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Autore: MakieyoMela    03/07/2013    3 recensioni
La carta rovinata e vecchia giaceva nelle sue pallide mani, tra le sue dita affusolate che stringevano con poca forza la lettera. Erano passati anni e anni da quando aveva posato l'inchiostro su quel foglio bianco.. Ma mai aveva avuto il coraggio di dare la lettera al diretto interessato.
L'aveva nascosta lì, nella sua agenda segreta nascosta tra il materasso e la struttura del letto. E quella mattina di inizio Luglio, frugando tra le vecchie cose, l'aveva ritrovata.
Con tanto di capelli brizzolati, fissata la lettera immune. Con un sorriso triste sulle labbra e con gli occhi lucidi ricordando i vecchi tempi di una volta. E fu lì, che per filo e per segno, i ricordi riaffiorarono. Si mise seduto sul legno cigolante a guardare un punto indefinito della sua soffitta mal ridotta, con gli occhi di quel ragazzo impressi nella mente.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key, Taemin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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It's always times like these when I think of you and I wonder if you ever think of me..
'Cause everything's so wrong and I don't belong living in your frecious memories..
'Cause I need you and I miss you.-




Sono mesi che cerco di dirti queste parole.
Mesi che cerco di darti un segno per dire che non  ne posso più di questa storia.  
Va avanti per miracolo e io sono stanco.
Sono stanco di sopportare il tuo comportamento brusco e troppo cattivo per me.
Ma penso che la verità sia solo che sono innamorato di un altro.
Una persona perfetta per stare al mio fianco e non voglio perderla.
Grazie per questi anni felici ma penso sia meglio finirla qui e andare avanti ognuno con la propria vita.

 

La carta rovinata e vecchia giaceva nelle sue pallide mani, tra le sue dita affusolate che stringevano con poca forza la lettera. Erano passati anni e anni da quando aveva posato l'inchiostro su quel foglio bianco.. Ma mai aveva avuto il coraggio di dare la lettera al diretto interessato.
L'aveva nascosta lì, nella sua agenda segreta nascosta tra il materasso e la struttura del letto. E quella mattina di inizio Luglio, frugando tra le vecchie cose, l'aveva ritrovata.
Con tanto di capelli brizzolati, fissata la lettera immune. Con un sorriso triste sulle labbra e con gli occhi lucidi ricordando i vecchi tempi di una volta. E fu lì, che per filo e per segno, i ricordi riaffiorarono. Si mise seduto sul legno cigolante a guardare un punto indefinito della sua soffitta mal ridotta, con gli occhi di quel ragazzo impressi nella mente.
 
Erano ben dieci anni fa, quando Jonghyun e  Key festeggiarono il loro primo anno insieme. Erano ragazzi, nessuno avrebbe mai pensato, mesi prima, che quella storia sarebbe durata fin tanto. Soprattutto Jonghyun; ragazzo libero e spensierato. Ragazzo che mai e mai avrebbe voluto una storia seria, ne con donne e ne con uomini.
Key fu il suo primo ragazzo. Ma più che ragazzo, a Jonghyun piaceva definirlo "Donnina isterica" grazie al suo modo di fare così femminile e ai tratti somatici del suo viso. Quella sera, di settembre, ai tavoli del bar che di solito loro due e la loro comitiva frequentava, a servirli c'era un ragazzino.  Quel ragazzino.
Non appena Jonghyun posò lo sguardo su quegli'occhi grandi e a mezza luna, iniziarono i guai. Jonghyun era sempre stato un tipo da non-relazione seria. Odiava certe cose. E in quegli ultimi tempi si sentiva come costretto a stare con Key.
Kibum percepiva quel senso di angoscia che reprimeva Jong, ma che altro poteva fare se non assecondarlo e stare male per  lui? Kibum e Jonghyun erano gli opposti. Persone che mai avrebbero dovuto pensare di stare insieme. Una storia tra loro era come creare pace nel bel mezzo della guerra di Troia.
Ma comunque, Jonghyun si distaccò da Key, quella sera, alzandosi di continuo per andare a prendere qualcosa da bere da solo. Se solo  non fosse che tutto ciò era una scusa per attaccare bottone con quel ragazzo che lanciava sguardi fugaci al suo tavolo.
-Ciao, sono Jonghyun.-
-Ciao, sto lavorando.-
Lo liquidò così e al moro questa cosa fece ridere. Era diverso. Era piccolo, indifeso. Non dimostrava nemmeno diciotto anni. Dopo vari susseguirsi di frasi fatte e inutili, Taemin, così aveva detto di chiamarsi il barista, accontentò il capriccio del più grande lasciandogli il suo numero di telefono.
Key osservò tutta la scena. Key rimase in silenzio e fece finta di divertirsi a quel loro giorno di festa.
 
Passarono i giorni e Jonghyun non faceva altro che liquidare Kibum con scuse idiote e uscire con Taemin, ingenuo e innocente, non sapendo in quale situazione si stesse intromettendo.  Ci furono baci, incomprensioni, pianti, amore.
Amore.. Era questo il problema. Jonghyun aveva una fottuta paura dell'amore. Quell'amore che Kibum gli aveva fatto scoprire nel passare degli anni. Ma Taemin aveva stravolto tutto e il moro non riusciva a smettere di pensare agli occhi di quel piccolo ragazzo che stava compromettendo inconsapevolmente la storia d'amore più bella, forse, che c'era a Seoul.
I litigi tra Kibum e Jonghyun aumentarono, tanto che il più grande dovette iniziare a mentire, cosa mai fatta in venti anni della sua vita, per smettere di quel susseguirsi di urla e pianti che ogni giorno riempivano il suo tempo.
Una notte, una come tante, era seduto alla sua scrivania. Da una parte i fogli e le matite che usava per scrivere i suoi testi, la sua musica e i suoi disegni e da una parte il cellulare che vibrava ad ogni messaggio di entrambi i ragazzi che facevano parte della sua vita.
Tra le sue braccia c'era la sua chitarra rossa che tanto amava. Chitarra regalata da Kibum anni prima, in segno della loro stramba amicizia. Diede un sospiro, si passò una mano tra i capelli e bloccò il plettro tra i denti, pronto a scrivere qualcosa per chiedere definitivamente una storia che ormai non andava più.
Angoscia, tristezza, paura di restare solo comprimeva il suo petto. Tanti forse, tante lacrime imprigionavano la sua mente e il suo viso.
E se conclusa una storia perfetta come quella sua e di Kibum, non ci sarebbe stato futuro per lui e Taemin? Sarebbe rimasto solo e lui aveva paura anche di quello. Della solitudine. Di non dare amore e attenzioni a nessuno.  E' una cosa stupida. Si sentiva come un ragazzino.
Finì di scrivere quelle poche righe che non descrivevano nemmeno un quarto di quello che provava in quel momento, ma lasciò stare. Piegò il foglio e lo tenne con se fino al mattino dopo, fin quando non si ritrovò con Taemin davanti.
Sospirò, lo guardò con occhi tristi e annuì lentamente -Mi dispiace.- Riuscì solo dire, mentre Taemin, ormai innamorato e perso nei suoi nuovi sentimenti, voltò le spalle e mai più tornò sui suoi passi. Mai più Jonghyun ricevette notizie di lui.
Perché di quella scelta? Perché paura. Cazzo, se ne aveva!
Quella lettera.. Rimase lì, all'oscuro di tutto e tutti, nascosta mentre il tempo passava lento e doloroso alla perdita di una delle persone più importanti della sua vita.
E ora, si ritrovava in quella soffitta. Con i rimorsi che dopo anni mangiavano il suo petto come cani inferociti. Aveva sbagliato, si stava pentendo mentre lacrime amare cadevano sul suo viso ormai appena rugoso. Chissà dov'era, Taemin. Cosa stava facendo e con chi. Chissà se era riuscito ad andare avanti, almeno lui.
Ripose la lettera in quella scatola abbandonata e tornò in salotto dove il suo primo amore lo aspettava.
-Key, amore.. Cosa cucini oggi?-

  
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