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Autore: scrittrice in canna    05/07/2013    2 recensioni
Un modo per ricordare gli eventi, almeno alcuni, che ci hanno portati fino a dove siamo rimasti a Settembre. I ricordi di tutti i nostri agenti operativi e le parti cruciali della loro carriera e della loro vita.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Timothy McGee, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Mentre il sole calava lento e la luna prendeva posto nel cielo, con la prepotenza che la contraddistingue, le stelle spuntavano ad una ad una e illuminavano il cielo come tante lanterne accese da un pubblico invisibile. Il cielo portava in scena il suo spettacolo migliore. A terra intanto, al centro di Washington, le persone passeggiavano, le compagnie di amici ridevano, e il viavai era costante, la gente era ignara dello show messo in atto al di sopra delle loro teste perché questo veniva offuscato dalle luci accecanti delle bancarelle.

Ma una donna era rimasta appoggiata ad una ringhiera, ferma, spettatrice consapevole di uno spettacolo imperdibile.  Ammirava le stelle come se fossero irraggiungibili tesori, i suoi occhi scuri brillavano di luce propria, i capelli ricci sciolti al vento e i pensieri che vagavano per il mondo: passavano per l’Europa, in Asia, arrivavano fino all’oceano e si perdevano per tutta l’America, anche sulla costa opposta, fino a tornare lì, a Washington dove aveva metà della sua vita e dove aveva messo radici da un po’. Era andata in giro per il mondo grazie al suo lavoro, aveva incontrato persone di ogni etnia e pensiero sociale, aveva messo a frutto la sua capacità da poliglotta in Europa e aveva visto le bellezze della rinomata capitale francese, per non parlare del breve viaggio in Italia dove aveva potuto assaggiare la migliore pizza della sua vita, aveva visto le belle spiagge di Los Angeles, il suo traffico. Ma la sua vita non è stata tutta rose e fiori, infatti aveva visto brutalità, sofferenza, orrori, menti malate, aveva provato sulla sua pelle cosa vuol dire attendere la morte e cosa vuol dire esse prigionieri e torturati, senza speranza, aveva sentito le motivazioni più stupide per uccidere, era cresciuta a nove anni, aveva visto le persone che amava morire davanti ai suoi occhi o per mano sua, aveva visto suo padre mandarla a morire, aveva vissuto come una guerriera da adolescente, come una killer da ragazza e come una spia da giovane donna, aveva visto sua sorella morire al suo posto, non era mai riuscita a vivere a pieno la sua vita quando viveva in Israele. Ma questo era prima, dieci anni prima, prima di suo fratello, prima di aver visto Parigi, Napoli, Berlino, prima di aver vissuto veramente grazie al lavoro e alle persone che amava, prima di aver conosciuto la sua vera famiglia, prima di aver incontrato quelle persone straordinarie che erano riuscite ad accoglierla, prima di iniziare a fare qualcosa che davvero amava: portare giustizia e conforto alle famiglie delle persone colpite da brutalità dando loro giustizia. Aveva trovato la felicità.

In una piccola cantina, nella stessa città un uomo sulla sessantina rifiniva i giochi che aveva promesso ai bambini dell’ospedale pediatrico. I suoi occhi azzurri erano fissi su legno e le sue mani lavoravano sapientemente uno dei quattro aereoplanini posati sul tavolo insieme ad altri giochi tra cui: macchinine, bambole e altro. La sua vita era piena, piena dell’amore della sua prima moglie e di sua figlia, questo venti anni prima. La donna era stata chiamata a testimoniare contro un malavitoso essendo lei testimone di un omicidio ma quel bastardo non era d’accordo e, mentre lui era in missione in quanto marine, aveva ucciso sia la moglie che la figlia di otto anni, accecato dal desidero di mantenere la sua libertà. Purtroppo per lui il nostro impavido protagonista aveva deciso di lasciare il corpo dei marines per arruolarsi all’ NIS e dare vendetta alle sue ragazze e infatti, con il suo mentore, era riuscito a rintracciare l’omicida ed ucciderlo grazie alle sue qualità da cecchino. Da allora la sua vita era stata una continua ricerca della felicità con donne che aveva sposato e poi lasciato, tre per l’esattezza. Poi era arrivata lei, la rossa che era diventata suo superiore, quella con cui aveva un rapporto di salda amicizia ma che purtroppo se ne era andata per cercare il suo acerrimo nemico… un trafficante d’armi. La direttrice era l’unica che riusciva a farlo sorridere e la sua perdita fu traumatica per tutti all’ NCIS. Ma aveva anche un grande amico all’ FBI ,l’unico con cui riesce tutt’ora a collaborare senza problemi. Di solito lui odia le indagini congiunte e i pivelli, insieme alla burocrazia e agli avvocati, queste sono le cose che odia di più… invece adora la sua squadra e per farla lavorare al meglio ha una sfilza di regole di cui nessuno conosce l’esatta quantità. È un uomo burbero e silenzioso, lavora grazie all’istinto, la sua squadra è la sua famiglia, li adora tutti, dal suo sottoposto giocherellone e infantile ma grande detective al suo compagno di vita giù in sala autopsie. Aveva trovato la felicità.

Qualche isolato più in là vi era un grande condominio in cui un non più tanto giovane ragazzo guardava per l’ennesima volta Casablanca, disteso sul suo modesto divano a mangiare una pizza. Affabile playboy, era riuscito a fare una collezione di avventure da una notte non da poco, però quel tempo era finito, ora cercava una relazione seria e non aveva più bisogno di svegliarsi al mattino accanto ad una donna di cui non ricordava né volto né nome, l’aveva capito circa cinque anni prima quando la direttrice gli aveva affidato la missione di ingraziarsi la figlia del suo nemico, era innamorato di quella donna ma le cose non andarono come previsto… lei scoprì che quella che conosceva non era la sua vera identità e gli aveva dato un ultimatum: lei o la squadra. Ma lui scelse i ragazzi, la sua squadra, la sua famiglia. La vera famiglia invece era distante chilometri, aveva solo suo padre che alloggiava a New York e con cui non aveva proprio un ottimo rapporto, insomma diciamo che non andavano d’accordo per niente prima del Natale di quell’anno quando senior riuscì in un colpo solo a farsi perdonare tutto quello che aveva fatto in quegli anni. Il ragazzo adorava la sua ex collega, morta per colpa di un agente del Mossad leggermente ribelle che aveva un conto in sospeso  con il suo capo e che prese di mira tutta la squadra molti anni prima, il vuoto però era stato colmato da una donna forte, decisa ed affabile che, diciamolo, al nostro protagonista non dispiaceva affatto. Per concludere la presentazione delle donne importanti nella vita del nostro playboy dobbiamo prendere in considerazione altre due ragazze: dopo i suoi anni al college una ragazza, la fidanzatina del liceo, aveva meritato l’anello e il giorno prima delle nozze l’aveva abbandonato sull’altare ripresentandosi molti anni dopo divorziata e con un figlio, ma la donna più importante della sua vita era stata sua madre che però l’aveva abbandonato quando lui aveva solo otto anni e con cui aveva un fortissimo legame. Dopo tutti questi avvenimenti il nostro ragazzo era maturato, sicuro, lavorava con grande abilità. Aveva trovato la felicità.

In un altro piccolo appartamento a Washington un ragazzo alquanto particolare smanettava sul suo computer con un disco di musica Jazz da quattro soldi in sottofondo. Lui era il classico nerd, picchiato da ragazzo, mai molto fortunato con le ragazze, deriso. Avete presente quello che ricorda ai professori che: “c’erano compiti per casa”? Ecco, esattamente quello. Ma era cambiato, dal suo ingresso all’NCIS aveva degli amici, un bel lavoro e la possibilità di intrufolarsi in tutti i database che voleva. Insomma il suo lavoro lo rendeva entusiasta.  Aveva una sorella che difese fino all’ultimo quando fu indagata per omicidio e il caso era proprio della sua squadra anche se con un evidente conflitto di interessi , aveva scritto un libro che riprendeva in modo velato i personaggi dei suoi colleghi ed era stato protagonista di una rivolta in un carcere femminile, quella storia non la dimenticherà mai, aveva visto la Spagna insieme ad una sua collega per un’ occasione non proprio felice o di villeggiatura, aveva visto un so lettore accanirsi sulla stessa collega per colpa del suo libro, era stato vittima di scherzi di ogni genere da parte dell’agente anziano della squadra (per non parlare dei nomignoli), il suo numero di conto era stato rubato più volte e la giacca da duemila dollari che aveva comprato grazie al successone del suo romanzo non era durata moltissimo. Diciamolo non era mai stato molto fortunato ma alla fine non gli dispiaceva, adorava il suo lavoro e la sua vita, aveva una routine che lo soddisfaceva ed era migliorato moltissimo in fatto di sparatorie. Aveva trovato la felicità.
 
“Buongiorno!”  esordì Tony entrando nell’open space, in ritardo.
“Ma Buongiorno! La prossima volta potresti anche evitare di venire dato he è mezzogiorno inoltrato.” Lo rimproverò Ziva dalla scrivania di fronte a lui, Tim rise sotto i baffi, divertito da quella scenetta
“Basta gongolare, marine morto nella base di Quantico.” Esordì il capo entrando, in pochi secondi tutti erano in ascensore. La solita routine, il solito lavoro ma questo a loro basta, si vogliono bene, si rispettano e ogni giornata, ogni caso è un avventura unica… Sì, sono decisamente la squadra migliore di tutta la base.

I pensieri di una scrittrice in canna
TANTI AUGURI A ME, TANTI AUGURI A ME!
Oggi la mia prima storia compie un anno e credevo fosse giusto festeggiarla! In quest’anno sono migliorata molto, ho scritto molte altre cose e mi sento soddisfatta. Ho deciso di festeggiare quest’evento ripercorrendo gli eventi e la vita dei personaggi principali cioè la squadra operativa, mi sarebbe piaciuto mettere anche Ducky e Abby ma non ho avuto tempo T.T Va beh… spero vi piaccia.
Vostra
Scrittrice in canna
   
 
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