Prologo

di una storia di cui non si conoscon le radici...

Jimmy ricordava ancora quando lei aveva solo otto anni. Scriveva su un piccolo diario color verde mela, scriveva a lui. Strano. Jimmy, un amico con cui confidarsi, o Jimmy era solo un diario dal curioso colore? No, il ragazzo con le ali lo sapeva, sapeva che era lui il Jimmy a cui lei si confidava. Lei sapeva di un santo che, da quelle prime parole, aveva vegliato attentamente, con occhi pieni di dolcezza. Parlava del nove che le aveva assegnato la maestra, del gelato preso con le amichette. Eppure, scriveva a lui. Sapeva, sapeva della sua esistenza, fin da quando era così piccola.

Iniziava le sue lettere con un 'ciao Jimmy', e continuava parlando di cose puerili, ma che al cuore marcio del santo facevano una tenerezza infinita. Era incredibile come una bambina, così piccola, i capelli riccioluti tenuti corti e gli occhi vivi e brillanti, già potesse credere in quell'angelo dannato, in quel rimasuglio di vita. Che potesse confidarsi con lui quando i genitori la sgridavano, quando litigava con le amiche. Piccoli pensieri, che col tempo erano cresciuti, fino a diventare canzoni, storie, musica agli occhi di quell'angelo dannato. Tutto era cambiato. Lei era cresciuta, e Jimmy, sì, Jimmy si era innamorato.

Hey Jimmy,

oggi è stato il solito rompimento di coglioni. Innanzitutto, i miei che protestano per la musica troppo alta. Ma dai, una novità in casa Spike. Vabbè, come al solito me ne sono fregata altamente e ho alzato ulteriormente il volume. Che palle. E poi ancora quelle oche delle mie compagne di classe, che chiaramente passano il tempo a sparlare di quanto è faigo il nuovo vestito di Claire della seconda C, e di quanto sia eppure stronza questa Claire perchè possiede, appunto, il suddetto vestito. E ancora quell'idiota di Carl, che è ancora convinto che io gli sbavi dietro nonostante lo chiami 'carciofo geneticamente modificato'. E il prof di matematica, col suo solito 'due più' appioppatemi sotto il naso. Meno male che ci sei tu, Jimmy, e meno male che sei un santo, perchè io a quest'ora sarei già verso la strada del suicidio.

Scaracchi e smancerie varie,

Kyle.

Jimmy sorrise di nuovo. Raccolse le ali e si sistemò meglio sulla sedia, evitando accuratamente di farla scricchiolare. Poi, il suo sorriso scomparve, lasciando il posto ad amare lacrime. 'E ancora quell'idiota di Carl, che è ancora convinto che io gli sbavi dietro...' Oh, quanto soffriva a quelle parole. Lei aveva amato, e amava ancora, ne era sicuro. Ma perchè, allora, non capiva? Perchè non comprendeva la sconvolgente passione del santo? Perchè non lo vedeva, nelle notti che lui passava ad accarezzarle i capelli, mentre le sussurrava, dolce, una canzone? Perchè?

Questo Jimmy si chiedeva, le ali nere come la pece che frusciavano nervose. Si girò verso Kyle, sospirando. La ragazza respirava piano, la bocca semichiusa. L'angelo rimase a fissarla, poi fece ciò che faceva ogni notte: tirò fuori dalla tasca una lametta, e, con quella, si incise un profondo taglio sulla mano destra. La strinse, in modo che il sangue si spargesse per tutto il palmo, poi la appoggiò sulla lettera lasciatogli da Kyle. Era un modo tutto suo per dirle che lui c'era, e ci sarebbe sempre stato, ogni notte, ogni giorno. E la avrebbe sempre amata.

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Ciao!

Questa ff è un pò strana. Come potete notare, qui St. Jimmy è più un angelo protettore che altro verso questa Whatsername diversa (Infatti non è Whatsername. Ho provato ad immaginare l'Angelo Caduto innamorato di qualcun altro. Non chiedetemi perchè.)

Beh, sappiate che la continuerò soprattutto se riceverò almeno uno straccio di segni positivi. Quindi, cari lettori, dipende tutto da voi.

Baci,

Kerplunk_11

P.S. Come potete allegramente notare, mi sto impegnando con nuove fic invece di aggiornare 'And I set the fire just to see the flame'. Che bella merdina che sono :3