Rumpelstiltskin comparve nella stanza
avvolto da una densa nube violacea.
Aspettava quel momento da mesi
ormai: finalmente l'avrebbe vista.
Un gridolino di paura e
sorpresa si levò alle sue spalle; lui si voltò con tutta calma e
vide una donna bionda piuttosto robusta, dalle forme prosperose e le
guance rosate che lo fissava tremante, con gli occhi chiari sgranati
e colmi di stupore e paura.
Il folletto sorrise tranquillamente al
suo solito modo beffardo e diabolico, fece schioccare pigramente le
dita e subito la donna si accasciò a terra, priva di sensi.
Una
volta rimasto solo, lasciò vagare lo sguardo per tutta la stanza: si
trattava di una camera del castello riccamente arredata e piena di
giocattoli e gingilli che avrebbero fatto impazzire di gioia ogni
bambino.
Naturalmente non si trattava di comuni balocchi fatti di
legno o bambole di pezza con cui giocavano i figli della plebe; erano
oggetti costruiti con i materiali più preziosi dai migliori maestri
artigiani e giocattolai del regno.
C'erano una trottola d'oro
tempestata di pietre preziose, un carrilon d'argento nel quale erano
incastonati zaffiri e smeraldi, o ancora un'inquietante bambola di
porcellana dallo sguardo severo, il cui vestitino di seta pregiata
era stato arricchito ulteriormente da cuciture d'oro.
Rumpelstiltskin
provò un moto di repulsione davanti a tutta quella opulenza e a
quella ricchezza superflua e ostentata; ripensò alla misera capanna
dove viveva quando era solo un povero filatore: lui non aveva mai
potuto permettersi molti giocattoli per il suo Bae.
Scosse la
testa per scacciare quei pensieri e tornò a concentrarsi sulla vera
ragione della sua visita.
Al centro della cameretta, posta su un
piccolo rialzo, c'era una bellissima culla in ferro battuto
sovrastata da un girello di cristalli neri e rossi che ondeggiavano
pigramente, catturando la luce e producendo un suono piacevolmente
ipnotico e rilassante.
Il folletto si avvicinò lentamente,
sentendo le palpitazioni aumentare per l'emozione.
Dopo tutto
questo tempo ci siamo, finalmente. Pensò.
Si affacciò alla
culla e due grandi occhioni castani gli restituirono uno sguardo
incuriosito e vivace.
Si trattava di una bimba di circa quattro
mesi: un folto ciuffo di capelli corvini le incorniciava il visino
tondo e roseo, indossava un vestitino di morbido pizzo bianco e
tendeva le manine verso il nuovo visitatore, lanciando versetti
allegri e agitando freneticamente le gambette.
Rumpelstiltskin la
sollevò delicatamente e se la mise in braccio; nonostante fosse il
Signore Oscuro, con tutto ciò che di poco apprezzabile ne
conseguiva, aveva sempre conservato una certa abilità quando si
trattava di bambini.
La piccola infatti sembrava perfettamente a
suo agio, nonostante si trovasse tra le braccia di uno sconosciuto e
per di più dall'aspetto eccentrico e inquietante.
- Finalmente ci
incontriamo, dearie. - Mormorò.
La bambina sorrise e lanciò un
urletto di felicità.
Il Signore Oscuro non poteva credere che
fosse proprio lei.
La Veggente gli aveva predetto che per
ritrovare Baelfire sarebbe stato necessario un sortilegio che avrebbe
portato tutti gli abitanti della Foresta Incantata in un altro mondo,
ma non sarebbe stato lui a scagliarlo, bensì un'altra persona.
Una
volta acquisito il dono della preveggenza, Rumpelstiltskin, dopo
molto tempo e fatica, ne aveva scoperto l'identità: si trattava
proprio della bimba che in quel momento giocherellava felice con una
ciocca dei suoi capelli mossi.
Lei era lì, era davvero tra le sue
braccia; sentiva il calore del suo corpicino, la morbidezza della sua
pelle vellutata, la sua vocina acuta, e in quel momento, per la prima
volta, Rumpelstiltskin realizzò che il suo piano stava davvero
prendendo una forma concreta, tutti i tasselli stavano andando al
loro posto e presto avrebbe potuto ricongiungersi al suo amato
Bae.
Si sentì invadere da un'ondata di euforia: sì, lei sarebbe
stata la chiave di tutto e avrebbe reso possibile quelli che fino a
quel momento erano rimasti solo un desiderio e un'ossessione nascosti
nei meandri del suo cuore tenebroso, che ogni giorno lo consumavano
sempre di più e che erano ormai diventati la sua missione, la sua
ragione di vita.
Aveva contemplato il volto adulto di quella
bambina in innumerevoli visioni, fino ad impararne a memoria ogni
singolo dettaglio, aveva aspettato con pazienza il suo arrivo, solo
alcuni mesi prima aveva perfino pensato che ella avrebbe potuto
nascere dalla sua unione con Cora.
Una fitta di dolore lo investì
al ricordo della notte in cui aveva visto la donna per l'ultima volta
e aveva scoperto che ella si era strappata il cuore per evitare che i
sentimenti la ostacolassero nella sua spasmodica ricerca del potere,
rinunciando così al loro amore.
Rumpelstiltskin sapeva di non
avere diritti sulla piccola, dato che aveva modificato il contratto
con sua madre e di conseguenza avrebbe potuto tenere con sé
solamente una figlia sua; tuttavia lei era predestinata a scagliare
quel sortilegio, l'aveva visto chiaramente tra le pieghe nebulose e
confuse del futuro, e nessuno, nemmeno Cora, avrebbe potuto impedire
al fato di compiersi.
La bimba sbadigliò sonoramente,
distogliendolo dai suoi pensieri e riportandolo alla realtà, poi si
accoccolò contro il suo petto chiudendo gli occhi e mettendosi il
piccolo pollice in bocca.
Il Signore Oscuro sorrise e iniziò a
cullarla lentamente.
- Finalmente sei arrivata, dearie, ti ho
aspettata per molti anni. Non lo sai ancora, ma tu sei molto
importante e un giorno mi aiuterai a tornare da mio figlio. -
Sussurrò dolcemente.
Cora avanzava con
portamento fiero e orgoglioso nella grande sala da ballo luminosa,
piena di musica e del chiacchiericcio degli invitati, al braccio del
marito Henry.
Quella sera Re Xavier aveva dato uno dei suoi soliti
ricevimenti sfarzosi ed eccentrici per ostentare l'enorme ricchezza
del suo regno.
Da quando Cora gli procurava abbondanti scorte
d'oro, lavorando la paglia con l'arcolaio, quel reame era diventato
uno dei più ricchi di tutta la Foresta Incantata, se non il più
ricco in assoluto.
Naturalmente il sovrano se ne compiaceva e non
perdeva occasione di invitare gli altri regnanti per dimostrare la
sua indiscussa, e all'apparenza inesauribile, disponibilità di
denaro.
In queste occasioni la principessa era indubbiamente al
centro dell'attenzione dei presenti: la nuova moglie del timido
principe infatti riscuoteva la curiosità di tutti, in quanto si
diceva non appartenesse a nessuna famiglia nobile conosciuta; molte
malelingue avevano iniziato ad avanzare sospetti riguardo le sue
origini e il modo in cui si era conquistata un posto alla corte di Re
Xavier.
Cora ne era perfettamente consapevole ma non se ne curava,
anzi si compiaceva di tutto ciò e traeva piacere nell'osservare gli
sguardi ammirati e invidiosi che le venivano rivolti.
Ad un tratto
però, avvertì una strana sensazione alla bocca dello stomaco:
qualcosa non andava.
Il suo primo pensiero andò a Regina: l'aveva
lasciata nella sua cameretta insieme alla balia.
Non c'era nulla
di cui preoccuparsi, eppure non si sentiva affatto tranquilla.
Forse
era solo una sensazione, ma preferiva controllare che andasse tutto
bene.
Con una scusa abbandonò la sala da ballo scintillante e
piena di colori, e si precipitò alla stanza della
figlioletta.
Spalancò la porta e si sentì gelare il sangue nelle
vene quando trovò una figura fin troppo famigliare girata di spalle
e rivolta verso la culla della piccola.
- Che cosa ci fai qui?! -
La voce della donna si mantenne ferma e perentoria, nonostante la
sgradita sorpresa di ritrovarsi il Signore Oscuro nella camera della
sua bambina.
Rumpelstiltskin si voltò verso di lei con sguardo
severo e si portò l'indice alle labbra.
- Shhh, fa' piano o la
sveglierai. - Sussurrò.
Cora avvertì un brivido nel vedere
Regina profondamente addormentata tra le braccia del folletto.
Cercò
con lo sguardo la balia della bimba e la trovò sdraiata a terra,
priva di conoscenza, poi tornò a rivolgersi all'intruso, abbassando
il tono della voce.
- Che cosa vuoi, Rumpel? Lo sai che non puoi
prenderla con te, non è figlia tua. -
Lui ghignò: - Nessun
contratto può cambiare il destino, dearie. Lei avrà una parte
fondamentale nel mio piano, che tu lo voglia o no. Il futuro è già
scritto. -
Cora distese le labbra scarlatte in un sorriso glaciale
che non coinvolse i suoi occhi: - Su questo almeno siamo d'accordo. È
vero, il suo futuro è già scritto, infatti un giorno salirà sul
trono e avrà la corona. Avrà tutto il potere che a me non è stato
concesso, tutti si inginocchieranno davanti a lei e attraverso il suo
trionfo io vedrò il mio riscatto su tutti coloro che mi hanno
umiliata. -
Il folletto fece una risatina: - Oh sì, lei diventerà
regina, ma farà anche molto di più. Te l'ho detto la notte del
nostro primo incontro, ricordi? Tua figlia sarà una pedina
essenziale per portare a termine i miei piani. Certo, ci vorranno
anni e molto lavoro, ma un giorno farà ciò per cui è nata e
nemmeno tu potrai impedirlo, dearie. -
Gli occhi della donna si
fecero, se possibile, ancora più freddi e duri: - No, tu non avrai
mia figlia. -
Il ghigno sul viso di Rumpelstiltskin si allargò: -
Lo vedremo. -
Con tutta calma, si voltò verso la culla e vi
depose la bimba addormentata, stando ben attento a non
svegliarla.
Regina emise un lieve gemito infastidito, ma subito
dopo girò la testa di lato e continuò a dormire beatamente,
succhiandosi il ditino.
Rumpelstiltskin sorrise tra sè,
intenerito da quella visione, poi si rivolse di nuovo a Cora,
guardandola con intensità: - Sappi una cosa, dearie: ti sei
strappata via il tuo stesso cuore per ottenere il potere, ma questo
gesto avrà un prezzo e sarà molto più alto di quanto tu possa
immaginare, e quando te ne renderai conto sarà troppo tardi. -
Il
tono della sua voce era molto serio, venato di una nota di amarezza;
il suo sguardo penetrante la colpì con la stessa forza disarmante
della prima volta che l'aveva visto nella torre piena di paglia,
appoggiato tranquillamente al muro con il solito ghigno sghembo
stampato sul volto.
Non ebbe neanche il tempo di replicare: il
Signore Oscuro non aggiunse altro, venne avvolto da una nube violacea
di magia e scomparve all'istante.
Cora, rimasta sola, si avvicinò
piano alla culla e accarezzò il capo della bambina.
Ripensò alle
ultime parole del folletto e iniziò a capire a cosa alludeva quando
parlava di un prezzo molto alto: da quando aveva rinchiuso il suo
cuore in uno scrigno infatti, i sentimenti e le emozioni la toccavano
da molto lontano, le arrivavano in sordina, come se non fossero
realmente suoi e non le appartenessero davvero.
Ciò che provava
erano solo ombre, pallidi spettri di sensazioni dalle quali un tempo
si era lasciata travolgere e alle quali aveva deciso di rinunciare
per sempre.
Nemmeno la sua stessa figlia riusciva a farle provare
qualcosa che fosse più di una leggera e fredda punta di gioia: una
ridicola imitazione di un sentimento materno che avrebbe dovuto
riempirla in ogni fibra del corpo.
Quando te ne renderai conto
sarà troppo tardi.
Cora decise di non indugiare ulteriormente
su quelle parole d'avvertimento e tornò nella sala da ballo,
ignorando la sensazione di gelo e vuoto che avvertiva nel petto, dove
un tempo batteva il suo cuore.
Da Stria93: Ciao
a tutti! Con questa shot non ho assolutamente intenzione di rinnegare
le Rumbelle, però le parole che Rumpel rivolge a Regina nella 2x02,
quando le dice di conoscerla da quando era piccola e di averla
perfino tenuta tra le sue braccia, mi hanno sempre incuriosita
tantissimo e in più avrei tanto voluto vedere qualche scena di
Rumpelstiltskin con la piccola Regina, così è nata questa shot.
Spero davvero che
nella season 3 venga approfondito questo punto che rimane ancora
abbastanza oscuro.
Un bacione e
grazie a tutti i lettori e soprattutto a chi vorrà lasciarmi un
commento. :)