I bambini, strane creature,
nonostante siano così piccoli da aver bisogno di protezione, riescono ad essere tremendamente forti, più degli adulti. Riescono dove loro non riescono, piangono quando sono
tristi, mangiano quando hanno fame e dormono quando hanno sonno.
Ma ciò che
rende davvero diverso il loro modo di essere con quello degli adulti è la
semplicità…e quell’assoluta complicità che li rende irresistibili e al tempo
stesso sinceri.
The Kiss of Innocence
Era una serata come tutte le altre, nella quale
la luna è alta nel cielo scuro spruzzato da quelle macchie biancastre che
singolarmente chiamiamo stelle. In quella semi
oscurità rischiarata solo dalla luce proveniente dalla luna che riflette il
chiarore del sole dall’altra parte del mondo s’intravedeva una piccola
villetta, abbellita da un giardino molto ben curato, dal quale si vedevano
spuntare inermi piccoli fiori, chiusi come se anche loro, come il resto di
quella porzione di mondo, si fosse messa a dormire.
Non tutti però in realtà dormivano, c’era
infatti, in quella villetta qualcuno che, andando contro le regole della
natura vagava mezzo addormentato, strofinandosi teneramente gli occhi,
sbadigliando e camminando in modo molto goffo, a causa del pigiamino troppo
grande e stropicciato che gli finiva irrimediabilmente sotto la pianta dei
piedini.
Un bambino dallo sguardo assonnato e dai folti capelli corvini
camminava diretto probabilmente nella camera dei genitori, aprendola senza fare
rumore e andando sempre in modo molto silenzioso ai piedi del letto.
“Mamma…” disse con la voce di chi a quell’età cerca di soffocare a
stento il pianto.
Una donna nel letto si voltò leggermente, accorgendosi solo in un
secondo momento di chi l’aveva chiamata e mettendosi seduta di botto.
“Ash, è successo qualcosa?” chiese preoccupata.
Il bambino soffocò un singhiozzo, coprendosi le ginocchia con
l’orlo della maglia del pigiama, e la donna dallo sguardo dolce lo guardò da
capo a piedi, prima di capire ciò che era successo a quel bambino.
“Hai fatto ancora la pipì a letto?”
Il bambino annuì sentendosi in colpa e soffocando un altro
singhiozzo che però non sfuggì alla madre, che gli spettinò i capelli già
scomposti e lo guardò sorridendo.
“Non importa, adesso ci cambiamo e poi vieni a dormire nel lettone
con la mamma ok?”
Ash a quelle parole guardò la madre per un attimo, prima di sfoggiare
un meraviglioso e intenso sorriso, forse più intenso di
qualsiasi altro viso sulla faccia del pianeta.
La donna prese per mano il bambino, portandolo nella sua cameretta
e prendendo dai cassetti i vestiti di ricambio, dopodiché tolse le lenzuola
bagnate portandole in bagno e tornando poco dopo dal figlio.
“Andiamo a dormire Ash”
Il bambino annuì contento, abbracciando le gambe della donna,
essendo ancora troppo piccolo per poter arrivare alla
sua vita e lei lo prese in braccio, lasciando che le abbracciasse il collo e
appoggiasse la sua testa sulla sua spalla.
“Ti voglio bene mamma”
La madre sorrise portandolo nella sua stanza e posandolo sul
letto, attenta a non fargli male, dopodiché si distese di fianco a lui,
abbracciando colui che per lei valeva più di qualsiasi
altra cosa.
Il giorno dopo Ash fu svegliato dal
cinguettio risoluto di alcuni uccellini che si erano posati sul davanzale della
finestra aperta, si stiracchiò e saltò giu dal letto,
correndo per il corridoio e poi giu dalle scale, dove
una Delia indaffarata si dilettava alla pulizia della casa volgendo però, di
tanto in tanto, lo sguardo verso il televisore.
Ash andò in cucina prendendo alcuni biscotti, e poi, attento a non
fare briciole, si diresse sul divano della sala, curioso di vedere anche lui
ciò che la madre stava guardando con così vivo interesse.
Alla televisione stavano trasmettendo uno strano film, dove alcune
persone discutevano animatamente, finendo poi, con il far pace in un modo che
meravigliò Ash, che strabuzzò gli occhi, facendoli
diventare ancora più grandi e profondi di quello che già non fossero.
“Mamma, perché quei due signori si schiacciano la testa l’uno
contro l’altra?” chiese ingenuamente, indicando la scena nel televisore.
Delia rise a quell’affermazione.
“Non si stanno schiacciando la testa Ash. Quello è un bacio”
“Un bacio? Ma i baci non si danno sulla guancia alla mamma?”
La donna rise gioiosamente.
“Oh Ash, resta sempre così ingenuo…”
disse guardando il figlio che la guardava in modo interrogativo “Quel bacio che
hai visto lo si dà alla persona che ci piace, alla
quale vogliamo più bene”
“Oooh…” disse il bambino sorpreso,
tornando a guardare il televisore.
La mattinata trascorse tranquilla e serena, e nel primo pomeriggio
Delia decise di andare a fare delle compere, portando quindi Ash con sé.
“Mamma! Mi compri la sveglia dei Pokemon? Hanno fatto
vedere la pubblicità alla televisione! Mi piace” disse il
bambino mentre cercava di tenere il passo della madre sulla strada che portava
nel centro città, dove solitamente si svolgeva il mercato.
“Vedremo, se ti comporterai bene è
possibile”
“Evviva!” trillò il bambino di felicità, decidendo all’istante di
comportarsi come un vero e proprio ometto educato.
Mentre la donna girovagava fra le bancarelle in cerca di possibili
acquisti l’attenzione del bambino fu rapita da un
bambino che gli passò di fianco con in bocca un pezzo di pane.
“Gary!” disse sorpreso vedendo il bambino dai capelli castani
voltarsi e irrigidirsi di colpo.
“Oh guarda, ciao Ash!”
rispose il bambino con un ghigno.
“Cosa ci fai qui?” chiese Ash lasciando
la mano della madre che lo guardò per un attimo prima di venire
rapita da un vestito di seta.
“Non allontanarti mi raccomando” disse prima di fiondarsi
sull’abito prima che qualcun’altra potesse farlo.
Il bambino annuì, distogliendo poi l’attenzione da lei e riposandola
sul bambino di fronte a lui.
“Dai, andiamo a fare un giro, ho trovato una cosa in un posto
segreto” disse Gary facendo l’occhiolino nel modo di chi la sa lunga.
“Davvero?” disse a voce troppo alta e tappandosi subito la bocca
con le manine, voltandosi verso la madre, che però non si era accorta di nulla
“E dove?” chiese con un tono più basso.
“Seguimi” disse Gary facendo strada.
Il bambino annuì sorridente, ignorando l’avvertimento della madre
e correndo fuori dal mercato insieme all’amico.
Una volta usciti dal mercato si diressero vicino a dove scorreva
il piccolo fiume che fungeva da punto di riferimento per la ridente cittadina
di Pallet.
“Dove?”
“E’ qui!” disse Gary orgoglioso della sua
“scoperta” indicando il fiume.
Ash guardò meglio, notando soltanto come il dislivello del terreno
scendesse fino a finire a ridosso degli argini del fiume.
“E allora? Io non vedo niente”
Gary sorrise soddisfatto “Ci sei cascato!”
disse scoppiando a ridere e facendo arrabbiare Ash
che si mise a rincorrere l’amico con le mani in alto chiuse a pugno.
“Brutto antipatico! Perché
mi prendi sempre in giro?” disse Ash gonfiando le
guance.
“Ash è un credulone!” lo canzonò Gary,
continuando a correre ridendo.
“Sei cattivo!”
Nessuno dei due si accorse di essersi allontanato troppo dal
mercato, e quando se ne rese conto, Gary preoccupato per il
fatto che il sole stesse tramontando corse via, ignorando le urla di Ash che si sentiva abbandonato dall’amico e che quindi
cercava in tutti i modi di distoglierlo dal suo proposito di fuga.
Ma Gary non lo sentì, o probabilmente lo ignorò, perché il bambino
si ritrovò d’un tratto solo, in un luogo che non aveva mai visitato se non con
la vicinanza della madre.
“E ora che faccio…non conosco la strada di casa…mamma” disse con
le lacrime agli occhi, ripercorrendo a ritroso la strada.
Improvvisamente il suo sguardo fu attirato da una massa rossa che
faceva a pugni con il terreno erboso vicino all’argine del fiume, così si
avvicinò scoprendo che quella massa informe altri non era
che una bambina addormentata.
Ash si guardò in giro, cercando forse qualcuno che a parere suo
potesse in qualche modo essere collegato alla bambina.
Quando non vide nessuno decise di
avvicinarsi per provare a svegliarla, ma la piccola sembrava essere caduta in
un sonno profondo.
“Oh, e ora?” chiese Ash guardandosi
nuovamente attorno.
La sua attenzione fu però ancora attirata dai capelli
di lei, che il tramonto aveva colorato ulteriormente. I capelli della
bambina sembravano quasi attirare il colore del cielo e del sole, tanto erano rossi e lucenti.
“Che bel colore…” disse Ash tendendo la
mano verso una piccola ciocca che era fuoriuscita dal codino laterale che li
teneva legati.
Prese in mano la ciocca rendendosi conto di quanto fosse morbida e
in un certo senso calda, come se davvero il sole fosse parte di
lei.
“Sembra la figlia del sole…mi piace”
“Non si stanno schiacciando la testa Ash. Quello è un bacio”
“Un bacio? Ma i baci non si danno sulla guancia alla mamma?”
“Quel bacio che hai visto lo si dà alla
persona che ci piace, alla quale vogliamo più bene”
Le parole della madre gli tornarono in mente improvvisamente,
vivide quasi come se fossero state reali, come se vicino a lui ci fosse davvero
sua madre a sussurrargliele all’orecchio.
E senza una spiegazione logica, senza nessun pensiero coerente si
sporse verso il viso della bambina, poggiando le labbra su quelle di lei, in
qualcosa di vagamente famigliare ad un bacio.
Si alzò pochi attimi dopo, guardando ancora la bambina che non
accortasi di nulla dormiva beatamente.
Il bambino sorrise gioioso, quando improvvisamente la voce di una
donna lo distolsero dai suoi pensieri di bimbo.
“Ash! Razza
di monello! Non sai quanto mi hai fatto preoccupare” disse
Delia correndo da lui e abbracciandolo stretto.
Non si accorse della bambina vicino a suo figlio, forse, la paura
che aveva provato quando si era resa conto di averlo perso era stata talmente
grande da farle perdere la cognizione di ciò che c’era intorno a lui.
Al suo mondo: Ash.
“Avanti, torniamo a casa adesso” disse estraendo da una borsa una
piccola sveglia a forma di sfera pokè.
Ash s’illuminò felice, prendendo in mano quella
sfera elettrizzato.
“Era questa vero?” chiese la madre.
“Si!” rispose contento Ash, prendendo la
mano della madre ed incamminandosi con lei verso casa
entusiasta di aver ricevuto quel regalo.
Si ricordò dopo della bambina dai
capelli di fuoco e si voltò verso di lei, cercando di imprimere forse per
l’ultima volta quel colore che l’aveva talmente colpito.
E gli tornò in mente il bacio.
“Mamma, sai? Ho baciato il sole!” disse.
“Come?” chiese la madre confusa.
“Si” rispose lui sorridendo sfoggiando un sorriso furbetto e al
tempo stesso ingenuo.
Nel frattempo un uomo dai folti capelli castani e gli occhi
azzurri si era accovacciato vicino alla bambina,
scuotendola dolcemente per farla svegliare.
“Misty?” disse con voce dolce.
“Mmmh…sei tornato papà” rispose la
bambina strofinandosi gli occhi di un immenso colore verde.
“Non dirmi che ti sei addormentata in un posto simile”
“C’era l’acqua…” rispose la bambina in sua difesa mentre le sue
guance s’imporporavano appena di un tenue colore rosso.
“Sei incredibile bambina mia” disse il padre poggiando la sua
grande mano sulla testa della bimba che sorrise e prendendo poi la figlia
teneramente sulle spalle.
“Scusa se ci ho messo tanto, ho dovuto sistemare delle cose per la
palestra” disse.
La bambina scosse la testa tranquillamente “Non fa niente, in
fondo sei venuto a prendermi” disse abbracciando il collo del padre e chiudendo
gli occhi ancora mezza assonnata.
“Torniamo a casa piccola”
La bimba annuì, soffocando una piccola e cristallina risata che
però non sfuggì all’uomo che si voltò verso il viso della bambina.
“Che c’è Misty? Mi sembri felice” disse l’uomo, notando il sorriso sulle labbra
della figlia e la tranquillità che forse, a suo avviso non la caratterizzava.
“Credo…di aver fatto un bel sogno…” disse semplicemente e in quel
momento una strana sensazione la pervase, una sensazione
strana e dolce.
Una piacevole sensazione di affetto…
FINE
Devo ammettere che sono molto contenta della
riuscita di questa storia. Mi piace e ne vado fiera.
La frase che mi piace di più è quella che Ash dice
una volta che la madre lo ritrova: “Sai mamma, ho baciato il sole”. In
realtà non è proprio una Pokéship perché il bacio che
Ash dà a Misty non implica
un sentimento. E’ un semplice bambino che ricordandosi le parole della madre
decide di mettere in atto ciò che ha visto fare alla tv.
Però li adoro ugualmente. Adoro da matti la loro pucciosità. E Gary. Gary è fetente anche da piccolo ecco xD, non riesco proprio a vederlo in altro modo ahahah!
Si lo ammetto. Mi sono fissata con la loro infanzia xDDD
sorry.