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Autore: YouAreAParah00    03/07/2013    0 recensioni
" « Usagi-san, sono così felice! » si avvicinò e fece per abbracciarlo, ma ricevette un netto rifiuto.
« E tu chi sei? ».
Quelle parole gli spaccarono in due inequivocabilmente il cuore. "
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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Nota dell'autrice: Salve a tutti! ^w^ Mi scuso per ieri, avevo promesso di pubblicare il nuovo capitolo ma non ho avuto tempo. Per questo motivo ne pubblico due.. per farmi perdonare uwu Grazie a tutti! >\\\\< E recensite in tanti, eh! - 
YouAreAParah00

Mi manchi.
Mi manchi da morire.
E non averti qui, oh, è triste.
Non sono qui per baciarti sulla mano
Né per inchinarmi
Vorrei poterti rivedere
anche se so che non potrò.

[ I miss you, miss you so bad.
And don’t forget you, oh, it’s so sad
I hope you can hear me
I remember it clearny
And the day you slipped away
Was the day I find it and won’t be the same, yeah.]
- Avril Lavigne, Slipped away.

« E tu chi sei? ».
La sua voce non era la stessa, era dura, era fredda.
« Come chi sono? Ma... Ma scherziamo, vero?... » disse.
« Non ti ho mai visto.» Rispose.
Misaki si accorse di tremare.
« Potrebbe aver sbattuto la testa? » chiese lentamente, guardando Rukia. Ma la Dea della Morte rispose «No, ne dubito.» Voleva chiedere spiegazioni, ma non riuscì a parlare.
La ragazza sembrò sempre più sospettosa. « Ichigo, questo...?». «Già...» accennò.
Misaki riprovò a chiedere cosa stava succedendo, il perché, perché lo scrittore non rispondeva ai suoi abbracci, perché non lo riconosceva...
« Non abbiamo troppo tempo da perdere.» Sentenziò Rukia. « Muoviamoci!».

« Cosa succede? » chiese Misaki, mentre veniva trascinato per una manica da Sado. Mentre lo portava fuori alla porta riuscì a distinguere uno sguardo vaco di Usagi che lo guardava.
Fuori casa, Misaki si fermò un attimo per riprendere fiato per la corsa, ma Rukia non gli diede tempo: in un momento lo afferrò per il braccio e sentì il suo corpo essere tirato e diviso, era una sensazione strana, e non potè fare a meno che chiudere gli occhi. Quando li riaprì si ritrovò davanti un emporio di legno antico, sulla soglia c’era la scritta ‘Urahara Shoten’.
Il moretto passò a Rukia uno sguardo spaventato. « Quello era lo Shunpo, il passo lampo.» Così dicendo, lo trascinò di nuovo fino a farlo entrare dentro.

Il negozio era molto disordinato. Dappertutto c’erano scaffali pieni di cose, scatoloni, la luce filtrava pochissimo e la finestra socchiusa non permetteva di farla entrare.
Sentendo dei passi, dal bancone spuntò come dal nulla il propietario. Era alto, il viso oscurato, aveva una barba corta e capelli biondi disordinati. Sembrava essere molto trasandato.
« Immaginavo sareste venuti.» Sussurrò.
Rukia fu la prima, che davanti a quell’uomo bizzarro, non si intimorì e si sedette comoda.
« E’ successo qualcosa? » chiese lui.
« Questo dovrei chiederlo io a te.» Ribattè Rukia senza esitazione.
Il negoziante sembrò cercare qualcosa nella sua tasca, poi estrasse una pipa e la accese. « Sembra che siano ritornati ».
« Esperimenti di Aizen Sosuke?» chiese la donna accigliata.
« No, no. Ma come, proprio lei dovrebbe saperlo più di tutti, signorina Kuchiki.» Disse Urahara. « Sono ritornati. I gemelli di quel giorno sono tornati. Ma adesso sembra che abbiano perso la loro forza, e si sono ridotti a essere plasmati in un Hollow.»
In quel momento sprofondò il silenzio nella stanza.

« Ma sembra che stavolta » riprese Urahara, « abbiano rubato i ricordi a qualcun altro. »
Misaki, senza accorgersene, sbattè una mano sul basso tavolo di legno che divideva i ragazzi con il negoziante. « Volete tenermi fuori ancora per molto?! Che significa che hanno rubato i ricordi di...»
Rukia sospirò. « Hai un’idea del loro scopo? » Chiese, ignorando Misaki.
« Non ancora.» Rispose l’uomo.
« Capisco.» Si alzò, e senza battere ciglio, si avviò e chiuse la porta dietro le sue spalle.
Misaki non tardò a seguirla.
« Ehi! Ehi! » urlò. « Cosa significa ciò che ha detto? Che significa?!»
Rukia lo afferrò per la camicia e lo tirò a sé.
« Ti ho detto di smetterla, sei sordo? » disse. « Dobbiamo muoverci. Il tuo amico è in grossi guai! ».
Aspettò che gli altri uscissero e poi lo ricondusse a casa, con lo stesso, solito, assurdo sistema.

 
« E il tuo lavoro? »
« Sono uno scrittore.»
« Quanti anni hai? »
« 28.»
« E il tuo nome? »
« Ma cos’è, un interrogatorio?» si spazientì. Fece per alzarsi, ma Sado lo trattenne ancora sulla sedia.
Rukia appoggiò il pollice sulle labbra, e non si mosse. Sembrava essere pensosa. Misaki, al canto suo, ancora non riusciva a crederci. Giaceva in silenzio anche lui.
Per un momento nessuno parlò. Poi Akihiko si alzò, seccato, sembrò volersene andare e invece restò dritto sulla soglia della porta. Poi fu Rukia a rompere il silenzio. « E’ come quella volta.»

« Che intendi? » chiese Ichigo.
« I ricordi che i gemelli hanno rubato... Non appartengono al tempo vissuto.» Disse. « Ma si legano ad un semplice individuo.»
Orihime abbassò lo sguardo.
« Frena, Rukia » Esclamò Ichigo « Se sono ritornati non vuol dire che adesso vogliono cercare te? »
Rukia negò con un cenno della testa. « No, avevano detto di essersi pentiti. E poi siamo sicuri che Urahara non si sia sbagliato? » fece. « Loro erano... »
Ma la ragazza non continuò la frase.
« ... Morti. » concluse Ichigo.
Lo scrittore si rigirò e li guardò negli occhi. « Vorrei capire di cosa state parlando.» Disse.
« Vorrei capirlo anch’io.» Fece Misaki. Akihiko lo guardò, ma il moretto non fu capace di sostenere quei giochi di sguardi, non in quel momento. Abbassò la testa.
« Ascolta ragazzo.» Fece Rukia, ignorando lo scrittore. « C’è un Hollow capace di mietere i ricordi di un soggetto. Abbiamo l’impressione che due gemelli che possedevano quel potere, quella sera, erano sulla ruota panoramica. Ma in forma di Hollow.»
« Possedevano? » chiese.
Orihime gli si avvicinò delicatamente. « Sono morti, Takahashi-kun... E Kuchiki-san ci teneva tanto.»
« Non è questo il punto, Inoue! » urlò Rukia, spezzando la voce della donna. « Che io ci tenevo o no, ora sono morti! Morti! Solo la pioggia ne conserva il ricordo! ».
« Kuchiki » fece Sado. « Chi dice che il loro potere è morto con loro? ». Nella stanza calò il silenzio.
Akihiko intanto guardava tutti interrogativo, come se non riuscisse a spiegare perché quei strani ragazzi erano nella loro casa, non capiva nemmeno bene i loro discorsi.
« Usagi-san...» sussurrò Misaki, quasi non volendo far sentire. « Davvero non ti ricordi di me?»
Ricevette uno sguardo vaco.
Fu a quel punto che si sentì sprofondare in un abisso senza fondo, voleva nascondersi, non farsi mai più vedere, sparire per poi morire in qualche angolo smarrito nel mondo.
Ecco, era così che si sentiva.

Smarrito.
  
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