Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: kurtye14    02/07/2013    1 recensioni
Quanto può essere spezzato un cuore prima di smettere di battere? Quanto puoi odiare una persona che diceva di amarti e poi ti ha straziato completamente, distrutto dall’interno senza nemmeno rendersene conto? Kurt si sentiva così ormai, distrutto da quella relazione che lo aveva portato al limite dell’impossibile. Aveva pure accettato di convivere con l’idea che il proprio ragazzo avesse l’amante pur di non perderlo, ma mai poteva aspettarsi che alla fine, dopo aver dato tutto anche contro la propria volontà solo per non soffrire, lui avesse scelto l’altro. Quello fu il massimo che il ragazzo riuscì a sopportare. Guardare in faccia la realtà non è mai facile, soprattutto se credi di aver trovato quello giusto e ti appendi all’idea che magari un giorno lui possa cambiare.
È sempre così. Quando pensi di aver trovato l’amore della tua vita, quella persona che credevi speciale, essa si rivela sempre un emerita testa di...!
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Santana Lopez, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Blaine/Sebastian
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Give Your Heart a Break
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NB: Note a fine capitolo. Buona lettura ;)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo 1: I called your cell phone, my love, but you did not reply.
 
 
 
 
Quanto può essere spezzato un cuore prima di smettere di battere? Quanto puoi odiare una persona che diceva di amarti e poi ti ha straziato completamente, distrutto dall’interno senza nemmeno rendersene conto? Kurt si sentiva così ormai, distrutto da quella relazione che lo aveva portato al limite dell’impossibile. Aveva pure accettato di convivere con l’idea che il proprio ragazzo avesse l’amante pur di non perderlo, ma mai poteva aspettarsi che alla fine, dopo aver dato tutto anche contro la propria volontà solo per non soffrire, lui avesse scelto l’altro. Quello fu il massimo che il ragazzo riuscì a sopportare. Guardare in faccia la realtà non è mai facile, soprattutto se credi di aver trovato quello giusto e ti appendi all’idea che magari un giorno lui possa cambiare. 
È sempre così. Quando pensi di aver trovato l’amore della tua vita, quella persona che credevi speciale, essa si rivela sempre un emerita testa di cazzo!
 
 
 
Non stavano insieme da molto in effetti, ma quanto bastava affinché Kurt s’innamorasse a pieno dell’altro perché Kurt aveva il cuore debole e per cuore debole s’intende una persona che s’innamora facilmente di tutti anche con uno sguardo. Si erano incontrati per caso al Central Park una mattina di settembre mentre le foglie d’autunno coloravano le strade del maestoso polmone verde di New York. Tutto ciò era un panorama maestoso ma niente in confronto a quella visione che aveva d’avanti agli occhi: un ragazzo moro, con la pelle chiara e sexy da morire, stava portando a spasso il suo cane lungo le vie del parco, prestando degli sguardi particolari a Kurt, sguardi che non passarono inosservati anche se stava su una panchina a leggere la sua rivista di Vogue. Per fortuna poteva nascondere il suo imbarazzo dietro il suo giornale mentre faceva finta di essere interessato ad un articolo di mobili antichi. 
Non si aspettava di certo che quel ragazzo si mettesse a sedere proprio al suo fianco su quella panchina che non era nemmeno l’unica libera da quelle parti. Il ragazzo chiaramente voleva rimorchiare e non gli fu difficile. Kurt si era innamorato a prima vista. Il suo nome era Devon e frequentava la NYU. Dopo aver scambiato quattro chiacchiere, già sulla strada del ritorno per casa, Kurt si accorse di aver dimenticato la rivista sulla panchina dove Devon era rimasto a guardare i piccioni che cercavano molliche di pane sulla strada. Solo che col tornare indietro, si accorse che anche il ragazzo lo stava cercando con la rivista in mano pronto a restituirla al proprietario e un sorriso stampato in faccia. Chiaramente era un invito a proseguire quella chiacchierata, magari d’avanti ad un bel caffè. Da quel giorno Kurt e Devon erano inseparabili, niente per loro tardò ad arrivare, né il primo bacio, né la prima volta insieme a casa di lui. Kurt lo amava, lo amava così tanto che sarebbe andato sulla luna a raccogliere le stelle se solo glielo avrebbe chiesto, ma Devon, lui amava Kurt così come diceva di fare? All’apparenza era un ragazzo fantastico, sempre allegro e romantico, non faceva mai mancare nulla a Kurt se non la sua presenza nei giorni di lavoro o quando gli esami lo trattenevano lontano da lui. Purtroppo per ogni storia, arriva sempre l’antagonista che ti frega, quello che non ti aspetti proprio faccia la sua comparsa, una persona spregevole che vuole tutto ciò che non gli appartiene e lo prende a tutti i costi. 
Era un giorno come gli altri, avevano appena passato una bellissima notte e Devon dormiva tranquillo appoggiato al cuscino nella sua camera da letto. 
Aveva un sonno talmente profondo che non riuscì nemmeno a sentire il cellulare messo in modalità silenziosa che vibrava come un trattore sul comodino. Kurt si era svegliato a causa di quel frastuono. Portò una mano per afferrare quell’aggeggio infernale che aveva disturbato i suoi sogni, chi mai poteva disturbare Devon a quell’ora del mattino?
Notò che quel suono non era di una o più chiamate ma una sfilza di messaggi sempre dallo stesso tizio. Un certo Paul. 
Paul.. Kurt pensò che si trattasse di un collega universitario e non esitò ad aprire uno di quei messaggi che continuavano ad arrivare.
 
“Devon dove cazzo sei? Ti cerco da ieri che fine hai fatto? Dovevamo andare a cena o te ne sei dimenticato? Va beh, sei il solito scemo.. ti amo.”
 
Ti amo. Com’era possibile che avesse scritto quella parola se era solo un amico? Kurt si sentì morire. Iniziò a sudare freddo e mentre tremava e si mordeva il labbro per cercare di trattenere le lacrime, scorreva coi messaggi, quasi come se volesse farsi ancora più male.
 
 
“Stasera ti aspetto da me. Non tardare. Inventa la solita scusa del cazzo e vieni da me! Ah, poi fammi sapere quando ti deciderai a lasciare quell’ingenuo del tuo ragazzo, magari poi ti concederò quel piccolo “lavoretto” che ti piace tanto..”
 
 
Una lacrima gli rigò il volto. Subito dopo una seconda mentre teneva gli occhi spalancati incredulo per ciò che stava leggendo.
 
 
“Sei stato fantastico come sempre.. Mhh ti ho già detto che ti amo? Credo almeno 1000 volte ma non mi stancherò mai. Ti amo!”
 
 
“Hai lasciato la cravatta da me.. Però a pensarci bene la tengo nel cassetto, non si sa mai possa servire per legare un certo idiota a letto.. Ti amo idiota!”
 
 
Ogni parola era come una lama che infilzava più volte il suo cuore. Come aveva potuto fargli questo? E lui, come era riuscito a non accorgersene? Per tutto quel tempo Devon aveva avuto anche qualcun altro e lui non aveva mai sospettato nulla. Andò a leggere i messaggi inviati e ovviamente le risposte non erano da meno. Si sentì morire letteralmente. Posò il cellulare sul comodino e andò silenziosamente verso il bagno chiudendosi dentro per fare una doccia che potesse lavar via l’odore di quel ragazzo che ormai gli sapeva di marcio. Tutto ciò che aveva creduto, tutti i suoi pensieri di un futuro insieme, erano svaniti e si erano sciolti come la neve al sole, diventando poi acqua, quell’acqua che erano le sue lacrime che non smettevano di scendere libere dai suoi occhi ormai rossi e gonfi. Adesso cos’avrebbe fatto? Chi avrebbe potuto aiutarlo nel capire quale fosse la cosa giusta da fare? Nonostante tutto lui era innamorato di Devon e non voleva lasciarlo, ma non poteva passare inosservato su una cosa del genere, non così. Una volta uscito si diresse in cucina, preparò il caffè e si sedette sul divano a fissare il vuoto con quella tazza piena in mano, nemmeno sfiorata. Era quasi novembre ormai. Il freddo iniziava a farsi sentire, soprattutto adesso che Kurt di gelido aveva il cuore. Era così distratto che non si accorse nemmeno che Devon era lì da un po’, intento ad attirare la sua attenzione.
 
«Kurt.. Oh sei sveglio?»
 
«Che?.. Si.. si scusa ero distratto..»
 
Devon si avvicinò al ragazzo sedendosi al suo fianco e passando un braccio sulle sue spalle. Kurt però restò impassibile, era completamente assente.
 
«Che ti prende? Sembri pensieroso di solito non lo sei.. Hai fatto un brutto sogno dolcezza?»
 
Il ragazzo si avvicinò a Kurt per lasciargli dei baci sul collo, ma questo si limitò ad allontanarsi appena con la pelle accapponata dal disgusto che provava.
 
«V-va tutto bene.. Tranquillo.. Ho solo bisogno di stare un po’ da solo.. »
 
 
Cercò di ripiegare la faccenda come meglio gli veniva anche se era un po’ complicato visto che molto probabilmente doveva parlarne con lui invece di comportarsi in quel modo.
Il fatto era che non gli andava per niente, troppo codardo forse per affrontare quell’argomento. Eppure prima o poi avrebbe dovuto farlo. Solo, non adesso.
 
 
Le giornate continuavano a scorrere tranquillamente e il loro rapporto non era cambiato. Devon continuava ad essere il ragazzo di sempre mentre Kurt fingeva di essere quello che doveva essere. Ormai era passato troppo tempo per dirgli qualcosa in merito a Paul. 
La parte più difficile era recitare mentre facevano sesso, perché non era più completamente amore almeno non per Kurt. Preferiva farlo di spalle ormai, così lui non si sarebbe accorto delle lacrime che scendevano ogni volta su quel viso candido, mentre gemiti di dolore lo assalivano perché non riusciva a rilassarsi. Devon ovviamente non se ne accorgeva nemmeno, non si accorgeva di niente oppure faceva finta perché tanto non gli importava. Per lui era solo sesso, solo stupido sesso. 
Ogni volta che finiva di usarlo gli lasciava un bacio sulla schiena e si voltava dall’altra parte per prendere sonno sfinito da tutto quello spingere contro un corpo che sembrava quasi morto. Di sicuro Kurt lo era ormai.
Infondo all’anima.
 
Ricordava le parole di suo padre in quei momenti, parole pesanti che gli rimbombavano in testa come dei martelli pneumatici. Non doveva permettere a nessuno di usarlo perché lui era speciale, eppure era quello che stava accadendo proprio in quel momento. Kurt veniva solo usato da quel ragazzo che diceva di amarlo. 
 
La goccia che fece traboccare finalmente il vaso fu quando un giorno il ragazzo si ritrovò a guardare il profilo Facebook di Devon. La sua bacheca era piena di cuori e link fatti da quel Paul. Tutti sapevano tutto tranne lui ovviamente, troppo ingenuo per capire e troppo innamorato per poter reagire. A quella vista non riuscì a fare a meno di scaraventare tutto per terra troppo ferito dentro. 
Pianse per un bel po’ prima che riuscisse a calmarsi e pensare di uscire. Aveva bisogno di una boccata d’aria e una passeggiata per pensare a come avrebbe potuto affrontare quel discorso.
 
Lo Starbucks non era molto distante dal suo appartamento, giusto qualche isolato. 
A quell’ora le strade erano abbastanza affollate, soprattutto perché la gente si affrettava per comprare dei regali di natale ora che i saldi erano iniziati.
Natale. Gli sembrava tutto troppo stupido adesso, persino la festa più gioiosa dell’anno. 
Tutti i suoi progetti erano stati cancellati da una bufera che aveva travolto e spazzato via tutto. Ogni cosa che vedeva gli ricordava quello stronzo con cui ancora dormiva ogni notte, quello con cui doveva condividere tutto e che ancora infondo amava. 
 
Doveva distrarsi, ne aveva bisogno. Tutto quel pensare gli aveva fatto dimenticare persino la sua destinazione che aveva passato da un pezzo, così iniziò a camminare per le strade di New York in cerca di un nuovo Starbucks dove prendere il caffè. 
Ne trovò uno dopo qualche isolato di strada che aveva compiuto. Una volta dentro si accorse che i tavoli erano tutti pieni e che non c’era proprio occasione di beccare un posto vuoto vista la fila alla cassa. 
Non aveva voglia di uscire di nuovo, non senza un bel caffè, così decise di fare comunque la fila ed aspettare che qualche tavolo nel frattempo si liberasse.
Mentre aspettava il suo turno di ordinazione, non molto lontano dalla cassa scrutò un viso familiare. I suoi capelli erano sciolti in dolci e morbidi ricci neri, la barba un po’ lunga e gli occhiali sulla punta del naso per leggere il giornale mentre sorseggiava il suo caffè. Se lo ricordava ancora se si concentrava a riaffiorare i ricordi del passato..
 
«Un cappuccino medio e.. un latte macchiato scremato per lui.»
 
«Sai come bevo il caffè?»
 
«ovviamente!»
 
 
Quel ragazzo. Ricordava tutto di lui. Per un momento dopo tanto gli sembrò che la sua bocca si sformasse per lasciar spazio ad un sorriso spontaneo mentre i pensieri riaffioravano nella sua mente.
Era così concentrato che non si accorse nemmeno che era arrivato il suo turno. Ordinò più in fretta possibile, doveva parlare con lui, doveva riuscire a fermarlo per confermare che tutto ciò che ricordava era reale..
 
Ovviamente, con la fortuna che aveva non ci riuscì. 
 
Il ragazzo dai capelli ricci se n’era andato via. Adesso il suo tavolo era vuoto e Kurt aveva trovato dove sedersi. Notò che anche l’odore che aveva lasciato nell’aria era famigliare. Quel dolce profumo di lamponi che gli piaceva tanto e che aveva avuto modo di sentire molto spesso anche addosso, lo fece sorridere di nuovo. Era mai possibile che nonostante tutto, nonostante fosse passato qualche anno, Kurt aveva ancora quello strano sorrisetto nel pensare al ragazzo che aveva intravisto prima? 
Aveva pure dimenticato la faccenda di Devon perché troppo concentrato a ricordare ogni particolare del suo passato che riguardava quel ragazzo, così non si accorse nemmeno che le ore passavano e dopo un po’ arrivò l’orario di chiusura. Decise di prendere un altro caffè, dopo tutto era rimasto li ad occupare quel posto per tutto il pomeriggio e sarebbe stato scortese andare via senza nulla. 
Una volta preso il brik bollente si precipitò fuori.
Era in ritardo per il rientro a casa. Doveva preparare la cena e sistemare tutto prima dell’arrivo di Devon perché nonostante tutto lui ci teneva a non fargli mancare nulla.
Corse più veloce che poteva facendo attenzione a non scottarsi riversando il caffè che aveva in mano.
Mancava poco, solo qualche incrocio e sarebbe arrivato a casa, ma come ogni ritardo che si rispetti, c’è qualcosa che ti fa perdere ancora più tempo e quel qualcosa era proprio quello a cui Kurt aveva pensato per tutto il pomeriggio. 
 
 
«M-mi scusi andavo di fretta e non l’avevo vista!»
 
 
«Non preoccuparti non è successo nulla.. Stai bene?»
 
 
Kurt non aveva bisogno di alzare lo sguardo per capire chi si trovava d’avanti. Quella voce che aveva accompagnato la sua adolescenza non l’avrebbe di certo scordata. A quel punto non sapeva se approfittare dell’incontro casuale oppure scappare facendo finta di nulla. Aveva così tanto bisogno di parlare con qualcuno! Una persona amica gli avrebbe fatto solo bene così decise di sollevare lo sguardo per incontrare gli occhi dell’altro.
 
Una sensazione così Kurt non la provava ormai da tempo, più o meno da quando aveva smesso per vari motivi di perdersi in quell’universo ambrato e verdognolo che adesso stava ammirando di nuovo. L’altro dal canto suo aveva avuto la stessa sensazione e il biondo se ne accorse quando notò che gli occhi che stava fissando lo guardavano a sua volta increduli e con una leggera patina trasparente che li faceva brillare più del solito.  
 
«Kurt..? Sei tu? Oh mio dio non posso crederci!»
 
Il ragazzo con un balzo si gettò tra le braccia dell’altro che l’aveva scontrato per sbaglio, stingendolo in un abbraccio fraterno e sincero. Kurt restò immobile preso dallo shock e si lasciò abbracciare. Era felice perché evidentemente non era l’unico ad averlo riconosciuto.
 
«Blaine.. Si sono io ma tu... Che ci fai qui? Da quanto tempo, non mi aspettavo di vederti da queste parti!»
 
«Sono qui da un po’ a dire il vero.. Ho preso un appartamento non molto lontano da qui e la sera suono in qualche pub.. E tu? Sapevo che eri finito a New York da tempo, che combini?»
 
«Mi fa molto piacere che tu sia qui.. Io ultimamente nulla di che, ecco.. Diciamo che mi concentro sul lavoro a Vogue per non pensare ad altro»
 
Un lieve sorriso di circostanza prese spazio tra le labbra di Kurt. 
Blaine restò a fissarlo giusto il tempo per capire che si trattasse di questioni amorose perché Kurt aveva la tendenza a perdere lo sguardo per nascondere gli occhi lucidi quando qualcosa non andava bene e questo il moro lo sapeva perché ricordava tutto, ogni cosa del suo piccolo Kurt. O di quello che era stato.
A rompere quel silenzio fu proprio Blaine, ricordandosi che Kurt andava di fretta quando si erano scontrati.
 
«Non voglio trattenerti visto che andavi di fretta ma se ti va possiamo rivederci.. Ecco tieni, questo è il mio numero, chiamami quando vuoi. Fa attenzione a non scontrarti di nuovo ok?»
 
«Non preoccuparti e scusami tanto per esserti venuto addosso.. Ti chiamerò presto lo prometto»
 
Dopo essersi salutati Kurt riprese la sua corsa e questa volta non si scontrò con nessuno. Quando arrivò nel suo appartamento si accorse che le luci erano accese. Devon era già a casa e lui doveva trovare una plausibile scusa per esser rimasto fuori tutto il pomeriggio. Salì le scale più in fretta possibile e una volta dentro annunciò il suo arrivo chiamando il compagno che con un’aria quasi minacciosa chiedeva informazioni. Per fortuna riuscì ad inventarsi una mezza verità dicendo che a causa di uno scontro con un tizio mentre beveva il suo caffè e correva verso casa, aveva perso tempo. Il ragazzo sembrò credere alle parole di Kurt e quest’ultimo dopo aver messo al sicuro il numero di Blaine in camera sua andò a preparare la cena con un’aria più serena di quella che aveva avuto ultimamente in presenza dell’altro. 
Non faceva che pensare al momento in cui l’avrebbe chiamato per un appuntamento. Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno, e chi meglio del suo vecchio migliore amico del liceo? 
 
 
L’indomani quando Devon uscì di casa per andare a lavoro (o almeno così diceva), Kurt prese il telefono in mano e provò a chiamare il numero che aveva preso la sera prima. 
 
Nessuno rispose alla sua chiamata.
 
Riprovò a distanza di parecchi minuti ma niente, nessuno rispondeva. Pensò che forse Blaine doveva essere molto stanco dalla sera prima visto che si ricordava che il moro aveva detto di lavorare in un pub e quindi preso dal sonno non sentiva il cellulare squillare.
 
Kurt decise di riprovare nel pomeriggio ma ancora nessuna risposta. 
 
Pensò di lasciare un messaggio in segreteria e di mandare un sms a Blaine così per sicurezza e dopo alcuni minuti ebbe una risposta fredda, sembrava uno di quei messaggi pronti all’invio.
 
«Ciao. Scusa ma non posso rispondere adesso. Ti richiamo io.»
 
 
Con un forte sospiro Kurt si accasciò sul divano guardando il vuoto. Tutto sembrava andare dal verso sbagliato, anche quell’incontro con Blaine che credeva essere la sua salvezza si stava rivelando una fregatura. Rimase lì, a fissare il vuoto, fin quando non si accorse che era tardi e doveva sbrigarsi a preparare la cena. Nella sua testa frullavano un sacco di domande senza risposta, si sentiva in pensiero anche se non doveva e quasi un po’ rompiscatole per aver fatto tutte quelle chiamate a Blaine.
Decise così di lasciar perdere per quella giornata, anche se già gli mancava sentirlo.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve =) Essendo una novellina diciamo in questo ambito, non mi aspetto gente che segua la storia o la recensisca anche perché non la sto scrivendo per questo ma solo per piacere personale. È una storia inspirata ad un fatto diciamo successo che mi riguarda personalmente quindi vorrei ringraziare tutti coloro che la leggeranno e che vorranno seguirmi in questo percorso. I protagonisti sono reali ma ovviamente i nomi cambiano. La storia prende spunto come ho detto prima da un avvenimento successo. Non so quanti capitoli saranno ma la storia è più tosto lunga. Vorrei ringraziare colei che è la protagonista della storia insieme a me, ovvero la mia Elena (LauGS), che al momento si cimenta nella traduzione di Syrup and Honey, credo l’abbiate letta e se non l’avete fatto, correte a leggere v.v 
Bene, detto questo vi saluto e alla prossima :)
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: kurtye14