Da dove cominciare questa storia?

Be', prima di tutto, è buona educazione presentarsi quindi... salve a tutti, mi chiamo Park Bom e vivo a Los Angeles, città in cui mi sono trasferita quando avevo sette anni per iniziare a studiare musica, la mia più grande passione ma, udite udite, sto per tornare nella mia città natale, Seul, dopo nove anni all'estero circondata da persone che per prendermi in giro o anche solo per fare amicizia, si tirava i lati degli occhi per mostrare che anche loro avevano ''gli occhi a mandorla''. 

Ma lol davvero, come direbbe la mia migliore amica Sooyoung Choi. 

Ah, Sooyoung Choi, la ragazza perfetta che tutti vorrebbero come fidanzata: grandi occhi, capelli lisci e setosi, gambe chilometrica, simpatica come poche e una delle persone più leali di questo mondo, un po' come un cane... ma forse non è una buona idea dare del cane alla mia migliore amica, mh.

Ma riprendiamo da dove mi sono fermata. Sto tornando nella mia città natale per cercare di raggiungere il mio sogno: entrare in una delle più grandi compagnie musicale coreane e riuscire a mantenere me e tutta la mia famiglia con la mia più grande passione cioè il canto.

Ricapitolando.

Mi chiamo Park Bom, sono nata il 24 Marzo 1996, farò 17 anni in tre mesi, sono nata a Seul, abiterò a Seul, la mia migliore amica è Sooyoung Choi e diventerò la cantante più brava e acclamata di tutta la Corea del Sud.

Odio gli aerei. Okay, adoro viaggiare, visitare nuove città ma davvero odio gli aerei, soprattutto il fatto che i bambini scalcianti e urlanti me li ritrovo sempre io, chissà come mai. 

Forse-...

Stavo camminando mentre pensavo fra me e me, nascosta dietro i miei occhiali da sole, ero così presa nel riflettere e nel perdermi nel mio mondo che non mi ero neanche accorta che la persona davanti a me si era bloccata all'improvviso, facendomi sbattere contro la sua schiena e, per la sorpresa e anche un po' per lo spavento, avevo lasciato andare la presa su tutto ciò che avevo tra le mani quindi valigia, cellulare, bottiglietta 'acqua e borsa aperta tutti a terra. Aggiungendo il fatto che la borsa era aperta, si crea ancora più confusione visto che tutto il suo contenuto va a spargersi per terra, mischiandosi con ciò che era caduto dalle mani dell'altro. Trucchi, penne e cellulare vanno in mezzo a caramelle, un cellulare identico al mio e un paio di occhiali da sole targati Ray-Ban.

Bel lavoro Bom, neanche mezz'ora in una città e già stai molestando un povero innocente che non ha assolutamente idea di ciò che gli stai facendo, davvero un buon lavoro, mi complimento con te.

Scuoto leggermente la testa per togliermi dalla mente quei pensieri assurdi mentre, allo stesso tempo, mi piegavo sulle ginocchia per iniziare a raccogliere le mie e le cose dello sconosciuto, subito imitata da lui.

Avevo le guance rosse e le mie mani si muovevano frettolosamente nel tentativo di raccogliere più cose possibili senza incrociare lo sguardo del ragazzo più alto così da togliere il disturbo alla svelta. Subito dopo aver lanciato tutto nella borsa senza neanche guardare, mi alzo, afferro la valigia con la mano libera, mi inchino millanta volta di fronte allo sconosciuto con un ''mianhae'' appenna udibile prima di scappare a velocità super verso una Sooyoung che mi guardava da dietro le lenti scure e con un sorriso che andava da un orecchio all'altro e ovviamente con tutti gli sguardi dei ragazzi puntati su di lei. Classico.

Senza neanche salutarla, passo oltre lei, muovendomi frettolosamente sulle Converse stracciate, cercando di eclissarmi il più velocemente possibile da quel luogo pieno di brutte figure. Già, non era la prima volta che andava a sbandare contro qualcuno. La prima volta che ero stata in quello stesso aeroporto ero andata a sbattere contro un altro ragazzo che si era scoperto prendere il mio stesso aereo e alla fine, siamo anche riusciti a fare amicizia. Chissà cosa gli era successo, era da tanto che non gli mandava un messaggio, Magari, visto che era alla ricerca di nuove amicizie, avrebbe potuto chiedergli di uscire un giorno di questi, infondo tentar non nuoce.

Con quell'idea in mente, mi fermo proprio al limitare del marciapiede che intanto aveva raggiunto con la mia migliore amica al fianco, appoggio la valigia in posizione verticale in modo da avere una mano libera in modo da poter frugare liberamente nella borsa da cui tiro fuori l'arto pochi secondi dopo con l'ultimo modello dell'iPhone nero in mano. Sblocco il cellulare, pronta a mandare un messaggio a-...

Aspetta, questo non è il mio cellulare, devo averlo scambiato con lo sconosciuto quando tutto era caduto a terra. Sono così sbadata da non aver neanche controllato che telefono afferravo, la solita idiota.

Ruoto velocemente il capo sulle spalle, facendo volare da tutte le parti i miei capelli neri mentre tornavo a guardare il punto dell'incidente ma il ragazzo, ovviamente, non c'era.

-- Che succede, Bom? -- mi chiede Soo, guardandosi attorno, cercando ciò che aveva catturato la mia attenzione.

-- Ho... preso il cellulare sbagliato.