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Autore: My Pride    19/01/2008    7 recensioni
How can I repay you, brother mine? How can I expect you to forgive?
Clinging to the past, I shed our blood, and shattered your chance to live.

«Scusami, Al. Sono stato un presuntuoso a poter credere di riportare in vita la mamma... e ti ho ridotto in questo stato»
[ No Elricest ]
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bratja Titolo: Bratja
Autore: My Pride
Fandom: FullMetal Alchemist

Tipologia: Flash fiction [ 560 parole ]
Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Genere: Malinconico, Generale, Triste

Rating: Giallo
Avvertimenti: What if?

Benvenuti al banco dei prompt: Pacchetto angst › 15. Colpa


FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All Rights Reserved.


Prosti menya, mladshiy brat! Ya tak pred toboy vinovat
Pyitatsya vernut' nyelzya Togo, chto vzyala zyemlya
Kto znayet zakon Byitiya, Pomog byi mne nayti otvet
Zhestoko oshibsya ya; Ot smerti lekarstva nyet
[1]

    Edward si svegliò di soprassalto, ansimante. Aveva sognato di nuovo quella notte, la notte in cui avevano cercato di trasmutare la loro madre e ne erano usciti feriti, lacerati... si guardò intorno, notando, per quanto consentito dalla debole luce che filtrava dalla finestra, la sagoma scura di Alphonse, che riposava sul letto accanto al suo.
    Attraversò cauto la stanza, cercando di non fare rumore per non svegliarlo, anche se sapeva che in realtà non stava dormendo perché non poteva. Stava per aprire la porta e uscire, quando udì una flebile voce, poco più di un sussurro.
    «Fratellone?» la voce metallica di Alphonse suonava preoccupata. «Hai di nuovo fatto quel sogno?» gli chiese, come se gli avesse letto nel pensiero.
    «Aye», mormorò Ed, sedendosi sulla sponda del letto e sussultando leggermente quando due grandi braccia di gelido metallo lo abbracciarono forte.

    «Non è stata colpa tua. Non lo è mai stata», sussurrò sommessamente l'armatura, accarezzando amorevolmente la testa del fratello maggiore. «Abbiamo scelto entrambi di seguire quella strada... ed entrambi abbiamo sbagliato».
    Edward si portò le gambe al petto, poggiando una guancia tiepida contro il petto freddo di quel pezzo di metallo che conteneva l'anima del fratellino. Accarezzò fuggevolmente il proprio braccio d'acciaio, sospirando. Era passato poco più di un anno da quando si era fatto impiantare quegli auto-mail, e quel peso che avvertiva sembrava ricordargli ogni giorno di più quel loro peccato.
    «Ti fanno ancora male, fratellone?»
    «Nay», sussurrò Ed. Due lacrime solcarono il suo volto e ruzzolarono giù, risuonando con un lieve tintinnio sul metallo dell'armatura. «Scusami, Al», si affrettò ad asciugarsi gli occhi. «Sono stato un presuntuoso a poter credere di riportare in vita la mamma... e ti ho ridotto in questo stato».
    «Non hai assolutamente nulla di cui rimproverarti, fratellone. Sapevamo entrambi che era sbagliato, proibito... ma chi potrebbe mai biasimarci?» la sua voce era seria, risuonava calda e nel contempo fredda. «Volevamo solo poter riabbracciare la mamma... poter vivere di nuovo tutti e tre insieme... rifugiarci nel caldo abbraccio di una famiglia».
    «Ma cosa dovremmo fare, ora?» chiese il ragazzo, alzando la testa e fissando le iridi vuote dell'armatura, che luccicavano appena nella tenue oscurità, unico punto che mostrava la presenza di Alphonse in quel corpo di ferro.
    «Non lo so. Questo non lo so».
    Restarono per un po' in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri. Edward si ritrovò a riflettere sulle parole di quell'alchimista di stato che era venuto da loro qualche giorno dopo la trasmutazione...


«Pagamento di elevate somme di denaro destinate alla ricerca.
Accesso illimitato alla consultazione di testi speciali».

    E poi ancora...

«Possibilità di utilizzare tutti i mezzi e le attrezzature dello stato per le ricerche».

    Probabilmente, se fosse riuscito a diventare un alchimista di stato, sarebbe riuscito a trovare un modo per riavere indietro i loro corpi. L'ombra di un lieve sorriso gli increspò le labbra, illuminandogli il volto. «Al», mormorò, abbracciando stretto il fratellino. «Diventerò un alchimista di stato e riuscirò a farti riavere il tuo corpo. Te lo prometto».
    Alphonse si limitò ad annuire, stringendo ancora di più il corpo del biondino.
    «Non riuscirò a cancellare il nostro peccato, lo so», puntò lo sguardo verso l'alba che cominciava a squarciare il cielo. I suoi occhi ardevano dorati. «Ma, in un modo o nell'altro, cercherò di porvi rimedio, di questo ne sono sicuro», rivolse al volto freddo e inespressivo del fratello un sorriso così dolce che parve come il sole che irradiava le montagne. «Ti voglio bene, fratellino».


No chto zhe nam delat', kak byit'?
Kak vse ispravit', zyabyit'?
Pyitat'sya vernut' nyel'zhya,
Togo, chto vzyala zyemlya
[2]






[1] Perdonami, fratellino, sono talmente dispiaciuto,
è proibito cercare di riavere, quello che la terra ci ha preso.
Colui che conosce la legge della Creazione, mi avrebbe aiutato a trovare la risposta
Mi sono crudelmente sbagliato, non c'è medicina per la morte

[2] Ma che cosa dobbiamo fare, come comportarci?
Come sistemare tutto, come dimenticare?
E' proibito cercare di riavere quello che la terra ha preso



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