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Autore: lafilledeEris    04/07/2013    4 recensioni
“Per Dio, ho sposato un bambino!”
Kurt schiaffeggiò la mano che cercava di avvicinarsi a lui con fare circospetto. Sebastian lo guardava torvo, mentre la crema sulla mano iniziava a colare oltre il palmo.
“Questa crema andrà sprecata!” protestò.
“Non ti ho mica detto io che dovevi impiastrarti la mano in quel modo” lo rimbeccò Hummel, mettendosi le mani sui fianchi con fare serio.
Happy Kurtbastian day!
Genere: Commedia, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Alle mie Pinguste,
per un quattro luglio coi controunicorni.
Perché anche noi abbiamo i nostri anniversari.
A cacophonylights,
la donna  a cui dobbiamo tutto questo.

 
 
 
 
 

Di creme solari, bungalow e viaggi di nozze
-         Ovvero quando Kurt decise di diventare un’aragosta e Sebastian riuscì a dissuaderlo-

 
 
 
 
“Kurt, vieni qui!”
“No!”
“Kurt Elizabeth Hummel, vieni subito qua!”
In risposta, solo una pernacchia.
“Per Dio, ho sposato un bambino!”
Kurt schiaffeggiò la mano che cercava di avvicinarsi a lui con fare circospetto. Sebastian lo guardava torvo, mentre la crema sulla mano iniziava a colare oltre il palmo.
“Questa crema andrà sprecata!” protestò.
“Non ti ho mica detto io che dovevi impiastrarti la mano in quel modo” lo rimbeccò Hummel, mettendosi le mani sui fianchi con fare serio.
Il ragazzo davanti a lui lo guardò esasperato. Quella pantomima andava avanti da circa quaranta minuti.
Tutto per colpa della nuova fissa di Kurt: l’abbronzatura.
Erano sposati da sue settimane ed in quel momento  si trovavano in viaggio di nozze alle Hawaii. Erano passati due giorni dal loro arrivo e Kurt si ostinava a non voler mettere la protezione solare.
“Se non metti la crema, ti brucerai!” osservò piccato Sebastian.
“Ma se metto la crema non mi abbronzo”.
Kurt incrociò le braccia al petto, portando il mento verso alto.
“Eh no, non passerò il resto del viaggio di nozze a farti da infermiere. Ho sposato un pinguino, non un’aragosta!” disse liberando la mano dal liquido color ambra, pulendo le mani sotto l’acqua a corrente, per poi riprendere la confezione della crema.
“Non riuscirai a…” Kurt non ebbe il tempo di terminare la frase che venne caricato di peso da Sebastian che lo portò sulla schiena sino alla piccola camera da letto del bungalow, in cui al centro vi era un letto rotondo con candide lenzuola di lino.
Quando venne scaraventato sul letto, iniziò a dimenarsi cercando di liberarsi del peso di Sebastian sopra di lui.
“Sebastian, giuro che se non mi lasci andare ti arriva una ginocchiata fra le gambe”.
“Ma saresti anche tu a perderci” precisò Smythe.
Kurt arricciò il naso.
“Ho visto un tipo carino alla reception…”
Sebastian scattò in avanti andando a mordere la clavicola di suo marito.
Quando si ritrovarono occhi negli occhi, venne spontaneo a entrambi sorridere. Erano sorrisi complici e cristallini.
 Il loro era un perenne stuzzicarsi e giocare con l’altro, sino a perdersi nei loro corpi a vicenda.
Era un gioco.
 Kurt guardò la mano di Sebastian che si intrecciava con la sua. Il luccichio all’anulare sinistro lo fece sospirare, innamorato. Non sarebbe cambiato nulla, se non in meglio, ora che erano finalmente marito e marito.
Quel contendersi l’ultima parola, il rimbeccarsi, il prendersi in giro. Tutte cose che terminavano in un groviglio di lenzuola, gambe e sudore.
“Sebastian?”
“Mh?” L’altro era troppo intento a prendersi cura del collo delicato – e ancora niveo e privo di scottature – del marito.
“Vai a prendere la crema solare?”
A quelle parole il più alto alzò la testa dalla posizione in cui si  trovava e lo guardò interrogativo. Kurt si morse il labbro inferiore, abbassando lo sguardo. Questo fece sorridere Sebastian. In fondo, Kurt sarebbe sempre rimasto il ragazzo timido e impacciato riguardo al sesso. E adorava questo suo lato.
Sebastian si alzò a andò a recuperare il flacone.
Quando tornò trovò Kurt seduto con le gambe incrociate  che lo scrutava.
Corrucciò le sopracciglia.
“Cosa c’è?” Quando Kurt lo guardava in quel modo non prometteva mai nulla di buono.
“Pensavo che saresti carino con la divisa da infermiere”.
Sebastian spinse delicatamente la spalla di Kurt per farlo stendere.
“Se c’è una cosa che ho imparato in questi ani di convivenza  con te, è che il rosso non è un colore che ti sta particolarmente bene” Bloccò sul nascere l’idea malsana di Kurt, che sbuffò, stendendosi sulla schiena.
Sebastian riempì un po’ la mano con crema e andò a spalmarla sulla spalle e sulle scapole. Gli venne spontaneo chinarsi a baciare la pelle ingombra da imperfezioni, andando a segnare con le labbra ogni vertebra visibile sotto la pelle tesa.
Kurt sospirò beato per quella premura e si rilassò sotto quel tocco delicato.
“Mi spieghi perché ti è presa questa fissa dell’abbronzatura adesso?” domandò curioso Sebastian.
Kurt fece spallucce, andando ad abbracciare il cuscino posizionato per metà sotto il suo capo e sotto il busto.
“Volevo cambiare” spiegò semplicemente.
“Ma se sei perfetto così come sei!”
“Non vale, tu non fai testo. Mi hai sposato”.
“E non credi che se non ti avessi ritenuto perfetto non ti avrei sposato?”
 Altri baci, stavolta nella zona medio bassa della schiena.
Il silenzio di Kurt simboleggiò un assenso che Sebastian attendeva paziente.
Quando arrivò alle fossette alla fine della schiena, richiamò l’attenzione del ragazzo sotto di lui.
“Kurt, girati.”
 E quando accadde fu un attimo.
Si ritrovarono come l’estate di cinque anni prima, solo con la consapevolezza che tutto era cambiato e con mille certezze in più. Con tanti battiti in più nel cuore e con mille sospiri in sospeso.
Fu facile – perché si conoscevano a memoria, come quando percorri la strada di casa e sapresti farla a occhi chiusi- trovare i punti più sensibili di Kurt, solcare la pelle delicata con piccoli tocchi di lingua alternati morsi leggeri.
Un sospiro eccitato di Kurt si infranse nell’aria calda e satura di preludio di sesso e amore che aveva imperniato ogni anfratto della piccola stanza.
Quando Sebastian si allontanò da Kurt fu solo per mettere la sua caviglia sulla spalla e cerco con i denti l’osso sporgente della caviglia.  Iniziò a percorrere con piccoli baci casti il tratto dal collo del piede, spostandosi verso l’interno, sino ad arrivare all’interno coscia. Il tempo che Sebastian impiegò per compiere tutto a Kurt sembrò interminabile.
In quel momento si era perso: sentiva solo di essere quel minuscolo spazio che Sebastian si curava di baciare con dedizione. Era una sensazione strana: non aveva l’esatta percezione di se stesso, se non del punto in cui sentiva le labbra dell’altro.
Si sentì come rinvigorito quando sentì che Sebastian si stava prendendo cura della sua erezione.
I muscoli erano tutti in tensione, indirizzati verso l’unica meta che in quel momento era la bocca di Sebastian.
“Sebastian, ti prego. Voglio venire dentro di te”.
Quando invertirono le posizioni, Kurt andò a incunearsi, creando la stessa curva che compiva la schiena di Sebastian, messo in posizione prona.
I loro cuori cominciarono a risentire dell’esigenza di pompare più sangue e il battito aumentò il ritmo.
Kurt respirava pesantemente contro l’orecchio di Sebastian che andò a cercare i capelli sulla nuca, quando tese il braccio all’indietro.  Tirò i corti ciuffi che riusciva a catturare, aumentando la presa  man mano che Kurt si faceva spazio in lui.
Anche in quei momenti non era questione  di prendersi i loro tempi, era una gara a chi faceva cedere prima l’altro.  Sebastian iniziò a sfregare il proprio bacino contro quello di Kurt, che in risposta andò a conficcare le unghie nello sporgente osso iliaco.
Sebastian per ripicca morsicò la mandibola dell’altro a tradimento, visto che prima la stava baciando dolcemente.
Kurt cercò di ridare il ritmo che aveva impresso finché Sebastian non lo aveva distratto,
succhiò la porzione di pelle fra la spalla e il collo, consapevole che avrebbe lasciato un evidente segno rosso. Ghignò al pensiero.
Con la mano libera iniziò a frizionare l’erezione di Sebastian, in cerca di sollievo.
Quando entrambi stavano per raggiungere l’apice, un verso che risultò  un misto fra un sospiro e un grugnito sfuggì dalle loro labbra, rosse e sazie di baci.
Crollarono stremati, Sebastian col viso nascosto fra il collo e la spalla di Kurt e un braccio teso a circondare il fianco dell’altro che invece gli bloccava il bacino con la gamba tenuta piegata.
“Buon anniversario” sussurrò Kurt.
“Buon quattro luglio anche a te, mon cour”
.
   
 
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