Emma
chiuse la porta del suo appartamento dietro le sue spalle e posò l’ombrello
bagnato nell’apposito vaso che tenevano accanto alla porta. Sbuffò togliendosi
la giacca rossa di pelle e lasciandola appesa all’attaccapanni dove era fissata
la giacca a vento di Henry. La osservò per qualche secondo, era asciutta.
Almeno
lui era tornato a casa prima che scoppiasse il temporale.
Si
spostò a passo lento verso il bancone della cucina dove trovò un biglietto. Lo
prese fra le mani studiando la calligrafia ordinata di Mary Margareth.
“Io e David siamo andati al
cinema, ci vediamo domani. Baci”
Sotto il
messaggio erano state aggiunte tre semplice parole da suo figlio.
“Sono
in doccia.”
Emma
scosse la testa sorridendo fra sé e sé
accartocciando il biglietto e lanciandolo nel cestino poco distante.
Decise
di approfittare di quegli attimi di solitudine per sdraiarsi sul divano di
salotto e guardare distrattamente la tv.
Si
meritava un po’ di riposo, dopo tutto quello che aveva passato da quando si era
trasferita a Storybrooke.
Ne aveva
decisamente bisogno.
Si tolse
le scarpe e accese la luce della stanza.
«Oddio!!!»
Emma sobbalzò sul posto portandosi le mani al petto e sgranando gli occhi. «Che
diavolo fai qui al buio?»
«Dormivo,
fino a che non hai deciso di accecarmi.» Rispose lui massaggiandosi gli occhi
con la mano destra, la bionda lo osservò incrociando le braccia sotto al seno.
«Da
quando dormi sul divano?» Gli chiese mentre lui si metteva seduto sbadigliando
platealmente.
«Da
quando è così comodo.» Rispose con una smorfia colpendo il cuscino libero
accanto a lui.
Emma
restò un attimo a fissare la sua mano battere sulla superficie morbida di pelle
del divano, risalendo lungo il braccio e seguendo il bordo della maglietta
grigia che indossava continuando lungo il braccio sinistro, tracciando con lo
sguardo il profilo letale ed elegante dell’uncino che si muoveva delicato sul
mento di Killian.
Solo
quando la punta dell’uncino si fermò, sollevò lo sguardo per incontrare quegli
occhi azzurri, per lei altrettanto letali.
«Quella
maglietta è di David?» Chiese aggrottando la fronte.
«La mia
era bagnata, Henry ha detto che potevo usarla. Me la meritavo dopo avergli
evitato di bagnarsi riportandolo a casa dal molo.»
«Che ci
faceva al molo?»
«Lezioni
di navigazione.» Rispose annoiato Killian.
«Cosa?»
Domandò sorpresa Emma. Suo figlio ne inventava sempre una nuova: prima la spada
poi l’equitazione adesso la navigazione.
Killian la guardò spostando poi lo sguardo sul
posto vuoto accanto al suo come in una silenziosa richiesta di essere
accontentato.
«Sarebbe
un ottimo pi..»Emma gli rivolse un’occhiataccia.
«Marinaio.»
La
bionda lasciò andare un sospiro e mosse le gambe fino ad arrivare a sedersi
accanto a lui, ricacciando il sorriso che sentiva affacciarsi sul volto.
«Puoi
sorridere se vuoi, non mi offendo.» Le sussurrò lui in un orecchio.
Sentì i
brividi risalirle lungo la schiena.
Non era
possibile, ogni volta sempre la stessa storia.
«Già.»
Emma arricciò il naso. «Ma non lo farò, perché diventi un egocentrico petulante
che ripete in continuazione fandonie come “sono o non sono il migliore”?» Disse
con un tono esasperato cercando di imitarlo.
«Ma è la
verità.» Rispose lui sghignazzando. «Sono o non sono il migliore?» Emma roteò
gli occhi facendo solo aumentare il sorriso sulle labbra di lui.
Non guardargli le labbra, Emma.
«Appunto.»
Altro
sbuffo di lei, altra risata di lui.
Emma
rilassò la schiena contro la superficie del divano lasciando andare un sospiro
di sollievo e permettendo alle sue labbra di inarcarsi un sorriso, facendo
sbuffare l’uomo accanto a lei.
«Ed il
divano vince ancora una volta, dannazione.»
Braccia
incrociate, come le gambe distese sopra al tavolino basso posto davanti al
divano, labbro inferiore sporto verso l’esterno e sguardo corrucciato, stavolta
la bionda non riuscì a trattenere una risata.
«Ed
eccolo qui, il famoso capitan Uncino che fa i capricci peggio di un bambino.»
«Ehi.» La
ammonì lui sollevando un sopracciglio e fingendosi offeso. «Hai già ferito il
mio ego, non infierire, Swan.»
Emma si
morse il labbro inferiore trattenendo un’altra risata.
«A
proposito del mio ego ferito…» Esordì dopo qualche attimo di silenzio dove l’unico
rumore che aveva riempito la stanza era stato lo sbattere della pioggia contro
il vetro della finestra.
Emma si
voltò verso di lui curiosa, portando le gambe al petto, pronta ad una battutina
tagliente su come avrebbe potuto rimediare e lenire il dolore per la
fantomatica ferita che gli avrebbe inferto.
Funzionava
sempre così.
Si
becchettavano, si stuzzicavano, era una sfida a chi aveva l’ultima battuta
tagliente da rivolgere all’altro e poi si inventavano i modi più assurdi per
farsi perdonare l’uno dall’altra.
Erano
come due bimbi troppo cresciuti quando erano insieme, forse perché nessuno dei
due era propriamente stato un bambino allegro e spensierato.
Paradossalmente
si erano creati un loro mondo dove non erano due adulti con le loro storie
sofferte alle spalle, ma solo Emma e Killian.
«Henry
mi ha fatto vedere un film, dato che la nostra lezione si è interrotta per la
pioggia.» La sua voce la riportò sul divano dove era seduta facendole guardare
l’uomo accanto a lei. «Ha detto che sarebbe stato divertente…»
«Che
film?» Domandò prima che lui potesse finire.
«Un film
di qualche anno fa…Ha detto che è stato un successo quando è uscito…»
«Killian...» Lo richiamò lei. «Non divagare e dimmi il
titolo.»
Autoritaria.
Lui la
studiò sollevando un sopracciglio dubbioso al sorriso che si stava affacciando
sul suo volto.
«Lo sai
già.» Affermò mascherando il suo stupore.
«Oh sì.»
Sghignazzò lei. «Ma voglio sentire la tua impressione.»
«Io non
sono così!» Esplose in un lamento mentre Emma scoppiò a ridere. «Smettila
subito di ridere!» La ammonì cercando di ignorare la sua voglia di unirsi a
lei.
«Hook è un classico della storia del
cinema.» Affermò lei fra una risata e l’altra cercando di risultare seria.
«Ma è
tutto sbagliato! Ed io non ho paura degli orologi.» Bofonchiò mentre Emma
continuava a ridere senza riprendere fiato.
Le mani
poggiate sullo stomaco e qualche ciuffo di capelli che, ormai fuggito alla coda
in cu erano trattenuti gli altri, le ricadeva sul volto.
Perfetta.
«Sei
stupenda quando ridi.»
Lei si immobilizzò
ancora arrossata dalle risate; gli rivolse uno sguardo scettico all’ennesima
potenza.
«Non
cercare di cambiare argomento, non attacca.» Gli disse facendo ruotare il dito
indice davanti alla sua faccia.
Stavolta
fu lui a ridere.
«Ogni
tanto potresti accettarlo un complimento.» Si lamentò picchiettando con un dito
sopra il naso di lei.
«E tu
potresti ammettere che Dustin Hoffman ha fatto un bel lavoro.»
«Ma…»
Tornò ad accigliarsi «Io non sono in quel modo…Hai visto come mi hanno dipinto?
Sembro solo un egocentrico in cerca di attenzioni.»
Emma
sollevò lo sguardo verso di lui, guardandolo.
«E non
guardarmi così. Andiamo io sono molto più arguto, simpatico e pure bello.»
La
bionda finse di tossire lasciando scappare un «Vanesio» decisamente più udibile
di quello che sarebbe dovuto essere e lui le rivolse un sorriso a denti
stretti.
«Bene, signorina Swan.» Killian si avvicinò a lei, stringendole un fianco con la mano. «Lei è dichiarata colpevole di infamia nei miei confronti, come vogliamo risolvere questa situazione?»
«Ma dai
è un bel film. Non essere offeso.» Disse lei con un mal celato sorriso.
«La mia
figura di uomo virile ne esce molto, molto
danneggiata.» Continuò lui muovendo la punta delle dita lungo i fianchi di lei.
«Mi
auguro per te che non ti vestissi in quel modo, in effetti.» Emma finse di
pensarci su per un attimo prima di tornare a guardarlo.
Killian aggrottò la fronte cercando di evitare
lo sguardo di lei.
«In
verità…»
Emma
scoppiò a ridere, rotolandosi sul divano sotto lo sguardo affranto dell’uomo.
«Erano
altri tempi…Era normale vestirsi in quel modo.» Lei sollevò un sopracciglio,
scettica. «Non importa, lascia stare i vestiti.»
«Avrei
voluto vederti.» Lui sollevò lo sguardo per incontrare gli occhi verdi di lei.
Si
guardarono per qualche istante verde e blu incatenati l’uno all’altro in un
legame indissolubile.
Poi Emma
scoppiò a ridere, di nuovo.
«Peggio
per te. Ho ancora il cappotto rosso lungo con tanto di cappello e piuma sulla
Jolly avrei potuto farti uno spettacolo privato dopo in camera da letto.»
Affermò portando le gambe di lei sopra le sue. «Occasione mancata.» Aggiunse
con un sorriso sghembo.
«Vorrà
dire che mi aspetterò di vederti senza vestiti.» Killian
la guardò con la bocca spalancata fingendosi sconvolto lei lo imitò facendolo
sghignazzare e scuotere la testa.
«Almeno
non giocavi con le barchette con Spugna, no?» Emma si era portata con il busto
avanti verso di lui, poggiando il mento sulla sua spalla. Studiando da vicino
la sua espressione pensierosa; il suo silenzio riflessivo. «Vero?» Si ritrovò a
chiedere di nuovo mentre lui sembrava perso in chissà quali pensieri, o forse
ricordi.
Killian si voltò verso di lei con uno sguardo
vacuo, lei aggrottò la fronte perplessa.
«Oddio,
è vero anche quello?»
Lui
abbassò lo sguardo sulla mano sinistra di lei che aveva iniziato a giocare con
le dita della sua, pensieroso, quasi ferito.
«Emma
io...Ti…» Poi sollevò il volto verso di lei sorridendo da orecchio ad orecchio.
«Ho fregato!»
«Stupido!»
Lei gli tirò un colpo sul petto mentre lui ricominciava a ridere.
«Come
hai fatto anche solo a pensare che quella cosa
fosse vera?! Io sono un uomo!»
«Anche
David, ma si rifiuta di dormire senza una luce accesa in camera.»
«Sul
serio?» Chiese lui sorpreso e divertito assieme.
«Sì,
colpa dell’incantesimo del sonno.» Tagliò corto lei. «Io non le so le cose che
facevi laggiù…Per me potevi anche benissimo giocare con le barchette mentre
facevi il bagno. Henry aveva una paperella quand’era
piccolo.» Emma aggrottò la fronte. «Ogni tanto la usa ancora.» Lei sollevò il
volto verso di lui abbozzando un sorriso. «Magari potevate giocare assieme.»
«Ormai
faccio – o almeno vorrei fare – altri tipi di giochi, con altri compagni – o
meglio compagne in doccia. Se solo qualcuno mi accontentasse ogni tanto.»
«Taci,
Jones.» Lo ammonì lei senza ritrarsi dalla presa di lui che la portava a sé.
«Il
capitano sono io, dovrei darli io gli ordini.» La prese in giro guardandola
stringendo gli occhi.
«Sì,
signor capitano.» Lo canzonò lei mostrandogli la lingua in una pernacchia.
«Questa
è insubordinazione!» Affermò lui a denti stretti, sottovoce. Con un movimento
rapido fece aderire la schiena di Emma ai cuscini del divano e si portò sopra
di lei, bloccandole le gambe con le sue. «Pena da scontare: solletico fino alla
resa.»
«Ti
rendi conto vero che io ho due mani e tu una e quindi posso sconfiggerti quando
voglio?» Chiese lei sbruffona.
«Solo
perché ti ho lasciata vincere una volta non significa che potrai battermi
sempre.»
Lei
sbuffò cercando di sfuggire alla sua presa con il solo risultato di ritrovarsi
anche il busto bloccato da quello di lui, le mani ferme nella presa della
destra di lui.
«Stallo.»
Dichiarò trionfante Emma. «Direi che è un pareggio.»
Killian si limitò a guardarla sollevando un
sopracciglio e sghignazzando, poi sostituì rapidamente il braccio destro che bloccava le mani di lei
con il polso sinistro.
«Mano
libera.» Sghignazzò lui agitando le dita della sua mano destra davanti al viso
di Emma. «Sono o non sono il migliore?» Per tutta risposta lei roteò gli occhi.
«E adesso…avrò la mia vendetta!»
«Mamma?»
Killian si fermò con la mano a mezz’aria Emma si
voltò sorridendo verso Henry.
Il
bambino li stava osservando dallo stipite della porta con uno sguardo confuso.
«Chi
ha vinto stavolta?» Chiese con un sorriso divertito. Killian
lo guardò sorpreso poi abbozzò un sorriso trionfante e si indicò platealmente
con le braccia.
«Non
ti sembra chiaro?»
Fu
in quel momento che Emma lo spinse con tutto il corpo di lato, facendolo
cascare dal divano e finendo poi lei sopra di lui.
Henry
scoppiò a ridere.
«Mamma.
Come al solito.» Affermò prima di sparire in cucina.
«Avevo
vinto io.» Si lamentò Killian sotto il peso di Emma.
«Anche se devo ammettere che anche questa posizione ha i suoi vantaggi…»
Aggiunse poi intrecciando le braccia dietro la schiena di lei, facendola
scendere contro il suo petto, portando i loro nasi a sfiorarsi.
«Mamma,
Killian cosa mangiamo stasera?» La voce di Henry li
bloccò di nuovo nelle loro posizioni.
Emma
abbassò la testa portando la fronte contro le labbra di lui, lasciandosi
baciare prima di mettersi in piedi e aspettare che anche Killian
la imitasse.
«Arriviamo
Henry, intanto guarda se ci sono dei tacos da qualche
parte.» Rispose Emma rimettendo a posto un cuscino del divano che era caduto
insieme a loro e avviandosi verso la cucina. «Tu non vieni?» Chiese rivolta a Killian che non si era mosso di un millimetro.
«Io
voglio il mio premio.» Lei aggrottò la fronte al suo sguardo serio. «Avrei
vinto se non fosse arrivato Henry, quindi merito il premio. Inoltre hai detto a
tuo figlio di farmi vedere un film che potrebbe causarmi diversi squilibri
mentali nonché incubi nottur…»
Non
riuscì a finire il suo sproloquio perché Emma si era avvicinata e gli aveva
serrato la bocca con la sua, facendo incontrare le loro labbra con dolcezza. Le
braccia di lui si strinsero nuovamente dietro la schiena di lei facendo aderire
i loro corpi mentre le mani di lei affondavano nei suoi capelli.
«Così
va meglio.» Affermò lui quando si allontanarono di pochi millimetri prima di
poggiare di nuovo le sue labbra su quelle di lei.
Emma
fece per dire qualcosa, ma venne anticipata dalla voce di Henry.
«Niente
tacos, pizza?»
La
bionda sciolse l’abbraccio, ma mantenne il legame fra la sua mano e quella di Killian.
«Ok»
Disse dopo qualche secondo di silenzio passato a specchiarsi negli occhi di lui
e lasciando scivolare via la mano nel dirigersi verso la cucina. «L’importante
è che decidi prima che Killian perda tutti i capelli,
come sappiamo accadrà, grazie al film.» Aggiunse ridendo.
«Questa
me la paghi, Swan.»
Salve!
Prima
ff Captain Swan e prima nella sezione OUAT e serie Tv, mi sento una
novellina dopo anni su EFP. xD
Ma
sorvoliamo sulla storia della mia vita e concentriamoci su questa…Non so
nemmeno io cosa stessi pensando quando ho iniziata a scriverla, ma so per certo
che è nata dopo la visione di “Hook” che ho fatto l’altra sera con mia sorella
(che ha anche letto la storia in anteprima ed ha aiutato a stilare qualche
battuta).
La
storia può avere luogo sia post terza stagione, che dopo la sconfitta di Cora,
dato che ho parlato dell’incantesimo del sonno di David. Ho eliminato Neal, lo
so (Ops…) diciamo che se decidete di ambientare la
storia nella seconda stagione lui è tornato a NY o se preferite la terza che
sia ancora disperso nella foresta incantata. Boh fate voi. Mi serviva che non
ci fosse e quindi l’ho fatto sparire.
Sia
ben chiaro che io adoro entrambi gli Hook presenti in questa scena ovvero
quello di Dustin Hoffman e quello di Colin O’Donoghue.
Spero
di essere rimasta IC, ma non ne sono molto sicura, quindi se vorrete lasciare
una recensione e farmi sapere che ne pensate mi fareste un favore, oltre che
piacere.
Non
so che altro aggiungere, mi sembra di essermi dilungata già a sufficienza.
Alla
prossima
Cos