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Autore: Thunder Road    06/07/2013    1 recensioni
L' assenza di lampioni per quella strada dimenticata
da Dio, e quindi l'assenza di inquinamento luminoso nelle immediate vicinanze, lasciava
vedere molte più stelle di quando Madison e Sam ne avessero mai visto.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Winchester, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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'Se sei un cacciatore cacci e basta, senza preoccuparti di mettere su una famiglia o avere una vita normale. Non ci si può affezionare a niente e a nessuno, nè uscirne fuori definitivamente. Ti lasceresti alle spalle troppa merda.' 
'Mamma me lo avrai ripetuto 20 volte da qunado siamo salite in macchina! Lo so cazzo. Io vorrei solo essere una quattordicenne normale!'
'Tu NON PUOI essere una quattordicenne normale, ok?' 
Madison era sull' orlo delle lacrime. 
Avrebbe voluto andare a fare ginnastica, andare sempre alla stessa scuola e avere degli amici. A quanto pare però quella stronza di sua madre aveva altri schifosi progetti per lei. 
'Io ne uscirò.' 
'Sì, certo. Quando ti farai ammazzare!' 
'Certo come vuoi.' Madison ricominciò a guardare fuori dal finestrino di fronte a lei, e un lampo l'accecò. Sentì uno schianto poi perse i sensi. 
-
Il piccolo Sam si sentiva impotente di fronte al padre arrabbiato. Per una volta aveva detto cosa pensava e il risultto era stato solo che l' uomo aveva iniziato a urlargli contro senza badare a guardare la strada davanti a lui. 
'Non voglio più sentirti che fai storie simili, capito? L'unico modo di uscire da questa vita è bruciare insieme a qualche cadavere!' Il ragazzino non rispose. Bella prospettiva di morte, la sua. 
Il fratello maggiore gli tirò una gomitatanelle costole, intimandolo a rispondere. Non si può ignorare John Winchester. 
'MI HAI SENTITO DANNAZIONE?' 
'Sissignore.' Si limitò a dire. Non aveva voglia di parlare, ne di fare incavolare ancora il padre. 
L'uomo diede un ultima occhiata a Sam, poi prese in pieno un' altra macchina. 
-
Madison riaprì gli occhi a fatica e si toccò la spalla, certamente lussata. Sentì un rivolo di sangue scivolargli sul braccio e un bernoccolo formaglisi in testa.
Davvero fantastico, avevano fatto un incidente. 
'Mamma, stai bene?' 
'Si, non preoccuparti.' 
-
I tre winchester, dopo essersi resi conto di ciò che era accaduto, si guardarono tra loro. Stavano tutti bene, apparte qualche botta in testa. 
E la loro effettiva salute era un fatto che non sembrava quasi vero, data la rinomata sfortuna che si portavano dietro. Ma magari era destino che fosse così. 
Scesero dalla macchina, per assicurarsi di non aver causato troppi danni all' altra macchina. L' Impala era ridotta male sul muso, ma con un po' di olio di gomito e l' aiuto di Bobby sarebbe tornata come prima. 
Il padre si avvicnò al finestrino della macchina e bussò. La ragazza non si mosse, e restò a fissare la donna accanto a lei. 
'Dean, dammi una mano ad aprire la portiera.' 
Dean prese ad armeggiare con la serratura della portiera, mentre l'uomo ri bussò sul finestrino. Questa volta Madison si girò, e la prima cosa che vide fu l'uomo bussare ancora sul finestrino, e poi allontanarsi, mentre un ragazzo armeggiava con la portiera.
Poco più in la, vide un ragazzino all' incirca della sua età rimanere in disparte. Il ragazzo più grande spalancò la portiera e la tirò fuori. 
'Sam, puoi occuparti tu di lei?' 
'Ok.' Il ragazzino non aveva apparentemente voglia di fare ciò che il fratello gli aveva chiesto. Ma a lui non restava altro che obbedire. 
Dean sistemò la ragazza sull' asfalto, e Sam si sedette anccanto a lei con aria svogliata. 
'Come ti chiami?' Chiese facendo cenno con il mento. 
'Madison. Tu?' 
'Sam.' 
'Ok,Sam. Credo di esseremi lussata una spalla.' 
'Vuoi che te la rimetta a posto?' 
'Sei capace?' 
'Mi ha insegnato mio fratello...Però farà male.' 
'Male...Male quanto?' 
'Tanto.'  Madison,  quella risposta, ci pensò un attimo su. 
'Ok, vai al mio tre.' 
'Va bene.' 
'1...2....' Madison indugiò un attimo. '3!' 
Sam rimise la spalla di Madison al suo posto, e lei lanciò un urlo di dolore, mordendosi poi l' interno della guancia. 
'Ora mi servirebbe qualcosa per tenertela a posto...Hai una sciarpa?' 
'Dovrebbe essere nel mio zaino...Guardaci, è nella macchina.' 
Sam si alzò e Madison si guardò intorno. La madre parlava con l' uomo che aveva bussato poco prima, e Dean tirava calci ad una lattina con fare annoiato. 
Avrebbe voluto essere la classica ragazzina altruista che fa subito amicizia, ma il destino che qualcun' altro aveva prefissato per lei, non le permetteva di essere una semplice ragazzina, no. Lei doveva essere la brava figlia cacciatrice, sempre obbediente. 
Altro che Carry on my wayward son. Lei era più Shut up, fucking wayward son
Al suo ritorno, Sam mise la sciarpa attorno al collo e al braccio di Madison e fece un nodo dietro alla nuca. Poi la aiutò ad alzarsi e si sedettero sul portabagagli della macchina della ragazza. Era sera, e tutto era buio. L' assenza di lampioni per quella strada dimenticata da Dio, e quindi l'assenza di inquinamento luminoso nelle immediate vicinanze, lasciava vedere molte più stelle di quando Madison e Sam ne avessero mai visto. 
E a Madison metteva in imbarazzo essere con un ragazzo sotto quello spettacolo, faceva molto film d'amore. Sam invece non ci fece molto caso, preso com'era dalla sciarpa.  
'Aspettami qui, vado a prendere la roba per il braccio.' In effetti Madison si stava scordando che il suo braccio, quello ancora utilizzabile, sanguinava. E anche un bel po' a dire la verità. La bella maglietta bianca che gliera stata regalata per Natale adesso era piena di sangue sulla manica. Sam gli tirò su la stoffa che le cingeva il braccio e rivelò un taglio profondo. Eppure, Madison ne era certa, non c'era nulla di tagliente nella sua macchina. E fu solo in quel momento che il suo guardo si alzò fino alla macchina, rivelando un ''bellissimo'' finestrino spaccato. 
'Sai,' Iniziò lei. 'Sai com'è non stare mai nella stessa città per più di due settimane, a volte un mese?' Lei doveva, doveva iniziare una conversazione. Tanto valeva fare domande stupide. 
'Sì, diciamo che ne ho una vaga idea.' 
'No, se non lo vivi non lo puoi capire. Insomma, nessuno può! Nessuno è costretto a fare qualcosa che non vuole, non per tutta la vita. Perchè non è una vita.' 
'E' anche la mia vita, sai?' Sam credeva anche che la sua vita fosse largamente peggiore di quella della ragazza che stava accanto a lei. Ma questo pensiero lo tenne per lui. In fondo non sapeva nulla di quella ragazza, e lei non sapeva nulla di lui. Sarebbero potuti essere entrambi vampiri costretti a uccidere, e l' altro avrebbe comunque pensato di avere una vita peggiore. 
'Viaggi tanto anche tu?' Chiese la ragazza, distrattamente. 
'Io viaggerò per tutta la vita, non ho molte opzioni.' Sam sembrava amareggiato. 
'Come mai?' Madison iniziava a incuriosirsi. 
'Il lavoro di mio padre. Teoricamente dovrei seguire lui, ma...' 
'...Ma non ti piace quello che fa e vorresti avere una vita normale.' Concluse Madison al posto del ragazzo. 'Vale anche per me.' La ragazza credette che forse non avrebbe dovuto condividere così tanto con quello sconosciuto. Ma oramai erano lì, seduti sul cofano di una Panda Sisley un po' vecchiotta, importata da chissà quale paese dell' Europa, -Madison non ricordava mai se fosse l'italia o la spagna. Le lingue di quei paesi erano talmente simili. Ma sicuramente il paese di origine non aveva senso saperlo, vista la bellezza incompresa di quell' auto. - 'Che lavoro fa?' 
'Lui...lui viaggia.' La risposta di Sam lasciò interedetta Madison. Che cavolo vuol dire che viaggia? 
'A questo punto le opzioni sono due. O fa il viaggiatore, cosa che trovo davvero improbabile, oppure fa il cacciatore. E sinceramente ne ha
 tutta l'aria.' 
A quell' affermazione Sam alzò lo sguardo. Poi fece sì con la testa. Sembrava realmente sorpreso dall' affermaizione che Madison aveva buttato lì senza pensare. In fondo tutto combaciava, a meno che il padre di Sam non facesse il circense ambulante o la rockstar perennemente in tour. 
'Allora direi che possiamo capirci perfettamente.' Sospirò Madison. 
'Già.' 
Madison sapeva di non essere un' asso nel fare amicizia, ovvio, ma sperava che almeno uno straccio di argomento gli venisse fuori senza sembrare un idiota completa. 
'Secondo te cosa direbbe tuo padre se tipo...te ne andassi?' Ma che razza di domande, Madison. Pensò la ragazza. La prossima volta pensaci un po' su. 
'
Credo non me lo lascerebbe nemmeno fare, credimi.' 
'Bhe ma prima o poi potrai avere anche tu la tua indipendenza, no?' 
'Bhe, quel giorno è molto lontano.' 
Rimasero in silenzio per un po', poi un richiamo echegiòper qualche secondo nela strada vuota. 
'Saam! Vieni, andiamo!' 
'Arrivo, Papà!' Urlò il ragazzo di rimando. 'E' stato un piacere, Madison.' 
'Anche per me. E grazie per il braccio!' 
'Non c'è nessun problema, tranquilla.' Sam sorrise alla ragazza, dopodichè salì sulla macchina un po' ammaccata e si sistemò sul sedile posteriore. 
Madison vide la macchina allontanarsi rumoreggiando, dopodiche lei salì sulla sua. La madre mise in moto la macchina e partirono. 
Poche ore dopo, mentre la madre era distratta a farsi una doccia, Madison era ancora un po' malinconica l' arrivo e la partenza di Sam. In fondo si era un po' affezionata a quel ragazzino che sembrava essere l' unica persona sulla terra a capirla. 
Era tardi, Madison non sapeva con certezza l' ora, ma si stese sul letto, e con Welcome to my life che le risuonava nelle orecchie, si addormentò. 
   
 
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