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Autore: Aries K    02/07/2013    1 recensioni
Durante la notte del primo bacio di Clary e Jace, qualcuno era nell'ombra che aspettava il suo momento.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Jace Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ciao a tutti. Questa è la mia primissima OS riguardo il mondo di Shadowhunters. Benché io sia fan del Malec, credo anche che il sentimento di Alec per Jace non sia del tutto svanito. Un amore così forte e puro, credo, non può essere azzerrato con uno schiocco di dita. Così, mentre rileggevo "Shadowhunters- pagine rubate" mi è venuta l'ispirazione per questa sorta di...esperimento. lol Spero possa piacervi e, i dialoghi tra Jace e Clary, provengono proprio dall'estratto della Clare. Buona lettura!









Il bocciolo del fiore della notte sbocciò così, all’improvviso, facendolo sussultare sul posto.
Alec abbassò lo sguardo su quei petali neonati, oro e bianco, che, nell’aprirsi, riempirono l’aria di un polline lucente. Lasciò il suo sguardo seguire quei pallini luminosi che quasi gli ferivano la vista, mentre, acquattato in un angolo della serra attendeva il momento.
Perché Alec sapeva –e aveva imparato a custodirne il segreto- che Jace, al calare della notte, si recava in quel luogo che tanto sembrava amare. Molto più che amare, si appuntò mentalmente il ragazzo, Jace subiva l’incanto di quel giardino artificiale più di chiunque altro. E Alec non ne conosceva il motivo, ma avrebbe tanto voluto sapere perché; avrebbe voluto conoscere la risposta per trovare la strada al fine di accedere alla parte più profonda e intima di quel ragazzo che amava in segreto da un tempo che, a conti fatti, gli sembrava una vita.

O più vite, perché è di Jace Wayland Lightwood che si trattava.

 Sospirando dinanzi quel pensiero molesto, gli occhi cristallini del ragazzo registrarono un movimento poco lontano da lui. D’istinto si chinò ancora di più sulle ginocchia, nascondendosi oltre un intreccio di rami e trame di foglie dalla grandezza ingombrante, seppur a doc per il momento.

-“Avanti Jace, esci fuori. Dammi il coraggio per…”
Ad Alec morirono le parole sulla bocca, la gola istantaneamente prosciugata alla vista di lui con Clarissa. I due stavano camminando come si potrebbe fare in una passeggiata all’aperto nel cuore di New York, parlavano, le loro parole leggere si levavano nell’aria.
Jace si fermò nei pressi di una composizione di medianox, le dita affusolate intente a sfiorare i petali, che, quasi come fossero stati incoraggiati da quell’impercettibile tocco, tremolarono fino a sbocciare.
-“Oh”, udì e riconobbe che l’esclamazione venne da Clary, -“sbocciano tutte le notti?”
Jace si voltò a guardare la ragazza e Alec vide una luce negli occhi del suo parabatai che non aveva mai scorto prima d’ora; una luce che non aveva mai illuminato lui e, per la prima volta, si sentì confinato in un’ombra fredda e solitaria.

Non potrà mai guardarti così, stupido.

-“Buon compleanno, Clarissa Fray”, le disse lui con una tale dolcezza nella voce che Alec stentò a riconoscerla e che provocò sulle labbra di lei un sorriso,-“ho una cosa per te.”
Spingendo lo sguardo oltre il verde in cui era nascosto, il ragazzo vide la mano di Jace rovistare nella tasca dei jeans, per poi tirar fuori una…
-“Stregaluce? Le sta davvero dando una stregaluce?” Alec era sconvolto da quel gesto. Sconvolto ed irritato fino all’inverosimile perché quella che Clary aveva chiamato “pietra” era un pezzo del loro mondo. Un mondo in cui lui e Jace erano l’uno il prolungamento dell’altro; l’uno la forza e la protezione dell’altro, erano guerrieri legati da un solo destino. Lo stesso che li univa e che li divideva più di quanto fosse possibile.
Non poteva ancora credere che un essere tanto piccolo come Clary potesse creare una simile rivoluzione nel suo essere.
-“Sai, quando la maggior parte delle ragazze dice di volere una grossa pietra, non intende proprio, letteralmente, una grossa pietra.”
Alec desiderò prenderla a pugni, vittima di un sentimento così violento e sconosciuto che lo costrinse a serrare le mani in grembo,  a cacciare indietro delle lacrime umilianti e salate.
L’impresa fu ardua, anche perché Jace sorrise istintivamente alla battuta di Clary, privilegio che era concesso solo a lui e a sua sorella Isabelle.
-“Molto divertente, mia sarcastica amica. Ma questa non è una pietra qualsiasi. Tutti i Cacciatori hanno una pietra runica di stregaluce: ti illuminerà in tutti i luoghi oscuri di questo mondo e di altri mondi.”
Quelle parole Alec le conosceva bene: erano le stesse che il padre aveva rivolto a Jace mentre mentre gli donava la sua prima stregaluce.
Stava aprendo a quella ragazzina la sua anima, mentre lui era nell’ombra aspettando di accedervi e, pensò con amarezza, quella sera era pronto per fare il grande passo; o, almeno, si era costretto a cercare d’indagare di più nei recessi più nascosti di Jace.

Ma non sarà questa, né ci sarà una sera per farlo. Non c’è nessun luogo in Jace in cui io possa approdare.

Alec si ritrasse e si sorprese tremante, la gola chiusa, il fiato corto.

Avrebbe continuato a fingere perché la maschera del fratellastro, quella del parabatai e dell’amico gli si era appiccicata sino a diventare la sua unica faccia. E avrebbe continuato a fingere, perché le scelte si erano dimezzate e non poteva più continuare ad illudersi che un giorno, magari, le cose sarebbero cambiate.

Non c’è nessun luogo in Jace in cui io possa approdare, si ripeté muovendosi felino verso l’uscita, verrà di nuovo la mezzanotte ma io non sarò più qui.

Il Codex parlava di un legame speciale che univa la coppia dei cacciatori, come un filo invisibile che li lega e li tiene uniti, capace di far provare a uno le emozioni dell’altro. Quello stesso filo che, Alec lo sentiva, quella notte si stava irrimediabilmente spezzando.

Verrà di nuovo la mezzanotte ma io non sarò più qui.

Indugiò un tempo indefinito sulla soglia della serra, poi uscì, mentre l’ultimo fiore della notte sbocciava nel buio.

   
 
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