Serie TV > White Collar
Segui la storia  |       
Autore: gig_gig    05/07/2013    1 recensioni
Questa FF segue la mia precedente La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente.
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Neal è sempre stato tenuto lontano da quella che era la nuova famiglia di sua madre e quindi sente di non farne parte e di non avere diritto di pretendere niente da loro né di meritarsi di stare con loro, pur lui volendo molto bene sia ad Eveline, sua madre, che a Karl, suo fratello.
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
"Ehi, Benjamin Siegelbaum! June è già partita?" poi vedendo Karl chiese "Chi sei?".
"Ciao, mi chiamo Karl… e tu chi sei?".
"Quel Karl… insomma… quel Karl Woods?".
"Sì" disse Karl un po' spaesato.
Lo sconosciuto iniziò a fissarlo con occhio indagatore "Uhm! E Neal sa che sei qui?"
"Sì, anzi è in camera che si cambia".
"Quindi ti ha fatto entrare?".
"Sì…" rispose Karl sempre più spaesato.
"Ah! Ok! Allora non fare caso a me, io sono nessuno!".
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mozzie-Dante Haversham, Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Chi sono io veramente?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NEAL
Perché gli ho lasciato quel biglietto? Lo sapevo che avrebbe capito, lo sapevo! E come cavolo potevo pensare che, sapendo chi io fossi, lasciasse perdere. No, non lo pensavo, anzi speravo che non lasciasse perdere, eppure è tutto sbagliato. Lui non può entrare nella mia vita e, più di tutto, io non posso entrare nella sua. Eppure eccoci qui. Almeno potevo non farlo venire qui. Avrei dovuto dirgli che di lui in fondo non mi importa, ci sarebbe rimasto male, se ne sarebbe andato e non sarebbe più tornato. Posso ancora farlo, anche ora, subito, ma è così difficile, questa volta non si tratta di truffare uno sconosciuto, ma mio fratello.
Io e lui, seduti qui, vicini.
NO!
Dovrò fare in modo che questa sia la prima e ultima volta che succede, non dovrà più tornare qui, mai più e non importa se per fare questo dovrò ferire i suoi sentimenti, è solo per il suo bene!
Chissà se anche James mi ha mentito pensando che era per il mio bene, per proteggermi da lui!
Ellen mi ha mentito… Eveline mi ha mentito… per il mio bene?
E Peter, quante volte mi ha tenuto nascoste le cose… per il mio bene!
Non posso fare la stessa cosa a mio fratello. Cercherò di farlo ragionare, di fargli capire quanto io sia sbagliato per lui, lo capirà… lo dovrà capire!


KARL
Ho aperto una porta, mi ha lasciato entrare in casa sua! Ora non può più tirarsi indietro, ora non può più fuggire, non da me!
Lo so che ci proverà, certo che ci proverà. Farà di tutto, magari anche ferirmi, ma io non mollo. Qualunque cosa dirà o farà per farmi cambiare idea, non ci riuscirà.
Quanto tempo dall'ultima volta che siamo stati seduti così vicino.
Quanto tempo dall'ultima volta che ci siamo parlati… come fratelli.
Non si può recuperare il tempo perso ma, di sicuro, si può evitare di sprecarne altro.
Ora mi alzo e lo abbraccio. No, forse è un po' prematuro, se lo faccio ora, sicuramente cercherebbe di allontanarmi. Non devo avere fretta, un passo alla volta, un gradino alla volta.
Poteva scomparire per strada, e invece… lui lo vuole, ma ha paura di ammetterlo. Tocca a me fargli passare la paura, tocca a me, ora, essere il fratello forte, lui lo è stato per troppi anni, se lui ha paura, io no! Quindi attento Neal, tu sei un osso duro, ma io lo sono più di te!


TOC TOC TOC

Qualcuno bussava. Quel rumore li aveva entrambi riportati al presente. Neal si alzò per aprire la porta. Karl decise di seguirlo dentro casa.
"Ciao June".
"Disturbo?".
"No, entra pure!".
"Ti ricordi, vero, che questa sera parto…".
"Sì, certo, lasciami pure Bugsy!".
Così dicendo una donna molto distinta entrò con al seguito un carlino che, vedendo Karl, gli corse incontro abbaiandogli.
Neal prese Bugsy in braccio e lo accarezzò, facendolo calmare.
"June ti presento Karl… un mio amico! Lei è June, la mia padrona di casa!".
"Buonasera Karl, piacere di fare la sua conoscenza, mi dispiace avervi interrotti, ma tra un po' mia figlia passa a prendermi e volevo lasciare Bugsy da Neal prima di partire. Lui odia stare da solo!".
"Buonasera, non si preoccupi non ci ha interrotti, stavamo solo chiacchierando".
June lo stava guardando, probabilmente cercava di inquadrarlo e lui si sentiva quasi nudo di fronte a quello sguardo indagatore.
"Ci siamo già visti noi due?" chiese June.
"No, non credo proprio!".
"Non so, nel tuo viso… c'è qualcosa di familiare!".
Karl non sapeva che dire, non sapeva quanto Neal avesse detto o non detto sulla sua famiglia, cercò Neal sperando che intervenisse lui. Lo vide con uno dei suoi sorrisi più smaglianti.
"June, con te non c'è scampo, non ti posso certo imbrogliare, effettivamente lui è mio fratello".
A Karl, June non sembrò sorpresa o sconvolta dalla rivelazione.
"Neal non mi aveva mai parlato di un fratello! In realtà non mi ha mai parlato molto della sua famiglia. Peccato che me ne vada proprio ora, mi sarebbe piaciuto conoscerti meglio".
"Non si preoccupi, ora che ci siamo ritrovati non lo lascio di certo scappare di nuovo, quindi mi rivedrà di sicuro".
"Bene allora vado, grazie Neal per Bugsy, ci vediamo tra una settimana!".
"Fa' buon viaggio e abbraccia tua nipote da parte mia".
"Ciao Neal".
"Ciao June".
Neal diede a June un bacio affettuoso sulla guancia.
"Le vuoi bene vero?!" disse Karl.
"Sì certo, è una gran donna!" rispose Neal. Poi cambiò argomento "Ti va bene se faccio la pasta per cena?".
"Certo che sì! Me la ricordo ancora la pasta che cucinavi quando io e mamma venivamo da te e Ellen! A proposito di Ellen, l'hai più vista?".
Neal fece un lungo ma quasi impercettibile respiro "Sì!" che però a Karl non sfuggì.
"Come sta? Da quando ha lasciato Saint Louise non ne abbiamo saputo più niente!".
"Purtroppo è morta!". Detto questo Neal si girò, posò Bugsy sul divano e si diresse verso il bagno dicendo "Mi cambio, torno subito".
Karl era rimasto interdetto, non sapeva che dire, Ellen era morta, gli occhi gli divennero rossi e lucidi per le lacrime che iniziarono a scendere silenziose.

TOC TOC TOC

Questa volta però la persona non aspettò che gli si aprisse la porta.
Karl si asciugò le lacrime.
Bugsy si precipitò giù dal divano e corse incontro al nuovo venuto ma non gli abbaiò, anzi mugolò per farsi fare le feste.
"Ehi, Benjamin Siegelbaum! June è già partita?" poi vedendolo gli chiese "Chi sei?".
"Ciao, mi chiamo Karl… e tu chi sei?".
"Quel Karl… insomma… quel Karl Woods?".
"Sì".
Lo sconosciuto iniziò a fissarlo con occhio indagatore "Uhm! E Neal sa che sei qui?"
"Sì, anzi è in bagno".
"Quindi ti ha fatto entrare?".
"Sì…" rispose Karl sempre più spaesato.
"Ah! Ok! Allora non fare caso a me, io sono nessuno!". Così dicendo lo sconosciuto prese un bicchiere pulito, si versò del vino dalla bottiglia che era sul tavolo e andò a sedersi sul divano insieme a Bugsy.
Karl non sapeva che pensare. Sarà un amico di Neal? Se Neal gli aveva parlato di lui doveva essere per forza un suo amico intimo, però era decisamente un tipo strano.
Neal tornò dopo qualche minuto dal bagno con i capelli bagnati.
"Ciao Moz…".
"Ehi! Neal".
"Vi siete già presentati credo".
"Beh, veramente io gli ho detto chi sono, ma lui ha solo detto di essere nessuno!" disse Karl.
"Non farci caso, lui è Mozzie, un mio amico!".
"E fa sempre così, insomma, di entrare qui senza che nessuno gli apra…".
"Sì, comunque è innocuo". Poi rivolgendosi a Mozzie "Questa sera faccio la pasta, se vuoi mangiare qui!"
"Se non sono di troppo… Non vorrei interrompere la vostra riunione di famiglia".
"Moz… sei geloso?".
"Io geloso… no, certo che no!".
"Perfetto, allora pasta per tre!".
Neal si diresse ai fornelli.
Karl chiese "Da quanto vi conoscete?".
Fu Mozzie a rispondere "Lo incrociai dopo pochi mesi che era a New York, era un giovane acerbo ma molto in gamba".
"L'ho fregato al gioco delle tre carte!" disse Neal mentre affettava cipolle.
"Come ho appena detto era molto in gamba!".

TOC TOC TOC

"Cos'è questa sera… un porto di mare!" disse Neal mentre si puliva le mani con uno strofinaccio e andava ad aprire alla porta.
"Ciao Neal". Era Peter, aveva in mano una confezione di birre.
Bugsy questa volta rimase del tutto indifferente al nuovo arrivato, era accovacciato sulle gambe di Mozzie che lo stava grattando sotto il mento. Una goduria a cui non voleva di certo sottrarsi.
"Mi ero dimenticato che questa sera Elisabeth ha organizzato una cena con le sue amiche da noi e non vuole uomini in giro per casa. Ti va una birra e una pizza?".
"Ciao Peter… in realtà stavo preparando la pasta. Se vuoi unirti a noi…".
Peter a quel noi iniziò a guardare chi fossero gli altri, vide subito Mozzie, ovviamente, e poi vide Karl.
"Ciao Moz, Karl?".
"Buongiorno agente Burke".
Poi Peter rivolgendosi a Neal "Avevi detto che non volevi… insomma che era meglio se gli stavi lontano!".
"Già peccato che lui non sia della mia stessa idea!" rispose Neal.
"Ne sono contento. Forse riuscirà a farti cambiare idea".
Karl si stupì che anche l'agente Burke fosse a conoscenza del loro rapporto di parentela e che ne avessero discusso. Quindi tra loro non c'era solo un rapporto di lavoro, ma anche un rapporto di amicizia e di fiducia.
"Sai come si dice suits… Potrei fare un sacco di esempi di fratelli che sarebbero vissuti meglio se separati alla nascita… Caino e Abele…" iniziò Mozzie. Ma Neal lo fermò subito.
"Ehi! Stop! Tutti quanti! Se volete rimanere va bene… mi fa piacere ma ad una condizione: non si parla di famiglia, di fratelli, di quello che è giusto o sbagliato, non è una riunione di vecchi amici in cui vengono fuori ricordi e aneddoti, soprattutto su di me. Chiaro?".
"Chiaro!". Rispose Peter.
"Se è quello che vuoi!" rispose Mozzie.
"Per questa sera!" disse Karl lasciando intendere che per lui non finiva qui.
Peter guardò Karl e sorrise.
Neal invece tornò alle sue cipolle.
Peter si aprì una bottiglia di birra e sedendosi al tavolo vicino a Karl disse "Allora, ho saputo che ti sei qualificato per i mondiali juniores, deve essere una bella soddisfazione!".
"Sì, decisamente. Anche se ora non me ne rendo molto conto, tra l'università e gli allenamenti al centro federale, non ho molto tempo di fermarmi a pensare!".
"Già, è successo anche a me quando sono entrato nella major leage di baseball, succede tutto così freneticamente che non hai tempo di goderne. Per me è durata poco, un infortunio mi ha bloccato la carriera".
"Mi spiace!".
"A me no. Ho un lavoro che mi piace, che faccio bene, e senza il quale non avrei mai conosciuto mia moglie. Bisogna non fissarsi su una sola cosa, perché se quella poi ti viene a mancare non sai più che cosa fare, meglio accettare quello che ti succede e andare avanti. Non sai mai quello che la vita ti riserva. A proposito di baseball, questa sera giocano gli Yankees. A Neal e Mozzie non interessa lo sport, ma magari a te sì".
"Beh! Io ovviamente tifo Cardinals, però sì, non mi dispiacerebbe guardare la partita!".
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > White Collar / Vai alla pagina dell'autore: gig_gig