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Autore: Eliessa    07/07/2013    6 recensioni
Anna ed Emiliano, due vite ed un solo cammino.
Quello che i due ragazzi non sanno, è che il destino ha riservato per loro una sorpresa.
Riusciranno ad essere più forti di tutto quello che, forse, li sta allontanando?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Così all’improvviso

 

 

Nonostante tutto, nonno Libero l’aveva presa bene la gravidanza di Anna.
Come ogni nonno, vedeva la nipote ancora come una bambina ma sapeva anche che era una ragazza con la testa sulle spalle che sapeva prendere la decisione giusta e in ogni caso non sarebbe mai stata sola, anche perché essere soli in casa Martini non esiste.
Casa Martini sembra tanto quel romanzo di Orwell 1984, dove tutto è controllato e non esiste libertà: quando mai nella famiglia Martini esiste un momento di pace e tranquillità e soprattutto un momento in cui è possibile tenere i propri pensieri per se?
Il giorno seguente, la famiglia Martini si trovò una bella sorpresa: appena tutti si riunirono per la colazione alle 7.20 come era solito fare, qualcuno era entrato in casa e silenziosamente aveva preparato la tavola.
 
-Ciccio mio!- esclamò Anna appena lo vide.
-Ehi Anna.- rispose il fratello.
-Trecy.- continuò la ragazza andandola ad abbracciare. –Allora, quanto manca?- chiese Anna accarezzandole il pancione.
-Beh, poco più di un mese.-
-Non vedo l’ora.-
-Anche noi.- rispose Ciccio. –E infatti siamo tornati perché volevamo che i nostri figli nascessero qui. E qui? C’è qualche novità?-
-Beh, una.- rispose Emiliano arrivando in cucina e sentendo l’ultima frase del cognato.
-Emiliano!- esclamò Ciccio andandolo ad abbracciare.
-Ciccio, finalmente. Ciao Tesy.- continuò andandola a baciare
-Allora, questa novità?-
-Beh, si tratta di me ed Emiliano.- disse Anna abbracciando il ragazzo.
-È stata una cosa del tutto inaspettata.- continuò Emiliano.
-Volete tenerci sulle spine o parlate?- chiese Trecy con uno dei suoi sorrisi.
-Beh, io ed Anna…- iniziò a dire Emiliano. –Si, insomma.-
-Io ed Emi aspettiamo un bambino.-
-Davvero?!- esclamò Trecy.
-Si, davvero.-
-Vieni qua sorellina.- continuò Ciccio abbracciandosela. –E qui come l’hanno presa?- continuò a chiedere il fratello mentre tutti e quattro si sedevano a tavola per iniziare a fare colazione.
-Beh, conosci papà. Sembrava l’avesse presa bene, anche se credo di averlo deluso. Come al solito abbiamo litigato ma è andato tutto per il meglio. Alla fine ha capito che… che sono solo incinta.-
-E nonno?-
-Non ti dico, prima ha fatto una delle sue scenate, però anche lui l’ha presa bene. In fondo è contento di avere un altro nipote.-
-Spero comunque che con papà ora vada davvero tutto bene, perchè con il tempo…-
-No Ciccio, puoi stare tranquillo.- continuò la sorella. –Ho parlato a lungo  più volte con lui. Tu sai che è sempre disposto a parlare con i suoi figli, ad aiutarli, ma come ben sai non sono mai riuscita ad aver un buon dialogo con lui. Da quando ha deciso di partire per l’Australia tutto è cambiato.- Mentre i due fratelli parlavano, in cucina stava per arrivare la famiglia Martini al completo, ma sentendoli parlare Lele decise di non interromperli e sentire la loro discussione che lo riguardava in prima persona. –In fondo sono stata l’unica del 5 fratelli a crescere senza madre e senza padre perché tu e Maria in ogni caso avete avuto papà accanto, io solo nonno, Cettina e… Maria.-
-Ma ora papà è qui, quindi potete recuperare il tempo perso.-
-Ma Ciccio, quel tempo orami è perso. In alcuni momenti tu non sai quanto desideravo averlo accanto a me, ma non c’era.-
-Mi prometti però che cercherai di avere quel bel rapporto che avevi con lui quando eri piccola?-
-Si, anche perché ho capito che un padre è importante.-
-Pensa se ci fosse ancora nostra madre, o zia Alice.-
-Anche a te mancano quei momenti in cui eravamo tutti insieme.-
-Si, in fondo zia Alice era come la mamma.-
-Senti, mi è venuta un’idea, perché non andiamo a trovarla noi 4?-
-Si, è una buona idea. Possiamo partire anche domani, ma senza dire nulla a papà, non vorrei che avesse problemi con Bianca.- Anna annuì.
-Se volete andare a trovare zia Alice, non ci sono problemi, potete parlarne anche con me. Sono sposato con Bianca ma questo non vi impedisce di parlarmi del fatto che voi volete andare a trovare vostra zia.- disse Lele scendendo i due scalini per arrivare in cucina.
-Papà! Nonno!- esclamò Ciccio appena lo vide.
-Vieni qua.- rispose il padre. –Trecy. Che bello rivedervi.-
-Ciao ragazzi.- disse Enrica baciandoli.
-Comunque ragazzi.- disse Bianca. –Io non ho nulla contro Alice, nonostante tutto è vostra zia e la madre di Elena e Bobò.-
-Allora papà, possiamo partire?.- chiese Anna.
-Si, potete partire.-
-Grazie papà- disse Anna andandolo ad abbracciare.
-Ciccio, Anna, potremo venire anche noi?- chiese Elena.
-Ma certo, se papà vuole andiamo tutti a Parigi. A questo punto manca solo Maria.-
-Ragazzi, vi ringrazio dell’invito, ma non posso proprio.-
-Eddai.- disse Bobò. –Ci pensi, tutti i fratelli da mamma. Sai come sarà contenta?-
-Lo so Bobò, magari sarà per la prossima volta.-
-Eddai Maria, non farti pregare.- continuò Elena. –Andiamo tutti quanti, non puoi mancare proprio tu che sei inseparabile da mamma. Sai, lei me lo raccontava sempre.-
-Mi sembra evidente che non puoi dire di no.- disse Marco rivolto a Maria.
-Ma io lavoro, non so se avete capito.-
-Neanche se partissimo venerdì sera e tornassimo domenica?- chiese Emiliano.
-Si Emilià c’hai ragione, così viene anche Marco con i bambini.-continuò Ciccio.
-No, un momento, questa è una rimpatriata tra fratelli, cosa centro io?- chiese Marco.
-E vabbeh, non mi dirai che non vuoi venire nella città più romantica di tutte. Quando ti ricapita di poter portare Maria?-
chiese Anna. -E va bene.- rispose Maria. –Partiamo tutti, contenti bambini?-
-Si.- risposero all’unisono Palù e Johnny.
-E poi a me piace volare.- continuò Johnny.
-Si, anche a me.- disse Palù.
-Insomma, questo week-end casa libera.- disse Inge.
-Ma tu amore, sei con papà. Ricordi, ha detto che ti portava in Umbria.-
-Ah giusto, l’avevo dimenticato.-
-Bene, ora si può fare colazione?-
-Noi veramente abbiamo finito.- disse Trecy.
-Allora andiamo in camera mia.- disse Anna rivolto a Ciccio e Trecy.
-Si, Maria ti unisci a noi?- chiese Ciccio.
-Ma voi la parola lavoro non la conoscete?- Rispose lei con un’altra domanda.
-E allora questa sera non prendere impegni.-
-D’accordo, ma ora fatemi andare. Bambini, avete finito di fare colazione?- E loro risposero annuendo. -Bene, allora andiamo, altrimenti faremo tardi. Tu vai a prenderli, va bene?- chiese rivolto a Marco.
-Si, me lo ricordo. Ciao amore.-
-Salutate tutti, così andiamo.-
-Ciao nonni, ciao  zii.- dissero i piccoli, per poi andare via con Maria, seguiti da Marco che portava a scuola i gemelli ed Inge e Libero ed Enrica che ne approfittarono per andare al centro commerciale.
In cucina erano rimasti solo Bianca e Lele.
-Amore, ora che siamo soli volevo chiederti: secondo te, io non vado bene ai ragazzi?-
-Ma che dici, ti adorano.- ripose Lele.
-Eppure prima li hai sentiti, non volevano dirti nulla sul loro viaggio a Parigi.-
-Non vogliono farti un torto, tutto qui.-
-Ma io non sono contraria all’idea che loro passino un po’ di tempo con Alice, anzi sono felice. Forse ancora sperano che tu e Alice torniate insieme.-
-Ma finiscila. Lo sai, quella con Alice è una storia chiusa da tempo. Ora è solo la zia dei ragazzi, la madre dei miei figli e forse, ancora, mia cognata. Bianca, tu non devi preoccuparti di nulla e se ti fa stare più tranquilla oggi parlo con i ragazzi.-
-No, non c’è bisogno.- rispose con uno dei suoi sorrisi.
 
Intanto nel garage di Anna, i quattro erano intenti a parlare. Dopo 6 mesi senza vedersi, ne avevano di cose da dirsi.
-Senti Anna, che dici di fare da madrina alla bambina quando sarà il moment di Battezzarla?- chiese Trecy.
-Beh, ne sarei veramente felicissima.-
-Però tu Emilià, dovrai essere il padrino dei bambino.- continuò Ciccio.
-Sarà un onore per me.-
-E comunque, quando nasceranno i bambini come farete con il maneggio?- chiese Anna.
-Abbiamo persone valide e di fiducia che possono occuparsi del maneggio, quindi su questo siamo tranquilli e poi appena i bambini impareranno a camminare, stai tranquilla che la prima cosa che farà Trecy è metterli sui cavalli.- disse ridendo.
-Ci puoi scommettere.-
-Ma tu non lavori?- chiese Ciccio ad Emiliano.
-Si, ma più tardi. Ho solo un cliente e spero di potermi sbrigare in un paio d’ore. La prossima settimana invece sono pieno fino alla gola, faccio prima a dormire in negozio.- disse con una risatina.
 
Intanto il tempo passava. Parlando dei problemi di Anna con Emiliano e della vacanza in Andalusia di Ciccio e Trecy, neanche si erano accorti che erano chiusi in quel garage da ore.
Quando fu l’ora di pranzo però accadde qualcosa.
La famiglia Martini era seduta a tavola quando qualcuno suonò il campanello.
 
-Chi sarà a quest’ora?- chiese Maria.
-Vado ad aprire.- disse Lele. Quando andò ad aprire la porta si ritrovò davanti una bella sorpresa. –Ehi, non ti aspettavamo. Vieni, entra.-
-Si, scusa la mia improvvisata e scusami per non averti avvertito.- Disse la donna arrivando in cucina. –È permesso?- chiese quando si ritrovò davanti tutta la famiglia Martini.
-Mamma!- esclamarono Elena e Bobò.
-Tesori miei.- rispose Alice, mentre veniva assalita dai figli e dai nipoti.
-Zia Alice.- disse Maria abbracciandosela forte.
-Maria, tesoro.- ripose lei. –Anna, Ciccio, fatevi baciare.-
-Vieni mamma, siediti qui al mio posto.- disse Elena prendendola dalla mano.
-Mi fate salutare i nonni?- disse Alice con un sorriso. –Ciao mamma. Libero.- disse Alice baciandoli.
-Ma tesoro mio perché non hai avvertito, saremo venuti all’aeroporto a prenderti.- disse Enrica.
-Volevo fare una sorpresa ai ragazzi.-
-E l’hai fatta e come.- disse Maria.
-Ciao Bianca.- disse Alice dopo aver sorriso a Maria.
-Ciao Alice.- rispose lei. –Inge.-
-Ciao Alice.- rispose la ragazza.
-Scusate ancora l’improvvisata.- continuò a dire Alice.
-Figurati.- rispose Bianca. –Ti prendo un piatto.-
-No, ci penso io.- rispose Anna. –Comunque zia, lui è Emiliano.-
-Piacere signora.- disse Emiliano stringendole la mano.
-No, niente signora per favore, Alice può bastare.-
-D’accordo.-
-Beh, però carino Emiliano.- disse Alice all’orecchio di Anna mentre si dirigeva a prenderle il piatto.
-Vero?- continuò a bassa voce. –Ah, ma tu non sai la novità.-
-Quale? Dovete aggiornarmi su tutto.-
-Si zia, infatti non sai quante cose ho da dirti.- rispose subito Maria.
-E quando mai tu non hai qualcosa da dirmi. Dopo ci facciamo una bella chiacchierata.-
-Si, ma prima stai con noi.- disse Bobò.
-Sto con tutti.- rispose Alice. –Però ora voglio sapere da Anna questa novità.-
-Aspetto un bambino.-
-Come un bambino Anna?-
-Eh già, aspetto, anzi aspettiamo un figlio.-
-E tu Lele, sei contento?-
-Si, sono contento perché Anna è una ragazza con la testa sulle spalle ed anche Emiliano.-
-Allora auguri, ragazzi.- disse Alice.
-Ma quanto ti fermi?- chiese Elena.
-Beh, dipende, una settimana o forse due.-
-Ma questa notte rimani a dormire qui, vero?-
-No, ma se volete venite in albergo da me così stiamo insieme.-
-Eddai mamma, rimaniamo qui, per favore. Inge può dormire in camera con Jonathan e Bobò in camera con me, mettiamo un materasso e dormiamo tutti e tre insieme.- Alice guardò Lele negli occhi sperando che fosse d’accordo con le parole della figlia fino a quando non rispose con un –Si.-
-Evvai.- dissero insieme i gemelli battendo il cinque.
-Così poi arriva papà e rimane con noi.- continuò a dire Bobò senza neanche farci caso alla frase appena pronunciata. Appena si rese conto di quello che aveva detto si rattristò un po’. –Scusami Bianca, ma la gioia di essere con mamma mi fa dimenticare che… che alcune cose non le possiamo più fare. Mi perdoni?-
-Ma Bobò, non è successo niente. Stai tranquillo.-
-Allora Alice, che ci racconti? Come va a Parigi?-
-Uhm, bene. La redazione si sta occupando di un caso di finte truffe, fatti da due persone di Roma a danno dei francesi e così ne ho approfittato e mi sono resa disponibile. Due piccioni con una fava, posso stare con voi e nel frattempo posso lavorare.-
-Ma sai che anche noi stiamo seguendo questo caso? È un po’ che ci stiamo dietro.-disse Marco.
-Ah, allora poi farei due chiacchiere e potremmo collaborare. Chissà, magari se riusciamo a venire a capo di questa truffa potremmo avere una promozione.-
-Capo redattore, magari potessi diventarlo. Comunque questo pomeriggio ho un altro servizio, magari domani possiamo discuterne.-
-Perfetto, anche perché oggi non ho voglia di lavorare.-
-Infatti mi sa che sei troppo impegnata tra figli e nipoti vari.- disse Libero.
-Si, infatti non toccatemi zia perché è mia, devo dirle tante cose.- disse Maria.
-E scusa, guarda che è anche mia zia.- disse Anna
-Ma è anche nostra madre.- disse Elena.
-Ma anche mia zia, se permettete.- continuò Ciccio.
-Si, ma ci siamo prima noi.- disse Bobò.
-Ma io questa sera non ci sono, ho un paziente.-
-Si, ma anche io...- stava per dire Anna quando Alice vendendo che la discussione si stava animando decise di interromperli.
-Facciamo così, ora pensiamo a mangiare, e poi facciamo i turni: Elena e Bobò, Maria, Ciccio ed Anna. Mamma, tu devi parlarmi anche?-
-Si, ma io posso aspettare. Alice, mia cara, con te farò una lunga chiacchierata.-
-D’accordo.- rispose Alice.
Intanto, dopo aver pranzato Lele e Bianca andarono in camera loro, mentre Alice, Bobo ed Elena si erano chiusi in camera di quest’ultima.
-Amore, sicura che non ti scoccia la presenza di Alice?- chiese Lele.
-Anche a te dava fastidio la presenza di Gus, ma hai sopportato. E poi non posso privare i ragazzi della loro madre, di loro zia. Hai visto prima in cucina? Per poco non si scannavano per chi dovesse avere la precedenza.-
-Dì la verità, ti da un po’ fastidio.-
-No, ma ho solo paura che i ragazzi mi vedano ancora come un’estranea, nonostante siamo affiatati.-
-Alice li ha cresciuti quando Elena… è morta. La differenza è solo questa, ma tu non sei un’estranea per loro.-
-Lele, tutto bene? Sei strano.-
-Si scusa, ora mi passa. Anzi vado un po’ in giardino.- disse dandogli le spalle.
-Lele?!- lo richiamò Bianca, ma non si girò, così fu lei che gli si avvicinò e lo girò.
-Non mi va che tu mi veda piangere ancora per Elena. Scusami.- e così Lele uscì dalla sua stanza per andare in giardino, dove c’era Libero che si stava prendendo cura delle sue piante.
-Lele, tutto bene?- chiese il padre vedendolo con le lacrime agli occhi.
-Si si, tutto bene.-
-Quelle non mi sembrano lacrime di raffreddore, vero?-
-No, infatti. Sono lacrime di ricordi.-
-Ricordi del tipo… Alice?-
-No, ricordi del tipo Elena.-
-Ah.- riuscì a dire Libero. Lele non piangeva mai, ma questa volta Libero era preoccupato per il figlio. Se stava piangendo c’era qualcosa che non andava. –E vuoi parlarne con questo vecchio di come ti senti?-
-È come se il ritorno di Alice mi avesse riportato in mente tutti i ricordi di Elena. Papà… ancora mi manca.-
-Perché, tu credi che a me non manchi tua madre? Ma è così e non possiamo farci niente.-
-Ma secondo me, c’è altro e tu non vuoi dirmelo, forse perché neanche tu l’hai capito.-
-Invece di fare tutti questi giri di parole, perchè non parli chiaro?-
-Facciamo che quando avrai le idee più chiare, te lo chiederò direttamente se è questo che vuoi. Ora levati quelle lacrime perché stanno arrivando i gemelli.-
-Papà, mamma ha detto se questa sera possiamo andare fuori a cena con lei.- disse Elena.
-Si, certo che potete andare. Ora però andate a fare i compiti.-
-Va bene.- rispose Bobò dandogli un bacio. –Però io devo fare matematica, mi aiuti?-
-E andiamo a fare questa matematica.- rispose Lele. Intanto Alice stava parlando con Maria.
-Allora, ti vedo più felice. Anche le ultime mail che mi hai inviato mi hanno fatto capire che sei tornata te stessa.-
-Si zia. Guido vivrà sempre in una parte di me, ma ora c’è Marco che è riuscito a farmi rinascere.-
-E si vede. Sono contenta per te, Maria.-
-E tu? Sei felice?-
-Diciamo che devo ancora capirlo.-
-Con Pier è finita, vero?-
-Si vede tanto?-
-Per chi ti conosce si. Ma perché è finita?-
-Perché ha capito che non lo amavo veramente. E forse è stato meglio così, la mia vita ora è un casino che sto cercando di rimettere a posto e per farlo devo essere sola.-
-Uhm, questo significa che c’è un nuovo amore nell’aria.-
-O forse c’è sempre stato.-
-Zia, che stai cercando di dirmi?-
-Quello che hai capito. Ma tranquilla, non ho intenzione di rovinargli la sua nuova vita.-
-Zia!- esclamò Maria.
-Davvero, puoi stare tranquilla Maria.-
-Cavolo, è tardi!- esclamò Maria guardando l’orologio. –Sta per arrivare un paziente allo studio. Ne continuiamo a parlare in questi giorni, ok?-
-Va bene.- rispose Alice.
-Ciao zia.- disse Maria dandole un bacio per poi uscire. Intanto Anna che era uscita dal bagno, vide la zia in camera di Maria da sola, così decise di entrare.
-Uuh, ora posso averti per me, finalmente.- disse Anna.
-Ma non doveva esserci Ciccio?-
-È dovuto tornare al maneggio con Trecy.-
-Allora entra, dai.- Anna entrò e chiuse la porta. –Come va questa gravidanza?-
-Va bene, benissimo. Con Emiliano accanto e l’appoggio di Maria e Marco ora sto finalmente bene.-
-Perché, c’è stato un momento in cui stavi male?-
-Si, quando ho scoperto di aspettare il bambino. Non… non mi sentivo pronta, nonostante lo volessi. Avevo paura di non essere una buona madre, perché non so cosa fa una madre e quindi ho passato un momento un po’ così.-
-Ora stai meglio, ti vedo sorridere.-
-Si, te l’ho detto. Ora sto molto meglio. E poi con Emiliano accanto a me è tutto così facile, così bello.-
-Sei proprio cotta.-
-Si. Sono innamorata davvero di lui. Zia.- disse Anna dopo un breve attimo di silenzio. -Cos’è che fa una madre?-
-La cosa più belle di tutte: mette al mondo un figlio. Poi dovrà aiutarlo a crescere, dargli qualche consiglio, e tirarlo su come può, come crede sia giusto. E tu sarai una buona madre, perché lo era la tua e sono sicura che per quel poco che siete state insieme, ti abbia trasmesso tutto l’amore possibile.-
-E se fallirò?-
-Tu non fallirai, perché hai tutti noi accanto a te e non sarai mai sola.-
-Ma quanto ti voglio bene, zia?!-
-Anche io tesoro mio.- rispose abbracciandola.
-Vado in camera, vieni così te la faccio vedere? Ora sto in quello che una volta era il nostro garage.-
-Nel garage?-
-Si, dai. Vieni a vederlo.-
E così Anna portò la zia in camera sua, dove continuarono a parlare, aspettando l’arrivo di Emiliano.
Quando lui arrivò, Alice si rese conto che era l’ora in cui doveva uscire con i gemelli, così andò a cambiarsi e poi uscì con i figli. Ma quella non era l’unica uscita che era prevista in quella casa, perché Libero ed Enrica andarono a teatro, Inge era con suo padre e Lele e Bianca decisero di andare a magiare da soli.
Marco, invece, fu chiamato per un servizio speciale ed appena uscì Maria dovette ritornare allo studio.
Non c’era nessuno che potesse tenerle i bambini, neanche Ave, perché aveva deciso di passare due giorni fuori con Armando, così l’unica che rimaneva era la sorella.
-Ehi Anna, posso?- chiese Maria entrando in camera sua con i bambini dopo aver bussato.
-Si, certo. Che succede?-
-Lo so che forse volevate passare un po’ di tempo insieme, ma in casa non c’è più nessuno ed io devo andare in studio. Non è che potreste guardarli voi, per favore.-
-Ma certo, figurati. Anzi, ci fa piacere.-
-Si, dai tutti addosso a zia.- disse Palù.
-No, amore. Lo sai che adesso dentro il pancino di zia c’è un bambino, dovete fare piano.-
-Allora tutti addosso a zio Emiliano.-
-Si Jonathan, questa è una bella idea, fategli il solletico.- Palù e Johnny avevano iniziato a giocare con lo zio, senza rendersi conto che la madre stava andando via.
-Grazie Anna.-
-Ma figurati, e poi guarda come si divertono.-
-Ah, loro hanno già cenato, se hanno sonno li mettete a letto voi.-
-Si, stai tranquilla. Anche se non sembra, sono in buone mani.-
-Mi raccomando però, tu non sforzarti.-
-Promesso, ora vai o farai tardi.-
-Si, ciao Anna.- disse Maria dandole un bacio.
-Ciao sorellona.- e così Maria andò via mentre Anna tornò da Emi ed i bambini.
-Allora ti diverti, eh. Ragazzi più forte il solletico.-
-Anna, ma cosa dici?-
-Dai, in fondo ti stai divertendo anche tu.- Ad un tratto Emiliano riuscì a liberarsi dai bambini e li prese in braccio. –Facciamo che vi racconto una storia e voi andate a dormire?-
-Si- rispose Johnny. –Però vogliamo andare in camera di papà.-
-E andiamo.- rispose Anna. Una volta arrivati lì, i bambini s’infilarono nel letto mentre Anna ed Emiliano sedevano sui lati.
-E la storia zio?- disse Palù.
-Allora, c’era una volta un orso tutto blu perché aveva bevuto tanto acqua che gli fece cambaire colore.-
-Ma che storia è?- chiese Jonnhy.
-Una nuova storia, la volete sentire?- I bambini annuirono. –Allora, dicevo, questo orso era tutto blu e tutti avevano paura di lui anche se era buono e soprattutto era amico dei bambini. Quando incontrava un bambino in difficoltà lui lo aiutava ma i gradi non lo guardavano perché pensavano che fosse un orso cattivo, fino a quando l’orso non incontrò Jerry,  un cane bassotto e il suo padrone Sergio, un bambino di 12 anni che vivevano in una casa fatata, dove i desideri diventavano realtà e non esistevano gli adulti. La casa di Sergio era una casa per soli bambini, provenienti da ogni parte del mondo, che volevano divertirsi.-
-Ehi Emi, si sono addormentati.- disse Anna.
-Si, ma restiamo qui, fino a quando non torno o Marco o Maria.-
-Si, tranquillo. Però, non te la cavi male con le storie. Almeno abbiamo il modo per far addormentare il piccolo quando farà i capricci.
-Ed io già ti vedo mentre tieni questo pargolo in mano, mentre ci giochi o lo farai mangiare e quando accadrà sarà il momento più bello di tutta la mia vita.-
-Ma ci pensi a quando ci siamo incontrati? Quasi mi odiavi.-
-Per fortuna che hai la testa dura e se decidi di fare una cosa non molli mai.-
-Volevo te, ed ho fatto tutto per averti.-
-Sai, non smetto mai di ringraziare il cielo per esserti persa quel pomeriggio. Se tu non ci fossi stata, la mia vita sarebbe continuato in uno schifo. Invece, un angelo sceso dal cielo mi ha fatto ritrovare la voglia e la speranza di ritornare a vivere. Scricciolo, ti amo.- disse Emiliano dopo un attimo di silenzio facendo rimanere Anna sorpresa.
-Non me l’avevi mai detto, così all’improvviso, da soli.-
-Forse è arrivato il caso di non aver più paura delle parole e dei sentimenti. Ti amo, ed ora so di poterlo gridare al mondo intero.-
-Perché, prima non ne eri sicuro?-
-Anche io avevo paura. Paura di diventare padre, ma non te l’ho ami detto, perché ne avevi più tu e tu vieni prima di me e di ogni altra cosa.-
-Ma amore.- disse Anna alzandosi dal letto per andare dal suo Emi. –Avevamo giurato di non nasconderci nulla.-
-E infatti questo è il mio ultimo segreto nei tuoi confronti, per questo te l’ho detto. Ora non c’è ne sono più.- Anna baciò appassionatamente Emiliano, fino a quando entrambi caddero sul letto ed abbracciati finirono per addormentarsi.
Quando Marco e Maria tornarono, video i quattro dormire così bene che gli dispiaceva svegliarli, così andarono a dormire in camera di Anna.
Il resto della famiglia, quando tornò, non si accorse di nulla, ma d’altronde non si erano accorti di altro, perché accorgersi di un piccolo cambiamento?

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Angolo autrice.
Buonanotte a tutti (come sempre pubblico di notte :P) :D
Vi ringrazio per le recensioni prima di tutto :D e scusate se sono stata assente, ma sapete ho avuto gli esami di maturità (voi mi direte ora: ma basta con questa maturità, ci hai rotto abbastanza xD. Ecco, finalmente ho finito, quindi non vi romperò più con questa storia, ma da domani sarò senza pc per qualche giorno, purtroppo. Ma non temete. Appena mi arriverà pubblicherò ancora! Non vi libererete di me :D) e quindi non ho avuto molto tempo per scrivere.
In questo capitolo, dove Anna ed Emiliano hanno più spazio solo alla fine, torna Alice.
Vedete, sono molto indecisa su alcune cose per il continuo della storia, quindi il seguito dipenderà molto dalle vostre recensioni, perché io voglio scrivere un storia che piaccia, non il contrario.
Per il prossimo capitolo… beh, come vi ho detto dovrete aspettare un po’, ma tranquilli che non mi dimentico di voi e se ci sarà qualche messaggio e/o recensione cercherò di rispondervi tramite cellulare :P
E con questo vi saluto :D
Vi auguro una buona notte o anche un buongiorno.
Un bacione, Eliessa ~
   
 
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