Introduzione:
Era notte inoltrata nella Citta dell’Ovest, non si sentiva alcun suono, tutto taceva
avvolto in un solenne silenzio.
Bulma si alzò insonne, il caldo afoso non riusciva a farla
addormentare, la camicia da notte scollata le si era
incollata alla schiena.
Si mosse il più
silenziosamente possibile, sentì Vegeta bofonchiare qualcosa nel sonno, temendo
che si stesse per svegliare a causa sua lo guardò cauta: non avrebbe voluto
sentire le sue lagne in piena notte, ma poi si rese conto,
lieta, che l’uomo era nel mondo dei sogni pienamente.
Facendo un sospiro di
sollievo si alzò a piedi nudi, il contrasto con il freddo pavimento le fece
davvero molto piacere.
Scese nella cucina al piano
sottostante a prendere un bicchier d’acqua, sperando che gli sciogliesse la
gola troppo arida… l’unico rumore che si sentiva era il lavandino che perdeva,
lo guardò accigliata, si riprometteva di aggiustarlo ma
ogni volta rimandava quell’impegno al giorno
successivo.
Scuotendo il capo, si riempì
un bicchiere di acqua fredda di frigorifero… così andava meglio.
Silenziosamente salì i
gradini della grande scala che conduceva al piano superiore, decidendo di
vegliare sul sonno dei suoi figli.
Prima si affacciò alla porta
del primogenito: il corpo ormai adolescente era rilassato sul letto, un braccio
penzolava abbandonato dalla sponda del letto, il lenzuolo caduto a terra,
sorridendo scosse il capo.
Diversamente trovò Bra, nonostante il caldo la bimba si teneva ben stretto
nella manina paffuta il lembo del lenzuolo, abbracciando con l’altra il suo piccolo peluche a forma di orsetto, le si avvicinò
accarezzandole la fronte che sfiorò con
le labbra.
Ritornò nella camera che condivideva
con Vegeta, guardò il letto dove l’uomo dormiva, non aveva minimamente voglia
di sdraiarsi accanto a lui, il caldo la perseguitava ancora.
Si andò a sedere sul
davanzale della finestra aperta, dalla quale non entrava un filo d’aria, guardando
la città addormentata, sperando di essere colta dalla stanchezza.
Lasciò che la testa le si svuotasse, lasciando che i pensieri prendessero la
direzione che più gli garbava… era assorta, senza pensare veramente a niente di
particolare, quando Vegeta sussurrò qualcosa ancora addormentato.
Con un dolce sorriso si girò
a guardarlo: la testa posata sul cuscino, la bocca semiaperta, il possente
corpo rilassato… era da tempo che ormai lo vedeva dormire privo di difese…
l’amore che provava per lui, non si sarebbe spento mai dentro di lei, lo poteva
ben percepire in quel momento, ne avevano passate molte, ma ciò che più importava
era che i tempi in cui temeva che la lasciasse o peggio rischiasse la sua vita
per salvare