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Autore: Cap_Kela    17/01/2008    9 recensioni
Lui: giovane attore americano da Golden Globe con una vita tormentata che per ribellarsi dallo stereotipo di "bello e dannato" sceglie film indipendenti e una carriera lenta ma di soddisfazioni.
Lei: poco più che una ragazza francese entrata nel mondo dello spettacolo troppo presto, forte e fiera all'apparenza ma docile e fragile nel cuore.
2 perfetti sconosciuti se non per "sentito dire", il racconto di come in quel freddo Dicembre del 1993 è avvenuto il loro primo incontro che per una contraria stella non ha fatto in modo che diventassero una cosa sola fin dal principio.
"Ci siamo conosciuti brevemente anni fa. Ricordo di aver pensato, “Aia!” Il contatto tra i nostri occhi è stato elettrico"-Johnny Depp-
Fan fiction priva di pretese che io definisco "terapeutica" per me stessa ^.^ Dedicata alla donna che con la sua dolcezza ha trasformato un James Dean degli anni 90' in un amorevole angelo e a tutti quelli che credono ancora un po' nel destino e nei veri sentimenti.
-Capitana-
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell’autrice:

 

Salve a tutti!!! ^^ Qui è la Capitana che vi parla, per la prima volta senza il mio Capo e mi terrorizza a dir poco come cosa XD

Tralasciando l’emozione, volevo introdurvi nel modo più breve possibile in cosa vi imbatterete se proseguite in questa pagina la vostra lettura :P

Come ho già anticipato i protagonisti di questa mia breve fan fiction sperimentale sono Vanessa Paradis (la donna più fortunata della terra) e il suo splendido fidanzato Johnny Depp mio eroe romantico #1 e non marito ancora, sia chiaro dato che sbagliano tutti!!! XD

Breve perché vorrei raccontare semplicemente una mia interpretazione del loro primo incontro avvenuto nel 1994, non conoscendo io stessa tutti i dati precisi ho voluto basare tutto su una mia supposizione, non c’è niente di vero riguardo ai fatti ad essere sincera ;) Spero solo che vi farà ugualmente sognare almeno un poco! ^^

Sarà sì breve ma non l’aggiornerò spesso perché sono presissima con altre 2 fic che ritengo molto più importarti, questa la ritengo un “passa tempo” ^^

Ringrazio per la zampa che mi ha dato moralmente e in tutto il resto la mia principessa pazzerella Fra :P Grazie altezza, le voglio un mondo di bene!! ^^

 

Non ha alcuna come questa fic, l’ho scritta a scopo terapeutico per me stessa, una lunga storia… XD LOL

 

Buona lettura a tutti voi!!! ^^

 

Kela

(Capitana, senza Capo =’[ sigh!)

 

  

What if

 

Prologo.

 

L’ennesima lacrima tiepida scorre rapida lungo la mia guancia madida di un pianto interminabile ormai da ore.

Il filo del telefono è stato violentemente strappato dalla presa elettrica, a terra in mezzo ai miei piedi scalzi luccicano fievoli dei frammenti vitrei di un vaso che conteneva una bellissima Scarlet Carson (variante di rosa rossa NdCapitana) ora ridotta a brandelli di cui è rimasto solo uno stelo implorante simile ad una croce erbosa con attaccato un sottile bigliettino riportante la scritta in corsivo “Variations sur le meme t'aime” (varianti dello stesso ti amo NdCapitana).

Oh mio caro Serge (carissimo amico di Vanessa scomparso nel 1992 NdCapitana) Solo tu sapevi dare il senso che merita a questa frase!

Mi trovo al buio, seduta a terra con le spalle contro il muro, mio unico fermo sostegno in questo momento di sconforto.

Il vestito niveo che indossavo per l’occasione è ridotto ad uno straccio e spiegazzato malamente sopra il ginocchio.

A Karl (Karl Lagerfeld, stilista Chanel NdCapitana) prenderà un infarto quando glielo restituirò…

E’ il tardo pomeriggio del 21 Dicembre 1994, domani compio 22 anni e credevo di trascorrere questa serata come ogni ragazza normale sogna: con il mio fidanzato! (con quello attuale sì!!! Lol NdCapitana)

Lo stesso Lenny (Lenny Ktavitz NdCapitana) si era preoccupato personalmente di prenotare questa lussuosa suite per trascorrere una serata insieme noi due soli…

“Non portarti dietro il tuo lavoro almeno stasera!” gli avevo raccomandato sospettosa per telefono qualche ora prima quando mi aveva rivelato la sorpresa.

“Tranquilla splendore! La musica rimarrà fuori dalla porta per questa notte” mi aveva rassicurata in tono sensuale.

E io come una stupida ci ho creduto, ho abboccato alla sua esca velenosa come un’ingenua quando mi sono precipitata qui in tutta fretta non volendo dare ascolto a quella fitta di amara consapevolezza: occupato com’è con quel dannato tour non mi avrebbe mai potuta raggiungere neanche volendo ne oggi ne domani…

Ho fatto ingresso in questa camera al culmine dei cancelli celesti e mi sono ritrovata sola nell’antro di un demone demoniaco che si è preso gioco di me sbattendomi in faccia una rosa, una lettera di scuse e una telefonata di note tristi e dispiaciute, 3 minuti di effimere scuse mentre la sua voce calda copriva una musica movimentata e voci in festa in sottofondo.

Io che sono la festeggiata invece non avrò nessuna festa per me grazie a te…

E allora rimani all’inferno dannato mentitore!

Mi rialzo tremante dal pavimento, cerco di attutire i singhiozzi con dei respiri profondi e ancora così mal ridotta dopo il pianto straziante afferro la borsetta beige e mi dirigo a passo svelto nella hole.

Il plin dell’ascensore indica che sono arrivata a destinazione, esco da quelle 4 pareti soffocanti con già indosso il cappotto pesante diretta al bancone di ricevimento.

Restituisco la tessera magnetica amareggiata, chiudo la borsetta e con l’intenzione di non lasciare alcuna scusa per lo stato pietoso in cui ho ceduto la suite perché secondo me non dovuta, proseguo già verso l’entrata dell’hotel.

Mademoiselle Paradis…!”

La voce del direttore dell’albergo richiama la mia attenzione.

“Una telefonata per voi…” annuncia in tono solenne porgendomi la cornetta.

Ringrazio mestamente accostando il ricevitore all’orecchio: “Pronto?”

“Ma cher! Dov’eri finita?? E’ la terza volta che ti faccio chiamare dall’albergo ma mi dicono che non è possibile parlarti!” la voce in ansia di Alison dall’altro cavo mi solleva un poco.

“Ho litigato ancora con Lenny…” confesso con voce spezzata.

“Oh mon dieu… Mi dispiace tanto sorellona! Scommetto che non ti ha raggiunto come suo solito… Passa da me, so io come consolarti. Ho fatto un buon dolce!”

“Grazie piccola arrivo subito, a tra poco!”

 

-

“E così quel cialtrone ne ha fatta un’altra delle sue…” osserva scuotendo la testa in segno di negazione dopo che ha saputo tutta la vicenda.

Annuisco tristemente portando alla bocca un’altra forchettata di torta al cioccolato.

“Suvvia sorellona, queste cose alla fine sono piccolezze, scommetto che quando vi rivedrete di persona passerà tutto come al solito!” cerca di consolarmi ottimista porgendo la spazzola lisciante alla sua collaboratrice intenta a rendere districabile la mia chioma sempre in disordine.

“Questa volta tempo che siamo giunti al fondo del barile e stiamo solo cercando di arrampicarci con le unghie verso l’alto… Per me si può anche dire che con Lenny è finita!!” definisco in tono duro stringendo forte tra le mani la posata d’argento.

“Si si fai anche la spaccona adesso! Tanto appena i vostri sguardi si incrociano ti sciogli come la neve…” commenta beffarda.

La mia occhiataccia attraverso lo specchio la fa ammutolire e iniziare a preoccupare.

“Allora adesso dimentica il tuo demonio, lasciati truccare per bene e questa sera sorridi! Devi fare una bella impressione a quei effeminati della casa cinematografica!!”

Già, quel dannato provino… La mia cara sorellina l’ha anticipato a questa sera per farmi distrarre, ma non credo che possa servire a molto in ogni caso…

Sospiro profondamente appoggiando il piattino vuoto sul ripiano della specchiera rassegnata, mentre l’assistente armata di ombretto mi si para davanti per ultimare la fase trucco.

In pochi minuti sono pronta almeno nell’aspetto ad affrontare un’altra serata impegnativa, anche se dentro di me all’altezza del petto giace senza vita un organo della grandezza di un pungo privo di ogni sentimento se non il dolore, stanco ormai di battere per qualcuno che non si merita minimamente il fervore del suo palpito.

“Come sto?” domando tristemente.

“Sei incantevole Chanty! (abbreviazione del secondo nome di Vanessa: Chantal NdCapitana) [la collaboratrice annuisce a sua volta] Il taxi è già qui fuori che ti aspetta, ma prima di andare all’appuntamento mangia qualcosa mir’accomando! Vuoi fermarti ancora un po’ qui così ceniamo insieme?” propone vivace.

Eppure io mi sento così piccola, così inutile… So solo pretendere senza mai accontentarmi invece della fortuna che già possiedo come la mia preziosa sorellina ad esempio, provo disprezzo anche per me stessa.

E in più permetto che gli altri possano prendersi gioco di me come se nulla fosse, sono spregevole in ogni cosa…

“Ti ringrazio mio tesoro ma preferisco non recarti altro disturbo, da qui in avanti mi prendo cura io di me questa sera!” affermo con un sorriso rincuorante per tranquillizzare Alison.

“D’accordo, domani mattina porto quel bel vestito in lavanderia per renderlo presentabile a Karl, ma tu nel frattempo non fare nient’altro di cui potrei preoccuparmi!!” definisce agitata.

“Sì siii maman !! (mamma NdCapitana) la schernisco facendo una piccola linguaccia.

“Grazie mille per tutto, ti voglio bene!” rimedio in tono sincero.

“Buona serata combinaguai e in bocca al lupo!!” mi urla dalla soglia della porta mentre mi incammino nel vialetto della sua villetta della periferia parigina.

 Rispondo al saluto con un “crepi” e inviandole un bacio prima di aprire la portiera del veicolo giallastro.

 

-

 

E’ una serata di freddo secco e pungente, neanche il calore della prospettiva di trascorrere un sereno Natale e un bel compleanno riescono a darmi conforto perché grazie a questo pomeriggio non c’è la più minima possibilità che saranno così…

Mi stringo nel cappotto sempre soprapensiero, solo qualche clacson in lontananza e l’eco regolare dei miei passi sul gelido marciapiede accompagnano la mia passeggiata senza meta di questa mesta sera.

Durante il cammino un brontolio proveniente dal mio stomaco rumoreggia da sotto la stoffa spessa del paltò.

Uh, Ali mi conosce davvero meglio di chiunque altro, ho bisogno di mettere qualcosa sotto i denti!!

Ma… Ma… Dove diavolo mi sono andata a cacciare, che posto è questo? Oddio mi sono persa!

Mi guardo intorno smarrita con occhi pietrificati di terrore, il buio m’ impedisce di orientarmi.

No, santo cielo, l’appuntamento con gli effeminati!! Devo chiedere indicazioni a qualcuno!!

Nelle tenebre della diurna Paris un’ insegna luminosa attira la mia attenzione, il suo neon giallo fosforescente riporta la scritta “What if- by Kate”.

Senza neanche soffermarmi sul significato della scritta e preoccuparmi del tipo di esercizio effettuato all’interno, mi precipito dentro alla ricerca di un tiepido riparo dalla algida morsa di questa ombrosa notte costellata solo di ammiccanti stelle che paiono canzonarmi da lassù.

 

   
 
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