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Autore: thedarknightess    05/07/2013    4 recensioni
Un'anima in cambio di una vita. Una vita in cambio di un'altra.
In quel momento per Dean Winchester l'unica cosa che contava era salvare suo fratello. Agire senza prima pensare era esattamente da lui. Ma quando si rendera' conto delle conseguenze di quel gesto, sapra' affrontarle?
Solo pochi giorni alla discesa nell'Inferno.
Genere: Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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I know how you look into a mirror... And hate what you see.




Era ĺ .

Era seduto tranquillamente sul suo letto in una stanza dalla luce soffusa.
Fissava la porta, posta esattamente di fronte ma a qualche metro di distanza da lui. La fissava intensamente, ma non con impazienza, o curiosita'. Attendeva, in silenzio. Non era da lui, ma non poteva fare altrimenti. In mano aveva qualcosa, non ricordava esattamente cosa fosse ma non valeva la pena di abbassare lo sguardo per controllare; non era importante.
Nulla era importante in quel momento, a parte quella porta, e cio' che presto vi sarebbe entrato. Sapeva che sarebbe successo, era inequivocabile.
Poi, senza che si sforzasse di coglierlo, il suono di alcuni passi pesanti comincio' a giungere alle sue orecchie.
Si alzo' in piedi, e dischiuse la porta completamente. Una sagoma nera si stava avvicinando velocemente, percorrendo un infinito corridoio che si estendeva a perdita d'occhio. Perche' correva?
Questo lo turbo', e quasi involontariamente fece un passo indietro. Quella figura si avvicinava sempre di piu', sempre piu' velocemente, prendendo forma.
Era un uomo, era molto alto. Il rumore di quei passi stava diventando un frastuono simile a quello di una mandria impazzita. Anche lui aveva qualcosa in mano. Era ancora piu' vicino. Lui indietreggio' per fare in modo che entrasse, ora impaziente.
Era a qualche metro di distanza. Perche' non rallentava? Il turbamento iniziale si tramuto' in sospetto. Ormai era questione di pochi secondi.
Indietreggio' ancora, guardandosi intorno, e vedendo solo pareti lisce, nere come la pece. Non c'era nessuna finestra, nessuna via di fuga. Era disarmato, perduto. Doveva fare qualcosa.
Guardo' finalmente in basso, rendendosi conto di aver evitato di farlo non per mancanza di interesse, ma di proposito per tutto quel tempo, e vide qualcosa di estremamente inquietante .
Era uno specchio antico d'argento, con il manico, bellissimo. Aveva pero' uno strano bagliore rossastro. Capi' a cosa fosse dovuto quel luccichio. Volto' lo specchio e vide che il retro era ricoperto di sangue. Lo volto' di nuovo, e si accorse che era diventato rosso anche davanti.
La sua mano tremante, puli' la parte riflettente di quell'oggetto lasciando le sue mani viscide e scivolose. Lo porto' all'altezza del suo viso.
Il suo volto gli restitui' lo sguardo, ma con orrore, vide che i suoi occhi erano completamente neri. Un odio immenso lo pervase, accompagnato dal disgusto che aveva per se stesso, per quello che era diventato.
Davanti a lui c'era Sam. Aveva i lineamenti alterati dalla rabbia, il sudore che gli grondava dalla fronte e una pistola in mano. Udi' lo sparo, e cadde a terra distrutto dal dolore al petto, dove il proiettile lo aveva colpito.Un calcio gli arrivo' in piena faccia, facendogli sputare una serie di denti.
Non tento' neanche di strisciare via, ne di gemere, ne di supplicare. Meritava tutto questo. L'ultima cosa che udi' fu la risata bassa e compiaciuta di suo fratello. L'ultima cosa che vide fu quest'ultimo che si allontanava, lasciandolo li a morire.

Ma non poteva biasimarlo. Era diventato un mostro.


Si sveglio' di soprassalto, rischiando quasi di cadere dal letto. Aveva il cuore in gola, la lingua completamente secca e il respiro affannato. Non riusciva a calmarsi, ne a stare fermo poiche' un tremore violento lo scuoteva da capo a piedi.
Si concesse solo qualche altro minuto, per capire cosa fosse successo, poi si alzo' e corse verso il bagno. Si porto' subito davanti allo specchio e si osservo' attentamente. I suoi occhi sgranati erano del solito verde intenso e le sue pupille erano di dimensioni normali.
Niente di strano, ma ultimamente odiava guardarsi allo specchio, si sentiva a disagio. Quindi nonostante la paura fosse diminuita, si fisso' solo per pochi secondi.
Subito dopo torno' a passi lenti verso il suo letto, estremamente sollevato. Riusci' a calmarsi, abbastanza in fretta.
Era stato un incubo, di quelli vividi e impressionanti, ma pur sempre un incubo. Si sedette sulle lenzuola, poggiandovi anche le mani, e si rese conto che erano bagnate.
Per qualche istante provo' un forte imbarazzo, nonostante fosse ancora leggermente in ansia per quel sogno, poiche' penso' di essersela fatta sotto come un moccioso, ma poi guardandosi la maglietta, anch'essa bagnata, capi' che quella notte aveva sudato freddo.
Se la sfilo' e la butto' a terra. Il suo sguardo cadde su un paio di scarpe da ginnastica poste a ridosso del comodino. Non erano sue.
Si volto' di scatto e vide un altro letto, alla sua destra. Era ancora occupato, naturalmente da Sam. Il terrore lo invase di nuovo, stringendosi come una fune intorno al suo stomaco ma subito cerco' di dominarsi e di analizzare la situazione.
Il suo fratellino stava dormendo ma non stringeva in mano una pistola bensi' il lembo di una coperta, decisamente non letale. Non c'era niente da temere, o quasi. La concezione del tempo giunse solo in quel momento, come se prima avesse dimenticato passato e futuro.
La pesante consapevolezza che lo tormentava da giorni e giorni, e che aveva prodotto quell'incubo, si fece strada nella sua mente, e gli apparve piu' chiara e dolorosa che mai.
Aveva venduto l'anima per salvare suo fratello. Gli restavano pochi giorni da vivere, dopodiche' sarebbe finito all'inferno, e molto probabilmente sarebbe diventato una delle creature a cui dava la caccia da anni.
La stessa creatura che uccise sua madre: un demone. Strinse i pugni, a quel pensiero.
Forse Sam gli avrebbe dato la caccia, lo avrebbe ucciso. Avrebbe perso l'unica persona alla quale teneva veramente.

Dean non lo avrebbe mai ammesso, ma la morte lo terrorizzava.
Nonostante la caccia lo mettesse a rischio da anni, e molto spesso avesse avuto incidenti quasi fatali, c'era sempre stato un barlume di speranza. Questa volta non riusciva a vederlo. Questa volta tutto aveva un che' di definitivo, ineluttabile.
Ormai era Sam a sorreggerlo, ad invogliarlo a non darsi per vinto fino alla fine. Lo guardo' di nuovo, con un'espessione di infinita tristezza. Accanto al suo cuscino c'era il suo portatile. Era rimasto in piedi fino a tardi, a cercare qualcosa che potesse aiutarlo, nonostante lui gli ripetesse continuamente di non farlo.
Non voleva lasciarlo solo, questo era il suo maggior rimpianto. Lo avrebbe abbandonato.
Avrebbe dovuto cercare un altro modo, un'altra soluzione per riportarlo in vita. Continuava a dirgli che non gli importava, che non temeva la morte.
Ma non voleva morire. Faceva lo sbruffone, si mostrava forte e coraggioso, ma dentro era solo un bambino spaventato, che non aveva idea di come fronteggiare tutta quella sofferenza.

La verita' era che quando si guardava allo specchio, odiava quello che vedeva. Perche' quella persona riflessa aveva paura, era debole, e si stava arrendendo.

Nonostante gli infiniti sforzi per trattenerla, non pote' evitare di versare una lacrima, avendo finalmente trovato il coraggio di ammettere con se stesso che probabilmente non ce l'avrebbe fatta.

  
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