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Autore: Evazick    02/07/2013    2 recensioni
Solo al buio si può trovare quello che si cerca veramente.
C’è una sorta di dannazione eterna in tutto questo, ma è difficile capire qual è.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Solo al buio si può trovare quello che si cerca veramente.
 
Ed è lì che si ritrovano, in piedi l’uno davanti all’altra. Si ritrovano come bambini sperduti dopo un infinito nascondino, con l’eccezione che però non si sono mai visti. Si sono cercati senza saperlo – volerlo – seguendo brandelli di giornali abbandonati sul marciapiede e sensazioni notturne vuote come saia di vetro e sangue. Non c’è sensazione che non faccia parte del loro carosello, nemmeno la pura gelosia, l’invidia, la diffidenza, l’indifferenza. Sono un concentrato di emozioni, materia viva e sentimenti che si mischiano in una mistura di carne e ossa difficile da separare.
Lui, con la sua gonna. Lei, con la sua tuta da lavoro. Il rossetto gli sporca le labbra, l’olio le cola dalle mani. Rosso – come la stoffa a scacchi di lui – nero – come il cotone ruvido di lei. Fuoco – buio. C’è una scintilla di luce nel suo – his – cuore, un pezzo di oscurità nel suo – hers. Sono opposti, ma mai stati così uguali. Sono ai poli dell’universo più distanti tra loro, ma si sentono vicini, come mai in vita loro. Storia di yin e yang, alchimia di oro e gelosia che vaga per l’universo senza meta, cadendo – gridando – strillando – urlando la propria solitudine e l’odio verso la parte mancante di sé.
Lui le afferra i codini che le stanno ritti sulla testa, lei la cresta che cambia colore ad ogni secondo che passa. Stringono – stringono – stringono – tirano. Cadono a pezzi – no, si aprono. Via la pelle, i vestiti, i muscoli, i capelli, le unghie, rimangono solo le anime nude che si fissano in silenzio. Pulsano nell’oscurità, lui di bianco, lei di nero. Vedono i frammenti dentro di loro – oh, l’inquietante chiarezza! – riconoscono il nemico e  lo odiano e lo amano, vorrebbero farlo a pezzi e crollare a loro volta mentre penetrano nella sua fortezza. Vogliono alzare le loro difese  e abbassarle, vincere e perdere la guerra, dominare e sottomettersi, essere vincitori e vinti negli stessi istanti – vogliono tutto, e lo vogliono subito.
Il primo contatto è gelido come una stella morente, il secondo caldo come il suo nucleo. Si esplorano a vicenda con le dita – tocchi leggeri come ali di farfalla – strizzano, palpeggiano, sfiorano, si conoscono. Non si sa chi dei due cada per primo sulle labbra dell’altro come se fossero stati ghigliottinati, ma è ciò che viene dopo che conta. Non manca molto all’implosione dell’universo, ma loro sono lì, ostinati, che continuano ad andare avanti come un domani ci fosse, e dopo quello un altro, e un altro ancora, come se la storia fosse davvero infinita. È un secondo prima che cadano nel buio dell’immensità e dell’eterno nulla, ma è proprio allora che tutto cambia e la guerra inizia. I portoni delle roccaforti si spalancano e il nemico entra all’interno, proprio come volevano. Urla, pianti, sussurri rochi – le prime e forse ultime e uniche parole, perché mai più sentiranno la voce dell’altro o altra. C’è una sorta di dannazione eterna in tutto questo, ma è difficile capire qual è. La dannazione è un luogo che ci creiamo da soli, una gabbia fabbricata da noi stessi per noi stessi la cui chiave giace all’esterno, irraggiungibile. Apriteci, spalancate porte e finestre, portiamo la salvezza ugualitaria.
C’è una sottile connessione tra la tenebra e la luce, e lo sanno. Ma non vedono, non sentono, persi nel piacere della battaglia. L’armistizio col nemico non esiste, è un accordo ingannevole. Non c’è resa né vittoria, si continua finchè entrambi gli eserciti non crolleranno morti. Ma questo non c’è e mai ci sarà, come lo spazio vuoto intorno a loro.
 

Your dark shines, bringing me down
Making my heart feel sore ‘cause it’s good


 

Voleva essere una cosa un pò più erotica, ma okay.

xoxo
Zick

  
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