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Autore: percabeth2000    02/07/2013    4 recensioni
Questa storia è un mix di romanticismo e d'avventura che vede come protagonisti Nico e una nuova ragazza.
Affronteranno mille pericoli e incomprensioni, spero vi piaccia e vi emozioni. Leggere per credere.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le nuove avventure'
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INIZIO DI UNA NUOVA VITA
POV.GINEVRA

 
Appena mi svegliai venni accecata dalle prime luci dell’alba che scorgevo attraverso le soffici tende ondeggianti della finestra dell’infermeria.
Il mio primo pensiero fu: sono viva! Ma il mio entusiasmo venne subito smorzato da una forte fitta di dolore al fianco destro, quello che Eris aveva pugnalato lasciandomi una profonda ferita a cui probabilmente sarebbe seguita una grossa cicatrice bianca come quella che un tempo deturpava il viso di Luke Castellan, traditore ed eroe, così mi avevano detto.
I miei pensieri vennero interrotti da un suono sospetto, un respiro, non riuscivo a capire da dove venisse eppure lo sentivo vicino, molto vicino, quasi fosse al mio fianco … così abbassai lo sguardo e tutto mi fu chiaro, Nico! La sera prima era stato con me, avevamo parlato, era stato molto dolce pensava fosse colpa sua ma in verità avevo sempre sospettato che non andavo molto a genio a Eris e con il combattimento ne avevo avuto la certezza.

Era stato un combattimento lungo, era iniziato quando Eris mi si era parata davanti e aveva urlato:”Combatti, figlia del mare!” ma non avevo fatto in tempo a partire con la carica quando due dei minori a me sconosciuti erano corsi incontro alla dea per fermarla; i mostri continuavano ad attaccarmi e quindi per difendermi voltai le spalle a Eris, solo per qualche secondo ma a lei bastò: scaraventò via i due dei minori e tentò di affondarmi la lama nel petto se non fosse che io vedendo il ghigno del mostro davanti a me mi scostai lateralmente appena in tempo per evitare il suo assalto. Si girò infuriata ed iniziò ad attaccarmi senza pietà continuando a fare affondi e a cercare di tagliarmi la testa, poi in un attimo tutto divenne buio e mi accorsi di avere il suo pugnale nel fianco ma non solo, anch’io avevo affondato la mia spada nel suo petto ed in quel momento, con mio grande spavento e orrore potevo sentirmi in qualche modo legata a lei per il dolore che entrambe stavamo provando.
Infine tolsi il pugnale dal mio fianco che iniziava a grondare sangue e mi accasciai a terra, fino a quando Apollo non mi disinfettò la ferita facendomi fare quell’urlo, che probabilmente metà campo ha sentito, non ricordo più nulla.

“Sei sveglia, sei viva vero? Sai io vedo anche i morti …” disse Nico che probabilmente si era appena svegliato visto che aveva parlato con la voce ancora impastata dal sonno.

“Viva e più o meno vegeta” dissi sorridendo.

“E’ da ieri che sorridi, non ti ho mai visto sorridere così tanto e sei su un letto di infermeria con un fianco praticamente lacerato … poi la gente dice che è il figlio di Ade quello strano …” disse guardandomi stranito ma anche lui sorridente.

“Avevo paura di perderti sai?”mi disse dopo una pausa silenziosa ma colma di emozioni.

“Ehi! Non ci si libera così facilmente di me Testa di Pece!” gli risposi.

“Vado a chiamare gli altri, sono sicuro che saranno felici di vederti viva, o almeno, la maggior parte ….” disse, io in tutta risposta gli lanciai il mio cuscino ma lo feci con ben poca grazia quindi il mio bel cuscino morbido diventò una potenziale arma mortale.

“Sei viva, viva! Che felicità, se morivi chi avrei potuto prendere in giro, ci sarebbe mio fratello, ma non sarebbe lo stesso … sei viva!” disse abbracciandomi.

“Chiara …. La … Fasciatura … mi stai … abbracciando sulla ferita …” dissi a malapena.

“ Scusa!” disse mortificata.

“O, niente, sarà solo la milionesima volta che cerchi di farmi fuori” dissi con una punta di sarcasmo.

“Sempre la solita è?” disse Mattia che era appena entrato dalla porta.

“Non cambierò mai, arrenditi! A proposito … come va tra voi due? Un bacio per il mio risveglio me lo concedete?” dissi incitandoli.

“Abbiamo fatto un patto cara, niente romanticherie … “ disse Chiara con l’aria di aver vinto.

“Io non ho detto un bacio romantico, me ne va bene anche uno strambo, malinconico, nostalgico se preferisci passionale, fai tu!” risposi.

“Appena ti rimetti … ti rispedisco in infermeria …” mi disse arrabbiata ma con il sorriso sulla faccia anche se era diventata un po’ rossa.

“Figliola, non mi sembra il caso … poi Poseidone e Percy mi costringeranno a ricurarla” disse Apollo entrando e facendoci ridere tutti.

“Sorellina stai bene?” chiese Percy spuntando da dietro il dio.

“Si fratellone” risposi. Mio padre non sarebbe venuto, lo sapevo, me lo aveva detto il giorno prima, non poteva sapete impegni da dio, ma mi aveva detto che era fiero di me e che se mi azzardavo a morire sarebbe venuto nell’ade personalmente per prendermi a mazzate.
Sono viva a quanto pare quindi niente mazzate.

“Ragazzi uscite, controllo la ferita e se non è infettata tra una settimana la vostra amica sarà di nuovo ad allenarsi con voi se no ci vorrà un po’ di più” disse Apollo.

“Posso restare? Dopotutto sono il fratello …”

“Non ti azzardare Perseus Jackson tu esci con tutti gli altri mi hai capito bene ?!? Non ho intenzione di farmi vedere semi nuda da te!” dissi imbarazzata fino alla punta dei capelli.

“ok, ok, non ti scaldare …” mi rispose lui uscendo dall’infermeria.

Apollo mi curò per tutta la settimana seguente cambiandomi le bende e spalmandomi una pomata sulla ferita, mi confermò anche il dubbio che avevo: mi sarebbe rimasta una cicatrice bianca, non molto visibile ma pur sempre  presente.
La settimana dopo mi svegliai finalmente nella mia casa, nel mio letto e purtroppo sotto lo stesso tetto sotto il quale viveva il mio fratellone, non che gli volessi male anzi, ma il rapporto tra fratelli è strambo no?
Mi cambiai con un paio di jeans scuri e una maglietta nera, forse un po’ lugubre ma che ci volete fare? Infondo il mio colore preferito è sempre stato il nero, tenebroso ma allo stesso tempo intrigante, pieno di misteri e dubbi  e poi mi diressi verso l’arena.

“Ginevra, vieni con me, dai!” mi disse Nico prendendomi per il polso e portandomi nel bosco prima che potessi entrare.

Non conoscevo il posto in cui mi stava portando, continuava a svoltare a destra e a sinistra facendomi perdere il senso dell’orientamento e mandandomi completamente in panne.

“Non ti preoccupare so dove stiamo andando” mi disse come leggendomi nel pensiero.

Dopo circa un quarto d’ora a correre seguendo il figlio di Ade che sembrava instancabile arrivammo in una specie di piccola piazza d’erba circondata da cinque maestosi alberi che si innalzavano su fino al cielo e a sfiorare le nuvole.

“Ti fidi di me?”mi chiese curioso.

“Sì perché?” gli risposi anch’io curiosa.

“Bene,  allora io ti metto questa benda perché il posto a cui dobbiamo arrivare non è questo e voglio che sia una sorpresa, ma prima … il tuo colore preferito è il nero vero?”

“Sì” risposi sicura.

Così mi bendò e dopo un cinque minuti di cammino mi levò la benda lasciandomi senza fiato: davanti a me si estendeva un prato completamente coperto da bellissime e profumate rose nere e rosso sangue, era una visione senza eguali, le figlie di afrodite avrebbero urlato spaventate dallo spettacolo che ammetto metteva un po’ di soggezione,io invece lo adoravo, amavo quello spettacolo così bello e tenebroso, un po’ mi ricordava Nico e a proposito di Nico …

“Allora ti …” stava per finire la frase quando gli saltai al collo gridando “ Grazie, grazie,grazie,grazie! A proposito ti ho già detto grazie?” gli chiesi con la faccia da cucciolo.

“Di niente, prego, è stato un piacere “ mi disse sorridente.

“ Senti, io ti dovrei dire una cosa … “ disse scompigliandosi i capelli nero corvino.

“Dimmi pure” gli dissi incoraggiandolo.

“Io, be io … ti ricordi il nostro primo incontro?”disse cambiando il discorso.

“ Fammici pensare … certo che mi ricordo Testa di Pece! Mi ricordo ogni singolo momento passato insieme a te.” Accidenti … che avevo detto? Maledizione! Maledetta la mia boccaccia che parla prima di essere collegata al cervello ed ora Ginevra, prega che non ti abbia ascoltato.

“E perché ti ricordi ogni singolo momento?” mi sorrise malizioso ed io in risposta abbassai la testa imbarazzata.

“Comunque anche io mi ricordo ogni singolo momento passato con te …” mi disse alzandomi con due dita il mento e guardandomi negli occhi.

Un momento, tutto successe in un momento: le sue labbra sulle mie e le mie sulle sue.

Ora ,avevo due mosse:
Prima: allontanarlo e tirargli uno di quelli schiaffi che lasciano il segno per un mese, seconda: rispondere al bacio.
Mi sembra scontato dire che scelsi la seconda peccato che con la mia grazia ( quella di un elefante) inciampai su una stupida radice che sporgeva dal terreno ed iniziai a cadere all’indietro ma Nico aveva i riflessi pronti e mi prese prima che potessi battere la testa.


“Ehi, non mi svenire non credo di essere un tipo per cui vale la pena svenire.”disse ridendo.

“Vanitoso” dissi e scostandolo feci per andarmene ma mi prese per il polso e mi fece roteare per poi baciarmi.

Questa volta fu un bacio dolce  e travolgente e quando ci staccammo gli chiesi con un sorriso: “ Ed io, sono da svenimento?”

“E poi sono io il vanitoso è?!? Parla la modesta!”disse spintonandomi.

Mi misi a correre  seguita a ruota da lui ma ben presto mi persi così ridendo mi prese la mano e ci dirigemmo insieme verso l’arena.
Quando arrivammo c’erano Chiara e Mattia che si stavano allenando, inutile dire che stava vincendo Chiara, quando ci videro mano nella mano fecero un sorriso a trentadue denti e Chiara mi strascino via staccandomi da Nico che veniva trascinato via da Mattia, io e Nico intanto ci guardavamo perplessi come a chiederci :”Hai fatto qualcosa tu?”.

“Dimmi cosa è successo per filo e per segno” mi disse Chiara.

“Che vuoi dire?” risposi facendo finta di non capire.

“Eri mano nella mano con il figlio di Ade! Questo vuol dire che è successo qualcosa!” mi disse puntando sull’ovvio.

“Ok, ti dirò la verità … le nostre mani si erano incollate a causa della resina e tu e Mattia le avete scollate” dissi ridendo, lei sbuffò “ok,ok, questa è la verità …” e gli raccontai tutto, per filo e per segno anche della mia stupenda figuraccia.

“Finalmente almeno potrò anch’io prenderti un po’ in giro!” disse felice mentre anche Nico e Mattia tornavano sorridenti, credo che anche Nico abbia avuto un interrogatorio simile al mio.

Quando fummo tutti e quattro in cerchio facemmo una cosa strana, ci abbracciammo tutti e quattro come a dirci grazie tra di noi per l’avventura appena vissuta, ed ora  finalmente, avremmo potuto avere una vita tranquilla,  almeno per un po’.

FINE
FINE?



ANGOLO AUTRICE:
Questa è la fine ragazzi, non è un capitolo bellissimo, non mi convince tanto ... però l'ho riletto e non saprei che altro fare.
Metterò ancora un capitolo in cui i protagonisti faranno una specie di riassiunto simpatico con alcune impressioni fatte da personaggi tipo Poseidone, Ade, Apollo, Francesca e Nicolò. Forse farò un siguito di questa storia ma prima devo pensare come farlo. Un saluto grande a tutti.
percabeth2000
  
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