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Autore: SassyGummy    06/07/2013    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Roxas non fosse svanito non appena avesse visto Sora, ma in un contesto completamente diverso?
Scopritelo aprendo e leggendo la fic, spero riesca a commuovervi almeno un pò...
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: KH 358/2 Days
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Quel giorno mi sentivo strano, era come se mi sentissi leggero, libero, ma allo stesso tempo avevo un peso che mi opprimeva proprio al centro del petto. Sfiorai quel punto, il punto dove di solito una persona normale aveva un cuore. 
Scrollai le spalle, sicuro che fosse solo una sensazione passeggera, io sapevo per certo di essere un Nessuno, un essere che non può provare emozioni, insensibile.
Però da quando Xion era scomparsa non riuscivo a darmi pace, ed era strano, com'era possibile che ne sentissi la mancanza nonostante l'impossibilità di provare qualcosa? Era solo suggestione?
 
Mi trovavo sulla torre dell'orologio quando sentii l'ennesima fitta al petto, andai di nuovo a toccare in quel punto con la mano, tastando la mia tunica nera in pelle. Axel stava tardando ad arrivare... Mi chiedevo dove fosse finito, anche se mi aspettavo che avrebbe ritardato.
- Roxas! Sei in anticipo...! -
- No, sei tu che sei in ritardo... -
Risposi ridacchiando, mentre Axel si sedeva accanto a me. Mi porse il solito gelato al sale marino, che addentai subito non appena me lo mise tra le dita.
- Hai fame? -
Mi chiese lui, col sorriso. Stare con lui mi faceva sentire ancora più male in quel punto, nel petto, anche se provavo con tutte le mie forze a ignorare quella sensazione.
- No, non particolarmente... è che mi piace il sapore di questo gelato... è salato... ma anche dolce. -
Axel rise, girandosi subito dopo verso di me.
- Sono le stesse cose che hai detto le prime volte che lo hai mangiato. -
Arrossii leggermente, aveva ragione, ero davvero così ripetitivo? 
Alzai lo sguardo verso il cielo, era rosso, man mano si sfumava in un arancione tenue, con le nuvole rosa che fluttuavano morbide e leggere, sembravano quasi zucchero filato. Socchiusi gli occhi, la sensazione di leggerezza si era fatta più intensa... mi pareva quasi di poter volare, sfiorare quelle nuvole e perdermi nei colori del tramonto...
- ...Roxas! -
Sobbalzai facendo quasi cadere il gelato, girandomi di scatto verso Axel. Che spavento!!
- Scusa, ti vedevo un pò assorto, ho provato a chiamarti ma non mi rispondevi! -
Scossi la testa, mangiucchiando ancora un pò il mio gelato.
- Mi dispiace ma... oggi mi sento strano. -
Dissi, sospirando. Possibile che fosse per il fatto che ero un "Nessuno Speciale" come mi aveva detto Axel? Ero in grado di provare emozioni? Sentimenti? No, impossibile...
- Oh, Roxas, te l'ho già detto... sarà per colpa del- -
- Si lo so, del fatto che io sono "speciale". -
Lo interruppi, sorridendogli amaramente, finendo il mio gelato. Era bello dire "speciale" ma quello che mi si addiceva di più era "diverso". Sapevo che un normale Nessuno non avrebbe avuto male al petto, sapevo anche che un normale Nessuno non avrebbe pianto quando una sua compagna di squadra gli era morta tra le braccia.
Senza pensarci troppo su, presi la mano di Axel e la misi nel punto in cui le fitte si facevano sempre più frequenti.
- Roxas, cosa fai?-
Mi chiese stralunato, anche se non allontanò la mia mano. Gli sorrisi, socchiudendo di nuovo gli occhi. Sentivo le palpebre pesanti, il respiro affievolirsi.
- E' da un pò di tempo che sento dolore... al petto. Nel "buco" dove dovrebbe esserci il cuore. -
Axel rimase interdetto, senza sapere cosa rispondere. Scosse la testa sorridendomi incoraggiante, quello stesso sorriso che mi rivolgeva quando mi vedeva preoccupato per qualcosa.
- Tranquillo, non sarà niente... -
Anche se il suo tono non mi convinceva molto. 
Improvvisamente, senza nessun preavviso, si avvicinò a me e mi abbracciò forte, cingendomi con le sue braccia.
- ... Roxas... Non mi lasciare... -
Non capii a cosa si riferisse, visto che poco prima mi stava confortando, fino a quando non notai le mie mani. Stavano svanendo, riuscivo a vedere la tunica di Axel oltre al dorso della mia mano, mentre lo abbracciavo, e nell'altra lo stecchino ormai spoglio del gelato. 
Non reagii in alcun modo, chiusi semplicemente gli occhi.
- ... Mi sta chiamando... -
Dissi. Ora sapevo qual'era il mio destino, sapevo di servire a lui per poterlo risvegliare e lo avevo capito solo in quel preciso istante. Non lo conoscevo nemmeno, ma sapevo di doverlo aiutare, era la cosa più giusta.
- Axel... grazie per tutto quello che hai fatto per me... sei stato il mio primo e vero amico... migliore amico... -
Lui in risposta mi strinse più forte, ad occhi chiusi.
- No, non proprio adesso... speravo di non vederti mai sparire in questo modo... -
Aveva la voce tremante. Ero sorpreso, non potevo credere che Axel avesse un tale momento di debolezza.
- Speravo di poter avere più tempo! ...Non sparire...-
- Axel...-
- ...Io con te mi sentivo come se avessi un cuore!-
Mi appoggiai a lui, quasi senza forze, le sue parole mi provocarono ancora più dolore al petto.
Gli accarezzai la schiena, respirando sempre più piano.
- Mi dispiace tanto... Avrei voluto... -
I miei pensieri si interruppero quando mi prese il viso tra le mani, riaprii gli occhi, fissandoli in quelli color verde acqua di lui, e senza rendermene conto mi sporsi sfiorandogli le labbra, abbandonandomi completamente al suo abbraccio.
Mi accarezzò la schiena ricambiando il bacio ad occhi chiusi, cercando la mia lingua e io la sua, facendole danzare insieme, umide. 
Mi staccai dalle sue labbra con un sospiro, e lui fece altrettanto, appoggiando la fronte alla mia.
- Non pensare sia un addio. Ci rivedremo, Axel... -
Mormorai prima di rendermi conto che ormai mi restava poco tempo prima di svanire del tutto. Il bacio che ci eravamo scambiati poco prima mi aveva strappato il mio ultimo sorriso, prima di chiudere gli occhi e lasciarmi cullare da una sensazione di tepore che non avevo mai assaporato prima.
Avrei giurato che prima di chiudere gli occhi e esalare il mio ultimo respiro, vidi una lacrima rigare il volto di Axel.
 
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Axel era rimasto solo sopra la torre dell'orologio, stringendo tra le braccia quella che sembrava solo una tunica nera, ma in realtà sperava con tutto sè stesso che Roxas si rimaterializzasse nel suo abbraccio, così da poterlo vedere, sentire, toccare....
Ma erano speranze vane. Ormai lui non c'era più, era sparito.
Guardando a terra vide lo stecchino del gelato di Roxas, raccogliendolo dal suolo e leggendo quello che c'era scritto sopra.
WINNER!
Lo strinse nella mano chiusa a pugno, alzandosi in piedi. 
Lo avrebbe conservato, così appena avrebbe rivisto Roxas avrebbe potuto offrirgli un gelato, come i vecchi tempi. 
Lui voleva sperare, voleva credere nelle sue parole. 
Sentiva che non era ancora del tutto svanito.
Si sarebbero rivisti un giorno.
Guardò il tramonto.
- Spero manterrai la parola. -
  
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