordinò Lindy. La ramata si fece avanti.
“Non possiamo mettere in pericolo la sua vita!” Protestò con tono grave.
“Mi dispiace, ma non c'è niente da fare.”
“Però...”
-Nanoha, vai da lei.- La ragazza si voltò verso Yuuno, nella sua forma umana. Lui le sorrise mentre le parlava telepaticamente. -Ti aprirò io il passaggio.- 
-Yuuno-kun… grazie.- Rispose con un sorriso gentile in volto. Il mago scosse semplicemente il capo.
-Salvala. Sei l’unica che può farlo.- Lei annuì energicamente e Yuuno iniziò ad attivare il teletrasporto. Lindy e Chrono se ne accorsero.
“Che vuoi fare?!” Chiesero, allarmati, nello stesso momento.
“Salverò Fate-chan!” Nanoha scomparve e si ritrovò a precipitare nel cielo. Afferrò la collana che portava al collo. “Raising Heart, Set Up!”
[Yes, my master.] 
La ragazza indossò la sua Barrier Jacket bianca e subito volò nella direzione in cui si trovava Fate. Appena la bionda entrò nella sua visuale il cuore iniziò a batterle all'impazzata.
“Fate-chan!” La bionda sembrava esausta, ma le parve di vedere un barlume di felicità nei suoi occhi quando la vide. La maga bianca si accostò accanto a quella nera. “Devi fermarti o rischi di farti male.” L'avvertì preoccupata. Poteva vedere la tristezza e la solitudine di cui erano pieni i suoi occhi bordeaux, così disse l’unica cosa che sperava potesse aiutare la ragazza. “Va tutto bene.” Sussurrò sorridendole. “Sono qui per aiutarti, prenderemo tre Jewel Seeds a testa. Però li sigilleremo insieme.” Mentre parlava notò che il dispositivo di Fate, Bardiche, era ormai scarico. “Raising Heart, puoi ricaricarlo?”
[Yes, my master.]
Dal suo scettro uscì un raggio rosa che entrò nella falce della maga nera.
[Power charge.]
Affermò Bardiche, quando la sua energia fu ricaricata. Il raggio rosa sparì.
[Supply complete, my master.]
Le confermò Raising Heart. Guardò Fate. Sembrava sbigottita. 
"Perchè?" Mormorò fissando attentamente le iridi violette della ramata. "...Perchè mi stai aiutando?"
"E perchè non dovrei?" Ribatté con voce dolce. Prese un lembo del mantello scuro di Fate. "Non voglio che ti capiti qualcosa di brutto." Deglutì in difficoltà. Non capiva cosa le scombussolasse così tanto i pensieri e i sentimenti quando era in presenza di quella ragazza. Cosa di lei la ossessionasse così tanto. Guardò le trombe d'aria intorno a loro, generate dai Jewel Seeds. "Non c'è più tempo!" Avvertì con urgenza e l'altra capì che quello non era il migliore momento per parlare. Iniziarono a caricare i loro incantesimi e insieme riuscirono a localizzare e a far emergere le reliquie. “Fate-chan…” Mormorò quando si ritrovarono una difronte all'altra. Non sapeva cosa dire. Voleva conosce meglio la bionda, averla accanto. Averla nella sua vita. Tentennò. Quei sentimenti così forti e sconosciuti la stavano spaventando. La maga nera si avvicinò a lei. Allungò una mano. Proprio in quel momento delle minacciose nuvole nere comparvero nel cielo, oscurando il sole. Saette viola invasero lo spazio. Fate sollevò lo sguardo.
“…Okaa-san?” Nanoha avvertì la paura nella sua voce. All'improvviso un fulmine viola colpì in pieno la ragazza dagli occhi tristi. Incominciò ad urlare dal dolore. La maga bianca si lanciò nella saetta senza nemmeno pensarci. Doveva raggiungere la sua rivale dal corpo straziato. Sentiva la sua Barrier Jacket strapparsi sotto quel potente colpo magico. Afferro il braccio di Fate e la tirò a sé. Stava cominciando a provare troppo male. Sapeva che doveva allontanarsi da lì e che doveva portare l'latra dietro. Digrignò i denti e guardò i suoi piedi. Le ali rosa negli stivaletti sembravano sul punto di spegnersi. La bionda si contorceva e urlava contro di lei. Era come se provasse un dolore maggiore di Nanoha. Come se quel fulmine avesse soltanto lei come obbiettivo. Strinse la presa su Fate e si preparò a sfruttare tutta la sua magia per andarsene. Poi tutto si fece buio. L'agonia finì. Il fulmine le aveva teletrasportate da un'altra parte, lontane dalla Terra.

Quando Nanoha rinvenne sentì il suo corpo indolenzito e qualcosa di freddo sulla pelle. Abbassò lo sguardo e vide che delle catene viola, magiche, le bloccavano i polsi. Provò a tirare e a fare qualche incantesimo. Tutto inutile. Si alzò e si diede un’occhiata intorno. Era in una sala enorme, circondata da colonne. Era bloccata ad una di quelle. L’unico mobile all'interno della stanza era un trono. All'improvviso una porta si aprì e il corpo di Fate si schiantò duramente sul pavimento al centro della sala. In meno di due secondi i suoi polsi furono avvolti da catene simili a quelle di Nanoha. Fu sollevata in aria. Una donna fece la sua comparsa. Aveva i capelli e gli occhi viola ed uno sguardo folle raccapricciante. Presto fu davanti alla bionda e le sollevò bruscamente il viso.
“Sembra che tu ci stia prendendo gusto a deludermi.” Voce tagliente.
“…Mi dispiace…” Sussurrò Fate. Nanoha si sentì male udendo quel terrore quasi tangibile.
“Sei una delusione continua. Non fai altro che rallentare il mio piano portandomi dei risultati scadenti.”
“…Mi dispiace…” La donna le tirò uno schiaffo.
“Piantala di chiedere scusa! Smettila di essere debole! Tu sei Fate Testarossa, l’unica figlia ed erede della grande maga Presea Testarossa, non puoi permetterti certi errori! Non li tollero, hai capito?!”
“Ho capito… Okaa-san.” Alla ramata mancò il fiato. Quella pazza non poteva essere la madre di Fate. Una madre non avrebbe mai trattato sua figlia così.
“Adesso riceverai una punizione per tutti i tuoi fallimenti. Voglio che ti ricordi che non tollero più questi errori.” Sembrava visibilmente divertita di quello che stava per fare. Nella sua mano apparve una frusta. Incominciò a colpire il corpo della ragazza. La maga bianca desiderò con tutta se stessa di essere sorda per non dovere udire le urla strazianti che rimbombavano per tutta la sala e nella sua testa. Aveva voglia di gridare. Di dire a quella donna di smetterla di torturare Fate, ma non osò aprire bocca. Aveva paura che parlando avrebbe ricordato alla donna la sua presenza e che avesse punito la figlia per tutte le volte in cui non l’aveva uccisa. Perché Nanoha sapeva che il motivo per cui la bionda non aveva preso tutti i Jewel Seeds era perché, più di una volta, lei le aveva risparmiato la vita. Esatto, Fate Testarossa non l’aveva uccisa e adesso stava pagando il prezzo della sua decisione. Se in quel momento la maga nera stava soffrendo era soltanto a causa di Nanoha Takamachi. La tortura andò avanti per quasi un’ora, riducendo la Barrier Jacket della bionda a brandelli e il suo corpo in un distesa di tagli profondi. Il corpo della ragazza tremava e dalla bocca, e da ogni ferita, stava uscendo sangue. Anche il pavimento era sporco di quel rosso. “Dimmi, mia adorata Fate, perché non sei riuscita a portare a termine l’incarico che ti avevo affidato?” Domandò la Presea fermando il supplizio sul corpo lacerato della figlia.
“N-non… lo so…”
“Allora te lo dico io, perché sei debole. Ed io non so di che farmene di una figlia debole. Dovresti ringraziarmi per averti portata qui prima che quelli dell’Agenzia ti prendessero…" Ride follemente. "Però c’è stato un errore.” La donna si voltò bruscamente verso Nanoha. Fate seguì lo sguardo della madre e quando vide la sua rivale, incatenata alla colonna, il suo sguardo si riempì di paura. La ramata fu sorpresa di tale reazione. Non credeva che la bionda non si fosse accorta di lei. “Quella ragazza si è attaccata a te ed è stata teletrasportata fin qui. Da quel che so... è lei la maga che ti ha causato tanti problemi." Camminò verso Nanoha. "Io però, ancora una volta, ti spianerò la strada. Liberandoti da tale ostacolo.” Creò una sfera d’energia nella mano e la puntò contro la ramata.
“Fermati!” Gridò con fermezza Fate. Sua madre abbassò il braccio e la fissò divertita.
“Non ne vedo il motivo. Infondo, è lei il tuo unico ostacolo e se ce ne liberiamo niente potrà fermarci. Non vuoi rendermi felice, figlia mia?” Tacque e Presea tornò rapidamente davanti a lei. “Rispondimi!” Le tirò un frustata su un fianco e il taglio cominciò subito a sanguinare.
“Fate-chan!” Gridò Nanoha in preda al terrore. “Smettila di colpirla! Lasciala in pace, mostro!” La donna scoppiò in un risata acuta. Afferrò con rabbia il volto della figlia.
“E’ la mia bambola e ci faccio quello che voglio.” Affermò con voce velenosa.
“Non è un giocattolo! È tua figlia!” Ribadì Nanoha. Presea  fece scomparire le catene che legavamo le due ragazze.
“Lei non è mia figlia.” Ringhiò con rabbia prima di tirare un calcio allo stomaco di Fate. La quale, ormai a corto di forze, gemette sommessamente. La donna dai capelli viola se ne andò, sbattendo la porta alle sue spalle. La ramata si alzò subito e corse verso la bionda riversa a terra in una pozza di sangue.
“Fate-chan!”
“Perdonami… Okaa-san… perdonami…” Continuò a dire con voce strozzata l'altra. La maga bianca la strinse a sé.
“Shh… è tutto a posto, Fate-chan. Ti tengo.” La bionda sollevò lentamente lo sguardo verso di lei.
“Perché… sei qua?” Nanoha era lì per un errore, uno stramaledettissimo errore.
“Sono venuta a salvarti.” Mentì mentre cercava di sorridere con naturalezza. Accarezzò titubante i capelli dell'altra. Presto la sua Barrier Jacket bianca fu sporca di sangue. Il sangue di Fate. Cominciò ad agitarsi.
[We can help her, my master.]
La ragazza sobbalzò nel udire quella voce. Abbassò lo sguardo e vide che Raising Heart era al suo collo sotto forma di collana. La sua sorpresa fu sostituita dalla speranza che le diedero quelle parole.
“Facciamolo allora!”
[However we will waste a lot of energy, my master.]
“Non importa. Esegui, Raising Heart!”
[All right, my master.]
Presto Fate fu avvolta da una tenue luce rosa, che però non curò del tutto le sue ferrite. Nanoha non se l'aspettava. Quando la magia si esaurì notò che le ferite avevano soltanto smesso di sanguinare. Strinse i pugni confusa e agitata.
“Perché non si rimarginano?”
[Because the wounds were inflicted by a magical device, my master.]
“Per adesso ce lo faremo bastare.” Si guardò rapida intorno. Voleva trovare un'uscita agibile. Magari una finestra. Fallì. Guardò Fate. Era così debole. La sollevò con cautela e raggiunse una delle colonne. Si appoggiò ad essa e si mise la bionda tra le gambe. L’abbracciò e con i pollici cominciò a fare dei movimenti lenti e circolari contro le sue braccia. Cominciò a studiare un piano di fuga. Non aveva idea di dove si trovava ma, seguendo la logica, se ci era arrivata poteva anche andarsene. La maga nera intanto cercava di riportare le sue funzioni vitali nella norma con qualche piccolo incantesimo. Sospirò affaticata contro il petto di Nanoha. Profumava di vaniglia. Aprì leggermente gli occhi. Era confusa. Come mai quando quella ragazza la toccava non le faceva male? Perché la stava aiutando? Non trovò delle risposte. Come non sapeva giustificare il bisogno di proteggerla che provava. Non l'aveva mai colpita con troppa forza e quando sua madre ha tentato di eliminarla si è sentita male. La frustrava non sapere definire quello che provava. Puntò lo sguardo in quelle limpide iridi violette. La ramata le sorrise.
"Questa è la prima volta che... mi sento così." Ammise senza accorgersene. Nanoha non capì bene il significato di quelle parole, ma continuò a tenere Fate tra le sue braccia.
“Andrà tutto bene, se sorridi." Piegò il capo su quella dell'altra. "La senti la mia voce, Fate-chan?"
"Si." 
"Continua ad ascoltarla. Ti prometto che ti porterò fuori di qui." Sussurrò con voce acquosa. Le faceva male sentire l'odore del sangue della bionda nell'aria. L'angosciava sentire il corpo tra le sue braccia avere degli spasmi a causa delle ferite. La maga nera si tolse un guanto e con mano tremante appoggiò le dita fredde sulla guancia di Nanoha. Stava piangendo. Una delle sue lacrime scivolò sulla punta dell'indice della bionda e poi si fermò sul dorso. Fate la fissò intensamente. Sembrava così pura. Con molta lentezza avvicinò il viso ad essa e con la punta della lingua la toccò. Ne studiò il sapore. Sale. Un'altra cosa però la colpì. Quella goccia era amara, perché era carica  della paura e del dolore che stava provando la maga bianca in quel momento. Tornò a fissare la ragazza che la teneva stretta a sé. Adesso non piangeva più. Piuttosto aveva lo sguardo sorpreso. Nanoha mise su un sorriso innocente e con lentezza si chinò verso il viso della bionda. Le leccò timidamente una guancia rigata dalle lacrime. “Fate-chan… perché stai piangendo?” Chiese con un sussurro. La bionda si toccò immediatamente le guance umide. Si agitò. Confusione invase i suoi occhi bordeaux e Nanoha trovò carina quella sua espressione. “Sai… non c'è nulla di male nell'avere dei momenti di debolezza. L'importante è...”
“Non sto piangendo! Non ho motivo di farlo!” Si alzò di scatto e per poco non cascò a terra. La ramata le fu rapidamente accanto e la sostenne preoccupata. "Vattene!" Ringhiò Fate. L'altra arretrò leggermente, ferita da quella parola tanto rabbiosa.
"Scusami... i-io non..." La bionda si incamminò verso la porta con passo rapido ma malfermo. "A-aspetta, Fate-chan!" Provò a seguirla, ma ganci gialli la bloccarono sul posto. "Ho bisogno di te!" Gridò dimenandosi inutilmente. Aveva il respiro affannato e gli occhi lucidi. L'altra si sbatté l'uscio alle spalle, proprio come aveva fatto sua madre prima. "Fate-chan!"

In seguito Nanoha fu portata in una cella, senza cibo e acqua. Ogni mattina Presea Testarossa andava da lei per frustarla. Devastava il suo corpo. La ragazza si chiedeva quante volte, nella sua vita, Fate aveva dovuto patire cotanto dolore. L’unica sua compagnia era Raising Heart. La quale però non sapeva dove fossero e ne perché non riusciva a trasformarsi in scettro o a compiere un qualsiasi incantesimo. una notte si spense completamente. Nanoha iniziò a preoccuparsi, se Raising Heart si era spenta voleva dire che la sua stessa magia e vita erano ormai al limite. La maga bianca aveva perso il conto dei giorni in cui era rimasta senza cibo e acqua. Era così che doveva finire? Morire in un luogo sconosciuto senza che nessuno lo sapesse? Senza che la sua famiglia lo scoprisse? Spegnersi in una cella fredda e con la sola compagnia di sé stessa? Senza mai essersi innamorata? No, Nanoha sapeva che l’ultima sua preoccupazione era inutile. Lei si era innamorata. Non di Yuuno, come invece quelli dell’Agenzia credevano, ma della sua nemica. Di Fate Testarossa. Aveva avuto tempo per riflettere sulle sue emozioni ed era giunta alla conclusione che per quella ragazza aveva una forte infatuazione. All'alba Presea venne, ma invece di frustarla la trascinò nella sala con il trono. In un angolo Nanoha scorse un corpo, con lunghi capelli biondi, riverso a terra in una pozza di sangue. Sembrava privo di vita. La maga bianca si sentì spezzare e un senso di vuoto invase il suo petto. La donna la legò, proprio come aveva fatto con Fate tempo prima.
“Co-cosa le hai fatto?” Chiese debolmente, mentre la frusta dilaniava la sua carne. Sentiva il corpo di piombo e respirare era praticamente impossibile. Aveva male ovunque. Presea smise di colpirla.
“Quando un giocattolo si rompe bisogna sbarazzarsene.” Sghignazzò.
“Perché… la chiami giocattolo…?” La donna iniziò a raccontarle una storia tragica. Nanoha scoprì che Fate non era la vera figlia di Presea, ma un clone di essa. Alicia Testarossa era la Fate originale. Era morta in un incidente, causato proprio dalla madre. Così lei aveva deciso di riportarla in vita, ma creò solo una copia sbagliata di Alicia. Diede vita a Fate. Così la sfruttò per ottenere i Jewel Seeds. Con essi avrebbe raggiunto Al-Hazard, una città all'avanguardia della tecnologia. Lì avrebbe resuscitato la figlia persa. La ramata fu sconvolta da tale pazzia.
“Adesso però continuiamo. Dato che non posso più divertirmi con quella cosa, userò te.”
“Devi smetterla finché sei in tempo.”
“Di fare cosa? Torturarti? Cos'è, sei già stanca? Ho frustato lei da mattina a sera, fermandomi solo un’ora per venire da te, poi ricominciavo. Ha resistito tre giorni e tu invece ti lamenti già adesso?” Nanoha fu invasa dal odio. Strinse i pugni e le catene tintinnarono.
“L’hai uccisa!” La donna le sorrise e la rabbia della maga bianca crebbe. Insieme al dispiacere.
“E presto farai la sua stessa fine!” Lo donna sollevò in aria la frusta, ma il colpo non arrivò mai alla sua destinataria. Lo stomaco di Presea era stato trafitto da una falce dorata. Subito il suo corpo cadde a terra, dietro di lei Nanoha poté vedere Fate. Era ricoperta di sangue e il suo corpo tremava. Faticava a tenere Bardiche. La donna la fissò con disgusto. “Perché non sei morta!? Perché ti ho creata!?”
“Mi dispiace… Okaa-san…”
“Io ti odio!” Sussurrò. “Ti odio!” Quelle furono le sue ultime parole, perché due secondi dopo la sua testa stava rotolando a terra accanto al corpo inerme. La bionda fissò la ramata. La Barrier Jacket bianca era ridotta a brandelli e i capelli erano privi dei classici codini laterali. Le iridi violette erano opache. Tagliò le catene viola e Nanoha precipitò in avanti. La prese al volo, ma poi le gambe cedettero. Entrambe si ritrovarono riverse a terra. L'altra aveva la testa sul petto della maga nera e poteva sentire il suo cuore battere piano.
“Fate… chan…” Strisciò più su, fino a nascondere il viso nel suo collo. Le era mancato quel calore. Fate non mosse un muscolo. Cercava di respirare nonostante il peso della ragazza sulla sua cassa toracica. Spostò lentamente le dita tra quei fili quasi rossi. Fissò il soffitto alto e scuro.
"Perdonami." Mormorò con voce tranquilla. Si sentiva stranamente leggera. 
"Non hai fatto nulla che necessita del mio perdono." La creatura fragile sopra di lei sollevò il capo. Era pallida. Le iridi rosse si spostarono sul corpo inerme di Presea Testarossa, che non era molto lontano da loro. "Guarda solo me." La pregò Nanoha. Fate obbedì. 
"Le cose non sarebbero dovute andare così." Dichiarò rabbiosa. "Non dovevi finire qui. Non dovevi subire tutto..." La ramata la fermò mettendole un sottile dito sulle labbra fredde e screpolate. 
"Non rimpiango nulla."
"Perchè no?"
"Perchè ti ho raggiunta. Ti ho presa. Il resto non mi importa più." Il fragile sorriso venne spezzato da un violento colpo di tosse. Sangue sporcò la guancia e il collo della bionda. "...S-scusa." La sua voce tremava. 
"Nanoha..." Fate alzò a fatica le braccia e avvolse la figura dolorante della ramata. Quella sentì un forte senso di felicità invaderla.
"Mi hai chiamata per nome." Sussurrò dando una debole stretta alla maga nera. La sentiva respirare con affanno, ma lei era nella stessa situazione. I loro corpi erano allo stremo e non avevano una via di fuga. Di salvezza. Erano spacciate. "Stiamo morendo." Mormorò con consapevolezza.
"Non è giusto. Non meriti una fine del genere."
"Ehi..." La richiamò piano Nanoha. Si sollevò sugli avambracci instabili. Guardò il viso di Fate. Era bellissima, nonostante tutto. Gli occhi sembravano brillare, per la prima ed ultima volta. "Non la meriti nemmeno tu, però..." Deglutì rumorosamente. Sentiva il sangue in bocca. "Vorrei avere avuto la forza di cambiare le cose e..."
"L'hai fatto, Nanoha. L'hai fatto." Le sorrise la maga nera. La ramata ricambiò. Le loro labbra si sfiorarono innocentemente. Un contatto fragile come le loro vite. Si guardano. "Ho sempre pensato che non sarei mai stata felice, che non avrei mai incontrato qualcuno che tenesse veramente a me... eppure ho trovato te." Rise amaramente e con fatica. "E ho rovinato tutto." Lacrime cariche di rimpianti e paure bagnavano le loro guance.
"Mi hai resa felice." Ammise la maga bianca sentendo le palpebre pesanti. Sapeva cosa significava. Così smise di trattenere il suo pianto, ma allo stesso tempo cominciò a sorridere. La figlia di Presea era nel suo stesso stato. "Incredibilmente felice." La vita si spense dentro Nanoha. Il suo corpo cadde completamente inerme sopra quello dell'altra ragazza. 
"Nanoha...!" Singhiozzò Fate usando le sue ultime forze per aggrapparsi disperatamente all'altra. E mentre il suo cuore compiva gli ultimi battiti le porte della sala precipitavano al suolo con un botto. Chrono e altri soldati entrarono correndo. Ma era già troppo tardi. Gli occhi bordeaux si erano spenti per sempre.



-Parole Dovute-
Non ho idea di quello che mi sia preso. Davvero!
  
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