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Autore: btrsperfume    06/07/2013    1 recensioni
"Vedrai, quì sarà l'inizio di una nuova vita! Te ne farai degli altri, di amici. E' facilissimo, su!"
Davvero? Dici seriamente, papà? A sei anni, è facile. A sedici, iniziano ad esserci delle piccole complicazioni, sai?
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlos, James, Kendall, Logan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUESTO E’ IL SECONDO CAPITOLO. SPERO VI PIACCIA :) xx
 
Arrivata a casa, mi sdraiai sul letto. Era stata una giornata lunga, ma con un bel finale, inaspettato.
“hey, com’è andata?” mio padre fece capolino dalla porta della mia stanza.
“ho conosciuto un ragazzo, penso sia di queste parti..” dissi, sfogliando una rivista.
“ed è simpatico?”
“non abbiamo parlato molto, ma è gentile.  Mi ha riportato il cellulare”
“riportato? Dov’era?”
“l’avevo dimenticato in spiaggia, lui l’ha visto e me l’ha riportato”
“bene.. non hai conosciuto nessun’altro?”
“mh, no. Solo James”
“James.. e quanti anni ha?”
“non lo so, papà.. mi ha solo restituito il cellulare!”
“ma ti sarai fatta un’idea, almeno”
“diciamo, sui venti..”
“e dimmi, lui..”
“FA IL SURFISTA. Papà, ti prego, non so niente di lui, te l’ho già detto. Queste sono le uniche cose che so di lui, punto”
“D’accordo, signorina. Tra dieci minuti è pronta la cena.. oh, e queste cose te le verrà a chiedere pure la mamma, quindi…”
“sì sì”
Misi giù la rivista e guardai fuori dall’enorme finestra della camera, che dava sulla spiaggia. Laggiù c’erano ancora sì e no una decina di persone che si preparavano per andare via. Era tutto così pacifico, il rumore delle onde, i gabbiani in cielo, la lieve brezza della sera. Era bellissimo. Rimasi lì per circa 5 minuti, quando mia madre mi chiamò per la cena.
 
Papà aveva ragione. A tavola mamma mi chiese della mia giornata e volle sapere tutto a proposito di “James il surfista”. Le dissi tutto quello che spiegai a papà, e lei ne fu felice, perché – cito testuali parole – “il primo giorno a Malibu, e la mia bambina conosce un ragazzo di nome James che fa il surfista! Mi hai fatto venire in mente tanti di quei ricordi!”
Questo perché il suo primo ragazzo – o il secondo, non ricordo – si chiamava e faceva il surfista. E’ ironico, lo so. Nella città in cui è nata, c’erano tantissimi surfisti, ma – questo è quello che mi ha detto – James era il più bello in assoluto.
Beh, anche il James di Malibu non scherza.
“Domani vado ancora in spiaggia” dissi, mettendo nel piatto un po’ d’insalata.
“Per via di James?” disse mamma, facendomi l’occhiolino.
Papà ci guardò storto.
Io sorrisi, ma non dissi niente. Non volevo dire di sì, perché avrebbero pensato che m’interessasse, ma neanche no, perché, infondo, volevo farci amicizia e conoscerlo di più.
“Va bene, sta solo attenta” disse mio padre.
“Papà..”
“Sì, insomma, non si sa mai cosa possa  capitare” concluse lui.
“Tranquillo” dissi io, sorridendogli.
 
Dopo cena andai sul terrazzo e mi cullai con lo sciabordio delle onde. E’ una tradizione. Anche in Florida, ogni sera, andavamo sul terrazzo, tranne quando era la stagione dei monsoni. Quelle sere conveniva rimanere in casa.
 
Verso le undici andai in camera, impostai la sveglia alle nove, mi misi i pantaloncini del pigiama e andai a dormire, emozionata per il giorno successivo.
 
La sveglia suonò alle nove precise.
Trotterellai – si, trotterellai appena sveglia, con non so quale forza. Forse l’emozione – verso le scale per andare in cucina. In casa non c’era nessuno, ma la mamma, prima di uscire, mi preparò i tre soliti pancakes con sopra lo sciroppo al cioccolato e una spremuta. Una colazione calorie zero, insomma.
Finito il mio banchetto, andai in bagno a farmi una doccia veloce, una lavata di denti, indossai le cose del giorno prima, mi pettinai, presi lo zaino e lo skate e uscì di casa, diretta alla spiaggia.
 
Appena là, posizionai il salviettine nel punto in cui era il giorno precedente e mi tolsi la canottiera, così da rimanere in pantaloncini.
Iniziai a cercare James, prima fra le onde e poi sulla spiaggia, ma non lo vidi.
“Annie! Ciao!”  era lui che mi correva incontro sorridendomi.
Il. Suo. Dannato. Sorriso.
“Sono felice di rivederti! Sei qui da sola?”
“Sì, non conosco ancora nessuno qui..”
“Senti, che ne dici se sposti la tua salvietta vicino alla mia? Così stiamo in compagnia”
“Certo, perché no” gli sorrisi
“Perfetto, ”disse, ricambiando il sorriso, prendendomi lo zaino e la canottiera “Più tardi ci raggiungerà anche un mio amico”
“oh..” dissi io, prendendo la salvietta “va bene”
Già ero in imbarazzo al pensiero di passare del tempo con lui, in più doveva arrivare un altro ragazzo. Volevo scappare e andarmene a casa, ma tutto quello che feci fu sorridere e seguirlo fino al suo salviettone.
 
  
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